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Comunicati stampa

Maria AllegriniSu proposta del Ministro dell'insegnamento superiore e della ricerca francese, Maria Allegrini, professore ordinario di Fisica della materia all'Università di Pisa, è stata nominata nel gruppo di "personalità qualificate", e unica straniera, nel Consiglio scientifico dell'AERES, l'agenzia per la valutazione della ricerca e dell'insegnamento superiore francese corrispondente all'ANVUR italiana. Il presidente della Repubblica Francese Nicolas Sarkozy ha recentemente nominato il nuovo presidente del Consiglio scientifico dell'AERES e con lui i dieci nuovi membri in sostituzione dei componenti a cui quest'anno scadeva il mandato. Il neo-nominato presidente è il professor Didier Houssin, chirurgo di fama internazionale e precedentemente direttore generale della Sanità pubblica francese.

L'AERES è un'autorità amministrativa indipendente istituita in Francia nel 2007 con l'incarico di valutare le istituzioni di insegnamento superiore e gli enti di ricerca pubblici, e di validare le procedure di valutazioni dei loro docenti e ricercatori. Il Consiglio scientifico dell'AERES si riunisce circa un giorno al mese ed è composto di 25 persone, incluso il suo presidente e due parlamentari francesi. Il loro compito è di assicurare la coerenza delle procedure di valutazione dell'agenzia e di controllare che venga tenuto conto della diversità degli statuti e delle missioni delle strutture valutate. Il Consiglio scientifico è anche il garante della qualità delle valutazioni fatte dall'AERES attraverso le sue tre sezioni, rispettivamente per le istituzioni, i gruppi di ricerca e i diplomi universitari.

Maria Allegrini è docente di Fisica alla facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa e attualmente sta collaborando a un esperimento al Laboratoire Aimé Cotton, Université Paris Sud-11, Orsay. La sua attività di ricerca recente si è concentrata nell'ambito della scienza dei materiali, in particolare nanoscienza e nano-ottica. I risultati delle sue ricerche sono stati pubblicati in più di 300 articoli e in numerose presentazioni a congressi internazionali. È anche coautore di 3 testi didattici.

Ne hanno parlato:

Il Tirreno Pisa

La Nazione Pisa

PisaInformaFlash.it

 

NutemaÈ stata definita "la centrale nucleare in una sola stanza" perché, grazie a una tecnologia avanzata, riesce a simulare il funzionamento di un vero impianto: lunedì 4 luglio il Gruppo di ricerca nucleare San Piero a Grado (GRNSPG) dell'Università di Pisa ha inaugurato, nella sede del centro, NUTEMA, un'apparecchiatura in grado di monitorare e riprodurre a distanza la vita di una centrale nucleare, incidenti compresi.

Interamente progettata e realizzata dagli ingegneri del GRNSPG, impegnati da anni sul fronte della sicurezza nel campo nucleare, NUTEMA è composta da uno schermo gigante, 50 schermi individuali, 16 computer e 6 touch screen e riproduce circa 300.000 componenti di una centrale: "Tramite l'impostazione di parametri precisi, è possibile simulare un incidente di qualsiasi natura - terremoti compresi - e capire come intervenire nei casi di crisi", ha spiegato Francesco D'Auria, direttore del GRNSPG. "La particolarità di NUTEMA è che è in grado di visualizzare il rilascio di radioattività e individuare le misure necessarie per minimizzare le fuoriuscite, sviluppando procedure di gestione dell'incidente in tutta sicurezza".

L'apparecchiatura ospitata a San Piero a Grado è stata costruita nell'ambito di un progetto di cooperazione che il GRNSPG ha attivo da alcuni anni con la NA-SA, l'Agenzia Nucleoelectrica Argentina, e che, tra le atre cose, prevede una serie di attività per l'ottimizzazione dei sistemi di sicurezza dell'impianto Atucha-II, una centrale che entrerà in funzione nel 2012. Al gruppo di ricerca dell'Università di Pisa è stato richiesto di svolgere un'attività tecnologicamente complessa quale il supporto a NA-SA per la costruzione e il licensing (cioè la dimostrazione di sicurezza) di Atucha-II e NUTEMA lavorerà in questo ambito. "Anche se è stata costruita per la centrale argentina, il nostro obiettivo è rendere disponibile NUTEMA anche per altri siti", ha aggiunto il professor D'Auria. "Il nostro gruppo ha già effettuato analisi sulla sicurezza di diversi tipi di impianto e potenzialmente siamo in grado di monitorare le tecnologie attualmente esistenti".

Nutema

Con NUTEMA, infatti, sarà possibile creare un sistema integrato "esperto", che mantenga una conoscenza globale e dettagliata delle strutture e delle componenti di una centrale nucleare ivi compresi il software e le sue applicazioni, e che sia adeguato per la formazione del personale. Allo stesso tempo sarà possibile gestire la competenza e la conoscenza necessarie per la progettazione, la costruzione, l'esercizio e la manutenzione (ciclo combustibile incluso), il "licencing" e la sicurezza di questi impianti.

Ne hanno parlato:

Ansa.it
RepubblicaFirenze.it
Tv.repubblica.it
CorriereFiorentino.it
Unità Toscana
Il Tirreno Pisa
La Nazione Pisa 
PisaInformaFlash.it 
PisaNotizie
TG Regione Toscana 
InToscana.it 

 

Lunedì 4 luglio alle ore 15, nell'Aula Gerace del dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa (in Largo B. Pontecorvo 3), si terrà il seminario "Il modello Funambol: capitali americani e cervelli italiani". L'incontro, aperto a tutti, vedrà come speaker Fabrizio Capobianco, fondatore e presidente di Funambol, una società tra le più interessanti a livello mondiale nell'ambito del mobile e dell'open-source.

L'evento è organizzato nell'ambito del progetto riservato ai dottorandi dell'Università di Pisa "Phd plus: il dottorato si fa strada". Il percorso, prima iniziativa del genere in Italia e tra le più avanzate in campo europeo, prevede seminari tenuti da speaker internazionali provenienti dal mondo accademico, imprenditoriale, da enti locali o governativi, e da finanziatori istituzionali e non.

Lo scorso 6 giugno, in occasione della Conferenza Internazionale Urban Transport 2011, il professor Carlos Brebbia del Wessex Instute of Technology (UK) ha consegnato al professor Antonio Pratelli, docente di Ingegneria dei trasporti all'Università di Pisa, la "WIT Eminent Scientist Medal" 2011 per il suo "outstanding contribution to Transport Engineering". La WIT Medal è conferita una volta all'anno dal Consiglio direttivo (equivalente del nostro Senato accademico) del Wessex Institute of Technology di Southampton allo studioso di una disciplina che si è distinto in modo particolare in ambito scientifico e costituisce un prestigioso riconoscimento a livello internazionale.

Antonio Pratelli è professore ordinario presso la facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa dove tiene corsi di tecnica del traffico e di ingegneria dei sistemi di trasporto e attualmente ha un insegnamento sulla logistica della distribuzione presso il Polo Universitario di Livorno. Ha tenuto per molti anni il corso di teoria e tecnica del traffico presso la facoltà di Ingegneria dell'Università di Firenze e insegnato discipline di ingegneria dei sistemi di trasporto all'Università di Siena.

Nel corso della sua carriera accademica, il professor Pratelli ha sviluppato contatti internazionali che lo hanno portato a essere visiting professor presso la Iowa State University (USA), il College of Engineering della University of Bahrain, la Faculty of Transport and Traffic Sciences dell'University of Zagreb (Croatia).

Ha diretto progetti di interesse nazionale sul trasporto collettivo e sulla gestione dei sistemi di trasporto in situazioni di emergenza. Presso il dipartimento di Ingegneria civile dell'Università di Pisa dirige un laboratorio che si occupa sia certificazione di misure di traffico, sia di studi di fattibilità e di pianificazione delle reti urbane e dei nodi logistici.

Nelle sue ricerche ha affrontato vari argomenti dell'ingegneria dei trasporti, che vanno dalla simulazione dei flussi su reti di trasporto alla stima della domanda di spostamento e al controllo del traffico, seguendo in genere un approccio modellistico e applicativo basato sulla programmazione matematica e sull'ottimizzazione su rete. In particolare, si distinguono i vari lavori di ricerca sul trasporto collettivo nei contesti a domanda debole, dove ha anche proposto un nuovo e originale modello matematico per la progettazione delle linee su corridoio a deviazione. Di rilievo sono poi gli studi svolti nel campo sicurezza stradale sulla percezione visiva nel progetto delle intersezioni a rotatoria, settore nel quale ha dato dei contribuiti anche sui modelli di capacità.

Venerdì, 01 Luglio 2011 09:16

La Kurt-Koffka-Medaille a Concetta Morrone

È stata assegnata a Concetta Morrone, docente di Fisiologia dell'Università di Pisa, e a David Burr, professore dell'Università di Firenze, la Medaglia Kurt-Koffka, un importante riconoscimento internazionale che l'Università di Giessen conferisce ogni anno a scienziati che si siano distinti nel campo della ricerca nella psicologia cognitiva o dello sviluppo.

Concetta Morrone e David Burr sono tra i ricercatori più illustri nel campo della psicologia cognitiva. Molti dei loro lavori sono diventati dei classici ripresi nei libri di testo e, in alcuni casi, sono stati citati oltre 200 volte. Concetta Morrone e David Burr hanno condotto studi sulla percezione visiva durante i movimenti saccadici, la percezione del movimento e, negli ultimi anni, sull'organizzazione della rappresentazione visiva a livello corticale. In molti casi, le loro scoperte hanno aperto nuovi campi di ricerca ispirando molti altri ricercatori. Nel corso della loro carriera David Burr e Concetta Morrone si sono anche dedicati allo sviluppo delle funzioni visive, eseguendo esperimenti di percezione su diversi gruppi di età, dall'infanzia fino all'età adulta avanzata.

Da giovedì 30 giugno 2011 è on line la nuova Homepage dell'Università di Pisa (www.unipi.it). Il progetto, partito subito dopo l'elezione del rettore Massimo Augello e coordinato dal prorettore vicario con delega alla comunicazione, Nicoletta De Francesco, mira ad aggiornare la precedente versione sul modello delle migliori università anglosassoni e a rendere più coerenti e organiche le informazioni presenti.

Caratteristiche principali della nuova Homepage sono il mix tra funzione di servizio e funzione informativa, l'apertura alla dimensione internazionale e la proiezione verso il futuro dei nuovi canali comunicativi multimediali. Senza dimenticare l'aspetto grafico, che è stato studiato per dare risalto ai contenuti del sito, come nel caso dello Slideshow che, attraverso immagini scelte e brevi didascalie, offre una prima presentazione della realtà dell'Ateneo pisano.

Una barra di navigazione orizzontale mette in evidenza i cinque macro settori dell'Università – Ateneo, Didattica, Ricerca, Relazioni internazionali, Territorio/Imprese – e una verticale permette l'accesso immediato alle pagine più visitate dalle diverse categorie di utenti, in primo luogo gli studenti. La sezione centrale è stata pensata per accogliere un'ampia parte informativa, strutturata in due testate: "UnipiNews", il giornale on line con notizie, approfondimenti, interviste e interventi firmati; "UnipiEventi", il calendario quotidiano di seminari, convegni, mostre e iniziative di rilievo.

La nuova Homepage permette di collegarsi ai nuovi canali dell'Università su iTunesU e YouTube, con il progetto di attivare nei prossimi mesi le pagine dell'Ateneo su Facebook e Twitter, e di visualizzare la rassegna stampa, che nel frattempo si è arricchita diventando anche rassegna video e a breve rassegna web. Primo sito universitario italiano, ha news aggiornate in lingua inglese, pensate soprattutto per valorizzare al massimo le attività di ricerca che si svolgono nell'Ateneo.

Il progetto è stato realizzato con professionalità tutte interne all'Ateneo, essendo stato curato e gestito dall'Ufficio stampa e comunicazione con il supporto del Servizio sistemi informatici e del Centro interdipartimentale di servizi informatici per l'area umanistica (CISIAU). Le traduzioni degli articoli sono a cura del Centro linguistico interdipartimentale.

Come ha sottolineato la professoressa De Francesco, "la nuova Homepage si propone di offrire contenuti e linguaggi più diretti, moderni e innovativi. Questo è solo il primo passo per il rinnovamento dell'intero sito dell'Università di Pisa al cui progetto sta lavorando un gruppo di docenti, studenti e tecnici".

Si chiama "KickNKeep" ed è un videogame multiplayer sul calcio che simula uno dei momenti più emozionanti di una partita, il calcio di rigore. La particolarità è che il gioco è una App per iPhone e iPod touch sviluppata da Paolo Carrara, studente dell'Università di Milano che ha frequentato il corso iOS promosso dal dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa e le cui lezioni sono al top dei download sul sito iTunesU. Dei 60 studenti iniziali, hanno concluso il corso 46 studenti e di questi 19 hanno superato l'esame realizzando un progetto.

La App di Paolo Carrara è stata giudicata la migliore del corso per la grafica e la dinamica di gioco, che ha presupposto lo sviluppo di formule matematiche complesse per riprodurre movimenti fedeli al modo di colpire la palla: con il movimento del dito sullo schermo si possono determinare direzione, effetti e velocità della palla oppure, scegliendo la parte del portiere, decidere quale angolo coprire. "KickNKeep" è inoltre l'unica App multiplayer a essere stata progettata, che per funzionare necessita di due dispositivi che andranno a interfacciarsi via bluetooth.

A breve la App "KickNKeep" sarà disponibile su AppStore, il negozio virtuale della Apple dove invece è già arrivato il progetto "SatWeather" di Andrea Tondo, studente di Informatica di Pisa, che per questo primato ha ricevuto una menzione speciale alla fine del corso iOS. "SatWeather" è una App che mostra l'animazione di immagini meteorologiche catturate dal satellite (fonte eumetsat.int e ssec.wisc.edu), destinata a chiunque voglia vedere "con occhi diversi" la situazione del meteo in Europa e negli Stati Uniti: non fornisce direttamente le previsioni future, ma osservando l'andamento delle perturbazioni nelle ultime ore passate è possibile farsi un'idea accurata di cosa accadrà.

Un bel successo per gli studenti del corso iOS dell'Università di Pisa, il primo attivato in Italia e diventato in poche settimane il più scaricato su iTunesU: in 12 lezioni Goran Djukic, esperto del CNR, ha insegnato a programmare le famose "App" per smartphone e tablet e migliaia di utenti della rete lo hanno scaricato da casa: a fine maggio sono stati registrati 57.508 download.

Tra i 12 progetti consegnati a fine corso dai 60 studenti, sono stati selezionati quattro finalisti: oltre al vincitore "KickNKeep", "SportNews", "ManyMoles" e "iUnipi", applicazioni che comunque arriveranno presto su AppStore. Il progetto "List" ha ricevuto una menzione speciale per il migliore codice.

Raggiungere l'obiettivo di una mobilità pulita e sostenibile attraverso lo studio di vetture alimentate a idrogeno. A più di tre anni dall'avvio del programma, la facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa presenta in un convegno a Firenze i primi risultati e le prospettive pratiche del "Progetto H2 Filiera Idrogeno", una ricerca fortemente voluta e finanziata dalla Regione Toscana nell'ambito della sua politica sulla sostenibilità ambientale come "fattore fondamentale per lo sviluppo".

L'incontro, in programma il 29 giugno a Palazzo Strozzi Sacrati, in Piazza Duomo, vuole fare il punto sullo stato delle ricerche e mostrare a un vasto pubblico i risultati raggiunti in un settore in continua ascesa. Esperti e operatori del settore, insieme a rappresentanti del mondo politico, proporranno una riflessione sullo sviluppo futuro di una mobilità basata sull'uso dell'idrogeno come vettore di energia attraverso vicoli ZEV (Zero Emission Vehicles) economici ed efficienti.

Nel progetto sono coinvolti vari dipartimenti della facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant'Anna, che hanno lavorato su due principali linee di attività: la messa a punto di veicoli con motori che possano utilizzare come combustibile anche l'idrogeno; il lavoro su veicoli elettrici alimentati con celle a combustibile che utilizzano idrogeno per produrre energia elettrica in modo assolutamente pulito.

Il convegno inizia alle ore 10 con i saluti di Stella Targetti, vicepresidente di Regione Toscana con delega alla ricerca, Roberto Barale, prorettore alla ricerca dell'Università di Pisa, Maria Chiara Carrozza, direttore della Scuola Superiore Sant'Anna, e Pierangelo Terreni, preside della facoltà di Ingegneria a Pisa. Angelo Moreno di ENEA, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, presenterà una panoramica europea sull'idrogeno come vettore energetico per la mobilità. Alle 12, durante l'incontro con i giornalisti, verrà inoltre presentato il video "Io vado a idrogeno".

Nel pomeriggio spazio ai singoli ricercatori e a riflessioni sul passaggio dai progetti di ricerca al loro concreto trasferimento tecnologico. Un altro obiettivo del progetto, infatti è la ricerca di tecnologie che possano generare nuove attività economiche sul territorio, dalla produzione di componentistica, alla produzione, lo stoccaggio e la distribuzione dell'energia necessaria per la funzionalità del sistema. E questo rappresenta una delle scommesse vinte dal Progetto Filiera Idrogeno. Infatti, gli studi e le tecnologie sviluppate fino ad oggi hanno portato alla nascita di un circolo virtuoso tecnico-scientifico con almeno altri due importanti progetti regionali già avviati: Savia e NanoCatGeo.

Silvia Lametti, dottoranda del dipartimento di Informatica seguita dal professor Marco Vanneschi, ha vinto la borsa di studio del "Google European Doctoral Fellowship 2011", il programma di Google per il supporto della ricerca universitaria nel campo dell'accesso all'informazione. La proposta di ricerca presentata al concorso da Silvia Lametti ha vinto nel settore della "Computer Architecture" e riguarda lo studio di nuovi metodi per la programmazione parallela di architetture multicore.
Questa opportunità di studio viene offerta annualmente a un numero ristretto di dottorandi di tutto il mondo che si distinguono per risultati e competenze, come forma di incentivo allo sviluppo dell'informatica e delle tecnologie. Il finanziamento è diretto al sostegno di un progetto di ricerca nel settore del "Social computing", cioè dello studio della condivisione di conoscenze e della costruzione di comunità attraverso internet.

Uno studio chimico-fisico per monitorare il microclima che circonda le opere d'arte e per assicurare le condizioni più idonee alla loro conservazione, con l'obiettivo di realizzare e mettere in commercio un sensore ambientale che sia allo stesso tempo efficiente, di facile uso ed economicamente accessibile. È questo il percorso che i ricercatori pisani stanno seguendo all'interno del progetto internazionale "MEMORI" e che li ha già portati a sperimentare i loro strumenti su capolavori quali la "Dama con l'ermellino" di Leonardo e la "Medusa" di Caravaggio, oltre che su vari altri dipinti conservati alla Galleria degli Uffizi di Firenze, alla Tate Britain di Londra, al Museo nazionale di Cracovia, al Museo di belle arti di Valencia e alla Galleria d'arte nazionale di Copenaghen.

"MEMORI" è un progetto internazionale che riunisce 14 gruppi di ricerca e istituti del patrimonio culturale europei, che fanno parte di Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Irlanda, Italia, Romania, Spagna e Regno Unito, con il coordinamento dell'Istituto norvegese per la ricerca dell'aria "NILU". Finanziato già all'interno del VI Programma Quadro dell'Unione Europea, il progetto ha ricevuto tre milioni di euro nell'ambito del VII Programma Quadro, con il compito di sviluppare il programma nel prossimo triennio.

Il progetto "MEMORI" è focalizzato sugli inquinanti ambientali che si possono comunemente trovare nel micro ambiente che circonda le opere d'arte e che possono essere nocivi alla loro conservazione. A volte gli inquinanti ambientali, primi tra tutti gli acidi organici, possono essere emessi dall'opera d'arte stessa - per esempio dai materiali che la costituiscono, come gli strati pittorici, il legno o i tessuti - ma possono anche derivare da materiali impiegati in passate operazioni di restauro e conservazione. Sebbene infatti i musei possono proteggere gli artefatti dalle aggressioni esterne, come l'inquinamento cittadino e le variazioni termo igrometriche, una maggiore conoscenza è tuttora necessaria per comprendere il complesso microclima che si instaura intorno all'oggetto stesso. Il progetto si propone di colmare questa lacuna, di studiare dei sistemi per mitigare l'aggressività del microclima che circonda le opere d'arte e di sviluppare una nuova generazione di strumenti di monitoraggio ambientale, i dosimetri, funzionali e accessibili per piccoli e grandi istituti culturali. In questo modo, i conservatori avranno la possibilità di conoscere in tempo reale se un'opera d'arte è situata in una locazione idonea, o se è necessario prendere dei provvedimenti per migliorarne le condizioni di conservazione o di esposizione.

Il nostro Paese è rappresentato dal dipartimento di Chimica e chimica industriale dell'Università di Pisa, attraverso l'attività del centro di Scienze chimiche per la conservazione del patrimonio culturale (SCIBEC), con la professoressa Maria Perla Colombini e la dottoressa Ilaria Bonaduce. Il gruppo di ricerca ha oltre venti anni di esperienza nel settore della ricerca scientifica dedicata alla salvaguardia dei beni culturali. All'interno del progetto "MEMORI", Pisa fa da capofila per lo studio degli effetti degli inquinanti ambientali sulla conservazione delle vernici pittoriche, la prima barriera che un dipinto offre al mondo esterno. Le ricerche pisane permetteranno di valutare l'esistenza di parametri che consentano di attestare il rischio a cui è sottoposto l'oggetto conservato, stabilendo i valori limite oltre i quali è necessario intervenire per salvaguardare l'opera, assicurandone una efficace conservazione preventiva.

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