Dal 1° al 3 aprile 2025 si è tenuto a Louvain-la-Neuve il workshop “Confronting Poverty: uniting disciplines for global impact” promosso da Circle U. nell’ambito dell’omonimo progetto finanziato con un Seed Funding.
Ospitato dall’Università UCLouvain, il workshop ha offerto a studenti magistrali provenienti dalle università di Pisa, UCLouvain, Oslo e dal King’s College di Londra, l’opportunità di imparare a condurre una ricerca interdisciplinare sul contrasto alla povertà insieme a un gruppo internazionale di studenti, professori e specialisti di Louvain Coopération, l’ONG di cooperazione allo sviluppo dell’UCLouvain.
Il workshop ha affrontato diverse questioni relative alla povertà e ai processi correlati (disuguaglianze, crescita economica, relazioni Nord-Sud, ecc.) dal punto di vista dell’economia, degli studi europei, della storia e delle scienze politiche. Uno degli obiettivi principali della ricerca congiunta è stato quello di esplorare criticamente le narrazioni di politici, istituzioni ufficiali, mondo accademico, ONG e società in generale sulla povertà, e di analizzare in che modo il discorso sulla povertà influenzi la progettazione delle politiche a diversi livelli.
A conclusione del workshop il gruppo di studenti, a Bruxelles, ha avuto anche la possibilità di visitare l’emiciclo del Parlamento Europeo e il Parlamentarium: un’esperienza interattiva che ha permesso l’approfondimento della storia e dell'integrazione europea, unitamente ai processi alla base dell'attività legislativa per tutta l'Europa; un viaggio virtuale sulla diversità del nostro continente e l'impatto dell'Unione europea sulla vita quotidiana delle persone.
Per l’Università di Pisa hanno partecipato quattro studentesse, Chiara Sebastiano ed Elisa Sorbello (iscritte alla laurea magistrale in Relazioni internazionali), e Francesca Lari ed Emily Davini (iscritte alla laurea magistrale in Programmazione, gestione e innovazione dei servizi sociali), che ci hanno lasciato una loro testimonianza sull’esperienza vissuta a UCLouvain.
Chiara Sebastiano
Sono una studentessa di Relazioni internazionali e insieme alle mie colleghe ho avuto la possibilità di partecipare al workshop a cui hanno preso parte l’Università di Pisa, la UCLouvain, il King’s College di Londra e l’Università di Oslo. In totale eravamo 12 studenti, ciascuno con un background di studi differenti pronti a confrontarci sul tema della povertà andando ad analizzare gli aspetti critici della sua narrazione all’interno della nostra società. Attraverso la partecipazione a questo workshop ci è stata data la possibilità di fare un esercizio di pensiero, di prenderci del tempo per fare ricerca ed analizzare un fenomeno che troppo spesso viene trascurato in contesto accademico. L’arricchimento che è derivato dallo scambio di conoscenze con i colleghi indubbiamente deriva dal fatto che ognuno ha applicato all’analisi del fenomeno e alla narrazione dello stesso la prospettiva su cui più solidamente era formato. Il risultato che ne è derivato è stata un’analisi del fenomeno della povertà da un punto di vista economico sociologico e legale. La possibilità di confrontarci su un tema così attuale e il fatto di poterlo fare con colleghi che vivono delle realtà diverse è stato sicuramente molto stimolante. Ritengo che questo tipo di iniziative promosse da Circle U. possano essere degli ottimi modi per stimolare noi studenti al dibattito su tematiche attuali e al confronto soprattutto con diverse modalità di pensiero.
Elisa Sorbello
Sono una studentessa di Relazioni internazionali e ho partecipato al workshop sulla povertà, tema molto attuale e che ho potuto approfondire con questo progetto. L’esperienza è stata molto interessante e mi ha aiutato a capire meglio come povertà e migrazione siano collegate e influenzate da fattori economici, sociali e culturali. Altro argomento su cui abbiamo riflettuto è stato come i media raccontino la povertà: spesso delle regioni del mondo vengono considerate sempre povere e descritte in quel modo, mentre altri paesi sono “i buoni” che li vanno ad aiutare. Ho trovato particolarmente stimolante confrontarmi con altri punti di vista e approfondire un tema così attuale da diverse prospettive.
Francesca Lari
Sono una studentessa della laurea magistrale in Programmazione, gestione e innovazione dei servizi sociali e partecipare a questo workshop è stata per me un'esperienza estremamente formativa, sia dal punto di vista umano che professionale. Ciò che mi ha colpito maggiormente è stato lo sguardo con cui è stata affrontata la povertà: un approccio multidimensionale, capace di cogliere la complessità del fenomeno andando oltre gli stereotipi e le semplificazioni. Attraverso prospettive diverse – economiche, sociali, culturali e psicologiche – siamo stati guidati a comprendere come la povertà sia una condizione che va letta nel suo contesto, nelle sue cause profonde e nei suoi effetti concreti sulla vita delle persone. Questo workshop, però, non si è limitato alla teoria. È stato un vero e proprio spazio di confronto e partecipazione attiva. Ha saputo stimolare noi studenti non solo sul piano dei contenuti, ma anche nella nostra capacità di riflettere criticamente, lavorare in gruppo, esprimerci in un contesto internazionale e, soprattutto, metterci in discussione. Un altro aspetto che considero molto prezioso è stato l’utilizzo della lingua inglese: non in modo passivo, ma come strumento vivo di comunicazione, scambio e apprendimento. Ho potuto migliorare le mie competenze linguistiche in un contesto pratico e stimolante, cosa che difficilmente avviene in un'aula tradizionale. Da questa esperienza porto via con me nuove conoscenze, nuove prospettive, approcci che sicuramente mi saranno utili nel corso della mia futura carriera nei servizi sociali. Ma anche, e forse soprattutto, nuove relazioni e connessioni con persone provenienti da percorsi diversi, con cui ho condiviso idee, riflessioni e momenti di crescita. Consiglierei questo workshop a chiunque sia curioso, aperto al confronto e desideroso di esplorare temi sociali complessi in modo profondo e innovativo. È un’occasione unica per ampliare i propri orizzonti, formarsi in modo concreto e sentirsi parte di una comunità internazionale di apprendimento.
Emily Davini
Sono una studentessa della laurea magistrale in Programmazione, gestione e innovazione dei servizi sociali e quando ho deciso di partecipare al workshop a Louvain-La-Neuve, non avevo idea di quanto sarebbe stato stimolante, sia dal punto di vista personale che formativo. Quello che mi ha colpito sin da subito è stata l’atmosfera di apertura e confronto: non solo tra studenti con background accademici diversi, ma anche tra approcci culturali differenti, che ci hanno permesso di guardare alla povertà da angolazioni nuove. Mi ha fatto riflettere molto il modo in cui la povertà è stata trattata: non come un dato freddo o un’etichetta, ma come una condizione complessa, intrecciata con aspetti linguistici, culturali, politici e identitari. Alcuni interventi hanno messo in luce quanto spesso le persone che vivono situazioni di povertà vengano escluse anche dalla narrazione che si fa di loro, e quanto sia importante restituire voce e agency a chi questa condizione la vive davvero. Altri ci hanno portato a riflettere sulle disuguaglianze di genere, sulle migrazioni, sulle retoriche usate dai media, fino a toccare questioni legate al linguaggio e all’accesso all’informazione. Uno degli aspetti che ho apprezzato di più è stato proprio lo scambio con gli studenti delle altre università: ognuno ha portato il proprio bagaglio di conoscenze e sensibilità, rendendo ogni discussione un’occasione di crescita. Anche lavorare in gruppo su un progetto comune ci ha dato la possibilità di costruire insieme una lettura critica e approfondita del fenomeno, mettendo alla prova le nostre capacità di collaborazione e comunicazione in un contesto internazionale. È stato anche un momento importante per capire cosa significa davvero “fare ricerca” su un tema come la povertà: non solo raccogliere dati, ma anche interrogarsi sulle lenti con cui li leggiamo, sulle strutture di potere che condizionano certe narrative e sulle possibilità di intervento concreto nei contesti in cui lavoreremo in futuro. Tornata da Lovanio, sento di aver arricchito il mio sguardo e di aver rafforzato ancora di più la motivazione verso il lavoro sociale. Esperienze come questa ti ricordano perché hai scelto questo percorso.