Presentazione del Rettore
L'Università di Pisa, già da molto tempo, prosegue in quello che Anna Maria Galoppini, docente del nostro Ateneo, descriveva come il “lungo viaggio verso la parità”, destinazione questa ancora, purtroppo, distante.
Il Bilancio di Genere, prodotto da un gruppo di lavoro guidato dalla professoressa Nadia Pisanti, che ringrazio per l’impegno e la dedizione nel lavoro, costituisce lo strumento di misurazione del livello di parità raggiunto, una sorta di “termometro” dell’Università.
La presente edizione purtroppo non ci offre un quadro incoraggiante. Scorrendo i dati, è infatti possibile constatare il perdurante gender gap in molti ambiti, nei ruoli e nelle categorie che vedono le donne qualificarsi come genere sottorappresentato confermando le tendenze segregative presenti a livello nazionale.
I dati mostrano come il percorso delle donne sia contraddistinto da quel fenomeno che in letteratura viene definito leaky pipeline ovvero “il tubo che perde”. Un’immagine che sta a identificare la progressiva dispersione delle donne con l’avanzamento delle carriere scientifiche ed è rivelatrice di una profonda contraddizione tra la prevalenza numerica delle studentesse con buone votazioni e la scarsità di donne nelle posizioni apicali.
È necessario per questo potenziare il nostro impegno nelle strategie di cambiamento, effettuare valutazioni per determinare gli atti di indirizzo per la diffusione, anche all’esterno, della cultura di parità. Promuovere le carriere femminili e favorire la conciliazione dei tempi di vita/lavoro costituiscono elementi centrali per favorire il cambiamento strutturale.
L’Università di Pisa da sempre ha dedicato molta attenzione a questi temi e, come il presente Bilancio di Genere riporta, ogni anno sono investite, grazie al Comitato Unico di Garanzia, cifre importanti per la promozione di misure di work/life balance attraverso l’erogazione di contributi per i campi estivi di cui è destinataria l’intera comunità universitaria.
Il Bilancio di Genere, oltre a individuare eventuali criticità di un’organizzazione, ha anche il merito di illustrarne i punti di forza, tra i quali, ricordo, lo Sportello interuniversitario pisano contro la violenza di genere frutto della sinergia con la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant’Anna in collaborazione con la Casa della Donna e chiara espressione della posizione di “tolleranza zero” verso ogni forma di violenza, discriminazione e molestia. Lo Sportello è il risultato di un lavoro di “rete” e proprio la rete e la cooperazione risultano fondamentali per affrontare le sfide e le esigenze sempre nuove.
A tale scopo abbiamo ritenuto rilevante la definizione di un sistema di coordinamento strutturato e per questo è stata istituita una struttura amministrativa a supporto tecnico e scientifico degli organi, delle figure istituzionali e dei teams coinvolti per l’elaborazione delle politiche per l’eguaglianza e le differenze. Inoltre, ogni Dipartimento, Centro e Sistema di Ateneo è stato dotato della figura dei Delegati e delle Delegate per le questioni di genere per consolidare la logica di dialogo e scambio a livello interno contribuendo, anche a livello esterno, alla diffusione di una cultura del rispetto.
Questi sono solo alcuni esempi di quanto è stato finora realizzato grazie alla dedizione e all’impegno che hanno contraddistinto il lavoro di tante persone che in Ateneo stanno lavorando per promuovere una cultura dell’uguaglianza e del rispetto delle differenze.
Riccardo Zucchi
Rettore dell'Università di Pisa
Il Gruppo di lavoro
Alla redazione del Bilancio di genere ha lavorato un gruppo così composto:
- Nadia Pisanti, Dipartimento di Informatica, Presidente del Gruppo di Lavoro
- Francesco Giorgelli, Dipartimento di Farmacia, Vicepresidente del Comitato Unico di Garanzia
- Alessandra La Spina, Sistema Informatico di Ateneo
- Francesca Pecori, Ufficio per l’Eguaglianza e le Differenze
- Renata Pepicelli, Delegata del Rettore in “Gender studies and equal opportunities”
- Mauro Sylos Labini, Dipartimento di Scienze Politiche