La stagione 2017/18 del Teatro Era si apre con "Il Nullafacente" di Michele Santeramo con la regia di Roberto Bacci, in scena dal 23 al 26 novembre. È una riflessione universale sull’esistenza, sul modo di assaporare e vivere il tempo in un’epoca in cui non è concesso farlo, è un paradosso sulla ricerca della felicità.
Michele Santeramo, vincitore del premio Hystrio 2014, racconta cosa non si deve fare per essere felici, cosa bisogna fare per saper esistere.
Il Nullafacente è una grande storia d’amore nel suo confrontarsi con la fine, con il limite.
Per studenti e personale unipi è prevista una riduzione del biglietto a 8 euro.
Il nullafacente
di Michele Santeramo
regia, spazio scenico Roberto Bacci
con Michele Cipriani, Silvia Pasello, Francesco Puleo, Michele Santeramo, Tazio Torrini
musiche Ares Tavolazzi
luci Valeria Foti, Stefano Franzoni
assistente alla regia Silvia Tufano
allestimento Sergio Zagaglia, Stefano Franzoni
assistente ai costumi Benedetta Orsoli
immagine Cristina Gardumi
foto Guido Mencari
produzione Fondazione Teatro della Toscana
In un tempo che richiede presenza, prestanza, efficienza, ritmo, lavoro, programmazione, qui c’è uno che non fa niente.
Niente, assolutamente niente. E non è facile.
Ci vuole metodo, applicazione, pazienza, determinazione, tutte doti che spesso ci difettano.
Ha una Moglie malata, per fortuna di un male incurabile. Per fortuna, già, perché essendo incurabile, non bisogna nemmeno far nulla per provare a guarirlo. Sarebbero felici, nonostante tutto, se solo li lasciassero in pace.
Purtroppo, intorno a loro due, c’è il mondo che si muove, con la sua morale, la sua etica, le sue regole. Intorno a loro il Fratello, il Medico, il Proprietario, sono a diverso titolo rappresentanti di quel mondo dal quale il Nullafacente vorrebbe star fuori, dal quale in realtà sta fuori. E piano, lentamente, con i mezzi di cui dispongono, poveri, i tre riescono a far cambiare le cose. In meglio o in peggio non si sa: questo dipende da come si guarda il mondo.
Questo testo è il tentativo di mettere in scena un pezzo della vita di questi personaggi, ciascuno con la sua ossessione, il suo punto di vista, il suo comportamento.
Scriverlo è stato ed è ancora, per me, il continuo e quotidiano riflettere su cosa sia giusto fare per stare bene.
Ma il Nullafacente, un giorno, ha voluto correggermi e mi ha detto: caro mio – siamo ormai in confidenza -, tu sbagli domanda; quella giusta sarebbe: cosa, ogni giorno, NON devo fare, per stare bene?
Michele Santeramo
Immagine: foto di Guido Mencari
Info
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