"Elio Toaff / (1915-2015) / Rabbino Capo di Roma / maestro e studioso / combattente per la libertà / uomo di pace e di dialogo / si è laureato all'Università di Pisa / il 5 luglio 1939". Recita così la targa apposta mercoledì 26 aprile nel Complesso ex Salesiani, all’interno del campus umanistico che si affaccia su via Santa Maria tra i dipartimenti di Civiltà e forme del Sapere e di Filologia, Letteratura e Linguistica. Alla cerimonia di intitolazione a Elio Toaff di una porzione del giardino – che ha compreso, come da tradizione ebraica, anche la collocazione di un albero, in questo caso un melograno - sono intervenuti Sandra Lischi, delegata del rettore per la Comunicazione e la diffusione della cultura; Pierluigi Barrotta, direttore del dipartimento di Civiltà e forme del sapere; Fabrizio Franceschini, in rappresentanza del Dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica; Alessandra Veronese, direttore del Centro interdipartimentale di studi ebraici “Michele Luzzati”; i familiari di Elio Toaff, tra i quali il figlio Ariel Toaff, professore emerito dell’Università Bar-Ilan di Ramat Gan (Tel Aviv).
Nella foto sopra, da sinistra: Pierluigi Barrotta, Alessandra Veronese, Ariel Toaff, Fabrizio Franceschini, Sandra Lischi
Oltre a sintetizzare gli aspetti peculiari della luminosa biografia e della straordinaria personalità di Elio Toaff, che è stato tra i principali punti di riferimento dell’ebraismo italiano contemporaneo, improntando tutta la sua vita al dialogo tra i popoli e le religioni, nonché all’affermazione della pace, la targa ricorda il rapporto che l’ex Rabbino Capo di Roma aveva con l’Ateneo pisano. Egli si era infatti laureato in Giurisprudenza all'Università di Pisa nel 1939, nel clima introdotto dalle leggi razziali, e aveva ricevuto nel 2006 il "Campano d'Oro", il prestigioso riconoscimento dell'Associazione dei Laureati dell'Ateneo Pisano (ALAP).
Proprio in quest’ultima occasione, accompagnato dall’ex Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e dalla sua consorte Franca (nella foto in basso), Elio Toaff aveva voluto sottolineare i legami che lo univano all’Ateneo “in cui ho passato momenti felici e anche momenti dolorosi, rivivendo l’atmosfera indefinibile che nell’Università di Pisa si sente, che è ancora qualche cosa di vivo, qualche cosa che mi sorprende per la profondità del sentimento”. Subito dopo, Toaff aveva rievocato le vicende che gli consentirono di arrivare alla laurea, nonostante le leggi razziali, grazie al supporto del professor Lorenzo Mossa: “nel 1938 nessuno voleva assegnarmi la tesi di laurea e quindi non avrei potuto laurearmi. Allora il professor Mossa mi invitò a casa sua e mi chiese: ‘lei ha abbastanza coraggio?’. Risposi: ‘penso di sì’. Allora Mossa propose: ‘guardi, potrebbe fare una tesi sul conflitto legislativo in Palestina fra la legislazione ottomana, quella inglese e quella ebraica’. Io accettai e così feci la mia tesi di laurea. Alla discussione, con Mossa, c’erano un altro professore di cui non ricordo il nome e il presidente della commissione Cesarini Sforza. Mossa mi presentò dicendo che avrei parlato di un paese che si stava avviando ad avere un destino felice e continuò su questo tono. A un certo punto, Cesarini Sforza si tolse la toga, la gettò sul tavolo e se ne andò. Io guardai stupito Mossa, non sapendo come si potesse procedere, e lui reagì a quello sguardo dicendo: ‘vabbé, si farà in due, è lo stesso’. Così continuammo la discussione della tesi di laurea e alla fine lui mi propose: ‘guardi 110 non glielo posso dare, si accontenta di 105?’. ‘Anche troppo’, replicai io. E lui: ‘allora le darò 103!’. Accettai felice”.
“Questi - concluse Elio Toaff - sono ricordi che non si possono cancellare e che si conservano per tutta la vita, finendo per far parte della stessa personalità di un individuo”.