L'Arno come fonte di vita, ma anche come spazio destinato al divertimento. L'Arno come teatro per la città di Pisa, che nei secoli ha fatto da sfondo a sfide e palii, parate e spettacoli. Questo tratto inedito del fiume pisano è stato ricostruito dai professori Gabriella Garzella e Fabrizio Franceschini, in un seminario che si è tenuto mercoledì 16 maggio, nella sala degli Arazzi di Palazzo Reale.
L'incontro, organizzato dalla Società storica pisana, fa parte del programma di avvicinamento alla Regata storica Pisa-Pavia, che quest'anno celebra la sua cinquantesima edizione. Sabato 19 maggio, a partire dalle ore 18 allo Scalo De' Renaioli di Lungarno Galilei, si sfideranno prima gli equipaggi universitari di Pisa e Pavia per il Trofeo "Curtatone e Montanara" e poi quelli internazionali delle università di Cambridge e Aachen. I vincenti delle due gare si affronteranno successivamente con in palio il trofeo "In supremae dignitatis".
Pubblichiamo di seguito una sintesi delle relazioni dei professori Gabriella Garzella e Fabrizio Franceschini.
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L'Arno, un teatro per la città
di Gabriella Garzella
Ben nota è la diversità della forma urbana di Pisa dall’odierna nel corso della storia più antica, prima cioè che si fissasse quella fisionomia di città sul fiume così caratteristica da connotarne indelebilmente l’identità, con l'Arno che la divide – è vero – nelle due grandi ripartizioni di Mezzogiorno e Tramontana, contrapposte in occasione del Gioco del Ponte, ma per il resto unisce intimamente le due sponde con il grande anello dei Lungarni e i suoi ponti. La Pisa etrusca invece e la Pisa romana, come la Pisa altomedievale, non si sviluppavano sulle due rive: si affacciavano sì sull'Arno, che ne costituiva il confine, il limite meridionale, ma anche sull'Auser, il fiume proveniente dalla Lucchesia che, attraverso la stretta di Ripafratta, si dirigeva verso Pisa per lambirne il lato settentrionale. Erano, insomma, città tra due fiumi.
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Il palio 'per Arnum'
di Fabrizio Franceschini
Arno, via d'acqua importantissima per galee, imbarcazioni da trasporto o diporto e, fino alla metà del secolo passato, navicelli, è stato ed è anche scena di feste e gare remiere, oggi dette comunemente regate (con voce nota già nei secc. XIII-XIV a Venezia, Genova e Messina, da regatare < recaptare 'richiappare') ma a Pisa indicate piuttosto, dal Trecento in poi, come palio, corso o corsa. Al tempo di Dante, nel 1292, i Fiorentini attaccarono Pisa e, dato il guasto alle campagne, "per la festa di San Giovanni feciono correre il palio [di cavalli] presso alle porte di Pisa", come racconta Giovanni Villani e mostrano le illustrazioni della sua Cronaca