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Insieme agli allievi dei 35 corsi di dottorato di ricerca, è stato ufficialmente inaugurato al Polo Piagge l’anno dottorale dell’Università di Pisa. Con il “PhDay”, un appuntamento rivolto agli oltre 650 dottorandi iscritti dell’Ateneo, il rettore Paolo Mancarella ha accolto i nuovi ammessi e ha salutato quanti hanno conseguito il titolo nell’ultimo corso.

Guarda le foto della giornata.

“Abbiamo voluto trovare un'occasione comune - ha detto il rettore nell'intervento introduttivo - per dare un messaggio di continuità, facendo incontrare chi entra per la prima volta nel mondo della ricerca e chi, invece, quel percorso lo ha già concluso e si appresta a entrare nel mondo del lavoro. Questo è il senso di una giornata che riunisce i due momenti di un processo di apprendimento che è da intendersi come aperto e continuo”. Negli ultimi 12 mesi sono 142 gli allievi che hanno concluso il percorso dottorale, come ricorda una pubblicazione curata per l’occasione dall’Ateneo, che testimonia la ricchezza e la varietà dei campi d’indagine, ma anche la qualità dell’offerta di formazione di terzo livello.

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Il rettore Paolo Mancarella e Marcella Aglietti, delegata per il dottorato di ricerca e promotrice del "PhDay".

La giornata del dottorato di ricerca è stata densa di appuntamenti, seminari e workshop, volta soprattutto a offrire momenti di formazione, scambio e approfondimento. Dopo i saluti iniziali e le testimonianze di due laureate dell'Università che hanno saputo conquistare posizioni di rilievo scientifico nel panorama internazionale, Francesca Toni e Francesca Rossi, il programma si è sviluppato attraverso attività di formazione e informazione, pensate per illustrare i punti di forza del percorso di dottorato all’Università di Pisa.

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L'incontro è servito anche per riflettere sullo strumento del dottorato di ricerca e per ribadire l'impegno dell'Ateneo pisano a valorizzare questo percorso di alta formazione. "Perseguendo caparbiamente - ha detto il rettore Paolo Mancarella - il nostro compito di costruire la nuova generazione di ricercatori e di cittadini liberi e consapevoli, e nonostante la drammatica costante riduzione dei finanziamenti ministeriali, l’Università di Pisa ha aperto nuovi dottorati e ha aumentato, in modo significativo, il numero delle borse... Nel nuovo ciclo, sostenuto per oltre il 50% con risorse proprie, l'Ateneo conta ben 20 dottorati e partecipa ad altri 15. Tutti i nostri corsi sono stati accreditati, superando in modo brillante il rigoroso vaglio dell’ANVUR ed ottenendo il riconoscimento di innovatività, per una o più caratterizzazioni, in ben 12 corsi su 20".

Nel suo intervento la professoressa Marcella Aglietti, delegata per il dottorato di ricerca e promotrice del "PhDay", ha voluto ricordare la vocazione internazionale del dottorato di ricerca, che "è il titolo più importante che un’università possa conferire ed è l’unico che sia riconosciuto in ogni paese, perché è dotato di un valore e di un significato capace di superare qualsiasi confine. L’attrattività del percorso dottorale dell’Ateneo di Pisa e le misure introdotte hanno consentito di aumentare del 50% il numero dei dottorandi ammessi provenienti dall’estero rispetto a solo due anni fa, mentre oltre il 10% del totale delle borse dottorali è destinato ad allievi originari di altri paesi. Sono infine 26 gli accordi a suggello di altrettante collaborazioni con dottorati presso università francesi, belghe, tedesche, spagnole, austriache, britanniche e polacche, oltre che in Brasile e in Canada".

Dal 1° dicembre, l’Università di Pisa ha introdotto la misura di prevenzione della corruzione denominata Whistleblower, volta ad assicurare “protezione” a chi segnala illeciti consumati all’interno del nostro Ateneo.

La misura, prevista dalla c.d. legge anticorruzione (l. 190/2012) e recentemente rafforzata dal parlamento, è volta a far emergere situazioni che eventualmente pregiudichino la buona amministrazione e, a tal fine, contempla un regime di tutele rafforzate anche per i collaboratori e gli studenti dell’Università di Pisa che segnalino fatti illeciti di cui siano venuti a conoscenza. Nell’ambito dell’autonomia regolamentare, l’Ateneo ha infatti ritenuto importante estendere questa forma di tutela dell’anonimato e della riservatezza per chi segnala condotte di “cattiva amministrazione” a tutti coloro che ogni giorno lavorano e studiano nell’Università di Pisa.
L’intento è di favorire le possibilità di espressione del senso civico da parte di ciascuna componente della comunità accademica.

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Per questo l’Università si è anche dotata di un proprio Regolamento per la tutela del segnalante di condotte illecite ed ha attivato una piattaforma informatica per poter ricevere le segnalazioni:
https://www.unipi.it/index.php/amministrazione/item/11260-segnalazioni-di-illecito-whistleblower.

Ogni segnalazione, indirizzata al responsabile della prevenzione della corruzione, dottor Riccardo Grasso, deve essere effettuata responsabilmente e mai utilizzata per finalità individuali, ma unicamente per garantire l’etica e l’integrità dell’Università di Pisa.

Eventuali dubbi e domande nel merito potranno essere indirizzati a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Causa allerta rossa sul reticolo idraulico in tutti i comuni limitrofi, lunedi' 11 dicembre a Pisa è stata disposta la sospensione dell'attività didattica all'Università. Gli uffici saranno aperti e la sospensione riguarderà solo l'attività didattica: lezioni, esami di profitto e ricevimento studenti.

Per info e aggiornamenti www.comune.pisa.it
Per eventuali domande contattare: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.comune.pisa.it/alertpisa

Diffidenza e paura rispetto alla chimica? C’è una parola che definisce questo atteggiamento, ed è chemofobia, che letteralmente significa “avversione irrazionale o pregiudizio nei confronti della chimica e di tutto ciò che può definirsi chimico”. Un timore irrazionale, appunto, privo di fondamenti scientifici, che però è possibile superare grazie ad educazione e formazione. A spiegarlo è Valentina Domenici, docente di Chimica Fisica dell’Università di Pisa che da anni si occupa della questione anche nell’ambito della Società Chimica Italiana.

“La diffidenza nei confronti della chimica è spesso associata ad una scarsa conoscenza delle sue implicazioni nel mondo reale e nella vita quotidiana – dice la professoressa Domenici - per questo motivo il ruolo dell’educazione e in generale dell’insegnamento è fondamentale”.

E così, accanto all’attività accademica, da tempo Valentina Domenici si spende per avvicinare i giovani alla sua disciplina attraverso attività nelle scuole, eventi divulgativi, articoli e interventi – uno degli ultimi in ordine di tempo è ad esempio una riflessione sulla chemofobia, pubblicata sul portale fondato dal Gruppo 2003 per la ricerca scienzainrete.it.

 

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La professoressa Domenici al centro insieme a due suoi collaboratori

Tra le recenti attività per avvicinare i giovani alla chimica, Domenici ha portato al Festival della Scienza di Genova due laboratori di didattica attiva, uno pensato per i bambini delle scuole primarie e uno per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

“Dopo questa bella esperienza – continua Valentina Domenici – porteremo in giro per le scuole italiane uno dei due laboratori didattici: "Fare chimica con la luce", risultato di molti anni di attività di ricerca e di didattica, anche nell’ambito di Pianeta Galileo, il progetto di divulgazione scientifica promosso dal Consiglio regionale della Toscana, grazie al quale saremo in alcune scuole toscane a partire da gennaio 2018”.

Nel corso di questo laboratorio gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado utilizzano uno spettrofotometro portatile, realizzato proprio per applicazioni didattiche dallo spin-off dell’Università di Pisa Chema srl insieme all’azienda Ma.Vi srl. L’obiettivo è quello di far osservare ai ragazzi come dai colori sia possibile ottenere molte informazioni sulla natura chimica delle sostanze.

“Lo studio dei colori attraverso la spettroscopia molecolare nella regione visibile consente ad esempio di conoscere aspetti legati alla qualità dell’olio di oliva e di capire se è stato miscelato con altri oli vegetali - conclude Domenici, che sulla base di questi studi ha ideato insieme ai suoi collaboratori un metodo innovativo per studiare la chimica dell’olio – sfatando anche un tipico atteggiamento chemofobico che associa, in senso negativo, gli alimenti e la chimica”.

logophd001Martedì 12 dicembre l’Università di Pisa presenta la prima giornata del dottorato di ricerca, un’iniziativa che entra ufficialmente a far parte del calendario degli appuntamenti della comunità accademica pisana. Con il “PhDay”, il rettore Paolo Mancarella inaugura l’anno dottorale con un appuntamento rivolto agli oltre 650 dottorandi iscritti dell’Ateneo, accoglie i nuovi ammessi, e saluta quanti hanno conseguito il titolo nell’ultimo corso.

Sarà una giornata densa di appuntamenti, seminari e workshop, volta soprattutto ad offrire momenti di formazione, di scambio e di approfondimento. La cerimonia, ospitata al Polo Piagge, si aprirà con le testimonianze di due eccellenze del nostro Ateneo che, dopo aver avviato la propria carriera presso l’Università di Pisa, hanno saputo conquistarsi posizioni di rilievo sulla scena internazionale nell’ambito delle futuristiche ricerche legate all’Intelligenza Artificiale: Francesca Toni, docente e brillante studiosa presso l’Imperial College di Londra, e Francesca Rossi, ordinario presso l’Università di Padova e attualmente ricercatrice di spicco in etica dell’Intelligenza artificiale presso la sede newyorkese dell’IBM.

L’intenso programma della giornata proseguirà con numerose attività di formazione e informazione, pensati per illustrare i punti di forza del percorso di dottorato all’Università di Pisa: sarà possibile conoscere le più interessanti opportunità per far ricerca europea ed internazionale, anche grazie agli accordi di mobilità realizzati dall’Ateneo e dedicati al dottorato; e imparare a valorizzare i risultati ottenuti sia in ambito di valutazione accademica, sia all’indomani del conseguimento del titolo nelle più svariate possibilità di futuro professionale: nel mondo del lavoro, dell’innovazione, dell’imprenditoria o dell’insegnamento superiore. Altra opportunità, oltre a seminari dedicati all’acquisizione di elevate competenze linguistiche, requisito oramai irrinunciabile per una carriera internazionale e premessa del corso in Advanced English che da quest’anno l’Ateneo prevede per tutti i nuovi iscritti, è la costituzione di una serie di laboratori dedicati e realizzati dai dottorandi di aree scientifiche affini, i “PhDLab”, sorti per condividere metodologie, competenze e mettere a frutto le diverse esperienze di ricerca. La fine dei lavori è prevista alle 18, con un’esibizione del Coro dell’Ateneo e, a seguire, un cocktail di chiusura.

Per l’occasione, l'Università di Pisa ha curato una pubblicazione in cui ricorda i 142 dottori di ricerca che hanno concluso il proprio percorso dottorale negli ultimi 12 mesi, dimostrando la ricchezza e la varietà dei campi d’indagine, ma anche la qualità dell’offerta di formazione di terzo livello, che - in aperta controtendenza con un panorama nazionale di generale contrazione dei finanziamenti - l'Ateneo pisano è invece in grado di assicurare. Un bilancio invidiabile, dimostrato dall’avvio di 20 dottorati con sede pisana, e per la loro quasi totalità riconosciuti come innovativi dal MIUR, e di altri 15 in convenzione, tra corsi regionali con le Università di Firenze e di Siena - cofinanziati dalla Regione Toscana in quanto d’interesse strategico per il territorio - e in collaborazione con gli altri istituti di alta formazione e di ricerca, quali la Scuola Normale Superiore, la Scuola Sant’Anna, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Scuola IMT Alti Studi Lucca.

Due spedizioni del dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa sono in partenza per l'Antartide, una per contribuire a definire la storia geologica e ambientale di quel continente e l'altra per raccogliere meteoriti in grado di aiutarci a capire le origini del sistema solare. Entrambe fanno parte della XXXIII Campagna Antartica del Programma Nazionale delle Ricerche finanziata dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.

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Il primo gruppo, formato dai ricercatori Chiara Montomoli e Stefano Casale, è partito dall'Italia martedì 5 dicembre, con arrivo previsto tre giorni dopo. L’area di studio è situata nel Convoy Range, a sud della base italiana "Mario Zucchelli", e rappresenta il punto di raccordo tra le ricerche geologiche italiane e tedesche nella Terra Vittoria Settentrionale e le ricerche geologiche neozelandesi nella Terra Vittoria Meridionale. In particolare, gli studiosi dell'Ateneo pisano lavoreranno sulle Montagne Transantartiche, che costituiscono un punto nodale per la ricostruzione dell’evoluzione geologica e geodinamica dell’intero continente e sono particolarmente significative anche per la ricostruzione della storia glaciale della Calotta Est Antartica.

I ricercatori si occuperanno del rilevamento geologico-strutturale nel tentativo di comprendere attraverso quali processi geologici l'Antartide abbia acquisito la sua attuale configurazione e di ricostruirne la storia nelle varie ere geologiche. Tra le attività previste durante la campagna, vi è lo studio dei depositi glaciali, al fine di ricostruire le principali tappe dell’evoluzione della Calotta Orientale, l’elemento più rilevante del complesso sistema antartico. La caratterizzazione e la datazione delle principali fasi della storia glaciale del Continente Bianco contribuisce, infatti, a fornire gli elementi necessari alla modellizzazione dei comportamenti futuri in risposta ai profondi cambiamenti ambientali indotti dal riscaldamento del clima. L’attività di ricerca, svolta nell’ambito di collaborazioni internazionali, consentirà di colmare una lacuna nella cartografia geologica di questo settore del Mare di Ross e di fornire nuovi dati rilevanti per l’avanzamento delle conoscenze sulla storia geologica e ambientale del continente Antartico.

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Nella foto Chiara Montomoli e Stefano Casale.

La seconda spedizione, composta dai ricercatori Luigi Folco, Maurizio Gemelli e Matteo Masotta, a cui si aggregherà Jerome Gattacceca, del "Centre de Recherche et d’Enseignement de Géosciences de l’Environnement" di Aix en Provence-Marseille, si muoverà dall'Italia domenica 10 dicembre per rimanere circa due mesi in Antartide a caccia di meteoriti.

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Nella foto, da sinistra: Maurizio Gemelli, Luigi Folco e Matteo Masotta.

Le vaste distese di ghiaccio della calotta polare Antartica, infatti, sono un terreno straordinario per la raccolta di meteoriti, che vengono concentrate dalla dinamica glaciale in particolari aree di ghiaccio blu dette "trappole per meteoriti” dove se ne possono trovare a decine. Le meteoriti sono frammenti di asteroidi, comete e pianeti e lo studio delle loro proprietà chimiche e fisiche permette di esplorare le origini del sistema solare, circa 4.5 miliardi di anni fa e la sua successiva evoluzione. L’Antartide costituisce quindi una sorta di Eldorado per le scienze planetarie.

I tre ricercatori del dipartimento pisano di Scienze della Terra e quello francese istalleranno un campo remoto a Butcher Ridge, al limite tra la calotta e le vette più interne delle Montagne Transantartiche, che servirà da base per le ricerche che verranno condotte a piedi e in skidoo Il supporto sarà fornito dalla base estiva italiana "Mario Zucchelli", 550 km più a nord. Ad attenderli a 80 gradi di latitudine sud ci sarà luce cristallina, temperature medie di -30 gradi e venti di 25 nodi. Il sito del progetto sulle "Meteoriti Antartiche" è raggiungibile all'indirizzo: http://meteoant.dst.unipi.it/index.php.

I due gruppi di ricercatori terranno un diario di viaggio dall'Antartide, con racconti, immagini e video pubblicati sulla pagina facebook "L'Università di Pisa in Antartide".

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Il maggior contributore per l’Italia della banca dati on line mondiale della biodiversità è il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa. Il nome di questo enorme archivio digitale è GBIF, acronimo di Global Biodiversity Information Facility, e ad oggi contiene circa 876 milioni di segnalazioni georeferenziate accessibili da chiunque via web e relative alla presenza di quasi sei milioni di specie di animali, piante, alghe, funghi e microorganismi in tutto il mondo. Per l’Italia si contano circa un milione e 300mila segnalazioni fra animali e piante di cui 215mila fornite appunto dal Dipartimento di Biologia.

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La mappa delle segnalazioni che riguardano Italia sul sito dell'Archivio Global Biodiversity Information Facility

 

Un risultato, sottolineano dall’Ateno pisano, che è stato possibile grazie a Wikiplantbase, un progetto nato nel 2013 per iniziativa di Lorenzo Peruzzi e Gianni Bedini, docenti di botanica sistematica, con lo scopo di raccogliere, standardizzare e rendere pubblica la documentazione relativa alla distribuzione delle piante vascolari in Toscana, altrimenti dispersa in migliaia di pubblicazioni, centinaia di migliaia di campioni d’erbario e un numero imprecisato di quaderni di campagna.

“In questi anni molti volontari hanno aderito con entusiasmo all’invito a collaborare a Wikiplantbase inserendo le loro segnalazioni floristiche o quelle già pubblicate da altri – racconta Gianni Bedini – e dopo poco più di un anno dalla nascita, il progetto ha ricevuto l’adesione dei colleghi di altre Università italiane, che si sono fatti carico delle segnalazioni floristiche delle rispettive regioni di appartenenza attraendo a loro volta altri volontari".


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Foto di gruppo del primo Wikifestival che si è svolto a Pisa

 

Wikiplantbase si colloca quindi nell'ambito dei progetti di "Citizen Science", che contribuiscono a instaurare solidi collegamenti tra l'accademia e la società civile e sostengono la terza missione delle università. Oggi il progetto può contare su 122 collaboratori, in maggioranza di estrazione non accademica, che per la prima volta l’estate scorsa si si sono incontrati in occasione del primo Wikifestival che si è svolto all’Orto Botanico dell’Università di Pisa.

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Per saperne di più su Wikiplantbase:

Wiki Toscana
Wiki Sardegna
Wiki Liguria
Wiki Sicilia

Apre al pubblico sabato 9 dicembre 2017 la seconda sala del Museo multimediale delle Rocche e Fortificazioni della Valle del Serchio, allestito presso i locali della Volta dei Menchi nel centro storico di Barga, in provincia di Lucca. La sala è dedicata alle Pievi e alle Chiese della Garfagnana e della Media Valle del Serchio ed è stata realizzata con la collaborazione di un gruppo di ricerca dell'Università di Pisa. La selezione delle 10 chiese è stata compiuta sulla base dell’effettiva fruibilità e di un’integrità non eccessivamente compromessa dai rimaneggiamenti avvenuti in seguito a eventi calamitosi, sismici o bellici. 

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Meno imponenti dei castelli, ma con un ruolo importante nel tessuto sociale e nell’economia del territorio, le pievi e le chiese della Valle del Serchio sono fiorite in prevalenza tra il VI e il XIII secolo per emanazione diretta del potere ecclesiastico. Centri non solo spirituali, alcune sono nate in seguito al riordino del Vescovo lucchese Frediano (VI secolo), altre per volontà della Contessa Matilde di Canossa (XI e XII secolo), altre ancora in sostituzione di chiese precedenti.

Nel tempo, quasi tutte hanno subìto interventi e modifiche: possono essere passate da una a tre navate, o hanno arricchito le proprie facciate di ornamenti, come pure gli interni. Hanno potuto subire un cambio di orientamento e di ingresso, o sono state promosse di livello trasformandosi, come a Barga, da chiesa castellana in Duomo. Ancora oggi le possiamo ammirare fare capolino tra i sassi delle alture o il verde dei boschi, così come le possiamo incontrare annesse ai borghi, e vederle dominare, con il proprio austero profilo, ampie zone di Valle.

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Tutte le chiese sono state filmate e raccontate in esclusiva per il Museo Multimediale dal gruppo di ricerca del dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa (in particolare col Centro interdisciplinare di Comunicazione), coordinato dalla professoressa Sandra Lischi (immagini, testi, ricerche e dispositivi multimediali curati da Marco Bigliazzi, Andreina Di Brino, Gianluca Paoletti). La collaborazione con l’Ateneo prosegue anche per la successiva sala, che verrà aperta in primavera e che racconta la vita di quattro personaggi illustri che hanno avuto un ruolo nel sistema delle fortificazioni della Valle.

Il gruppo di ricerca universitario ha ideato e curato un allestimento che contempla un viaggio per immagini nelle principali pievi e chiese del territorio, corredato da testi e concepito per una visita attiva, attraverso la possibilità di interagire attraverso uno schermo interattivo come già sperimentato nella prima sala.

Alle ore 11.00 del 9 dicembre è prevista la cerimonia di inaugurazione, ma il museo resta aperto e visitabile gratuitamente durante il weekend barghigiano.

Info aperture:
Sabato 9 dicembre, 15.00-19.00
Domenica 10 dicembre, 15.00-19.00

Per prenotazioni di gruppi: tel. 344 1672150

Christopher Hacon, laureato dell’Università di Pisa ed ex allievo della Scuola Normale, attualmente professore presso l’Università dello Utah a Salt Lake City, ha vinto il prestigioso “Breakthrough Prize” insieme a James McKernan della University of California di San Diego. Il premio - 3 milioni di dollari elargiti dalla Breakthrough Foundation - può essere considerato un "Oscar della Scienza".

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La premiazione si è svolta lo scorso 3 dicembre a Palo Alto in California, con una cerimonia presentata da Morgan Freeman. Il premio è stato conferito ai due matematici per i loro lavori sulla geometria birazionale in dimensione alta, tema centrale della ricerca in geometria algebrica che ha come punto di partenza le idee sviluppate dalla scuola italiana di geometria nei primi anni del XX secolo.

Christopher Hacon è nato a Manchester nel 1970 e da piccolo si è trasferito a Pisa con la famiglia. Ha frequentato l'intero ciclo scolastico nelle scuole di Pisa e si è iscritto all'Università di Pisa nel 1988, risultando vincitore del concorso per allievi ordinari della classe di scienze della Scuola Normale. Si è laureato nel 1992 sotto la guida del professor Fabio Bardelli e ha iniziato nello stesso anno il corso di perfezionamento della Scuola Normale. Nel 1994 si è trasferito a Los Angeles dove ha conseguito il Phd presso la UCLA, avendo come relatore il professor Robert Lazarsfeld.

Micaela Mariani, specialista italiana nel lancio del martello vincitrice di due titoli italiani assoluti e quattro nazionali universitari, si è laureata in Ingegneria gestionale all’Università di Pisa. Raggiunto l’obiettivo della laurea, la campionessa sportiva, 29 anni, di Pietrasanta, sta valutando l'idea di continuare a studiare presso l’Ateneo pisano. In particolare le piacerebbe proseguire il percorso intrapreso e iscriversi al corso di laurea specialistica in Ingegneria gestionale. La sua aspirazione è specializzarsi nel campo dei software Enterprise resource planning (ERP), per la gestione e l'integrazione di tutti i processi di business rilevanti di un’azienda.

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La passione di Micaela per lo sport si era manifestata già, in tenera età ma è nel 2002 che si avvicina al mondo dell’atletica leggera. Approdata così al campo scuola, per due anni, prova diverse discipline finché nel 2004 viene indirizzata verso la "gabbia". Nota subito un'attitudine per questa disciplina che la proietta nell'élite nazionale del lancio del martello.

Nel 2005, dopo un anno di attività, centra la convocazione per i Campionati Mondiali Under 18 di Marrakech. Nel 2006 viene convocata due volte in Nazionale: vince la gara del martello svoltasi in Tunisia durante l’incontro internazionale juniores e partecipa all'incontro internazionale giovanile tenutosi a Tolosa.

Nello stesso anno mette in bacheca il suo primo titolo italiano conquistato a Rieti, al debutto nella categoria Juniores, bacheca poi arricchita dal secondo titolo, conquistato nel 2007 a Bressanone. Vince la gara del lancio del martello nella Coppa del Mediterraneo ovest juniores a Firenze e poi giunge quinta all'Incontro internazionale giovanile di lanci lunghi svoltosi in Spagna a Murcia.

Nel 2011 vince per la prima volta i Campionati universitari a Torino, titolo confermato nel 2013 a Cassino, nel 2014 a Milano presso l'Arena con la misura di 65,38 m e nel 2015 a Fidenza.

Il 2013 regala a Micaela parecchie soddisfazioni: vola in Russia per la 27° Universiade estiva (svoltasi a Kazan) e nella pedana internazionale, nonostante atlete di altissimo livello, manca per pochi centimetri la finale piazzandosi nona; nel mese di luglio 2013 conquista il suo primo titolo italiano assoluto all’Arena di Milano e ad agosto arriva la sua prima convocazione in Nazionale assoluta. Veste così con orgoglio la maglia azzurra a Valence in occasione del DécaNation. Micaela si cimenta, a marzo del 2013, anche nel sollevamento pesi conquistando la medaglia di bronzo ai campionati italiani di pesistica nella categoria 75 kg, svoltasi a Biella.

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All'inizio del 2014 ha l'opportunità di allenarsi in Sud Africa: nella pedana internazionale di Potchefstroom ottiene il suo record personale, così, grazie ai risultati ottenuti, nel mese di marzo vola in Portogallo dove per la seconda volta veste la maglia azzurra in occasione della Coppa Europa di lanci invernale di Leiria. Nel mese di luglio si tengono i Campionati italiani assoluti a Rovereto dove ottiene il suo nuovo record personale di 66,24 metri, che le permette di vincere il secondo titolo italiano assoluto.

Nel 2014 Micaela viene eletta atleta toscana dell’anno dalla Federazione italiana di atletica leggera e nel 2014 e 2015 viene premiata dal Coni con la medaglia di bronzo al valore atletico. Con la misura di 66,24 m realizzata a Rovereto, è diventata la sesta migliore italiana martellista di sempre.

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