Qual è il rapporto tra le nuove forme di giornalismo e il giornalismo tradizionale? E come convive la carta stampata con le nuove testate on-line? Per Bruno Manfellotto, direttore de l'Espresso, non c'è dubbio, Internet ha costretto i giornali a rinnovarsi e ha portato cambiamenti sostanziali nel modo di dare notizie: "Noi giornalisti cerchiamo di governare la rivoluzione che stiamo vivendo, ma nel nostro mondo c'è una cosa che pesa più delle altre: vince chi ha le notizie e chi le sa confezionare nel modo corretto. Quello che conta è mantenere il senso di responsabilità: Internet ha molte potenzialità, la cosa essenziale è saperne fare un uso corretto".
Bruno Manfellotto è stato ospite della Scuola dei Master della facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Pisa nella giornata inaugurale dei corsi e, salutato dal preside della facoltà Maurizio Iacono e dal direttore del master in Comunicazione pubblica e politica Adriano Fabris, ha tenuto un intervento che ha indagato le nuove frontiere del giornalismo on-line, partendo da un dato oggettivo: "La carta stampata ha costi elevati difficili da comprimere e il web dà la possibilità di fare informazione con risorse molto più contenute. Il problema è che la pubblicità sui nuovi canali è ancora insufficiente: è vero che si sta aprendo a Internet, ma lo sta facendo molto lentamente, anche perché l'individuazione del target di pubblico, fondamentale per i pubblicitari, è un'operazione molto complicata nel mondo della rete".
Nonostante un futuro ancora non ben definito, sono molti i giornali che hanno accettato la sfida del web, dando vita a testate on-line curate e approfondite e aprendosi social network come Facebook e Twitter per veicolare le proprie notizie: "Esistono oggi giornali on-line che sono diventati punti di riferimento fondamentali per il dibattito culturale e politico dei rispettivi pubblici di riferimento", racconta Manfellotto.
"È il caso dell'Huffington Post, il sito americano che mette insieme l'informazione i base, un gossip "alto" che racconta i retroscena politici di Washington e blog che ospitano interventi di intellettuali, docenti universitari ed esponenti del mondo della cultura. Il sito statunitense ha di recente deciso di sbarcare in Europa e sta prendendo accordi con testate tra cui "Le Monde" in Francia, "El Pais" in Spagna e il gruppo "l'Espresso" in Italia per dar vita a piattaforme on-line che ricalchino le impostazioni di quella statunitense". Manfellotto annuncia poi che l'Huffington Post ha stretto l'accordo direttamente con il sito de l'Espresso, che presto si sdoppierà per diventare da un lato un notiziario in real time, con una parte dedicata ai blog e un'altra ai retroscena politici, dall'altro un sito esclusivamente di inchieste da far convivere con l'edizione cartacea.
Ma la carta stampata è dunque destinata a scomparire? Il direttore de l'Espresso ricorda cosa gli ha confidato poco tempo fa il suo collega del settimanale americano "New Yorker": "Lui dice che i figli considerano la carta stampata come un "gatto morto", ma la realtà è che i giornali tradizionali hanno una tecnologia molto avanzata: si possono arrotolare e si possono facilmente mettere in borsa". E alla fine del suo intervento Manfellotto fa emergere l'opinione che un giornalista di lungo corso come lui – forse inevitabilmente – ha dei giornali tradizionali: "Un giornale è un luogo di valori che, soprattutto fino agli anni Settanta, dava un'identità precisa ai suoi lettori, facendoli sentire parte di un "pensiero" collettivo, di una comunità. I giornali on-line spesso non hanno identità ed è sempre bene tenere presente la fonte originaria".