Ogni giorno in Italia ci sono mille nuovi casi di cancro: un problema quotidiano che si ripete in centinaia di migliaia di famiglie che affrontano la malattia. Oggi sappiamo curare buona parte di quei mille tumori, grazie ai risultati della migliore ricerca selezionata per merito.
Quando si parla di ricerca sul cancro pensiamo a laboratori, microscopi, provette. Ma la ricerca è fatta prima di tutto dalle persone e dalle loro storie, che sono state al centro degli Incontri nelle Università promossi dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro per I Giorni della Ricerca. Storie professionali, di vita, di speranza e di passione, raccontate agli studenti universitari dagli stessi protagonisti: ricercatori affermati che hanno parlato del cancro e delle ultime scoperte; giovani ricercatori che hanno spiegato da dove nasce la passione per il loro lavoro; persone che hanno superato la malattia hanno testimoniato i progressi della ricerca; volontari e sostenitori hanno raccontato l’impegno in favore degli altri.
Nato nel 2011, edizione dopo edizione il progetto ‘Incontri nelle Università’ è stato condiviso dai più importanti atenei italiani, raggiungendo migliaia di studenti. Quest’anno, gli Incontri si sono svolti tutti la mattina del 4 novembre, nelle Università di Cagliari, Genova, Pavia e Pisa.
A Pisa sono intervenuti i ricercatori Pier Paolo Di Fiore dell’Università degli Studi di Milano ed Elisa Giovannetti dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa, insieme a Lorenzo Purini, testimonial della ricerca. L’apertura dei lavori è stata affidata al prorettore alla Ricerca dell’Università di Pisa Roberto Barale. La conferenza ha visto la partecipazione straordinaria di Bruno Manfellotto, che ha moderato i lavori.
«I progressi degli ultimi anni hanno delineato la strategia per la lotta ai tumori – ha sottolineato Pier Paolo Di Fiore – È una strategia basata su due armi: diagnosi precoce e miglioramento della terapia. I farmaci molecolari, dei quali tanto abbiamo parlato negli scorsi anni, sono ormai una realtà consolidata nella pratica clinica. Non sono ancora disponibili però per tutti i tipi di tumori e spesso, anche all’interno dello stesso tipo di tumore, non sono efficaci per tutti i pazienti: è questa l’area dalla quale ci aspettiamo i più grandi progressi nei prossimi anni. Parimenti, ci aspettiamo grandi sviluppi nell’area della medicina personalizzata».
«Lavorare nella ricerca è un'opportunità senza pari per contribuire allo sviluppo della conoscenza, al progresso e alla crescita culturale della collettività - ha ricordato Elisa Giovannetti -Quella dei ricercatori è una professione che permette di confrontarsi con un ambiente fortemente internazionalizzato e formativo, costantemente sottoposto alla valutazione della comunità scientifica. La ricerca è un'attività che, per sua stessa natura, obbliga a un continuo aggiornamento; anche nei momenti più difficili, rimane la consapevolezza di partecipare a un interesse condiviso».
La presenza al tavolo dei relatori di Lorenzo Purini è stata la più concreta testimonianza dell’importanza della ricerca per la cura. Oggi, a 46 anni, Lorenzo racconta la sua storia di giovane uomo curato per un tumore, con coraggio ed entusiasmo. Perché, dice, “oggi sto bene, non potrei davvero desiderare niente di più di quello che ho”.
Ricercatori, volontari, testimonial e donatori: ci sono migliaia di persone che insieme, ogni giorno, sostengono la ricerca. Cornelia Laino Mori, vice presidente del Comitato AIRC Toscana, ha ricordato agli studenti del pubblico proprio questo: l’importanza di impegnarsi in prima persona a fianco dell’Associazione, in particolare con il volontariato perché, soltanto uniti, potremo rendere il cancro sempre più curabile.