Science|Business ha organizzato in questi giorni a Bruxelles due iniziative nelle quali selezionati esponenti dal mondo dell’accademia, dell’impresa e della politica si sono confrontati sugli scenari futuri della ricerca.
Nella giornata del 12 ottobre, dal titolo “Research Strategies: Europe 2030 and the next Framework Programme”, sono state discusse le strategie future di ricerca e sviluppo e il loro impatto su imprese, università e governi, guardando al 2030. Robert-Jan Smits, Direttore della DG Ricerca e Innovazione della Commissione Europea, ha illustrato lo stato di avanzamento dei lavori della Commissione per il prossimo programma quadro europeo per la ricerca, successore di Horizon 2020: il Framework Programme 9 (FP9), per il 2021- 2028. La road map del nuovo programma è già stata approvata: il primo appuntamento, a fine ottobre 2016, è una consultazione con esponenti della ricerca e dell’industria per condividere l’esperienza maturata in Horizon 2020. In parallelo, la Commissione ha lanciato uno studio su scenari di medio-lungo periodo chiamato “Bohemia Study” che sarà completato a metà del 2017, per raccogliere idee per affrontare le sfide del 2030. La commissione ha anche incaricato Pascal Lamy, già direttore generale del WTO e commissario europeo per il commercio, di guidare un gruppo di 12 esperti economisti per valutare entro giugno 2017 i risultati di Horizon 2020 e quanto emergerà dalla consultazione pubblica che inizierà il mese prossimo. I risultati finali della Commissione sono attesi per l’inizio del 2018.
Smits ha anticipato che tra le priorità del prossimo FP9 ci saranno la difesa e il maggiore supporto alla capacità di rinforzare l’economia dei paesi del centro ed est Europa, mentre si sta discutendo se continuare a finanziare le grandi aziende e come rafforzare la partecipazione dei paesi terzi ai progetti europei. E’ in discussione anche la dotazione economica del nuovo programma per la ricerca: il Parlamento potrebbe proporre 100 miliardi di euro, ma i governi dovranno fare la loro parte. Dei 77 miliardi di euro di Horizon, ne restano da distribuire ancora 30 miliardi e gli Stati membri hanno richiesto un ulteriore budget di 400 milioni di euro, che verrà speso per quattro iniziative prioritarie, non ancora rese note.
Il 18 ottobre si è tenuta invece la conferenza dal titolo “10 tech enablers: Europe’s rising university-industry clusters”, in partnership con Huawei Technologies e con la partecipazione del Commissario Europeo alla Formazione e alla Cultura Tibor Navracsics. Oggetto del dibattito sono stati dieci clusters europei nei quali accademia, industria e governi collaborano per potenziare l’innovazione digitale, su temi centrali per il futuro dell’Europa quali 5G, networking, Big Data, cloud, Internet of things, Industry 4.0, nuove tecnologie per innovare i sistemi di trasporto, i servizi sanitari e il mondo dell’energia. Lo studio sui dieci cluster, commissionato a Science Business da Huawei Technologies Co. Ltd., è confluito in questo report. L’evento si è posto inoltre l’obiettivo di fare incontrare stakeholder europei provenienti da università, centri di ricerca, parchi scientifici, incubatori, start-up, multinazionali e agenzie governative, con l’auspicio di creare nuove partnership. Dall’Università di Pisa hanno partecipato all’incontro i docenti Vincenzo Gervasi (Dipartimento di Informatica) e Giovanni Stea (Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione).
Nella foto: l’incontro del 18 Ottobre a Bruxelles (Science/Business)