Giovanni Vozzi | maggio 2018
BIOMEMBRANE - Bioengineered in vitro model of retinal pigmented epithelium of human eye
La degenerazione maculare legata all'età (AMD) è la principale causa di cecità negli anziani in tutto il mondo. Tale patologia conduce ad una progressiva perdita di visione attribuibile a cambiamenti degenerativi e neovascolari nella macula, la zona centrale della retina dell'occhio. Attualmente non esistono cure né terapie adeguate per prevenirla.
Coordinato dal professor Giovanni Vozzi del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione - Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa, il progetto “Bioengineered in vitro model of retinal pigmented epithelium of human eye” – BIOMEMBRANE” ha recentemente ricevuto un finanziamento di 515.428 euro nell’ambito della call M.ERANET 2016, per sviluppare entro il 2020 un modello in vitro alternativo di tessuto retinico, utile a favorire la scoperta di nuove strategie terapeutiche per l’AMD. Collaborano al progetto la Warsaw University of Technology in Polonia, la Universidade Nova de Lisboa in Portogallo e le due aziende SNC Fibers in Sud Africa ed Allinky Biopharma SL in Spagna.
Per raggiungere l'obiettivo, il progetto BIOMEMBRANE si avvarrà di un innovativo sistema di micro e nanotecnologia integrata con materiali bioattivi, capace di ricreare in vitro l’ambiente fisiologico e patologico caratteristico della “membrana di Bruch”, che svolge importanti funzioni fisiologiche tra la parte retinica e la rete vascolare presente nell’occhio. Il sistema messo a punto verrà utilizzato per verificare l’efficacia dei farmaci sviluppati per la cura della patologia AMD, riducendo la sperimentazione animale ed i relativi costi in fase preclinica.
Contribuendo allo sviluppo di innovativi modelli in vitro applicabili ad attività di testing in ambito farmacologico, cosmetico ed ambientale, BIOMEMBRANE avrà importanti ricadute anche nel settore della Biofabbricazione, ovvero nel ricreare modelli di tessuto umano, sano o patologico, partendo da campioni di tessuto o cellule del paziente stesso. Tale progresso condurrà ad una medicina sempre più precisa e personalizzata: in un futuro forse non lontano, ognuno di noi potrà avere non soltanto una terapia personalizzata (con notevole risparmio di costi dell’assistenza sanitaria ed un più rapido recupero funzionale del paziente), ma addirittura tessuti od organi da impianto personalizzati, evitando per sempre i tempi di attesa della donazione di tessuti od organi.
I modelli in vitro alternativi ai tessuti umani attualmente allo studio sono di dimensioni ridotte (qualche centimetro cubo al massimo) ma, una volta perfezionati, sarà possibile arrivare alla creazione di un vero e proprio tessuto od organo intero, che potrà essere impiantato al posto di uno malfunzionante: sarà la “fabbrica dei biotessuti”.
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