Dopo il festival il libro: nasce così “Una gigantesca follia. Sguardi sul Don Giovanni” (Ets, 2016) curato dalle professoresse Maria Antonella Galanti, Sandra Lischi e Cristiana Torti.
Il volume raccoglie le molte riflessioni e conversazioni sul mito del grande seduttore che, dall’ottobre del 2014 a tutto il 2015, hanno animato il festival nato dalla collaborazione fra Università di Pisa e Teatro Verdi. Anticipiamo qui alcuni passi dall’introduzione al volume.
**************
Sì, è stata “una gigantesca follia” quella di collegare teatro, università e città, in vari luoghi e in vari modi, sulle tracce delle diverse sollecitazioni e dei tanti echi del “Don Giovanni Festival”. Una follia che ci ha impegnato, divertito, appassionato nell’organizzare, nel far dialogare, nel creare relazioni fra enti, istituzioni, intellettuali, artisti, pubblico.
Il libro si articola in tre sezioni: la prima dedicata al mito del seduttore e di Don Giovanni in particolare, nelle sue varie declinazioni filosofiche e psicologiche. La seconda dedicata alle origini letterarie e filosofiche e agli echi successivi; la terza, infine, incentrata sul riverbero che questo personaggio-mito ha avuto nell’ambito iconografico, scenografico, cine-televisivo, e in tutte quelle rappresentazioni mediatiche che hanno dato spazio alla creatività. Chiudono il volume la ricognizione sul Don Giovanni a teatro e quella sul percorso didattico nelle scuole.
Nel testo sono raccolti i saggi di vari studiosi attorno alla figura di Don Giovanni e al suo mito, che raggiunge il proprio apice con la rappresentazione mozartiana, ma si innesta su differenti versioni precedenti, popolari e colte, e si irradia nel futuro, mostrandosi vitale ancora oggi. Si tratta di un mito profondo e perciò perdurante, che abbiamo scelto come perno attorno al quale individuare percorsi formativi estesi.
L’incontro tra università e comunità territoriale può riguardare gli aspetti politici e sociali, l’ambiente e il territorio urbano, le tematiche strettamente scientifiche o quelle legate alla cura di sé in senso psichico e biologico e alla prevenzione sanitaria, ma anche il mondo letterario, artistico e musicale. A quest’ultima dimensione appartiene il volume, e soprattutto il dialogo a più voci portato avanti con passione e coinvolgimento.
La ricerca universitaria diventerebbe asfittica e autoreferenziale se non si legasse anche ai bisogni del territorio e della società tutta. E’ dunque anche eticamente doveroso, per chi opera nell’ambito accademico, restituire al mondo in termini di conoscenza gli stimoli e le opportunità di studio e di ricerca che dal mondo stesso ha ricevuto. Proprio questo abbiamo provato a fare.
Maria Antonella Galanti
Sandra Lischi
Cristiana Torti