In un contesto internazionale caratterizzato da emergenze di tipo sociale, ambientale ed economico, l'agricoltura rischia di essere sacrificata da politiche inadeguate al suo ruolo strategico per la sopravvivenza e il benessere delle popolazioni. Tale rischio è accentuato dal fatto che sempre più e particolarmente nei paesi a economia industrializzata, l'agricoltura svolge una insostituibile funzione di custodia e produzione di beni pubblici come la salvaguardia dei territori, delle tradizioni locali e della loro identità.
La sezione Centro Ovest dell'Accademia dei Georgofili, presieduta da Filiberto Loreti, in collaborazione con l'Associazione "A. Bartola" e al Centro Spera di Ancona (Centro studi interuniversitario sulle politiche economiche rurali e ambientali), il 13 gennaio 2012 ha organizzato alla facoltà di Agraria dell'Università di Pisa una giornata di studi sugli effetti che la nuova PAC (Politica Agricola europea Comune) potrà avere sull'agricoltura italiana. L'Europa ha affrontato questi problemi fin dall'inizio della sua costituzione con politiche specifiche con alterne vicende e atteggiamenti spesso contraddittori: a partire dal 2013 si avvierà una nuova fase di queste politiche che dovrebbe tenere conto di tutti i problemi suddetti e che sarà decisiva per il futuro dell'agricoltura europea.
I relatori intervenuti alla giornata di studio hanno illustrato il significato e il peso delle scelte contenute nei regolamenti e, alla luce delle esperienze pregresse, hanno simulato le ricadute prevedibili sulle realtà agricole dell'Italia centrale. In rappresentanza della Commissione europea Beatriz Velasquez ha spiegato l'impalcatura della nuova PAC, mentre Maria Rosaria Pupo d'Andrea, Angelo Frascerelli e Franco Sotte ne hanno interpretato l'impatto sul mondo produttivo e sulla società rurale. Gianluca Brunori ha concluso la giornata di studio con una valutazione della corrispondenza tra le scelte politiche e i problemi dell'agricoltura, in particolare di quella mediterranea.