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Archeologia predittiva: Pisa come case-study

Il punto sul progetto MAPPA a un anno dall'inizio

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Il gruppo di lavoro del progetto MappaPisa ai raggi x. A un anno dall'inizio del progetto Mappa (Metodologie applicate alla predittività del potenziale archeologico) dell'Università di Pisa, che gode di un finanziamento della Regione Toscana, è nato MAPPAGIS. "Si tratta – ha spiegato la responsabile del progetto Maria Letizia Gualandi del dipartimento di Scienze Archeologiche – di un innovativo strumento di cartografia digitale per pubblicare come web-gis i dati archeologici, geologici e geomorfologici relativi a Pisa". Dal 7 giugno, in occasione della giornata di studio "Sotto la Superficie, 2012" organizzata dal Virtual Heritage Network Italia in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, MAPPAGIS è on line e liberamente consultabile, insieme al volume che ne illustra la struttura e le premesse teoriche. "Di fatto questo strumento – ha aggiunto Letizia Gualandi – potrà servire come supporto alle politiche di pianificazione urbanistica per salvaguardare da un lato le esigenze di crescita e sviluppo di una città e dall'altro il suo patrimonio storico e archeologico".

A partire dalle informazioni disponibili su MAPPAGIS e grazie un algoritmo a cui stanno lavorando i matematici del team di ricerca di MAPPA sarà infatti possibile stabilire il "potenziale archeologico" di una certa area agevolando così la pianificazione di eventuali interventi urbanistici. In questo senso lo studio su Pisa rappresenta un case study, un modello operativo da applicare anche ad altri centri simili, sia in Toscana che in altre aree italiane ed europee. "MAPPAGIS – spiega Francesca Anichini che collabora al progetto – contiene al momento ritrovamenti archeologici su Pisa dal 1500 ad oggi integrati dalla lettura delle tracce aeree. Nei prossimi mesi aggiungeremo la una 'lettura verticale' degli edifici del centro storico per capirne le diverse fasi e trasformazioni".

"Durante il convegno internazionale "Opening the Past. Archaeological open data" che si è svolto il 9 giugno all'Università di Pisa – ha detto un altro collaboratore del progetto MAPPA, Gabriele Gattiglia – abbiamo presentato la prima versione dell'open digital archaeological archive italiano (MOD), un database digitale per rendere liberamente accessibili via web i dati pubblici delle indagini archeologiche italiane". "Si tratta – ha concluso Fabio Fabiani, anch'egli collaboratore del progetto – di uno strumento fondamentale per rendere accessibili nei tempi sempre più rapidi richiesti dalla ricerca e dalla tutela del patrimonio archeologico informazioni che adesso si trovano rinchiuse in archivi non sempre di facile consultazione. Protetti da un codice DOI (Digital Object Identifier) che ne tutela la paternità intellettuale, quei dati rappresenteranno anche il giusto riconoscimento per chi, ad esempio, ha eseguito gli scavi, attraverso un sistema di citazioni che possano valere come pubblicazioni".

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  • 11 maggio 2012

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