Lunedì 16 dicembre 2024, ci ha lasciato il professoressa Gabriella Rossetti, a lungo ordinaria di Storia medioevale presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa.
I funerali si terranno martedì 17 dicembre alle ore 15.30 nella chiesa di San Giovanni Contignaco a Salso Maggiore Terme.
Qui di seguito pubblichiamo un ricordo del prof.ssa Rossetti a firma di due sue allieve e docenti del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Ateneo pisano: le prof.sse Enrica Salvatori e Gabriella Garzella.
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Il 16 dicembre 2024 ci ha lasciato Gabriella Rossetti, storica medievista di altissimo livello, già professoressa ordinaria dell'Ateneo pisano.
Allieva di Cinzio Violante presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove si laureò nel 1959 con una tesi sul giovane Gioacchino Volpe, fu borsista dell'Istituto di Studi Storici "Benedetto Croce" di Napoli (1961-1962) presentando una dissertazione, diretta da Delio Cantimori, sull’influsso del materialismo storico nella medievistica italiana tra Otto e Novecento. Sempre nei primi anni Sessanta era responsabile alla Fondazione Italiana per la Storia Amministrativa, creata da Gianfranco Miglio, della rubrica Rassegna di storia delle istituzioni pubbliche in Italia per gli «Annali della FISA». Dal 1965 assistente di ruolo alla cattedra pisana di Storia Medievale, conseguì nel 1970 la libera docenza e nel 1975 l'ordinariato, insegnando, prima di tornare a Pisa, a Bologna (1973-1974) e a Torino (1976-1977).
Si distinse subito, oltre che per i contributi personali alla conoscenza del Medioevo, per l’incredibile capacità di dialogo con i principali studiosi dell'epoca e di organizzazione di incontri, da cui scaturirono volumi fondamentali come Forme di potere e struttura sociale in Italia nel Medioevo (Bologna, Il Mulino, 1977) e Medioevo rurale. Sulle tracce della civiltà contadina, curato con Vito Fumagalli (Bologna, Il Mulino, 1980), testi che hanno guidato la formazione di intere generazioni di medievisti.
Agli inizi degli anni Ottanta, frutto di discussioni e incontri con in principali studiosi italiani e internazionali nacque l'idea del GISEM, il Gruppo interuniversitario per la storia dell’Europa mediterranea, che Gabriella Rossetti ha guidato per oltre un quarto di secolo (1984-2012). Il GISEM si proponeva di «indagare con coerenza la civiltà europea – individuata come sistema maturo di relazioni – nel tempo che corre dalla koinè romano-germanica realizzata dai Carolingi all’Europa dei Comuni e dei Principati». Un lavoro gigantesco di impulso e coordinazione delle ricerche, in cui il contributo personale della Rossetti non veniva mai meno nell'approfondimento di specifiche tematiche, come nel costante sforzo di mettere a confronto in maniera propositiva gli specifici apporti individuali entro una griglia concettuale condivisa. Esito prezioso ne sono stati i venti volumi della collana «Europa Mediterranea. Quaderni» (Napoli, Liguori) e i ventisei della «Piccola Biblioteca GISEM» (Pisa, ETS), oltre a tre numeri del «Bollettino GISEM».
Fare una sintesi di questo intenso percorso, come dei principali lasciti della studiosa alla medievistica e alla conoscenza storica in senso lato, sarebbe ingeneroso, tale è la ricchezza delle analisi, condotte personalmente e stimolate continuamente negli altri. Nel suo lavoro si riconosce una profonda consapevolezza della complessità dell'oggetto dell'indagine – il passato – che spinge a proporre sempre nuove domande e a cercare costantemente legami di senso: il «filo rosso», come amava dire lei, che lega dinamiche sociali, esperienze di governo, congiunture economiche, istituti giuridici ed esperienze religiose, al fine di cogliere i lineamenti e le modalità di funzionamento del sistema.
Nel suo ultimo articolo riconosceva di essere appartenuta a una generazione fortemente sostenuta da maestri che «reduci dalle sconfitte ideologiche del Novecento, fecero a gara per consentirci di scegliere una via alla ricerca che rispondesse alle esigenze della nostra generazione». Possiamo dire che lei ripagò tale debito di gratitudine. Con abnegazione e generosità, unite a un'inestinguibile curiosità, si è impegnata costantemente nel condurre vecchi e giovani studiosi a indagare la molteplicità delle componenti e il variegato intreccio di relazioni del passato, fornendo quadri interpretativi, griglie di domande, schede preparatorie, idee e suggestioni in grado di far crescere con metodo il talento di ognuno.
Enrica Salvatori e Gabriella Garzella,
due sue allieve