Pubblicata per la prima volta in edizione critica l’opera poetica di Michelangelo Buonarroti. I curatori del volume sono Giorgio Masi, professore di Letteratura italiana all’Università di Pisa, e Antonio Corsaro dell’Università di Urbino. Il volume edito da Bompiani sarà presentato a Firenze il prossimo 16 febbraio in Casa Buonarroti (Via Ghibellina, 70) alle 16,30. Qui intanto una breve anticipazione a firma di Giorgio Masi.
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In questa nuova edizione critica e commentata delle poesie di Michelangelo il commento e i cappelli introduttivi ai singoli testi si devono a Giorgio Masi, dell’Università di Pisa; la trascrizione dai manoscritti, la nota filologica e l'apparato critico ad Antonio Corsaro, dell’Università di Urbino.
Le poesie sono state ordinate non secondo un criterio unico, come avveniva nelle edizioni precedenti, ma in base a una gerarchia di criteri: in primo luogo, tenendo conto della realtà dei manoscritti. Infatti, laddove risultassero raggruppamenti cui l’autore aveva in qualche modo dato il proprio consenso, sono stati riproposti come tali: è il caso della Silloge e degli Epitaffi. Per il resto sono state distinte le rime pervenuteci in forma frammentaria (Frammenti e abbozzi) da quelle identificabili come forme metriche compiute. Tra queste ultime si è proceduto a una ripartizione tematica, tra Rime liriche e amorose, Rime comiche, d’occasione e di corrispondenza e Rime spirituali e religiose. Il totale dei componimenti raccolti assomma a 353 pezzi: talvolta si tratta di testi commentati per la prima volta, e in generale le annotazioni propongono numerose nuove letture.
Il percorso all’interno della scrittura michelangiolesca, compreso ciò che resta dell’epistolario, nelle intenzioni dei curatori è stato condotto seguendo una direttiva costante: unire l’interpretazione e la ricostruzione del testo per offrire quest’ultimo nella veste più attendibile. Filologia ed esegesi vanno a braccetto, nel caso di Michelangelo poeta, e spesso l’interpretazione è complicata, perché l’autore aveva proprio la complessità quale obiettivo estetico: entrare nel suo mondo poetico significa dunque superare varie difficoltà, riflesso della sua forma mentis; con la consapevolezza che, in fin dei conti, si tratta della testimonianza, ora sublime ora comica, ma autentica nell’essenza, di un destino: «Per fido esemplo alla mia vocazione / nel parto mi fu data la bellezza, / che d’ambo l’arti m’è lucerna e specchio».
Giorgio Masi