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Sergio Saia | febbraio 2023

SHARInG-MeD - Soil Health and Agriculture Resilience through an Integrated Geographical information systems of Mediterranean Drylands 

  

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Sergio Saia, professore associato di Agronomia e Coltivazioni Erbacee presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa, è responsabile del progetto europeo SHARInG-MeD “Soil Health and Agriculture Resilience through an Integrated Geographical information systems of Mediterranean Drylands” finanziato nell’ambito della call 2022 del Programma PRIMA Sezione 1. Il budget totale del progetto è 4,1 milioni di euro di cui circa 1 milione destinato all’Università di Pisa in qualità di coordinatore del progetto.

 

Il progetto, della durata di tre anni, ha l'obiettivo di promuovere la qualità dei suoli e la resilienza dei sistemi agricoli nelle aree aride e semiaride del mediterraneo attraverso uno studio integrato a scala geografica di una vasta gamma di indicatori di fertilità e bontà agronomica dei sistemi e dei territori (qui i link al progetto e alle attività sui social network).


In SHARInG-MeD sono coinvolti partner da tutto il Mediterraneo con una grande varietà di competenze, dalla nematologia (Marocco) all’entomologia e qualità ambientale (Algeria), dalla Scienza del Suolo (Tunisia), alla microbiologia del suolo (Spagna), all’uso dei microrganismi promotori della crescita vegetale, applicazione di materiail organici al suolo e agricoltura conservativa (Italia, Croazia e Turchia), alla modellistica del suolo e agricoltura di precisione (Francia, Grecia, Croazia), alla qualità del suolo e emissioni di gas serra (Francia). Il partenariato collezionerà suoli da ambienti diversificati, in usi del suolo diversi ma prossimali, e li analizzerà per una pluralità di variabili già incluse nel database LUCAS del JRC, con cui collaborerà attivamente. Tra le variabili misurate a scala di campione, appezzamento e territorio sono incluse le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche del suolo, le emissioni potenziali in gas serra, gli impatti economici e ambientali dell’uso del suolo e della sua gestione e i dati telerilevati. Con tali informazioni, verranno proposti modelli di gestione per salvaguardare gli aspetti socio-economici e ambientali.

 

In parallelo, tecniche di agricoltura conservativa e altre tecniche per il miglioramento del suolo verranno studiate in prove di campo sperimentali e presso aziende e di queste verrà valutato l’impatto economico e ambientale. Infine, il turnover dell’azoto dalle piante agli insetti (una fondamentale componente del suolo e del ciclo degli elementi) al suolo e quindi nuovamente alle piante verrà studiato in dispositivi controllati con traccianti isotopici.

 

Le strategie di campionamento saranno inoltre condotte sia in accordo alle metodologie del JRC, che colleziona dal 2009 con cadenza quadriennale i suoli europei, sia con il progetto H2020 Soil4Africa, che colleziona i suoli africani, consentendo quindi di poter strutturare procedure di armonizzazione dei database al fine di poter valutare in maniera coerente la qualità dei suoli del mediterraneo. Nel progetto, verranno intessuti rapporti con studenti degli istituti superiori, produttori, policy makers e consumatori, onde fornire consapevolezza dell’importanza della tutela ambientale e del suolo, con speciale riferimento all’agricoltura.

 

Nella sua carriera, Sergio Saia (Link istituzionali e attività di divulgazione) ha lavorato in diverse realtà di docenza universitaria, ricerca e produzione, tra cui come docente di Orticoltura presso l’Università Politecnica delle Marche, in aziende biologiche, come docente in corsi IFTS e corsi per i tecnici certificatori biologici, in corsi per laureati sulla statistica dei dati spazializzati e ovviamente in attività di ricerca scientifica presso enti pubblici di ricerca e università dislocati in diverse regioni (Sicilia, Puglia, Marche, Piemonte, Lazio e Toscana) venendo a contatto con molteplici realtà di ricerca e aziendali. I suoi settori di ricerca riguardano il ruolo dell’uso del suolo e le sue caratteristiche, la gestione della nutrizione vegetale in assenza di fertilizzanti di sintesi e in particolare attraverso microrganismi benefici per le piante, la gestione delle malerbe in assenza di principi attivi di sintesi, la gestione del suolo con tecniche conservative, la diversificazione in agricoltura e collabora in attività di ricerca in genetica agraria finalizzate a individuare i caratteri di competitività contro le infestanti e di resistenza ai patogeni e aumento della qualità delle colture. Si occupa inoltre di modellistica applicata ai sistemi agrari, in particolare riguardante il tenore di fertilità del suolo e i suoi determinanti agro-ambientali, di gestione della biodiversità coltivata e di salvaguardia della biodiversità vegetale.

 

Sergio Saia ha partecipato come membro o leader di unità a vari progetti di ricerca nazionali e internazionali, tra cui il progetto H2020 SolACE e il progetto PRIMA ProSmallAgriMed.

 

Confrontarsi con colleghe e colleghi con formazione diversa dalla propria e provenienti da ambienti e Paesi differenti al fine di favorire approcci multidisciplinari – conclude Sergio Saia – è il pre-requisito per la propria formazione personale e professionale e per poter comprendere i limiti maggiori nell’attuazione delle misure di sostenibilità in vari contesti. La sostenibilità implica sempre una riflessione sugli aspetti economici e sociali. Non avrei potuto sviluppare le mie competenze, né risultare capofila e vincitore di un progetto così grande, senza aver avuto la possibilità di calarmi nei più diversificati problemi e specificità che ho incontrato nelle realtà produttive e di ricerca che ho visitato. La vincita di un progetto europeo è sicuramente un onore personale, ma il mio pensiero, tuttora, è teso a strutturare un progetto che sia solo l’incipit di un modello produttivo e gestionale in grado di sostenersi ben oltre la fine del progetto. Indubbiamente, il Servizio di supporto alla redazione di proposte progettuali del nostro Ateneo (che ringrazio vivamente) ha avuto un contributo prezioso nel favorire la formalizzazione di queste idee e, ritengo, ha dato un contributo per il successo del progetto."

 

Rivolgendosi ai giovani ricercatori, Sergio Saia commenta: “Consiglio alle più e ai più giovani che intendono cimentarsi nella ricerca di imparare più tecniche possibili (io stesso, da agronomo, mi sono spinto verso i modelli di erosione e la spettrometria di massa con due master dedicati) e di farlo in ambienti più diversificati possibili, allontanandosi per almeno qualche mese o meglio anno dalla propria culla scientifica. Inoltre, consiglio di tenere ben salda l’idea che un progetto di ricerca di questa portata non è un mero strumento per poter eseguire le sperimentazioni (indubbiamente fondamentali per il progresso personale e della società) ma uno strumento per costruire un percorso produttivo a beneficio di interi territori o target. Infine, consiglio di essere presenti nelle sedi di divulgazione e della terza missione, che anche in SHARInG-MeD riveste un ruolo importantissimo, in quanto oggi più che mai è importante che i ricercatori e le ricercatrici escano dalla turris eburnea del linguaggio scientifico e spieghino alla popolazione generale l’importanza della ricerca scientifica stessa e divulghino attivamente le evidenze scientifiche.

 

Scopri a questo link la rubrica che racconta “in un click” il "Ricercatore del mese" del nostro Ateneo ed il suo progetto premiato dall’Europa.

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