La Stagione 2016/17 al Teatro Era si chiude con un grande classico, Medea di Euripide, nell’adattamento e regia di Gabriele Lavia, sabato 8 aprile ore 21 e domenica 9 aprile ore 18.30.
Per studenti e dipendenti dell'Ateneo è prevista una riduzione del biglietto a 12 euro.
Un lavoro, prodotto dalla Fondazione Teatro della Toscana che scava nell’animo umano e nei grandi interrogativi della vita: Federica Di Martino è Medea, una figura della diversità e dell’istinto attraversati da folgoranti visioni tragiche, sullo sfondo di una rilettura dove a emergere è la modernità della potenza passionale e devastatrice della protagonista.
“È un testo sconvolgente”, afferma Lavia, “di una bellezza e di una contemporaneità commoventi.
Medea è uno dei personaggi più celebri del mondo classico, per forza drammatica, complessità ed espressività. Euripide la mette in scena nel 431 a.C. mettendo al centro del dramma la passione, violenta e feroce, di una donna. Forte, perché padrona della sua vita, tanto da distruggere tutto quello che la lega al suo passato. Una donna diversa, una barbara in una città che la respinge. Gabriele Lavia legge oggi nel capolavoro euripideo, il viaggio verso un personaggio sradicato in un paese straniero.
“Medea è una donna tradita”, spiega il regista, “è una donna che viene da lontano. È ‘figlia del Sole’, non perché partorita dal dio Sole, ma perché viene dal mondo in cui il Sole sorge. Viene dal Caucaso, dall’Oriente, è un’altra cultura. Parliamo di un capolavoro assoluto, che tira dentro e non si lascia svelare. Nessun regista può interpretarlo. La verità è che Medea ha interpretato me. Lei mi ha piegato, mi ha portato a realizzare questo allestimento”.
La scena si svolge a Corinto, dove Medea vive con Giasone e i loro due figli. La donna ha aiutato il marito nell’impresa del Vello d’oro e abbandonato il padre Eeta, re della Colchide e fratello di Circe. Dopo dieci anni, però, Creonte, re della città, vuole offrire sua figlia Glauce in sposa a Giasone, dandogli così la possibilità di successione al trono. Giasone accetta e abbandona Medea.
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