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Oltre la crisi. Identità e bisogni del volontariato in Toscana

Presentata a Pisa la ricerca Cesvot realizzata dal dipartimento di Scienze Politiche dell’Ateneo

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oltrelacrisi“Oltre la crisi. Identità e bisogni del volontariato in Toscana” è l’indagine più ampia e completa mai realizzata sul volontariato nella nostra regione e dopo la presentazione alla Stazione Leopolda di Pisa il 27 febbraio con un focus sul territorio provinciale, le prossime tappe saranno a Pistoia il 4 marzo, a Prato il 5 e a Siena il 18. La ricerca, promossa e finanziata dal Cesvot, è stata realizzata da un gruppo di ricerca coordinato dalla dottoressa Irene Psaroudakis del dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa con la supervisione scientifica del professore Andrea Salvini.

“Al momento della nostra rilevazione a cavallo tra il 2014 e il 2015, in provincia di Pisa erano formalmente presenti 278 organizzazioni di volontariato – ha spiegato Andrea Salvini - di cui 232 hanno risposto al nostro questionario, dato che consente di considerare i dati statisticamente assai attendibili”.

Nel complesso, le organizzazioni di volontariato pisane sono incentrate sui servizi e quindi i loro bisogni essenziali ruotano attorno all’acquisizione delle risorse e delle competenze per garantirne l’offerta. Quasi tutte (99,6%) svolgono attività rivolte alla popolazione e il settore prevalente è quello sanitario (44.4%) seguito da quello sociale (26,7%); in crescita, lenta ma effettiva, anche il volontariato che si occupa di cultura, tutela dei diritti e dell’ambiente, che costituisce quasi un quinto del totale. Per quanto riguarda la longevità, oltre la metà delle associazioni è nata prima del 1994 (54,7%), mentre negli ultimi 5 anni ne sono nate pochissime (8,4%). Sul fronte dei finanziamenti, il 53,2% di tutte le associazioni riceve contributi pubblici e il 66,4% ha convenzioni attive, il che dimostra lo stretto rapporto tra il volontariato e il settore pubblico.

“Dal punto di vista delle aspettative anche per il territorio pisano - ha concluso Andrea Salvini - appare sempre più diffusa la percezione di scenari futuri in cui si sperimenterà il declino graduale dei caratteri di gratuità e spontaneità (lo teme il 42,2% dei rispondenti), una crescente aziendalizzazione del settore (lo prevede il 23,3% dei rispondenti) ed una maggiore dipendenza dalle istituzioni pubbliche (13,9% dei rispondenti). Pochi (7,2%) ritengono che un modo per affrontare il futuro in maniera proficua sia recuperando la tradizionale tendenza etica e politica del volontariato”.

La ricerca “Oltre la crisi. Identità e bisogni del volontariato in Toscana” si inserisce in una linea di indagine avviata nel 1998 e finalizzata ad analizzare le trasformazioni del volontariato nella nostra regione. L’obiettivo specifico di questa rilevazione era di studiare gli effetti della crisi economica sull’operatività delle organizzazioni di volontariato, e di comprendere in che modo quegli effetti influiscano sulle trasformazioni dell’identità e dei bisogni delle organizzazioni stesse. A rispondere al questionario del dipartimento di Scienze politiche dell’Ateneo pisano sono state più di 1.700 organizzazioni di volontariato su un totale di circa 3.200 presenti in Toscana, pari ad un campione di oltre il 55%.

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  • 1 marzo 2016

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