Agosto (11)
Geoscienze: appuntamento a Pisa per gli scienziati italiani
Appuntamento a Pisa per geologi e studiosi di Scienze della Terra provenienti da tutta Italia. Dal al 3 al 6 settembre al Polo Piagge dell’Università di Pisa (Via Giacomo Matteotti, 11) si svolge “Geoscienze: uno strumento in un mondo in trasformazione”, il congresso congiunto della Società Italiana di Mineralogia e Petrografia, Società Geologica Italiana, Associazione Italiana di Vulcanologia e Società Geochimica italiana.
“Si tratta della più importante riunione scientifica delle Geoscienze prevista nel 2017, che vede riunite tutte le più importanti società scientifiche presenti in Italia con il coinvolgimento di gran parte dei ricercatori delle università e degli enti di ricerca”, spiega il professore Michele Marroni dell’Ateneo pisano che presiede il convegno.
Tre giorni di lavoro, più di 30 sessioni, l’adesione di oltre 600 ricercatori e ben 560 contributi scientifici sono i numeri del convegno che prevede anche sessioni plenarie con interventi di esperti di rilievo internazionale. Fra i nomi di spicco Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), e Massimo Cocco, ricercatore dell’INGV, che parleranno del sisma ad Amatrice e Norcia del 2016-17.
Il congresso permetterà inoltre ai protagonisti della comunità scientifica italiana di condividere i risultati delle loro ricerche, di confrontarsi sul futuro delle Geoscienze e di incontrare le aziende, i professionisti, il mondo della Scuola e gli operatori della Pubblica amministrazione per facilitare la creazione di reti di collaborazione.
“Il convegno sarà anche l’occasione che permetterà alla comunità scientifica di riflettere sul ruolo che le Geoscienze avranno nel prossimo decennio – conclude Marroni - essendo di fatto uno strumento essenziale per guidare lo sviluppo in un mondo in continuo cambiamento”.
Realizzato il primo censimento delle località tipiche delle piante che nascono spontanee solo in Italia
Grazie agli sforzi congiunti di una quarantina di botanici è stato realizzato il primo censimento in Italia delle località tipiche, cioè i luoghi dove sono state descritte per la prima volta le circa 1.400 piante endemiche italiane, quelle che nascono spontanee solo nel nostro Paese. I ricercatori hanno così individuato e geo-riferito circa 1.500 “loci classici” distribuiti su tutto il territorio nazionale, evidenziando un rischio di degrado per circa un terzo delle località esaminate che si trovano in aree non soggette ad alcuna tutela.
Lo studio coordinato dal professore Lorenzo Peruzzi del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa nasce da una iniziativa lanciata nel 2010 dal Gruppo per la Floristica, Sistematica ed Evoluzione della Società Botanica Italiana; i risultati sono stati appena pubblicati su “Biological Conservation”, una prestigiosa rivista nel campo della conservazione della biodiversità.
“Molte delle località che abbiamo individuato si trovano lungo la costa e sono anche quelle più a rischio a causa della pressione antropica – spiega il professore Peruzzi - per conservare di questi luoghi e le specie che vi crescono sarebbe utile introdurre anche in Italia il concetto di “plant micro-reserves”, già utilizzato in altre nazioni europee, nonché mettere in campo altri strumenti legislativi per il riconoscimento di questi siti come patrimonio culturale”.
Secondo quanto emerge dal censimento e considerando tutto il territorio italiano, sono 670 le località tipiche che si trovano sulle isole, mentre 866 sono sulla terraferma. Il maggior numero di siti si trova poi lungo la costa mediterranea (1134), segue per numerosità la regione alpina (306) e quindi quella continentale (96). Per quanto riguarda infine la tutela del territorio, 1030 siti rientrano nelle aree protette, mentre 506 sono al di fuori e di questi 259 si trovano sulle isole.
"Le popolazioni che crescono nelle località-tipo sono di fondamentale importanza in tassonomia, la scienza dedicata alla classificazione degli organismi viventi, pertanto la loro conoscenza e conservazione è di fondamentale importanza, tanto più relativamente a specie endemiche italiane, per le quali la nostra nazione ha completa responsabilità di salvaguardia – ha concluso Lorenzo Peruzzi – inoltre i loci classici rappresentano un importante patrimonio storico-culturale, in quanto luoghi visitati, studiati e descritti da rilevanti personalità nella storia della Botanica e delle Scienze naturali”.
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Immagini:
La mappa delle località tipiche
Una delle piante oggetto dello studio: Helleborus viridis subsp. bocconei, descritta per l'area tra Mendicino e Cosenza (Calabria), una delle 506 località-tipo che non ricade in alcuna area protetta
Il professore Lorenzo Peruzzi
Link all’articolo scientifico:
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0006320717312958