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È made in Pisa il primo radar digitale fotonico

A documentare i risultati del progetto europeo PHODIR un articolo sulla rivista internazionale Natur

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phodirE' tutto pisano il progetto che ha portato alla realizzazione del primo radar completamente digitale basato su tecnologie fotoniche. Un articolo sulla rivista internazionale Nature documenta il lavoro di ricerca iniziato quattro anni fa con l'avvio del progetto PHODIR (Photonic-based fully digital radar system) finanziato dall'ERC (European Research Council).

Il nuovo sistema è stato testato all'aeroporto di Pisa e al Porto di Livorno in collaborazione con l'Aeronautica Militare di Pisa, la Direzione Sviluppo e Innovazione dell'Autorità Portuale, la Capitaneria di Porto e l'Istituto CSSN-ITE "G. Vallauri" della Marina Militare Italiana di Livorno, dimostrando che, rispetto ai radar convenzionali, permette migliori prestazioni, è multifunzionale, meno intercettabile, più piccolo e con capacità di comunicazione.

Il progetto PHODIR è stato coordinato dalla dottoressa Antonella Bogoni del Laboratorio Nazionale di Reti Fotoniche (LNRF) del CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni) in collaborazione con il Laboratorio Radar e Sistemi di Sorveglianza (RaSS) del CNIT, e sviluppato all'interno del laboratorio congiunto CNIT-LNRF e l'Istituto TeCIP della Scuola Superiore Sant'Anna dove la Antonella Bogoni è responsabile dell' area di ricerca "Digital & Microwave Photonics". La progettazione di sistema del radar e l'interfaccia con l'antenna sono state a carico del laboratorio CNIT-RaSS, il cui team è stato coordinato da Fabrizio Berizzi professore dell'Università di Pisa e vice-direttore del laboratorio RaSS.

Nel PHODIR batte un 'cuore' fotonico, cioè un sistema di generazione e acquisizione dei segnali radar basato su laser e 'lettori' di luce – ha spiegato Fabrizio Berizzi – e solo grazie alla professionalità e alle risorse strumentali del laboratorio congiunto LNRF/TeCIP si è arrivati alla fine alla realizzazione del radar nella sua veste attuale. Una nota di merito va ai dieci giovani ricercatori del progetto che si sono impegnati con dedizione, caparbietà e grande professionalità alle attività di ricerca e sperimentali.

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  • 20 marzo 2014

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