Un prestigioso riconoscimento scientifico e culturale va ad arricchire la biografia di due illustri professori dell'Università di Pisa, Lucia Tomasi Tongiorgi e Giuseppe Di Stefano, che da alcuni giorni sono entrati nel ristretto elenco dei soci corrispondenti dell'Accademia Nazionale dei Lincei, in rappresentanza della classe di Scienze morali, storiche e filologiche. La nomina, approvata già a fine luglio, è stata ufficializzata dal presidente dell’Accademia, Alberto Quadrio Curzio, nella relazione per l'inaugurazione dell’anno accademico che si è tenuta a Roma lo scorso 11 novembre. "Dalla complessa procedura di cooptazione attraverso la quale entrano oggi ufficialmente ai Lincei i nuovi soci italiani e stranieri - ha detto il professor Quadrio Curzio - si rileva la loro eminenza scientifica, ma anche la loro sapienza culturale in modo tale ch’essi esprimono una capacità di visione per cui scienza e cultura sono radicate nella storia e contribuiscono al progresso civile e al bene comune per lo sviluppo umano".
"Ai due illustri amici e colleghi vanno le mie più sentite congratulazioni - ha commentato il rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella - per un riconoscimento davvero meritato che contribuisce ad elevare ulteriormente il prestigio della nostra Università".
Lucia Tomasi Tongiorgi è stata per diversi anni professore ordinario di Storia dell’arte moderna nell’Università di Pisa, dopo aver insegnato negli Atenei di Udine e Siena, ricoprendo anche le cariche di direttore del Museo della Grafica, della Scuola di specializzazione nelle arti visive e del dottorato in Storia delle arti visive. Dal 2003 al 2009 è stata prorettore vicario e dal 2010 al 2016 delegata del rettore per le iniziative culturali. Nel 2009 è stata insignita dell’Ordine del Cherubino.
Nelle Motivazioni del riconoscimento, l'Accademia dei Lincei ha sottolineato che "i campi di ricerca della professoressa Lucia Tomasi Tongiorgi insistono nel dominio dell’arte moderna con particolare riguardo ai rapporti tra arte e scienza e allo specifico dell’iconografia naturalistica, argomenti sui quali la sua ricerca ha prodotto oltre centoventi pubblicazioni, tra volumi, saggi e cataloghi di importanti mostre. In questo settore disciplinare, fino a non molto tempo fa poco frequentato in Italia, ha svolto un’attività pionieristica di altissimo livello che le ha riservato il ruolo di punto di riferimento dominante: è infatti accademica ordinaria dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze, e accademica corrispondente dell’Accademia dei Georgofili e Fellow della Linnean Society di Londra. Nel 2007 il Ministro dei Beni Culturali l’ha chiamata a far parte del Comitato nazionale per le onoranze a Galileo. Ma l’apprezzamento per il suo standing scientifico si è affermato soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, da tempo più attenti e produttivi in questi settori disciplinari. È stata visiting professor presso il Getty Center di Malibu, poi presso il Department of History of art dell’Università di Oxford (1997), dal 1996 al 2002 senior fellow di Dumbarton Oaks (Harvard University) e dal 1990 a oggi attiva collaboratrice della Oak Spring Garden Library (Mellon Foundation). Le mostre da lei organizzate presso la Biblioteca Estense di Modena, il Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi, la National Gallery di Washington e il New York Botanical Garden costituiscono ancora oggi un punto fondante per le ricerche in questi campi di indagine".
Giuseppe Di Stefano è stato professore ordinario di Letteratura spagnola nell’Università di Pisa dal 1975 al 2009 e attualmente è professore emerito. Ha ricoperto vari incarichi nelle istituzioni accademiche, fra cui quello di preside della facoltà di Lingue e letterature straniere dal 1983 al 1989 e dal 1999 al 2007, di direttore del Centro linguistico Interdipartimentale e di delegato del rettore per la comunicazione dal 2006 al 2010.
Nelle Motivazioni del riconoscimento, l'Accademia dei Lincei ha ricordato che "nei suoi lavori, il professor Giuseppe Di Stefano ha sempre saputo coniugare con rara competenza l’indagine diretta sui testi con un’esemplare attenzione al contesto storico-culturale e alla fortuna delle opere e degli autori, proponendosi come una figura di riferimento fondamentale per gli studi ispanici italiani e internazionali. La sua ricerca scientifica, con qualche escursione nella letteratura del Settecento e dell’Ottocento, ha come ambito di specializzazione privilegiata l’epoca medievale e i cosiddetti Secoli d’Oro – dal Trecento a tutto il Seicento –, con studi su alcuni dei principali nodi storico-critici della letteratura spagnola: romancero e poemi epico-lirici medievali (un volume e molti articoli di ricostruzione storica, edizione e analisi, e quattro raccolte commentate, pubblicate tre in Spagna e una in Italia, dal 1967); il trecentesco Libro de buen amor, di Juan Ruiz, con edizione italiana bilingue commentata e numerosi articoli e interventi congressuali (dal 1998); la poesia cancioneril quattrocentesca, con saggi e conferenze (dal 1968); il romanzo cavalleresco del Cinquecento, con edizione critica del Palmerín de Olivia e studi connessi (dal 1965); la letteratura popolare in versi nel Cinquecento e inizi del Seicento, in particolare nei fogli volanti, con inventari, indagini bibliografiche e analisi critiche (dal 1968); il Don Chisciotte cervantino, con saggi e interventi congressuali; il Burlador de Sevilla di Tirso de Molina, con messe a punto testuali e analisi critiche".