In merito alle dichiarazioni del Movimento 5 Stelle, cui hanno fatto seguito quelle degli "Amici della Biblioteca Universitaria", sulla chiusura del Palazzo della Sapienza, entrambe riportate nell'articolo pubblicato in data odierna sull'edizione pisana de La Nazione, l'Università di Pisa torna, per l'ennesima volta, a precisare quanto segue.
La chiusura del Palazzo della Sapienza è stata disposta non per volontà degli organi di governo dell'Università, ma in conseguenza di una specifica ordinanza del Sindaco di Pisa del 29 maggio 2012. Con tale provvedimento, del quale l'Ateneo non ha potuto che prendere atto, si intimava "di procedere immediatamente a mantenere inutilizzato per le attuali destinazioni l'intero edificio".
Tale ordinanza è giunta all'indomani di un sopralluogo svolto dai Vigili del Fuoco del Comando di Pisa, a seguito dello sciame sismico che interessava il centro-nord dell'Italia già da settimane; un sopralluogo richiesto dall'Ateneo, che si era reso necessario al fine di scongiurare il rischio che il fenomeno sismico potesse aver provocato un aggravamento nelle condizioni di sicurezza dell'edificio.
A questo proposito si ricorda che i problemi relativi alla stabilità del Palazzo erano da tempo di dominio pubblico, come dimostrano numerosi documenti, presentati anche alla Conferenza dei servizi del 4 giugno 2012 appositamente convocata dal Rettore per affrontare l'emergenza Sapienza.
In particolare, per richiamare solamente alcuni dei più recenti atti, il Consiglio di amministrazione dell'Ateneo il 16 dicembre 2011 aveva disposto l'attivazione di un'ulteriore campagna di indagini più approfondite, mentre nelle due lettere del 19 gennaio e del 23 maggio 2012 inviate al MIBAC, alla Soprintendenza, al Prefetto e al Sindaco, il Rettore aveva denunciato l'aggravarsi della situazione strutturale dell'edificio.
Si ricorda infatti che l'Ateneo aveva già avviato dal 2010, per iniziativa del precedente Rettore, un'attività di monitoraggio costante del Palazzo, coordinata dal professor Walter Salvatore, esperto di Tecnica delle costruzioni dell'Ateneo.
Si osserva infine che, nel rispetto della citata ordinanza del sindaco, l'Università di Pisa ha proceduto a liberare la Sapienza dal carico di libri della propria biblioteca giuridica al fine di consentire la messa in sicurezza dell'edificio.
Da allora l'Università di Pisa si è fatta parte attiva anche nel reperire finanziamenti da destinare ai lavori di recupero del Palazzo, stanziando recentemente nel proprio bilancio 1,5 milioni di euro e ottenendo dal MIUR un finanziamento di 1,2 milioni di euro sui fondi destinati alle ricostruzioni del dopo terremoto.
L'Università di Pisa, in conclusione, non ha alcun debito di trasparenza in questa vicenda, sulla quale anzi da più parti si fanno strumentalizzazioni con finalità non sempre coincidenti con il solo interesse che dovrebbe invece essere perseguito, vale a dire quello di garantire a più presto l'utilizzo della Sapienza in condizioni di funzionalità e sicurezza, per le attività alle quali è da sempre destinata.