Il 10 gennaio è scomparso Graziano Arrighetti, professore emerito di Letteratura greca dell’Università di Pisa.
Nato a Firenze nel 1928, tra il 1947 e il 1951 ha studiato presso l'Università di Pisa e la Scuola Normale Superiore. È stato allievo di Giorgio Pasquali. Tra il 1951 e il 1953 si è perfezionato presso l’Istituto italiano per gli studi storici. Dal 1956 ha insegnato presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pisa, prima come assistente in Grammatica greca e latina, poi dal 1969 come professore ordinario di Letteratura greca, fino al pensionamento nel 2001.
Nell’anno accademico 2006/2007 è stato nominato Professore emerito. È stato direttore dell'ex Istituto di Filologia greca dal 1976 al 1978 e direttore del dipartimento di Filologia classica dal 1986 al 1988. Nel 1981 è stato insignito dell’Ordine del Cherubino.
Tra le sue edizioni più volte ristampate si ricordano quella delle Opere di Epicuro e di Esiodo. Tra i suoi principali interessi scientifici c'era anche la Papirologia, materia che per lui era una passione, oltre che un insegnamento a cui si è dedicato per molti anni.
Nel 1998 è stato nominato socio dell’Accademia delle Scienze di Göttingen e membro dell’Institute for Advanced Study di Princeton.
La salma del defunto sarà esposta alla Misericordia in via Pietrasantina (dalle 8 alle 19.45) fino al giorno dei funerali, che si terranno venerdì 13 gennaio, alle ore 10.30, presso lo stesso cimitero della Misericordia di via Pietrasantina.
Qui di seguito pubblichiamo un ricordo di Mauro Tulli, professore di Lingua e Letteratura greca del nostro Ateneo.
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È scomparso il 10 gennaio Graziano Arrighetti, allievo di Giorgio Pasquali, ascoltato nei seminari della Scuola Normale, professore di Letteratura Greca nel nostro Ateneo, membro dell’Accademia di Göttingen, emerito presso il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica. Il suo nome per lo più è ricordato per l'edizione di Epicuro presso Einaudi, del 1960 e del 1973, l'edizione che ancor oggi costituisce la base canonica, in ogni paese, per la ricerca su Epicuro. Palese risultato di tecnica impeccabile nel rapporto con tradizione antica e tradizione indiretta, l'edizione consente di uscire dal materiale assemblato da Usener per capire la produzione di Epicuro senza l'ombra spesso deformante proiettata nei secoli dalla scuola e dalla tradizione ostile. La vasta bibliografia su Epicuro ne dipende in modo sistematico e le pur non poche scoperte posteriori vi trovano la trama ineludibile di riferimento. La produzione di Epicuro ha stimolato la ricerca di Graziano Arrighetti anche nel periodo ultimo. Ne deriva più di un fondamentale saggio sul Peri Physeos e la militanza nel CISPE, il Centro di Napoli che gestisce il prezioso patrimonio di Ercolano ha spesso alimentato la ricostruzione del pensiero di Filodemo, nella tensione fra ortodossia e adeguamento al contesto culturale.
Ma il magistero di Giorgio Pasquali doveva dare frutti ben più grandi: filologia e storia. L'edizione di Satiro, la Vita di Euripide, è del 1964, volume XIII degli “Studi Classici e Orientali”. Corredata da un ampio commento, l'edizione costituisce l'inizio del rapporto di Graziano Arrighetti con la biografia greca, in particolare con la biografia del Peripato. Il gusto di Satiro e già di Cameleonte o di Ermippo per il possibile rispecchiamento della biografia di un autore nelle opere che offre, l’immagine di Euripide vestito di stracci perché vestito di stracci è il suo Telefo, nasce dalla concezione della mimesis, che ha spazio in Aristotele, che affiora già in Platone, che si annida nella commedia di Aristofane, che forse ha origine proprio nella svolta impressa da Esiodo al maturare della poetica, dopo l’Odissea, con il proemio della Teogonia, con la scena dell'investitura.
Un cammino verso la produzione arcaica, percorso per intero da Graziano Arrighetti con decine di contributi, con la rivendicazione ai protagonisti della tradizione classica di un impegno creativo sviluppato con fiera coscienza in funzione paideutica: contributi che alimentano il manuale sulla letteratura greca pubblicato nel 1989 da Laterza e che permettono di scorgere nella voce di Graziano Arrighetti un’espressione matura del neoumanesimo europeo. Il suo primo volume per la collana da lui diretta, pubblicato nel 1987, ne offre la rielaborazione critica, non certo la raccolta, e qui produzione poetica, erudizione, biografia s’intrecciano, per un panorama organico quanto esteso nel tempo, che da Omero giunge al commento di Didimo su Demostene. Ma, di nuovo verso la produzione arcaica: del 1998 è l'Esiodo, l'edizione per la "Pléiade" di Einaudi e Gallimard, con commento e saggi di valore imprescindibile, frutti di un lungo impegno che delinea di Esiodo il profilo di un autore pensoso, lontano da ogni tecnica d'improvvisazione, pronto invece per la riflessione sul testo di Omero, raffinatissima e decisiva per la produzione greca.
In palese, naturale intervallo con la ricerca su Epicuro, su Esiodo, sulla biografia e sulla mimesis, il confronto con la storia della filologia, le pagine su Wilamowitz, Schwartz, Usener, Jacoby, Comparetti, Gigante: al culmine il congresso di Roma, organizzato nel 1985 presso il CNR, con interventi di protagonisti assoluti della filologia mondiale. Nel periodo ultimo la ricerca di Graziano Arrighetti ci ha donato contributi con ritmo, se possibile, più serrato. Campo forse per eccellenza la concezione della storia, la ricerca sul rapporto fra la produzione poetica e il mito, nella prassi e nella teoria. Pindaro, il Pindaro frequentato per capire la dialettica fra la forza innovativa e il peso della convenzione. Ma soprattutto Platone, il Platone del Timeo e del Crizia, o la concezione di Aristotele nella Poetica, la concezione che guida nell'Athenaion Politeia la ricostruzione del passato.
Di nuovo decine di contributi costellano il cammino di Graziano Arrighetti e il suo secondo volume per la collana da lui diretta, pubblicato nel 2007, ne offre la rielaborazione critica, non certo la raccolta. È un'eredità intellettuale di altissimo profilo che senza dubbio lascerà un'ampia traccia nella storia degli studi e resterà per generazioni di allievi quale nutrimento di vita.
Mauro Tulli