Ha vissuto sei mesi a Hong Kong, ha studiato il cinese e fatto ricerche per la sua tesi, visitando luoghi lontani e imparando a conoscere la cultura dell'Estremo Oriente. Enrico Santus, 25 anni, laureando in Linguistica dell'Università di Pisa, è appena tornato dalla Cina e, entusiasta dell'esperienza, racconta i suoi mesi trascorsi all'estero grazie al progetto MULTI "Multilingualism and Multiculturalism", il programma di scambio che ha come obiettivo la mobilità Europa-Asia.
Il progetto MULTI permettere a studenti di laurea magistrale, dottorandi, post-doc e docenti di trascorrere un periodo di studio in una delle istituzioni del Sud-est asiatico che partecipano al progetto. Per il soggiorno si usufruisce di una borsa di studio, pagamento del viaggio, iscrizione gratuita presso l'Università ospitante, assicurazione sanitaria e corsi di lingua. Il responsabile a Pisa del progetto MULTI è il professor Alessandro Lenci, coadiuvato dalla professoressa Giovanna Marotta. "Oltre a numerosi atenei europei, al progetto partecipano le università di Hong Kong, Taipei, Macao, Singapore e Brunei", spiega il professor Lenci. "Questo anno accademico sono partiti da Pisa, tutti destinazione Hong Kong, tre studenti magistrali, un dottorando, due post-doc e un docente, mentre un altro dottorando si è recato a Singapore. Sono arrivati dall'Oriente quattro studenti e un docente da Taiwan, e un altro studente da Macao. Tutti gli studenti in arrivo sono stati regolarmente iscritti ai corsi di laurea dell'Ateneo, hanno frequentato lezioni e acquisito crediti agli esami. Anche gli studenti pisani hanno acquisito crediti formativi in Asia, poi riconosciuti al loro ritorno".
Per l'anno accademico 2012/2013 sono in partenza da Pisa tre studenti per Macao, Singapore e Taiwan, mentre arriveranno uno studente da Singapore e uno da Macao. Il prossimo bando verrà annunciato sul sito del progetto (www.em-multi.eu) nell'autunno del 2012.
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La mia Hong Kong
di Enrico Santus
In questi anni di studio universitario, ho avuto la fortuna di vivere in diversi Paesi grazie anche ai programmi di scambio finanziati dall'Unione Europea e offerti dall'Università di Pisa. Devo ammettere, però, che mai avrei immaginato di trasferirmi in Asia e, tantomeno, a Hong Kong.
Quando presentai la domanda per la borsa, ricordo che a malapena sapevo dove si trovava Hong Kong, sebbene conoscessi tutti gli avvenimenti legati alla colonizzazione e all'handover del 1997. Una volta uscite le graduatorie, compresi che qualcosa sarebbe cambiato nella mia vita: un'esperienza all'estero, infatti, segna sempre profondamente, ma ancor più profondamente segna se l'estero è l'Estremo Oriente. Un luogo distante non solo nello spazio, ma anche nel modo di pensare e nella lingua; un luogo che per essere compreso appieno necessita di una mente sgombra dei pregiudizi e preconcetti legati alla cultura d'origine. Si riscopre così il significato di ogni senso: il gusto, nei cinque sapori tipici dei piatti cinesi; l'olfatto, nei profumi di radici, spezie e salse nuove; l'udito, nei toni che distinguono il "ma" che significa "madre" dal "ma" che significa "cavallo"; la vista, nei gesti e nelle espressioni delle persone, ma anche nella varietà dei luoghi.
In sei mesi ho avuto la possibilità di esperire tutto questo e molto altro, mentre imparavo a balbettare qualcosa in cinese, conducevo le ricerche per la tesi presso l'Hong Kong Polytechnic University (sotto la supervisione del professor Alessandro Lenci e con l'aiuto della professoressa Lu Qin) e – quando riuscivo – viaggiavo.
Ho avuto, poi, la fortuna di conoscere persone provenienti da tutto il mondo, sebbene abbia per lo più optato per la frequentazione di autoctoni, sia nel campo accademico che al di fuori di esso. Ciò mi ha aiutato a comprenderne il pensiero, imparando – ad esempio – che per i cinesi è fondamentale non agitare l'acqua prima di berla (perché, altrimenti, provocherebbe il mal di pancia) ed è di primaria importanza non sedersi laddove era seduto qualcun altro finché il posto non si sia completamente raffreddato. Sciocchezze, certo. Ma molto significative nella loro cultura popolare.
Oltre a ciò, non ho potuto non notare, poi, quanto nell'ambito accademico (non più che in quelli culturale, amministrativo ed economico) sia ancora forte l'impronta inglese: un'organizzazione precisa accompagnata da una grande quantità di servizi da una parte, una burocrazia "meccanica" e poco abile nell'affrontare eventuali eccezioni dall'altra.
Hong Kong, inoltre, è un'area particolarmente interessante per chi si occupa di politica e diritti civili: dopo il ritorno come regione amministrativa autonoma (SAR) sotto la Cina, nella città si è aperto un forte dibattito su questi argomenti che ha avuto come conseguenza una grande sensibilizzazione della gente. Anche questo non poteva che sconvolgermi: il 23 marzo scorso, mentre passeggiavo per il campus, il mio sguardo è stato attratto da una lunga coda di persone; stavano attendendo ordinatamente di votare scheda bianca per manifestare il proprio dissenso nei confronti dei candidati imposti dalla Cina (il tutto, nonostante ciò non avrebbe in alcun modo influenzato l'elezione ufficiale che si sarebbe tenuta il giorno successivo, con un corpo elettorale di appena 1.200 persone su 8 milioni di abitanti). Oltre 220mila persone davano un esempio di democrazia capace di mettere nell'imbarazzo il governo cinese, obbligando alcuni giornali a censurare l'accaduto o mentire palesemente.
Insomma, è stata un'esperienza indimenticabile che, se è vero che ha rallentato in qualche modo la scrittura della mia tesi, ha certamente contribuito alla formazione della mia persona, se non addirittura alla definizione della mia identità, valendo perciò molto più del cosiddetto "tempo perso".
Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Unità Toscana
TirrenoPisa.it
OgniSette.it