Dal 1999 l’Associazione “Sante Malatesta” accompagna centinaia di studenti universitari stranieri, provenienti da paesi afflitti dalla guerra o dalla povertà, nel loro faticoso inserimento nel nostro ambiente.
L'Associazione invita i dipendenti e gli studenti dell'università di Pisa ad associarsi e a partecipare alle attività, per ampliare i propri interventi.
I bisogni di coloro che ricorrono all'associazione e il loro numero sono in continua crescita. In questo tempo di pandemia, gli unici fuori sede rimasti a Pisa sono stati gli studenti stranieri, e uno degli studenti, Christin Kamdem, alla vigilia della sua laurea, è morto per il Covid-19.
Le forme possibili di partecipazione dei soci sono varie. Già la semplice iscrizione con il versamento della quota e il contributo di idee, da offrire nell’assemblea annuale, risulta preziosa. E’ anche possibile collaborare on line, nella cura della contabilità e dell’archiviazione dei dati. C’è anche bisogno di aiuto per l’espletamento di pratiche burocratiche, la necessaria assistenza alle ragazze e ai ragazzi ospitati nei nostri posti letto, un occasionale tutorato per lo studio e, soprattutto, nella partecipazione attiva al delicato lavoro del centro di ascolto.
L’associazione “Sante Malatesta” è nata nella cerchia della chiesa universitaria di San Frediano e di alcuni docenti UNIPI, ma si è costituita fin dall’origine come un organismo laico, in seguito una ONLUS, non dipendente da alcuna istituzione né ecclesiastica né civile. Vive ed opera solo grazie all’impegno delle volontarie e dei volontari e ai contributi provenienti dalle quote dei soci e da libere oblazioni dei soci e di altre persone. L’Università e il DSU hanno sempre riconosciuto il valore della sua attività, che corrisponde alle stesse preoccupazioni del Progetto Mentorship dell’ateneo.