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Italiani primi in Europa per varietà genetica

L'Ateneo di Pisa partner della ricerca pubblicata sul Journal of Anthropological Sciences

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sergio_tofanelliUno studio condotto da un consorzio di ricercatori degli atenei di Pisa, Bologna, Cagliari e Roma La Sapienza ha quantificato la diversità genetica degli Italiani. E' risultato che, in quanto a differenze tra comunità storicamente residenti, l'Italia è al primo posto in Europa. Solo per i caratteri trasmessi lungo la linea materna, cioè le variazioni del DNA mitocondriale, le distanze genetiche sono risultate fino a 30 volte superiori a quelle osservate tra coppie di popolazioni poste ai confini opposti del nostro continente, come Portoghesi e Ungheresi. Inoltre, le differenze più marcate non sono di tipo Nord-Sud, ma distribuite a mosaico lungo tutta la penisola e perfino nelle isole. La ricerca, pubblicata sul Journal of Anthropological Sciences, ha preso in considerazione 57 comunità, dalle popolazioni urbanizzate a gruppi isolati e ben caratterizzati dal punto di vista dell'identità culturale, come i Grecanici e gli Arbereshe nel meridione, i Ladini e i Cimbri nelle Alpi orientali.

E proprio per i risultati raggiunti, Sergio Tofanelli, ricercatore del Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa e responsabile del team pisano, ha ricevuto un finanziamento dalla National Geographic Society per approfondire alcuni aspetti emersi nel corso dello studio. Grazie a questo contributo sarà possibile estendere l'analisi a pressoché tutte le varianti del genoma che conservano informazioni sulla storia del popolamento dell'Italia, in modo da stimare l'entità, i tempi e le modalità di diffusione di ciascuna componente.

"Alla diversità genetica italiana – ha spiegato Tofanelli – contribuiscono sia eredità di origine preistorica che flussi migratori di epoca storica, sia barriere culturali che geografiche, sia caratteri di origine centro-europea che mediterranea. L'italianità, da un punto di vista genetico, corrisponde a questo ricco mosaico, le cui tessere, collocate in tempi diversi sul territorio, si alternano ora con passaggi repentini di tonalità ora con sfumature più tenui".

Il contributo specifico dei ricercatori pisani è stato quello di indagare la diversità delle comunità appenniniche, in cui l'isolamento geografico si accompagna spesso all'uso di caratteri linguistici conservativi. Le peculiarità genetiche delle comunità insediate sull'appennino settentrionale e sulle Alpi Apuane, ad esempio, sono ricche di certe varianti del cromosoma Y la cui diffusione in Italia è riconducibile alla discesa dalle Alpi delle antiche tribù Liguri. L'ipotesi di una continuità tra il patrimonio genetico dei Ligures e quello delle attuali comunità non è stato confermato solo per l'area apuana ma anche per quelle comunità sannite dell'antico Ager Taurasinum dove, secondo gli storici latini, i Liguri Apuani sarebbero stati deportati in massa nel 180 a.C.

"Uno degli aspetti più innovativi dello studio – ha concluso Tofanelli - è che abbiamo cercato di applicare i principi dell'Open Science, cioè di rendere cittadini e alunni delle scuole parte attiva e consapevole, assegnando loro un ruolo importante nel reclutamento dei donatori e nella raccolta di informazioni storiche sulle proprie comunità".

Ne hanno parlato:
Il Tirreno - Pisa

Nazione.it
Tirreno.it
NovedaFirenze.it
PisaInformaFlash.it
PisaToday.it
GoNews.it
Controcampus.it

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  • 15 gennaio 2014

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