Negli ultimi anni molti dei grandi editori scientifici si sono aperti alla modalità di pubblicazione nota come open access ibrido, che prevede la possibilità di pubblicare alcuni contenuti gratuitamente, su riviste vendute in abbonamento, a fronte di un contributo iniziale da parte degli autori o di chi li finanzia (l’Article Processing Charge, APC).
Il rischio però è che si duplichino i costi a carico di chi ha pagato alla rivista l’APC per pubblicare l’articolo in forma aperta (il ricercatore) e di chi paga l’abbonamento alla rivista (l’Università), fenomeno noto come double dipping.
Quando l’open access ibrido o il gold open access (nel quale tutti i contenuti sono disponibili gratuitamente, a fronte del pagamento delle APC), comportano costi più elevati, come nel caso del double dipping, resta l’opzione del green open access, ovvero la ri-pubblicazione ad accesso aperto, in archivi istituzionali, degli articoli pubblicati su riviste in abbonamento: in questo caso occorre però attendere il periodo di embargo imposto dagli editori. Per contrastare il fenomeno del double dipping ed a sostegno delle politiche di green open access, si sono pronunciate le più influenti associazioni universitarie europee, da LERU ad EUA, alle Conferenze dei Rettori e agli University Leaders.
(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale n° 18 – giugno 2018)