Tredici ricercatori del Cnr di Pisa e delle Università di Pisa, Firenze e Palermo partiranno il prossimo mese alla volta del vulcano Baekdu, situato in Corea del Nord, che è tra i più grandi e pericolosi dell'Asia.
Il progetto, presentato martedì 17 settembre 2013 all'Istituto di geoscienze e georisorse (Igg) del Cnr, è stato cofinanziato dal ministero per gli Affari esteri. Prevede la "Formazione universitaria, lo studio, il monitoraggio e le valutazioni di risorse geotermiche" del vulcano coreano, che sorge in una zona molto povera della Corea del Nord, ma alle cui pendici ci sono due aeroporti, un centro industriale e più abitati dove vivono oltre sette mila persone. I ricercatori italiani lavoreranno in condizioni estreme, con temperature che toccheranno anche i -50 gradi e con limitatissime possibilità di accedere a internet.
"Questa missione ha dei risvolti sociali e politici enormi – ha detto la direttrice dello Igg, Sonia Tonarini - perché per la prima volta uno staff di ricercatori occidentali seguirà un intero progetto in Corea del Nord con una permanenza in loco di oltre un anno". "Proprio per questo - ha aggiunto il prorettore per l'Internazionalizzazione dell'Ateneo pisano, Alessandra Guidi - si aprirà un ponte di collegamento molto importante tra i nostri due Paesi".
"Abbiamo ricevuto le crescenti preoccupazioni delle autorità nordcoreane pervenuteci attraverso la nostra ambasciata - ha precisato il coordinatore del progetto, Antonio Caprai, dello Igg-Cnr - e dobbiamo fare un intenso monitoraggio del vulcano che risulta dormiente dal 1903, ma alcuni recenti segnali geosismici indicano una possibile imminente ripresa dell'attività vulcanica".
Gli esperti nordcoreani valutano probabile, in linea con le previsioni internazionali, un'eruzione esplosiva del Baekdu entro il 2014-2015. In questo caso, hanno spiegato i ricercatori pisani, lo scenario prospettato vedrebbe effetti preoccupanti per le emissioni solide e gassose verso la penisola coreana e per le inondazioni derivanti dallo sversamento dei due miliardi di metri cubi di acqua del lago sommitale del vulcano, ma anche, in ragione della direzione prevalente dei venti nella regione, per il trasporto di ceneri e gas/fumi verso la Russia nella zona di Vladivostok, e verso il Giappone nell'area di Hokkaido.
"Il vulcano è perennemente coperto di neve, è alto 2744 metri e ha un lago di 14 km di diametro e profondo circa 300 metri - ha concluso il vulcanologo Alessandro Sbrana dell'Università di Pisa – e le eruzioni in questo caso sono particolarmente esplosive". I ricercatori si adopereranno anche nella formazione di personale universitario in loco e porteranno con loro le esperienze di protezione civile maturate in America latina.