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homeGiovedì 18 luglio 2013, nella sede del CNR, si riunisce la comunità nazionale e internazionale che studia i Big data, gli strumenti che in prospettiva potrebbero aiutarci a prevedere crisi economiche, epidemie e pandemie, diffusione di opinioni, distribuzione delle risorse economiche o energetiche, bisogni di mobilità. Il tutto con una grande attenzione rivolta al tema della privacy. Nell'ambito dell'iniziativa, dal titolo "So Big Data", sarà lanciato il progetto di un laboratorio di ricerca sui temi dei big data e del social mining che, a partire dal nucleo di scienziati toscani, intende aggregare una vasta rete europea di ricercatori di varie discipline. Ce lo descrive di seguito il professor Dino Pedreschi, a nome degli studiosi che hanno dato vita all'iniziativa.

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Nel mondo che abitiamo oggi abbiamo l'opportunità di osservare da vicino e misurare il funzionamento della società attraverso i "big data", le briciole digitali che le nostre attività quotidiane lasciano per effetto del nostro uso dei sistemi Ict. Briciole che registrano i comportamenti individuali e collettivi con una precisione senza precedenti, in modo che le diverse dimensioni della nostra vita sociale trovano un'immagine riflessa nello specchio digitale: desideri, opinioni, stili di vita, movimenti, relazioni.

I nostri desideri, opinioni, sentimenti lasciano traccia nei social media a cui partecipiamo, nelle domande che facciamo ai motori di ricerca, nei tweet che inviamo e riceviamo, così come i nostri stili di vita lasciano traccia nei record dei nostri acquisti. I nostri movimenti lasciano traccia nelle traiettorie disegnate dai nostri smart-phone e dai sistemi di navigazione delle nostre auto: è stupefacente osservare lo spettacolo della mobilità umana dalla prospettiva che i big data ci offrono oggi, un po' come le prime immagini della terra vista dai satelliti negli anni 60. Anche le nostre relazioni sociali lasciano traccia nella rete dei nostri contatti telefonici e delle email e nei link di amicizia del nostro social network preferito. Possiamo esplorare la rete di relazioni che costituisce il nostro tessuto sociale, la sua robustezza o debolezza.

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I big data sono il nuovo microscopio che rende "misurabile" la società. Come la scoperta di ogni nuovo microscopio nel passato, i big data stanno spingendo verso una nuova scienza dei dati, una sociologia computazionale, o social data mining, in grado di misurare e, in prospettiva, prevedere crisi economiche, epidemie e pandemie, diffusione di opinioni, distribuzione delle risorse economiche o energetiche, bisogni di mobilità. Nuovi strumenti per aumentare, o accelerare, la conoscenza e migliorare la qualità delle nostre decisioni, sia a livello di singoli cittadini, che di istituzioni, che di imprese.

Certo, bisogna essere consapevoli delle grandi opportunità così come dei nuovi rischi: occorrono tecnologie a sostegno della privacy, occorre un "new deal" sui temi della privacy, della trasparenza e della fiducia necessario per creare e accedere alla conoscenza dei big data come un bene pubblico per tutti. Certo, bisogna superare la fase attuale, in cui la maggior parte dei big data sono tutt'altro che "open data" e se ne stanno chiusi nei database delle web corporations e degli operatori telecom.

Ma nel nostro mondo globale e interconnesso non possiamo permetterci di perdere l'opportunità offerta dai Big Data, dobbiamo trovare un nuovo ecosistema socio-tecno-legale in cui la conoscenza diventi un bene comune e sicuro. Quindi niente grande fratello, no alla sorveglianza globale: riportiamo il singolo individuo al centro del gioco, restituendoci trasparenza e diritti. In una parola: democratizzare i Big Data, perché possano diventare fattore concreto di sviluppo, di partecipazione, di creatività, di occasioni economiche per tutti.

Di questi temi si parlerà a Pisa, all'Auditorium del CNR dell'area della ricerca di S. Cataldo, il prossimo giovedi 18 luglio (programma in linea sul sito www.sobigdata.eu). L'evento, promosso da due istituti del CNR, ISTI e IIT, e dal dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa, rappresenta il lancio di un laboratorio di ricerca sui temi dei big data e del social mining che, a partire da una nucleo iniziale toscano, intende aggregare una vasta rete europea di ricercatori di varie discipline. Come dimostra il nucleo di scienziati toscani, pionieri dell'analisi dei big data e del social data mining, che hanno lanciato l'iniziativa, c'è in Toscana una massa critica in grado di sviluppare una rete europea, capace di affrontare sfide scientifiche e sociali a livello globale. Questi scienziati invitano ad essere parte dell'evento del 18 luglio, dedicato a discutere le opportunità dei big data dalle diverse prospettive della politica, della pubblica amministrazione, della Commissione Europea, delle imprese, della ricerca scientifica, ma anche dei singoli cittadini.


L'agenda dell'incontro è ricca: oltre alle presentazioni divulgative dei ricercatori, in cui verranno presentati idee e progetti concreti, ci saranno due tavole rotonde con Stella Targetti (Vice Presidente Regione Toscana), Franco Accordino (Commissione Europea), Emanuele Baldacci (Dirigente ISTAT), Cosimo Comella (Dirigente Garante Privacy), Flavia Marzano (Stati Generali dell'Innovazione), Renato Soru (AD di Tiscali), Oscar Cicchetti (CdA Telecom Italia), Tina Martino (Octotelematics), Gianluigi Gigliucci (ENEL Ricerca), Andrea Di Benedetti (CNA).

Il nucleo di ricercatori che ha dato vita all'iniziativa è composto da: Fosca Giannotti, Raffaele Perego e Fabrizio Sebastiani (ISTI-CNR, Pisa), Andrea Passarella e Maurizio Tesconi (IIT-CNR, Pisa), Paolo Ferragina e Dino Pedreschi (Dip. Informatica, Univ. Pisa), Monica Pratesi (Dip. Economia e Management, Univ. Pisa), Guido Caldarelli (IMT Lucca), Fabrizio Lillo (Scuola Normale Superiore, Pisa), Roberto Barontini (Scuola S. Anna, Pisa), Paolo Raviolo (Univ. Siena), Filomena Maggino (Univ. Firenze).

La partecipazione è libera ma occorre registrarsi online su www.sobigdata.eu

Dino Pedreschi
docente di Informatica 

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