Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi
Comunicati stampa

È stata inaugurata al Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi la mostra “Orme pisane in Sardegna. Immagini di storia e di affetti”, visitabile fino al 23 settembre 2018. Alla presentazione erano presenti il professor Alessandro Tosi, direttore del Museo, Giovanni Padroni, autore delle foto esposte, e la professoressa Maria Laura Testi Cristiani, storica dell’arte dell’Ateneo.

orme_pisane.jpg

Nel 1994 Giovanni Padroni firma, con Orme pisane in Sardegna, un volume fotografico dedicato alla storia e alle memorie della città, inseguite e ricomposte attraverso le tante testimonianze di architettura romanica legata ad antiche maestranze pisane. Un viaggio in Sardegna sentimentale, artistico e intellettuale che riesce a cogliere il significato più profondo del rapporto tra i segni della storia e le qualità del paesaggio, laddove la forza emozionale e poetica dell’immagine fotografica suggerisce e accende trame inattese e sorprendenti in una geografia di linguaggi e culture, uomini e idee.

Ad accompagnare le splendide fotografie di Padroni sono i testi di autorevoli studiosi come Maria Laura Testi Cristiani e Marco Tangheroni, che ripercorrono tali legami in termini artistici, politici e culturali. E il viaggio sulle “orme pisane”, arricchito da pagine tanto belle, trova ulteriori complicità in alcuni disegni eseguiti in Sardegna nel 1978 da Fernando Vallerini, raffinato artista e conoscitore che a Pisa e al suo territorio ha lasciato altri titoli indimenticabili.

_DSC4960.jpeg
Nella foto, da sinistra: Giovanni Padroni, Maria Laura Testi Cristiani e Alessandro Tosi.

Dal ricordo e dalle emozioni di quel volume nasce la mostra Orme pisane in Sardegna. Immagini di storia e di affetti, che nel magico accordo tra creazione artistica e ricerca storica unisce altri ricordi, altre emozioni. La galleria fotografica di Giovanni Padroni, riproposta in un suggestivo allestimento e con l’aggiunta di scatti inediti, è annunciata da una selezione dei disegni di Fernando Vallerini conservati nelle collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe dell’Università di Pisa, attraverso cui inseguire evocazioni e corrispondenze di antiche pietre. E la trama affettiva che le immagini trattengono e amplificano si arricchisce nel ricordo di Marco Tangheroni, della sua biografia intellettuale, di una grande eredità scientifica e umana – memorabile la mostra Pisa e il Mediterraneo – che ancora consente di pensare alla storia, e ai suoi paesaggi, come preziosa, irrinunciabile occasione per spiegare il presente.

La mostra è realizzata dal Museo della Grafica (Comune di Pisa, Università di Pisa) con la collaborazione della Società Storica Pisana. Con il patrocinio del Centro di Studi Storici Mediterranei “Marco Tangheroni” e de Gli Amici dei Musei e Monumenti Pisani. Un particolare ringraziamento al Rotary Club di Pisa, nel 1994 promotore (con il Rotary Club di Cagliari) del volume di Giovanni Padroni Orme pisane in Sardegna.

 

**********

ORME PISANE IN SARDEGNA. Immagini di storia e affetti
Pisa, Museo della Grafica – Palazzo Lanfranchi (Lungarno Galileo Galilei, 9)
20 luglio – 23 settembre 2018

Orari
Lunedì-domenica 09:00-20:00

Biglietti
Intero: € 5,00
Ridotto: € 3,00

Informazioni
Museo della Grafica
+39-050-2216060
email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.museodellagrafica.unipi.it

amalia 1 copySi è laureata all’Università di Pisa lo scorso 11 luglio la prima studentessa cubana del progetto "Inclinados Hacia América Latina"Amalia De la Guardia Rey, che ha appena conseguito il titolo in Scienze e Tecniche delle attività motorie preventive e adattate all’Università di Pisa, viene dall’Avana e ha scelto l’Ateneo pisano spinta dalla volontà di mettere alla prova le sue capacità e crescere come professionista.

All’Universidad de Ciencias de la Cultura Física y el Deporte Manuel Fajardo a Cuba, Amalia si laurea in Scienze e Tecniche Motorie, e lo sport diventa il suo pane quotidiano: inizia a lavorare come professoressa di anatomia degli sportivi, insegna fronttennis e successivamente diventa coordinatrice sportiva. Poi, la svolta.

Grazie al progetto “Inclinados Hacia América Latina”, che ogni anno offre agli studenti dell'America Latina l’opportunità di continuare il proprio percorso formativo all’Unipi, Amalia decide di cambiare rotta: lascia la sua terra e punta dritto verso Pisa, iscrivendosi al corso di laurea magistrale in Scienze e Tecniche delle attività motorie preventive e adattate. Con tenacia ed impegno riesce a destreggiarsi tra le difficoltà che inevitabilmente il trasferimento comporta: “All’inizio è sempre difficile, ti ritrovi immersa in un clima e culture diverse. L’Università di Pisa utilizza altri metodi di valutazione, ed un altro idioma, ma con dedizione si supera qualsiasi ostacolo. Con il tempo non puoi fare a meno di amare questo paese”. Queste le parole della studentessa cubana di cui colpiscono l’entusiasmo e la profonda riconoscenza verso l’Ateneo pisano dove si è sentita fin da subito accolta, e seguita.

La ragazza si è fatta così testimone della salda cooperazione tra Cuba e l’Ateneo, legame ancor più forte dopo la visita ufficiale all’Università di Pisa dell’ambasciatore Jose Carlos Rodriguez Ruiz alla quale è stata invitata anche la studentessa dell’Avana. L’allora laureanda ha portato i suoi saluti all’ambasciatore e raccontato brevemente la sua esperienza a Pisa, sottolineando con quanto orgoglio ha intrapreso il suo percorso qui in Italia.

amalia 2.jpg

L’11 luglio Amalia ha concluso il suo percorso all’Università di Pisa discutendo una tesi che guarda al miglioramento società: la formazione emotiva dei ragazzi della scuola elementare attraverso la lezione di educazione fisica. Riconoscere l’importanza della pratica sportiva per il benessere generale del paese è il grande sogno che Amalia coltiva da sempre: “Vorrei poter insegnare ai ragazzi che si possono divertire di più con un pallone che con un cellulare, aiutare le persone a vivere una vita con meno stress”, confessa la laureata cubana, il cui traguardo si fa portavoce dell’ormai collaudato progetto di internazionalizzazione a favore degli studenti sudamericani.

IngeniArs, spin-off dell'Università di Pisa, ha inaugurato la sua nuova sede di oltre 120 mq in via Ponte a Piglieri 8 a Pisa. I nuovi spazi e laboratori consentiranno un’ulteriore espansione dell’azienda che opera nei settori dell’Automotive Electronics, Space Communications, ICT per Healthcare e che ha ricevuto diversi riconoscimenti in ambito europeo.

Ingeniars.jpeg
Il personale IngeniArs e gli ospiti dell’evento.

IngeniArs ha come soci co-fondatori Luca Fanucci, Sergio Saponara, Massimiliano Donati, docenti e ricercatori del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII). All’inaugurazione hanno partecipato anche Leonardo Bertini, delegato del Rettore per la promozione delle iniziative di spin-off, start up e brevetti, Giuseppe Anastasi, direttore del DII, e la professoressa Giovanna Mariani, membro del comitato spin-off di Ateneo.

“IngeniArs è nata nel maggio 2014 dal solo capitale dei 6 soci fondatori e non vi era nessun dipendente. Oggi, possiamo contare su ben 17 unità di personale, tutti laureati magistrali o dottori di ricerca dell’Università di Pisa – spiega Luca Fanucci, amministratore della spin-off – Siamo molto orgogliosi dei risultati che stiamo ottenendo, frutto del grande lavoro e delle brillanti capacità di tutto il personale che è coinvolto. Risultati che ci permettono, tra l’altro, di dare interessanti opportunità di lavoro ai laureati del nostro ateneo che desiderano mettere i propri talenti a disposizione di questa giovane e dinamica start up”. 

Emanuele Scalabrelli, 26 anni originario di Roma, è il primo laureato in Scienze dei prodotti erboristici e della salute (SPES) dell’Università di Pisa. Ha ottenuto il titolo con il punteggio di 110/110 e lode discutendo, nel curriculum di Scienze erboristiche, una tesi intitolata “Crocus sativus L. e suoi utilizzi afferenti al sistema nervoso“, che indaga le interazioni fra i recettori del sistema nervoso centrale, gli estratti di zafferano e i suoi principali costituenti chimici. Relatori sono stati la professoressa Maria Cristina Breschi e il professor Gino Giannaccini.

 spes2

Il corso di studio in Scienze dei prodotti erboristici e della salute è stato progettato all’interno dei dipartimenti di Farmacia e di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali con la volontà di trasformare i precedenti corsi di laurea in Scienze erboristiche e Informazione scientifica sul farmaco in un unico corso di studio, a cui affiancare anche la figura dell’esperto in controllo qualità dei prodotti per la salute. A partire dall'anno accademico 2015/2016 è stato così attivato il corso triennale, che ha un percorso comune e tre distinti curricula: Scienze erboristiche, Controllo qualità e Informazione per la salute.

 spes1

"Nel primo triennio - ha commentato la professoressa Alessandra Braca, presidente del Consiglio del corso di laurea in SPES - il corso ha dimostrato un’elevata attrattività e interesse, con un totale di 621 iscritti di cui circa 300 studenti immatricolati al primo anno. Uno dei principali elementi che lo hanno caratterizzato e qualificato è il tirocinio formativo, che viene svolto all'interno dell'Università o in aziende, laboratori, enti di ricerca, istituzioni pubbliche nazionali e estere, anche nel quadro di accordi internazionali, e che permette agli studenti di acquisire direttamente competenze molto ricercate in ambito lavorativo".

iannella_cover.jpgCultura di popolo. L’iconografia politica a Pisa nel XIV secolo (Edizioni ETS, 2018) è il titolo dell'ultimo libro di Cecilia Iannella, ricercatrice di Storia medievale al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa.

I principali ambiti di ricerca di Cecilia Iannella riguardano la storia della cultura tardo medievale in rapporto alla politica ed alla società e, più in generale, lo studio di fonti narrative e iconografiche. Più di recente i suoi interessi si sono rivolti alla storia politica di Pisa nel XIV secolo, con riguardo al rapporto tra cultura di Popolo e forme di potere personale e signorile.

Pubblichiamo di seguito uno stralcio dalla premessa del volume.

**********************

L’attenzione si è rivolta alle modalità di autorappresentazione del ceto eminente, di coloro che, in periodi distinti e a vario titolo, governarono la città ed impiegarono le immagini come strumento di rappresentazione del potere (i vertici del Comune consolare, le magistrature di Popolo, i singoli domini trecenteschi). Dal rapporto con la tradizione dei secoli XI e XII, fortemente distintiva e con l’impareggiabile carica espressiva di alcune testimonianze presenti nella Piazza del Duomo, discese l’attitudine cittadina ad esprimere se stessa recuperando, trasformando o sostituendo i segni di appartenenza civica e proponendoli secondo rinnovate significazioni.

Le grandi imprese antisaracene, le relazioni con l’Impero, l’assenza di un governo di natura vescovile, la precocità dell’istituto del Comune, furono esperienze collettive che produssero, a Pisa più che altrove, l’«espansiva ed esplosiva identità urbana» dei secoli pienomedievali, di cui anche le immagini trecentesche furono esito e dimostrazioni. La primigenia libertas comunale e il populus che aveva concorso alla sua realizzazione divennero principio fondante e comunità di riferimento su cui la civitas elaborò i valori di appartenenza, identità, partecipazione condivisa. In tale contesto si generò il culto del populus pisanus, di quei pisani cives celebri virtute potentes scolpiti sulla facciata della Cattedrale che acquisirono visibilità figurata attraverso l’adozione di immagini di riconoscimento e in cui identificarsi.

Il potere evocativo degli ideali risalenti nel tempo, l’impegno politico filoimperiale che da quelli derivava, la declinazione locale del ghibellinismo pervasero e strutturarono la società pisana, garantendo solidità alle duecentesche magistrature di Popolo fino all’inizio del XV secolo, nonostante l’innestarsi al loro interno di forme di potere signorile stabili e durature. Queste ultime dimostrarono un impiego consapevole degli antichi simboli identitari del gonfalone vermiglio, dell’aquila imperiale, della Vergine Maria e del più recente stendardo con la croce di Popolo, utilizzandoli come strumenti comunicativi efficaci e flessibili per esprimere discorsi politici in continuità o in rottura con il passato. In tale senso abbiamo inteso l’espressione cultura di popolo come insieme di tradizioni, abitudini mentali, agire diffuso che pregiudicò, condizionandola, la società pisana medievale anche nelle sue manifestazioni iconografiche.

Anna SoliniLa professoressa Anna Solini, del dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica dell’Università di Pisa, è risultata tra i 5 vincitori del finanziamento messo in palio dalla Fondazione Diabete Ricerca in partnership con Esselunga per una ricerca in tema di diabete. La ricercatrice si è aggiudicata la somma di 25.000 euro grazie al progetto “Recognition of environmental pollutants as markers/determinants of renal damage during the course of type 2 diabetes”.

La finalità di questo studio è quella di valutare il ruolo di alcuni contaminanti ambientali e dietetici presenti in molti prodotti industriali (dai cosmetici agli agenti usati nella pulizia degli ambienti, agli involucri alimentari in plastica) nello sviluppo e nella progressione del danno renale in corso di diabete, esplorando anche la efficacia di diete relativamente prive di contaminanti nel ridurre questo rischio.

The University of Pisa, the first in Italy and among the first in Europe, is adopting state-of-the-art Blockchain technology in order to enhance mobility and internationalization in students' careers. The project, born from the collaboration between the University of Pisa and CIMEA, the Italian Information Center on Mobility and Academic Equivalences, member of the ENIC-NARIC network of the EU, the Council of Europe and UNESCO, and financed by the Ministry of Education, Universities and Research (MIUR), represents an important step forward towards placing the student at the centre of the learning process.

blockchain.jpg

In fact, using Blockchain technology, students will always be able to make available their own "portfolio" of information, containing key records and information (such as that which has given them admission to the university and showing how these correspond to other national systems), in a permanent, unchangeable but accessible manner. Upon enrollment, Unipi students can then permanently record the qualifications they receive according to international standards, so as to make them "legible" in Italy and abroad. In addition, the Blockchain system will allow them to add other qualifications later on, certifying and sharing them securely and permanently with other institutions or future employers.

The partnership between the University of Pisa and CIMEA adds a fundamental element to the process of recognition of qualifications and the analysis of the comparability of foreign qualifications in the Italian system, through the use of the main international classification systems and the portability of comparability assessments received from foreign institutions.

"Our University - comments prof. Paolo Maria Mancarella, Rector of the University of Pisa, - has always been attentive to internationalization and innovation in both research and teaching. This project combines both aspects, with innovation that becomes a tool both to facilitate student mobility and to strengthen the international dimension of our University. A project that leads me to imagine a future world in which students can move from one university to another, in different countries, without having to physically exchange documents, with a view to complete dematerialization".

"The project originally stems from the desire to speed up the process of matriculation of international students in our University’s programmes" - adds prof. Francesco Marcelloni, Pro-Rector for Cooperation and International Relations of the University of Pisa, - “giving the possibility to submit all the documentation in digital form through a simple interface and proceeding with the validation of the qualifications presented by the candidate through the service made available by CIMEA. Thanks to Blockchain, this verification will remain certified and available to the student who can use it throughout his/her life. This first prototype will then be extended to manage the careers of all students enrolled at the University of Pisa".

"I am particularly proud of the partnership with the University of Pisa for this extraordinary innovation in student life. - declares Luca Lantero, Director of CIMEA - The main objective for our Center is to promote academic mobility in all its forms. The possibility of having a digital certificate on Blockchain will help students during and after their academic career, facilitating the work of securities assessors".

"We are facing a real innovation in the university sector" - adds Prof. Antonella Martini, President of CIMEA - "in line with the current internationalization policies of the Ministry of Education, Universities and Research and the objectives of the recent Paris Communiqué of Ministers of Higher Education, getting closer and closer, thanks to the impulse given by Italy and the University of Pisa, to the realization of procedures for the automatic recognition of academic qualifications".

L'Elba è l'isola Toscana più ricca di specie vegetali, sono 1.098 quelle attualmente presenti di cui 8 endemiche, cioè esclusive dell'isola. Un patrimonio di biodiversità che però attualmente è a rischio, sia per i cambiamenti del paesaggio negli ultimi cinquanta anni, sia per la presenza di ben 101 specie aliene naturalizzate che rappresentano una minaccia per la conservazione della flora autoctona. È questo il quadro che emerge da due studi coordinati da Angelino Carta, ricercatore del dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa, e realizzati con la stretta collaborazione del professore Lorenzo Peruzzi dell’Ateneo pisano per la parte floristica e di due colleghi dei Royal Botanical Gardens, Kew, e dell'Università di Friburgo per l’analisi del paesaggio. Le due ricerche, cioè l’inventario aggiornato e completo delle piante che crescono spontaneamente all'Elba e la mappatura delle modifiche del paesaggio vegetale, sono state pubblicate rispettivamente sulle riviste “Italian Botanist” e "Applied Geography".

“Si tratta di un lavoro durato quasi 10 anni e realizzato grazie alla collaborazione di appassionati ricercatori, anche non accademici – racconta Angelino Carta – un’opera fondamentale per conoscere e tutelare la biodiversità vegetale dell'isola, in particolare, l'inventario floristico è stato possibile soprattutto grazie al meticoloso lavoro svolto da Brunello Pierini”.

 

Crocus ilvensis.JPG

Zafferano dell’Elba (Crocus ilvensis), la specie endemica scoperta e descritta per la prima volta dai botanici Unipi

 

Come emerge dallo studio, il patrimonio vegetale dell’Elba è costituito soprattutto da piante mediterranee ma anche da numerose specie endemiche, tra cui ad esempio lo Zafferano dell’Elba (Crocus ilvensis), scoperto e descritto per la prima volta nel 2011 proprio dagli studiosi pisani. Di particolare interesse poi anche altre dieci specie che in Toscana si trovano solamente sull’isola, come ad esempio il timo arbustivo (Thymbra capitata), pianta diffusa in Italia del Sud e che trova proprio all’Elba il suo limite settentrionale.

“La ricchezza dell’isola d’Elba deriva dal fatto che sull’isola sono presenti contemporaneamente vari stadi evolutivi della vegetazione, dal pratello, alla macchia bassa sino al bosco – spiega Angelino Carta - una biodiversità sulla quale l’intervento dell’uomo nel passato ha inciso positivamente”.

 

Angelino Carta

Angelino Carta, dipartimento di Biologia, Unipi

Come la mappatura del paesaggio ha però rivelato, il declino dell'agricoltura negli ultimi cinquanta anni ha determinato una completa modifica del paesaggio vegetale, con il passaggio da un'isola in larga parte coltivata a un'isola in gran parte ricoperta da una fitta vegetazione, ma con una drammatica riduzione del numero e della varietà degli habitat vegetali.

“Se a questo aggiungiamo la diffusione di specie aliene, alcune delle quali note in Toscana solo per l’Arcipelago Toscano, come il loto americano (Diospyros virginiana) o l’albizia (Paraserianthes lophanta) – conclude Angelino Carta - non possiamo che lanciare un allarme per il futuro incerto per la conservazione della biodiversità vegetale”.

 

Il Settore Patrimonio Culturale, Siti UNESCO, Arte Contemporanea e Memoria della Direzione Cultura e Ricerca della Regione Toscana ha assegnato i contributi ai musei ed ecomusei di rilevanza regionale. Tra questi, risultano tra i primissimi posti della graduatoria di merito tre musei del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa: il Museo di Storia Naturale di Calci (PI) e il Museo della Grafica che si collocano rispettivamente al terzo e quarto posto, mentre l’Orto e Museo Botanico al sesto aggiudicandosi 14.785,72 euro ciascuno.

Nella valutazione sono stati presi in considerazione vari parametri tra cui: le dotazioni fisse dei musei, i servizi di accoglienza, le ore di apertura al pubblico, il numero di visitatori, le attività educative, gli eventi rivolti al pubblico e le attività di studio e ricerca.

"L'ottimo risultato ottenuto con l'assegnazione dei contributi regionali testimonia la bontà del lavoro fin qui svolto e la qualità dell'offerta fornita – dichiara la professoressa Chiara Bodei presidentessa del Sistema Museale di Ateneo - Uno stimolo per proseguire su questa strada sia per me che per tutto il Sistema Museale”.

Nello specifico, ecco nel dettaglio i dati relativi al Museo della Grafica, all’Orto e Museo Botanico e al Museo di Storia Naturale, che con un punteggio molto alto si sono collocati subito dopo il Museo di Palazzo Vecchio di Firenze e il Museo Leonardiano di Vinci (FI), dando rilievo al contesto museale pisano.

 

Museo della Grafica


Per un totale complessivo di 3600 ore di apertura al pubblico nell’anno 2017, il Museo della Grafica ha accolto un totale di 13994 visitatori, che hanno partecipato a 16 mostre temporanee, 12 tra conferenze, seminari, convegni e congressi e 28 diversi eventi collaterali. Hanno partecipato inoltre alle attività educative organizzate dal Museo, tra cui laboratori e visite guidate, un totale di 491 utenti, dove il dato più rilevante sono le 107 classi che hanno partecipato a 11 attività educative e i 374 tra bambini, ragazzi e adulti che hanno partecipato alle attività programmate al di fuori dell’ambito scolastico, come i campus al museo, i laboratori per famiglie o le attività per pubblici con necessità speciali.

museo_della_grafica.jpg

Mostre e esposizioni
• Il tempo e le opere, 22.12.2017-11.3.2018
• La città d’acciaio. Mosca costruttivista 1917-37, 24.11.2017-10.12.2017, nell’ambito della seconda edizione della Biennale di Architettura di Pisa
• Anatomia. Realtà e rappresentazione, 20.5.2017-3.12.2017
• Massimo Bergamasco, A View From Within (Endophysical Robotic Perception), 5.10.2017-19.11.2017, nell’ambito della settima edizione dell’Internet Festival
• Artes mechanicae – Macchine sceniche di Luciano Minestrella, 7.9.2017-19.11.2017, nell’ambito del Festival Internazionale della Robotica
• Imagine robots. Video, modelli e immagini da Leonardo al Terzo Millenio, 7.9.2017-1.10.2017, nell’ambito del Festival Internazionale della Robotica
• Un luogo di bellezza: la Sagrada Familia, 7-30.7.2017
• Etegami. Come i bambini giapponesi vedono l’Italia, 16.6.2017-10.9.2017
• Luoghi (s)velati. Fotografie di Rudy Pessina, 9.6.2017-30.8.2017
• I colori di un mosaico. Acquerelli di Elisa Possenti, 28.4.2017-11.6.2017
• Oltre la Muraglia. La Cina e le Città del futuro, 27.1.2017-26.2.2017
• Viviani, 23.12.2016-30.3.2017
• Quotidiane rarefazioni. Acqueforti di Fabrizio Pizzanelli, 17.12.2016-19.2.2017
• L’Arno racconta Pisa. Navigando tra i musei dell’Ateneo, 26.11.2016-22.1.2017
• Roberto Mariani architetto, senza clamore e dissonanze, 30.9.2016-15.1.2017, nell’ambito di Bright 2016-La notte dei ricercatori in Toscana

Conferenze, seminari, convegni, congressi
• Celebrazione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne con esposizione sulla facciata del Museo della Grafica del simbolico drappo rosso, 10.11.2017
• PisaBook Festival. Presentazione del libro Balene, 14.10.2017
• Tredicesima Giornata del Contemporaneo, 14.9.2017
• In occasione del bicentenario della morte di Jane Austen, performance de “I Sacchi di sabbia” e “The English Theatre Company”, 11.7.2017
• Convegno Antoni Gaudì e la Sagrada Familia (Fabrizio Sainati), 25.5.2017
• Danteprima, presentazione del DVD della Societas Raffaello Sanzio PARADISO di Romeo Castellucci, 20.5.2017
• Notte Europea dei Musei, 20.5.2017

 

Orto e Museo Botanico


L’Orto e Museo Botanico è stato visitato complessivamente da 60027 visitatori per un totale di 3960 ore di apertura. Di questi visitatori, 6900 hanno partecipato a mostre, conferenze, seminari, convegni, congressi e altre attività, mentre 754 hanno svolto attività educative e visite guidate tra i quali le 106 classi che hanno partecipato a 13 attività educative emergono come dato rilevante, così come i 588 tra bambini, ragazzi e adulti che hanno partecipato alle attività programmate al di fuori dell’ambito scolastico, come i campus al museo, i laboratori per famiglie e le attività per pubblici con necessità speciali.

orto_botanico.jpg

L’attività didattico-divulgativa e di ricerca dell’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa si è svolta su molteplici fronti durante il 2017. Le attività educative hanno incluso tre corsi di illustrazioni scientifico-botanica rivolta alla cittadinanza ed è stato lanciato a partire da giugno l’evento periodico “Domeniche al verde”, che ha visto l’apertura gratuita tutte le prime domeniche del mese. Altre iniziative sono state: il Concorso pubblico per la realizzazione del logo ufficiale dell’Ente, per il quale sono arrivate 198 proposte da tutta Italia, l’aver ospitato il punto segreteria/registrazione della maratona benefica “Cetilar Pisa Half Maraton” e la partecipazione al 112º Congresso della Società Botanica Italiana, svoltosi a Parma in settembre, dove l’Orto ha presentato la relazione “Il crescente impegno dell’Orto e Museo Botanico di Pisa nelle attività della terza missione, a seguito dell’inserimento nel Sistema Museale di Ateneo”.

Infine, l’Orto ha dedicato una parte importante dei suoi sforzi all’attività di ricerca, concentrandosi sulla valorizzazione degli antichi erbari, tramite l’informatizzazione dei campioni di Gaetano Savi.

 

Museo di Storia Naturale


Il Museo di Storia Naturale con sede nella Certosa di Calci (PI) ha accolto durante l’anno 2017 un totale di 54293 visitatori, per 3635 ore complessive di apertura (il Museo è aperto tutti i giorni dell’anno con orario continuato, ad eccezione del 25 dicembre).

Il 2017 è stato per il Museo di Storia Naturale un anno intenso di lavori, ristrutturazioni e rinnovamento delle esposizioni. Infatti il 26 maggio 2017 è stato aperto al pubblico un nuovo allestimento permanente, la Galleria storica, mentre durante tutto l’anno si sono svolti i lavori per l’allestimento della nuova Galleria dei mammiferi (inaugurata il 20 febbraio 2018), per la quale sono stati restaurati numerosi esemplari della collezione storica del Museo, ora in esposizione insieme agli esemplari della collezione Barbero acquisita alla fine del 2016.

Museo di Storia Naturale-Galleria dei mammiferi.jpg

Durante il 2017 il Museo ha inoltre ospitato due importanti esposizioni temporanee di rilevanza nazionale, “Felini, eleganza letale (in prima mondiale) e “Dinosauri, predatori e prede”, oltre ad altre 15 mostre temporanee nello spazio dedicato della biglietteria. Molto vasta anche l’offerta culturale dedicata al pubblico adulto con convegni, seminari, cicli di conferenze a tema scientifico ed eventi culturali di vario tipo tra cui spettacoli, teatrali, concerti, aperture serali e il primo Instameet. Il progetto “I Musei incontrano il territorio”, in particolare, è stato dedicato alle strutture ricettive del territorio con la finalità di far conoscere le risorse che il Museo mette a disposizione e lavorare insieme per creare un sistema coordinato di accoglienza per i turisti. Le scuole si confermano uno dei pubblici privilegiati del Museo, che tutti gli anni propone un’offerta educativa vasta e diversificata.

Nel 2017 sono state circa 1000 le classi che hanno preso parte ad attività didattiche e visite guidate. Molto apprezzate anche le attività extrascolastiche come i campus al museo e i laboratori per famiglie a cui hanno preso parte oltre 800 persone. Inoltre anche per il 2017 si sono confermate le attività dedicate a pubblici con esigenze speciali come il programma dedicato a persone con Alzheimer, e la Scuola estiva per Insegnanti alla terza edizione. Il Museo si conferma infine un importante centro di ricerca, grazie agli studi che vengono svolti sulle collezioni e su tematiche attinenti e alle numerose pubblicazioni su riviste scientifiche ma anche di tipo divulgativo.

 

Particelle piccolissime, quasi indistinguibili dalla sabbia, le microplastiche nelle nostre spiagge sono una forma di inquinamento elusivo e pervasivo con cui è sempre più necessario fare i conti. A far luce sul fenomeno è arrivato un nuovo studio del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa pubblicato su Environmental Science and Technology, la rivista dell’American Chemical Society, tra le più autorevoli nel settore tecnologico-ambientale.

La ricerca coordinata dal professore Valter Castelvetro ha analizzato dei campioni di sabbia raccolti nei pressi delle foci dei fumi Arno e Serchio per determinare la quantità e la natura dei frammenti di plastica inferiori ai 2 millimetri. I risultati hanno evidenziato la presenza di notevoli quantità di materiale polimerico parzialmente degradato, fino a 5-10 grammi per metro quadro di spiaggia, derivante per lo più da imballaggi e da oggetti monouso abbandonati in loco, ma in prevalenza portati dal mare. Come tipologia si tratta prevalentemente di poliolefine, di cui sono fatti ad esempio gran parte degli imballaggi alimentari, e di polistirene, una plastica rigida ed economica usata anche per i contenitori dei CD o i rasoi usa e getta. Questi residui variamente degradati sono stati ritrovati in quantità diversa a seconda della distanza dal mare, più concentrati nella zona interna e dunale per effetto della progressiva accumulazione rispetto alla linea della battigia.

 

ricercatori

Da sinistra: Tarita Biver, Virginia Vinciguerra, Antonella Manariti, Sabrina Bianchi, Francesca Modugno, Jacopo La Nasa, Andrea Corti, Valter Castelvetro, Rita Carosi, Alessio Ceccarini



“Le nostre ricerche stanno mettendo in evidenza quanto questa forma di contaminazione ambientale possa essere pervasiva e pressoché onnipresente anche nelle zone di intensa frequentazione turistico-balneare – spiega il professore Valter Castelvetro – uno dei principali rischi poi è che le microplastiche agiscano da collettori di sostanze inquinanti anche altamente tossiche come pesticidi e idrocarburi policiclici aromatici”.

La gestione dell’inquinamento marino e lacustre da plastica, in Italia e nel mondo, si è finora per lo più limitata a campagne di raccolta e conta (più raramente di identificazione) di frammenti plastici in mare. In genere viene utilizzata la cosiddetta “manta”, una specie di retino a maglia fine trainato da imbarcazioni, che cattura oggetti e frammenti galleggianti generalmente di dimensioni maggiori di 2 millimetri. Molto più sporadiche sono invece le campagne di raccolta di plastiche sulle spiagge costiere, così come gli studi scientifici sulla loro distribuzione e gli eventuali effetti sull’ecosistema.

 

microplastiche



La ricerca dell’Ateneo pisano mira proprio a colmare questa lacuna in modo da definire un modello analitico relativo alla distribuzione delle varie tipologie di microplastiche sulle coste italiane basato su analisi a campione. A partire da questi primi dati raccolti – giusto per dare un ordine di grandezza – i ricercatori ad esempio stimano che la quantità di microplastiche sulle spiagge italiane sia pari a 1.000/2.000 tonnellate.

“E’ importante sensibilizzare il mondo scientifico e delle istituzioni nazionali ed internazionali verso il problema delle microplastiche che sebbene potenzialmente di grande impatto è stato finora poco compreso – conclude Castelvetro – sono quindi necessarie nuove ricerche per valutare quale possa essere l’effetto di questa forma di inquinamento altamente pervasiva e, stando ai primi risultati, assai più massiccia di quanto non si credesse”.

La ricerca dell’Università di Pisa è stata finanziata con i fondi di Ateneo (PRA 2017). Fanno parte del gruppo ricerca insieme a Valter Castelvetro i professori Alessio Ceccarini, Francesca Modugno e la dottoressa Tarita Biver come personale docente; i dottori Andrea Corti, Sabrina Bianchi, Antonella Manariti e Rita Carosi come tecnici di ricerca; il dottor Jacopo La Nasa, assegnista di ricerca, e Virginia Vinciguerra, laureanda del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale.

 

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa