L'Università di Pisa è sempre presente sul podio italiano del prestigioso Academic Ranking of World Universities (www.shanghairanking.com/), elaborato dalla "Jiao Tong" University di Shanghai e giunto nel 2016 alla 14a edizione. L'Ateneo pisano si piazza tra il 201° e il 300° posto al mondo, preceduto da Roma "La Sapienza" e da Padova, che occupano le posizioni tra 151° e 200° posto. Dopo Pisa, che totalizza uno score di 16,81, si piazzano nella stessa fascia gli atenei di Torino (16,47), Bologna (15,99), Politecnico di Milano (15,86), Milano (15,55) e Firenze (14,83). Ancora più indietro, nelle posizioni dal 301° al 500° posto, ci sono altre 11 università italiane.
In generale, l'Italia piazza 19 atenei tra i primi 500 al mondo, perdendo una unità rispetto allo scorso anno, in una classifica dominata dalle università degli Stati Uniti, con 137 tra le prime 500, seguite dalla Cina (54), in prepotente ascesa, dalla Germania (38) e dal Regno Unito (37).
Gli indicatori presi in esame dall'ARWU di Shanghai sono rigorosi e comprendono i premi Nobel e i riconoscimenti accademici ricevuti, la qualità della ricerca (paper pubblicati e ricercatori più citati) e le performance rispetto al numero degli iscritti. In particolare sono sei i parametri su cui si basa la classifica: premi internazionali di ex studenti (10%) o di ricercatori della singola Università (20%), le citazioni di pubblicazioni scientifiche in Thomson-Reuters (20%), le pubblicazioni "Nature & Science" (20%), le pubblicazioni tecnologico-sociali (20%). Questi parametri sono poi confrontati con lo staff accademico, dando un ulteriore parametro di produttività pro-capite (10%).
"La classifica di Shanghai, che per ampiezza di parametri e per metodologia utilizzata è la più autorevole al mondo – ha commentato il rettore Massimo Augello – conferma la buona qualità media del sistema universitario italiano, che piazza 19 atenei tra i primi 500 al mondo, dietro solo alle superpotenze rappresentate da Stati Uniti, Cina, Germania e Regno Unito e a poca distanza da Australia e Francia, che ne hanno rispettivamente 23 e 22. Di contro, preoccupa ancora una volta l’incapacità del nostro Paese di valorizzare le sue punte di eccellenza, se consideriamo che da diversi anni non abbiamo più una nostra rappresentante tra le prime 100 università al mondo, cosa che quest’anno è riuscita a ben 18 nazioni. L’ARWU ribadisce, inoltre, i risultati già emersi dagli altri principali ranking elaborati da istituti internazionali, che posizionano l'Ateneo pisano ai primi posti in Italia e individuano un gruppo molto ristretto di università che sono stabilmente al vertice della graduatoria nazionale. A questo proposito, va anche considerato il fatto che sia gli atenei che ci precedono, sia quelli che ci seguono in classifica hanno potuto utilizzare negli scorsi anni centinaia di milioni di euro aggiuntivi a testa per potenziare le diverse attività, non avendo rispettato, a differenza dell’Università di Pisa, il limite del 20% nel rapporto tra tasse studentesche e Fondo di Finanziamento Ordinario”.