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'La gioia ha i piedi scalzi'

Presentazione del volume di De Nuccio, Prandoni e Scarso

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denuccio1Si è tenuta venerdì 27 marzo, nella Saletta delle Edizioni ETS, la presentazione del libro La gioia ha i piedi scalzi, di Giacomo De Nuccio, Nicoletta Prandoni e Fabio Scarso. Il volume raccoglie alcune immagini di viaggio scattate da Prandoni e Scarso e le poesie ispirate alle immagini scritte da De Nuccio.

Giacomo De Nuccio è uno dei ragazzi affetti dalla Sindrome "X fragile", che anche grazie all'USID ha frequentato i corsi universitari con grande successosi, laureandosi in Lettere moderne all'Università di Pisa. Giacomo ha scelto gli studi letterari un po' per piacere e un po' per dovere, affinché la parola, per lui tanto avara nella comunicazione verbale, gli sia più amica almeno in quella scritta e appaia fonte di speranza a tutti coloro che la vita ha posto su sentieri impervi paralleli al suo. Insieme agli autori, alla presentazione sono intervenuti il prorettore per la Didattica e presidente della Conferenza Nazionale Universitaria Delegati Disabilità, Paolo Mancarella, e la professoressa Annamaria Cotrozzi.

Pubblichiamo di seguito l'Introduzione al volume, a firma della scrittrice e poetessa Ludovica Cantarutti, e alcune foto del libro.

 

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 Sulle ali del cavallo di cristallo

cavallo

Lo scrittore e poeta statunitense Jack Kerouac nel suo libro intitolato Satori a Parigi afferma come "si viaggi per cambiare idea". Ma è proprio necessario viaggiare per mutare le proprie idee, ci si domanda? Perché, nel caso di questo libro, nel caso di artisti che qui esprimono la loro empatia raccogliendo ciascuno a modo proprio le espressioni del loro talento artistico, nel caso soprattutto di uno degli artisti, Giacomo De Nuccio, il viaggio non influenza la sua arte di poeta. Se, infatti, Nicoletta e Fabio viaggiano ripetutamente in lungo e in largo per tutti i continenti, producendo fine materiale di testimonianza, nel caso di Giacomo, come dicevo, non è così. In questo libro che ha già di per sè un titolo emblematico La gioia ha i piedi scalzi il viaggio per Giacomo è di tutt'altro genere, è di quel genere intellettuale capace di sostituire lo spostamento reale tanto da far credere di essere stato "al seguito". È lo straordinario "rovesciamento" prerogativa dei poeti quando la loro ispirazione va oltre tutto e tutti e non è "testimonianza", ma "affermazione".
Nel connubio fra le foto delle varie civiltà prodotte da Nicoletta e Fabio ed i versi aderenti alle immagini di Giacomo si sgrana un rosario colorato e particolare.

Così se la ragazza dal vestito nero e la testa coperta sorride con eleganza i versi fanno da eco Ho un sorriso/ non lo vendo./ Non è saldo di fine stagione/ non lo metto in prigione/ non lo affido al primo offerente...

sorriso

Se la foto offre delle piccole mani il poeta dice: Sono mani che sanno/ la pietà dell'ascolto/al racconto che snoda/ dai tuoi occhi sul mondo sgranati/ e da ciascuna tua piega...

E mentre ancora l'immagine riporta un mongolo a cavallo la poesia sarà... ed è un cavallo di cristallo/ il mio indomabile cuore/ mentre cavalco un futuro/ di impalpabili illusioni,/ eteree nuvole/ che il mio tempo fuggente/ disegnano di un colore/ infinito di speranza.

C'è un'apparenza che va sfatata, quella di credere che la fotografia in generale la faccia da padrona nei libri illustrati pur se lasciata al commento dello scrittore. In questo caso, non me ne vogliano gli amici Nicoletta e Fabio la cui bravura ed efficacia nel fotografare è indiscutibile, in qualche modo il gioco si ribalta per quella genialità artistica che ha sempre distinto Giacomo De Nuccio che "a piedi scalzi" ormai da molto tempo insegue la Grande Gioia, quella del sublime incastro dei suoi pensieri con i suoi atti quotidiani.
Si tratta di un "viaggio" assolutamente unico che spesso elargisce a chi conosce e frequenta Giacomo l'idea che la vita sia qualcosa di veramente straordinario, anche se noi spesso ce ne dimentichiamo. E Giacomo De Nuccio, in questi giorni dottore in Lettere Moderne (Dipartimento di Filologia, Lettere e Linguistica dell'Università di Pisa) è qui proprio per farlo con dovizia di particolari.

Ludovica Cantarutti

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  • 26 marzo 2015

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