Il 23 novembre a Vienna, nel quadro del programma della Presidenza austriaca del Consiglio dell’UE, è stata formalmente lanciata la fase di implementazione dello European Open Science Cloud. L’ambizioso progetto, che mira a mettere a disposizione di un milione e 700 mila ricercatori europei l’accesso condiviso ai dati di ricerca della comunità scientifica europea, è stato oggetto di un enorme sforzo logistico e finanziario negli ultimi anni, e ha ispirato diversi tentativi simili a livello globale. Inizialmente strutturato come un nucleo centrale di infrastrutture digitali connesse, definito EOSC-hub, da ora in avanti il cloud verrà gestito in modo da aggiungere altre e-infrastructures europee, appena diventeranno tecnicamente pronte ad accedervi.
Secondo la roadmap della Commissione, la piena operatività dell’EOSC dovrebbe venire raggiunta entro il 2020, in corrispondenza con la fine di Horizon 2020 e l’avvio del suo successore Horizon Europe. Nelle prossime settimane, invece, verrà aperto e messo a disposizione degli utenti lo EOSC Portal, destinato a diventare il punto unico di accesso per tutto ciò che riguarda il cloud, sia dal punto di vista dello sviluppo e della policy che da quello dei servizi effettivamente erogati. Lo EOSC sposa il principio dei dati FAIR, vale a dire Findable, Accessible Interoperable, Reusable, che secondo la visione Open Science promossa dalla Commissione Europea dovrebbe in futuro diventare lo standard per tutti i dati generati dalla ricerca.
(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale n° 23 – dicembre 2018)
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