Novembre (43)
Le professoresse Bodei e Gioli nuove presidenti del Sistema Museale e del Sistema bibliotecario
Nuovi incarichi in Ateneo: le professoresse e Chiara Bodei e Antonella Gioli sono rispettivamente le due nuove presidenti del Sistema Museale e del Sistema Bibliotecario dell’Università di Pisa. Le due docenti sono state nominate con decreto rettorale il 27 novembre ed entreranno ufficialmente in carica il 1 dicembre per restarci sino al 31 ottobre 2019 data di fine mandato per entrambe.
Ecco quindi un breve profilo delle due nuove presidenti. Chiara Bodei è professore associato al Dipartimento di Informatica dal 2005. I suoi interessi di ricerca sono legati alla semantica della concorrenza, alla biologia dei sistemi e alla sicurezza nei sistemi distribuiti e delle reti; recentemente si è dedicata anche allo studio di modelli e di proprietà dei servizi web e dell’Internet delle cose. Ha partecipato a vari progetti di ricerca italiani ed europei ed è autrice di più di 50 pubblicazioni su riviste e su atti di congressi internazionali. Ha inoltre operato attivamente anche nel campo della divulgazione scientifica, come delegato dell’Università di Pisa nel comitato scientifico di Pianeta Galileo, iniziativa del Consiglio Regionale della Toscana, per promuovere la divulgazione della cultura scientifica tra i ragazzi delle scuole secondarie superiori.
Antonella Gioli è professore associato in “Museologia, Critica artistica e del restauro” al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere. Suoi ambiti di ricerca, nei quali ha numerose pubblicazioni, sono la storia delle istituzioni e politiche culturali dal XVIII secolo ad oggi, la comunicazione, educazione e valorizzazione dei musei e del patrimonio culturale, la conservazione e il restauro dei manufatti artistici. Ha partecipato e diretto numerosi progetti di ricerca; in particolare l’ultimo come responsabile scientifico è il PRIN “La vita delle opere: dalle fonti al digitale. Ha rivestito incarichi per la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze. È infine membro di comitati editoriali per case editrici e collabora strettamente con musei civici, diocesani e statali per la progettazione e lo svolgimento di attività di ricerca, educazione e comunicazione.
Un ERC del consiglio Europeo delle Ricerche al professore Gianluca Fiori dell’Università di Pisa
Gianluca Fiori, professore associato di elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, è tra i 329 scienziati europei che hanno ottenuto il prestigioso ERC Consolidator Grant, attribuito ogni anno a ricercatori con 7-12 anni di esperienza post dottorato che così ricevono sino a 2 milioni di euro di finanziamento sulla base di un elevato curriculum scientifico e di un progetto di ricerca altamente innovativo.
Il progetto presentato riguarda le applicazioni di materiali bidimensionali, come il grafene, nel campo dell’elettronica, per la costruzione di circuiti elettronici contenuti per esempio nei nostri computer e smartphone, e che in futuro potranno essere stampati su supporti flessibili come la carta.
“Grazie alla collaborazione con l’Università di Manchester, insignita del premio Nobel 2010 per le ricerche sul grafene – spiega Fiori – possediamo degli inchiostri ricavati da questo materiale, che sono del tutto simili agli inchiostri delle nostre stampanti, ma con proprietà elettroniche eccellenti. La ricerca finanziata ha lo scopo di utilizzare questa tecnologia per stampare circuiti integrati e transistor. Magari, in un futuro non lontano, potremmo arrivare a stampare da soli il nostro ipad o il nostro smartphone, con una semplice stampante a getto di inchiostro e un foglio di carta. Potremo quindi progettare e stampare dispositivi “personalizzati”, che rispondono alle nostre esigenze specifiche, a basso impatto ambientale e facilmente smaltibili.”.
Responsabili di questo scenario futuristico sono le proprietà degli inchiostri composti da materiali bidimensionali (sottili come un singolo strato atomico), a base d’acqua, biocompatibili e adatti a una tecnologia a basso costo come la stampa a getto di inchiostro. Questa tecnologia può aprire la porta a innumerevoli applicazioni, che vanno da etichette intelligenti per l’industria 4.0 a dispositivi biomedicali per l’analisi dei segnali biometrici, a metodi smart anti contraffazione.
“Al momento – aggiunge Fiori – il livello di integrazione dei circuiti bidimensionali a cui possiamo arrivare è simile a quello che la tecnologia basata sul silicio (tuttora utilizzata per costruire i nostri processori) aveva negli anni settanta, quando la potenza di calcolo dei computer era immensamente inferiore all’attuale. Ma poi le cose sono progredite in modo sorprendentemente veloce: il primo processore, realizzato agli inizi degli anni 70, conteneva solo 2000 transistor: ora i chip ora ne contengono miliardi.
Nei prossimi 5 anni, il professor Fiori e il suo gruppo di ricerca lavoreranno per rendere reale quello che ora, nell’immaginario collettivo, sembra un film di fantascienza.
Circa 3.000 sono stati i progetti presentati per ottenere il riconoscimento. I 329 selezionati riceveranno un finanziamento complessivo di 630 milioni di euro. 33 gli Italiani, di cui però solo 14 condurranno la propria ricerca in Università e strutture italiane. Oltre all’Università di Pisa, con il Grant di Fiori, nella lista dei premiati figurano l’Università di Milano, l’Università di Padova, la Sissa di Trieste, il Politecnico di Torino, la Sapienza di Roma, l’Inaf, l’Infn, l’Università Sacro Cuore, il Laboratorio Europeo di Spettroscopie, l’Università di Torino e il CNR.