La facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa con la Regione Toscana e Pont-Tech hanno partecipato alla "Settimana Europea delle Energie Sostenibili" che si è svolta a Bruxelles dal 18 al 22 giugno con tre progetti: "H2 filiera idrogeno, "SAVIA" (Sistema di Alimentazione di Veicoli a Idrogeno e Ammoniaca), e "NanocatGeo". In mostra i prototipi del primo veicolo ibrido italiano alimentato ad ammoniaca e l'auto a idrogeno della facoltà di Ingegneria.
Due gli appuntamenti all'interno dei quali sono stati presentati i progetti. Il primo, il 21 giugno durante la giornata la giornata "Let hydrogen move you", organizzata da HyER, l'associazione che raggruppa tutte le Regioni europee che sostengono iniziative sull'idrogeno. Il secondo, il 22 giugno durante il seminario della Regione Toscana sul tema "Distretti Europei per le energie sostenibili: scambio di esperienze nella prospettiva di opportunità future di finanziamenti Ue".
"A Bruxelles – ha detto il preside della facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa, professore Pierangelo Terreni – tutti i maggiori gruppi europei hanno esposto i loro prototipi. I veicoli realizzati grazie alle ricerche portate avanti nei vari dipartimenti della facoltà testimoniano il grado di assoluta eccellenza dei nostri ricercatori e la solidità e la forza del nostro Ateneo che si misurano anche dalla capacità di trasferire sul territorio tecnologie, creatività e spirito innovativo. La creazione di un distretto dell'idrogeno apre nuove prospettive di sviluppo per il territorio coniugando ricerca accademica, imprese e istituzioni".
"Con i tre i progetti che portiamo a Bruxelles abbiamo affrontano a 360° le problematiche e le potenzialità dell'uso dell'idrogeno – ha dichiarato il professor Massimo Ceraolo, che ha rappresentato a Bruxelles la facoltà – portando avanti una serie di attività trasversali, che riguardano: l'elaborazione di proposte per la produzione sul territorio di idrogeno "pulito", i sistemi di accumulo dell'idrogeno a bordo dei veicoli, la sensoristica necessaria per controllare gli apparati e renderli sicuri, la sperimentazione di prototipi, lo studio dell'impatto economico ed ambientale per il territorio, il contributo alla messa a punto di normative per l'omologazione di componenti e sistemi. Insomma, tutto ciò che serve per portare i risultati delle ricerche dai laboratori all'utilizzazione stradale".