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Comunicati stampa

Grazie a uno studio nato dalla collaborazione tra l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, i Dipartimenti di Area Medica dell’Università di Pisa e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, è stato sviluppato un sistema robotico impiantabile (il primo al mondo con queste caratteristiche) in grado di infondere insulina a livello intraperitoneale nei pazienti affetti da diabete. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Robotics, apre nuovi scenari nella cura di una patologia che colpisce milioni di persone nel mondo: il dispositivo è composto infatti da un piccolo sistema impiantabile nel corpo umano e interfacciato con l’intestino che funge da pompa per l’insulina, e da pillole ingeribili cariche di insulina in grado di ricaricare il dispositivo quando il serbatoio della pompa si sta esaurendo.

Il dispositivo si pone come alternativa alle strategie attualmente impiegate per il controllo della glicemia, basate su iniezioni sottocutanee ripetute o su infusori indossabili. Questo consente di aggirare l’uso di porte di accesso, di cateteri, di aghi e siringhe. Il sistema sviluppato dai ricercatori coordinati da Arianna Menciassi, prorettrice vicaria della Scuola Superiore Sant’Anna, oltre a consentire una terapia localizzata e una infusione fisiologica può essere molto utile per le persone con diabete di tipo 1, in particolare per coloro che devono assumere insulina più volte al giorno.

“Lavoriamo da tempo nella robotica per terapia e chirurgia mini-invasiva – spiega Arianna Menciassi - Abbiamo sviluppato capsule per il monitoraggio gastrointestinale e sistemi magnetici per azionamenti remoti in chirurgia. Nell’ambito di una scuola di dottorato, nacque l’idea di pensare alle capsule come a degli shuttle che potevano rifornire degli organi interni artificiali, così da trattare patologie croniche di estrema rilevanza. Un finanziamento della Regione Toscana ci ha permesso di ottenere questi incoraggianti risultati”.

Robot impiantabili e capsule magnetiche per la cura del diabete

Il robot viene impiantato chirurgicamente a livello addominale nello spazio extraperitoneale e interfacciato all’intestino. Ha le caratteristiche di una pompa in grado di rilasciare insulina con elevata precisione. Quando il serbatoio della pompa va “in riserva”, una pillola ingeribile avrà il compito di rifornirlo attraverso uno speciale sistema di aggancio e trasferimento del farmaco dalla pillola al serbatoio del robot. Le pillole, ingerite normalmente, attraversano il tratto intestinale fino a una zona di “attracco” ricavata in un’ansa dell’intestino. Un meccanismo magnetico si attiva per catturare la capsula, aspirare l’insulina e riempire il serbatoio. A questo punto il meccanismo magnetico si disattiva e la capsula vuota riprende il suo percorso fino alla normale espulsione. In combinazione con un sensore per il glucosio e un algoritmo di controllo, la pompa libererà l’insulina nei tempi e nelle quantità necessarie per una corretta regolazione glicemica, operando così come il primo pancreas artificiale totalmente impiantabile.

 

Questo dispositivo è stato denominato PILLSID (PILl-refiLled implanted System for Intraperitoneal Delivery) e, al momento, è stato validato a livello preclinico.

“Questo sistema – spiega Veronica Iacovacci, post-doc dell’Istituto di BioRobotica e prima autrice dello studio - costituisce un significativo passo avanti nel campo dei sistemi robotici totalmente impiantabili e dei dispositivi per il rilascio controllato di farmaci. I risultati ottenuti a livello preclinico sono estremamente incoraggianti e di grande importanza sia dal punto di vista tecnologico che clinico. Un dispositivo di questo tip, potrebbe consentire nel futuro di sviluppare il primo pancreas artificiale totalmente impiantabile e potrebbe essere impiegato anche nel trattamento di altre patologie croniche e acute a carico degli organi intraperitoneali. I prossimi passi per raggiungere la pratica clinica? Riguarderanno un’accurata ingegnerizzazione del sistema, un miglioramento della tenuta stagna dell'impianto e delle interfacce con i tessuti del paziente, e infine una validazione preclinica a lungo termine per valutare i benefici prodotti dal sistema robotico nel trattamento di patologie croniche.”

Il sistema è stato progettato e sviluppato grazie alle competenze di robotica medica e bioingegneria dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna. Il protocollo preclinico, l’impianto del robot e il processo di controllo della glicemia sono frutto dell’intensa collaborazione con i Dipartimenti di Area Medica dell’Università di Pisa e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana.

“La consolidata collaborazione multidisciplinare tra ingegneri, medici, chirurghi di tre tra le più importanti istituzioni accademiche e assistenziali di Pisa – dichiarano Emanuele Federico Kauffmann e Fabio Vistoli, ricercatori dell’Università di Pisa e chirurghi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, responsabili della validazione preclinica del nuovo dispositivo - ha consentito di giungere rapidamente all’applicazione sperimentale di un dispositivo originale fondato su un principio applicativo potenzialmente utilizzabile in molteplici ambiti clinici al di là di quanto testato nel quadro specifico della cura del diabete mellito. I risultati registrati sono così incoraggianti da far prevedere di poter giungere in tempi altrettanto rapidi, dopo un’ulteriore fase di sviluppo e rifinitura, alla fase di piena applicazione clinica sull’uomo”.

“Quest’anno - commenta Stefano Del Prato, professore del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale della Università di Pisa e Direttore della U.O. di Malattie del Metabolismo e Diabetologia della AOUP, che ha partecipato alla ricerca con il dr. Michele Aragona - corre il centenario della scoperta dell’insulina, una tappa fondamentale nella storia della medicina e una svolta nella cura delle persone con diabete. Però, la terapia con insulina è complessa: richiede multiple iniezioni sottocutanee dell’insulina e un’attenta regolazione delle dosi in base a numerose misurazioni dei livelli di glicemia. Per questo sin dagli albori, la ricerca ha tentato di trovare soluzioni che permettessero una vita più agevole alla persona con diabete e un controllo della malattia più efficace. L’dea di un pancreas artificiale si sviluppò già 50 anni fa e ormai alcuni modelli sono prossimi all’impiego clinico. Ma la collaborazione tra Scuola Superiore Sant’Anna, Ateneo pisano e Azienda Ospedaliera apre, proprio in occasione di questo storico centenario, orizzonti ancor più ampi e promettenti per offrire un futuro migliore alle tante persone con diabete trattato con insulina”.

Dettagli dello studio:
Iacovacci, I. Tamadon, E. F. Kauffmann, S. Pane, V. Simoni, L. Marziale, M. Aragona, L. Cobuccio, M. Chiarugi, P. Dario, S. Del Prato, L. Ricotti, F. Vistoli, A. Menciassi, A fully implantable device for intraperitoneal drug delivery refilled by ingestible capsules, Science Robotics 6, eabh3328 (2021);

Si è concluso a fine giugno il restauro dell’ex Collegio Pacinotti in Piazza dei Cavalieri sede del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. I lavori realizzati grazie al contributo della Fondazione Pisa sono durati 479 giorni e hanno riguardato le facciate e il tetto.

“L’intervento si è svolto nel pieno rispetto del bene architettonico – ha detto l’Arch. Chiara Bernardini, Responsabile unico del procedimento - privilegiando il recupero e riutilizzo degli elementi originali e, solo laddove non possibile, prevedendo la sostituzione o integrazione con materiali di nuova fattura, compatibili comunque con il manufatto storico”.

La storia del Palazzo. L’edificio, noto oggi come ex Collegio Pacinotti, nacque nella seconda metà del Seicento dall’accorpamento di due case, fino ad allora indipendenti, per la realizzazione della nuova dimora dell’Auditore della Religione dei Cavalieri di Santo Stefano. I rimaneggiamenti ed adattamenti dei due secoli successivi hanno dato al fabbricato la sua configurazione attuale.

Dopo la soppressione dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, nella seconda metà dell’Ottocento, il palazzo è passato al patrimonio statale ospitando prima la sede degli uffici amministrativi provinciali, poi il Collegio Mussolini e successivamente, dal secondo dopoguerra, il Collegio Pacinotti fino al 1975, quando avvenne il trasferimento degli studenti nell’ex Conservatorio Sant’Anna in piazza Martiri della Libertà. Negli anni successivi l’ex Collegio Pacinotti ha ospitato l’Istituto di Matematica dell’Opera Universitaria e poi negli anni Ottanta il Dipartimento di Diritto Pubblico dell’Ateneo pisano.

Il restauro. Nel dettaglio, i lavori del tetto hanno comportato il completo smontaggio e rimontaggio, previa cernita e pulitura ed eventuale sostituzione, degli elementi in cotto e in legno. L’intera struttura è stata quindi rinforzata con uno strato di colla e una rete zincata, mentre sulla copertura è stata posta una nuova guaina impermeabilizzante. Oltre al consolidamento delle murature, i lavori hanno inoltre comportato l’installazione di un sistema di accesso e transito a minimo impatto visivo per ben integrarsi nel contesto monumentale della Piazza dei Cavalieri. Particolare attenzione è stata infine posta nel restauro dell’imponente gronda su piazza dei Cavalieri, ripulita dai vari strati pittorici sovrapposti e riadeguata cromaticamente.

Per quanto riguarda le facciate, i lavori hanno comportato l’integrazione dell’intonaco e la sua sostituzione con un tipo deumidificante macroporoso su tutto il fabbricato sino ad un’altezza di 1,50 metri. Oltre alla tinteggiatura con colori a base di polisilicati di potassio, i lavori sulla facciata si sono quindi conclusi con il restauro delle cornici di pietra arenaria.

I lavori sono stati seguiti per l’Ateneo dagli architetti Giulio Angeli, Chiara Bernardini, Sandro Saccuti, dal geometra Andrea Collavoli, dall’architetto Filippo Bertucci e e dall’ingegnere Paolo Del Debbio.

Sono circa duemila i candidati che nelle mattine del 1° e del 3 settembre si sono presentati all’Ippodromo di San Rossore per partecipare ai primi due concorsi di ammissione ai corsi di Laurea ad accesso programmato dell’Università di Pisa. Il primo è stato il test di ingresso a Medicina Veterinaria, che ha registrato la partecipazione di 626 ragazze e ragazzi (per 60 posti + 5 posti riservati a cittadini extra UE); il secondo, che si è svolto il 3 settembre, è il concorso per accedere a Medicina e Chirurgia/Odontoiatria e Protesi Dentaria, che ha visto 1158 partecipanti (per 279 posti + 4 posti riservati a cittadini extra UE + 9 posti per gli allievi dell’Accademia Navale di Livorno + 10 posti riservati agli allievi della Scuola Superiore Sant’Anna).

Le prove sono state ospitate nella tensostruttura allestita all’Ippodromo di San Rossore, nella bellissima cornice del Parco e nel rispetto dell’ambiente, grazie alla collaborazione tra Università di Pisa, Comune di Pisa, Ente Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli e Alfea, che ha cosentito di riportare a Pisa i test che negli scorsi anni si erano svolti a Lucca e Pontedera. La location all’interno dell’Ippodromo ha permesso il perfetto svolgimento dei test nel massimo rispetto di tutte le norme di sicurezza anti-Covid, compresa la verifica del Green Pass richiesta quest’anno dalle linee guida ministeriali.

L'area concorsuale di 9mila metri quadrati consente infatti di mantenere il distanziamento, con un'adeguata climatizzazione, gruppi elettrogeni insonorizzati e i necessari impianti tecnologici (wifi, audio e video). Il Comune di Pisa ha anche messo a disposizione una navetta per accompagnare i candidati dalla stazione di Pisa San Rossore fino alla sede dei concorsi. L’organizzazione logistica e l’accoglienza dei giovani sono state curate nei minimi dettagli, con apprezzamento anche da parte dei genitori che hanno accompagnato i figli alle prove, aspettandoli nel verde del Parco.

Il prossimo appuntamento con i concorsi di ammissione è il 9 settembre con il test di ammissione a Scienze Motorie.

 

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Dal 2 settembre 2021 è attiva l’applicazione Agenda Didattica sviluppata da UniPi per la selezione degli insegnamenti che si intendono frequentare nel primo semestre.

Tutti gli studenti sono invitati a effettuare la selezione al più tardi entro il mercoledì precedente alla settimana di inizio delle lezioni di ciascun insegnamento. Successivamente verrà attivata la funzionalità che consente di prenotare con cadenza bisettimanale la propria partecipazione “in presenza” a ciascuna lezione.

Il 1° settembre è mancato a Savona, dove era nato nel 1930, il Prof. Alessandro Martinengo. Allievo della Facoltà di Lettere di Pisa e della Scuola Normale Superiore, nel 1963 si era, rispettivamente, laureato in Lettere Moderne e diplomato in Filologia Romanza.

Dopo la laurea aveva trascorso un anno di perfezionamento come lettore di Italiano nelle Università di Heidelberg e Zurigo e successivamente usufruito di una borsa di studio annuale dell’Instituto Caro y Cuervo di Bogotá, al termine della quale aveva ottenuto il diploma di "Literatura Hispanoamericana". È stato docente incaricato di Letteratura Ispanoamericana nella Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Pisa e di Lingua e Letteratura Spagnola dell’ateneo di Trieste.

Chiamato dalla Facoltà di Lettere di Pisa come Professore Ordinario di Lingua e Letteratura Spagnola nel 1968, ha svolto tale insegnamento (poi Letteratura Spagnola) fino al 2003 e ricoperto numerose cariche (Direttore di Istituto, Presidente del Corso di laurea in Lingue e Letterature Straniere della Facoltà di Lettere, Coordinatore del Dottorato in Iberistica con sede a Pisa). È stato tra i fondatori dell’AISPI, l’Associazione degli Ispanisti Italiani, che lo ha visto anche Presidente dal 1985 al 1988.

Ha ricevuto numerosi riconoscimenti in campo nazionale e internazionale (fra cui, nel 2007, la laurea honoris causa dell’Università Ricardo Palma di Lima) e contribuito attivamente alla vita culturale della città come membro della giuria del Premio Pisa.

Studioso del Siglo de Oro (in particolare di Gracián e Quevedo, cui ha dedicato importanti volumi), raffinato traduttore e interprete di alcuni fra i suoi più importanti testi, ha esplorato anche aspetti non marginali della letteratura della Conquista e della poesia spagnola moderna e contemporanea (José de Espronceda, Antonio Machado).

Lascia un vuoto incolmabile tra i suoi numerosi allievi, molti dei quali hanno seguito i suoi percorsi di ricerca e che ora ricordano, accanto al suo generoso magistero, la sua infaticabile disponibilità al dialogo e al confronto.

Giulia Poggi e Federica Cappelli

Si è conclusa la seconda edizione della summer school dell’Università di Pisa su “Consciousness and Cognition” (https://www.unipi.it/index.php/humanities/item/16643-consciousness-cognition) diretta dal professor Bruno Neri del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, organizzata in collaborazione con l’Istituto Lama Tzong Khapa (ILTK) e con l’Associazione Frontiers of Mind. La scuola ha usufruito di un significativo contributo da parte dell’Unione Buddista Italiana sotto forma di borse di studio destinate agli studenti provenienti da paesi a basso reddito pro capite. 

Nonostante il riacutizzarsi dei problemi sanitari dovuti al Covid, 30 studenti (19 in presenza e 11 a distanza), provenienti da 18 nazioni e quattro continenti, hanno partecipato alla scuola che si è svolta dal 28 agosto al 5 settembre. L’evento ha goduto della impareggiabile cornice dell’ILTK, che ha messo a disposizione una tensostruttura appositamente attrezzata all’interno del parco di sua proprietà. In tal modo gli studenti hanno potuto usufruire anche di un programma integrativo con sessioni di meditazione e yoga guidate, offerto dall’Istituto. 

Parola chiave la multidisciplinarità che ha richiesto il coinvolgimento di ben 16 docenti, interni ed esterni all’Ateneo, con esperienze specifiche che spaziano dalla filosofia alla meccanica quantistica, dalla psicologia/psicanalisi alle neuroscienze, all’intelligenza artificiale, alla biosemiotica, alle tecniche diagnostiche, agli stati non ordinari di coscienza indotti con l’uso di sostanze psicoattive, l’ipnosi, le pratiche contemplative.

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Uno degli obiettivi a cui il progetto è improntato è quello di proporre anche visioni alternative a quella riduzionista imperante nel campo delle neuroscienze, in modo da fornire agli studenti, su un problema che è, di fatto, ancora completamente aperto, gli strumenti per porsi le giuste domande, piuttosto che una serie di risposte preconfezionate.

Tra il 28 settembre e il 14 ottobre si svolgerà l'edizione 2021 del Festival dello sviluppo sostenibile organizzato da ASVIS per sensibilizzare e mobilitare la società sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale e diffondere la cultura della sostenibilità e realizzare un cambiamento culturale e politico che consenta all’Italia di attuare l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e centrare i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs).

Entro il 24 settembre tutto il personale UniPi può registrare a questo link (anche in modo provvisorio riservandosi di perfezionare successivamente la descrizione dell'evento) gli eventi nel rispetto delle linee guida previste e ottenere cosi visibilità nel calendario del Festival gestito da ASVIS. 

I promotori degli eventi sono inoltre pregati di far pervenire gli estremi degli eventi (titolo, data, sede dell'evento e dipartimento o centro di afferenza), all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. in modo che possa essere predisposto il calendario degli eventi organizzati nell'ambito del Festival dello sviluppo sostenibile dal nostro Ateneo e sia data visibilità agli eventi nel nostro sito web istituzionale. 

benedetta mennucci

C’è anche una professoressa dell’Università di Pisa tra le “Inspiring Fifty” italiane 2021, le 50 donne più influenti nel campo STEM in Italia: si tratta di Benedetta Mennucci, professoressa ordinaria di Chimica Fisica al Dipartimento di Chimica e Chimica industriale, a capo del gruppo di ricerca MoLECoLab

La professoressa Mennucci negli ultimi dieci anni è stata presidente della Scuola di dottorato in Chimica e Scienza dei Materiali dell’Università di Pisa e presidente della Divisione di Chimica Teorica e Computazionale della Società Chimica Italiana. Il suo principale interesse di ricerca è lo sviluppo di nuovi modelli teorici, la loro implementazione in codici di calcolo altamente performanti e la loro applicazione a processi chimici e biologici. Per due volte è stata insignita dell'European Research Council (ERC) Grant per progetti di ricerca che sviluppano nuove tecniche computazionali per studiare i processi di raccolta della luce in sistemi naturali e artificiali (ERC-2011-StG EnLight) e la funzione biologica delle proteine fotorecettrici (ERC-2017-AdG LIFETimeS).

La selezione delle “Inspiring Fifty” avviene nell’ambito di una iniziativa europea lanciata in Olanda nel 2015 dalle imprenditrici digitali Janneke Niessen e Joelle Frjters per contribuire alla diversità di genere nel mondo della tecnologia. Il loro motto è “If she can see it, she can be it”, rivolto principalmente alle bambine e le ragazze che non hanno ancora chiara la percezione che le carriere STEM sono alla loro portata.

Nella lista italiana ci sono anche altre donne laureate all’Università di Pisa: Anna Grassellino, laureata in Ingegneria elettronica, oggi direttrice del “National Quantum Information Science Superconducting Quantum Materials and Systems Center” al FermiLab di Chicago, Barbara Mazzolai, laureata in Biologia, oggi Associate Director per la robotica dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, Lisa Barsotti, laureata in Fisica e oggi ricercatrice al MIT di Boston, e Luigia Carlucci Aiello, laureata in Matematica all’Università di Pisa e allieva della Scuola Normale Superiore, a lungo professoressa ordinaria di Informatica alla Sapienza di Roma.

Una borsa di studio per il Dipartimento di Farmacia destinata ad una studentessa o uno studente del Comprensorio del Cuoio che si diploma in uno dei tre istituti superiori cittadini e che sceglie di proseguire il proprio percorso di studi all’Università di Pisa. Questo il contenuto della convenzione sottoscritta questa mattina da Farm@rete, il network tra le cinque società che gestiscono le farmacie comunali di San Miniato, Fucecchio, Castelfranco di Sotto, Montopoli in Val D’Arno Santa Croce sull’Arno l’Università di Pisa con il quale si prevede, a partire dall’anno accademico 2021/2022, la copertura delle tasse d’iscrizione per uno studente o una studentessa immatricolato/a al corso di laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia all’Università di Pisa e residente in uno dei Comuni del Comprensorio.

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A sottoscrivere questo accordo sono stati Luigi Giglioli, coordinatore di Farm@rete, e il prorettore vicario dell’Università di Pisa, Carlo Petronio, alla presenza di Marco Macchia docente del Dipartimento di Farmacia, dell’assessora regionale all’istruzione Alessandra Nardini, del sindaco di San Miniato Simone Giglioli, del sindaco di Castelfranco di Sotto Gabriele Toti, dell’assessore del Comune di Santa Croce sull’Arno Daniele Bocciardi, del sindaco di Montopoli in Val d’Arno Giovanni Capecchi e del sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli, oltre ai rappresentanti delle farmacie comunali (Massimo Parentini amministratore Unico Santa Croce Pubblici Servizi Srl, Carla Pucciarelli di Farmavaldera e Coordinatrice tecnica farmacie Cispel Toscana, Eleonora Bitozzirappresentante della Fucecchio Servizi e Niccolò Bagnoli di Cispel) e dei tre istituti superiori del Comprensorio (I.T. "Cattaneo", Liceo "Marconi" e Istituto "Checchi"). 

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La convenzione, della durata di cinque anni, stabilisce che la borsa di studio resti attiva per tutti i cinque anni cel ciclo unico di laurea, se lo studente o la studentessa consegue, entro il 30 settembre di ogni anno, 30 CFU per il primo, 60 CFU per il secondo, 90 CFU per il terzo, 120 CFU per il quarto e 150 CFU per il quinto anno. Il sostegno agli studenti sarà comunque valido anche dopo la scadenza dell’accordo e sarà garantito fino alla fine del loro percorso di studi. 

“Con la sottoscrizione di questa importante convenzione con l’Università di Pisa, oggi si realizza un altro importante tassello del percorso di crescita del progetto Farm@rete – dichiara il coordinatore di Farm@rete, Luigi Giglioli -. Le farmacie pubbliche da sempre reinvestono risorse sui propri territori, da quest’oggi lo faranno anche alla luce di un percorso circolare che ha voluto unire istituzioni scolastiche del territorio (scuole superiori presenti sui vari territori comunali in cui insiste Farm@rete e loro studenti) istruzione universitaria, (grazie al prezioso contributo dell’Università di Pisa e nello specifico del dipartimento di Farmacia che ha abbracciato con entusiasmo il progetto proposto grazie alla sensibilità ed alla competenza del prof. Macchia) e mondo del lavoro (farmacie) creando un percorso che permetterà ai giovani dei propri territori di crescere e formarsi, diventando i farmacisti del futuro i quali potranno essere, se lo vorranno, nuovi importanti attori di un percorso di crescita professionale nella realtà farmaceutiche di Farm@rete – e conclude -. Insomma un percorso di crescita che vede i Comuni del comprensorio del cuoio, tramite Farm@rete, attori di uno sviluppo culturale e professionale in grado di sviluppare istruzione, formazione, crescita professionale e opportunità lavorative; un motivo in più per capire l’importanza delle farmacie pubbliche e la valenza socio economica che le stesse rivestono per i singoli Comuni”.

"Con l’istituzione di questa borsa di studio, dedicata agli studenti immatricolati al nostro corso di laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia - ha dichiarato il prorettore vicario dell'Università di Pisa, Carlo Petronio - Farm@Rete ci offre un sostegno importante al nostro impegno in difesa del diritto all’accesso agli studi universitari. Diritto fondamentale per il futuro delle nuove generazioni e del nostro Paese e da sempre al centro delle politiche dell’Università di Pisa che anche in questi lunghi mesi di pandemia non ha mancato di varare misure a sostegno degli studenti in difficoltà".

“Quando il dottor Giglioli mi ha parlato di questa bellissima iniziativa ho subito accettato con entusiasmo la sua proposta di esserne il coordinatore nonché il referente per l'Università di Pisa dal momento che rappresenta uno di quei casi concreti in cui le istituzioni ed il mondo del lavoro si incontrano e fanno squadra per valorizzare i nostri giovani e le loro professionalità future – dichiara il professor Marco Macchia -. Il valore di questa importante iniziativa risiede proprio nelle sue finalità dal momento che Farm@rete andrà a finanziare l'intero percorso di studi di studenti meritevoli del corso di laurea Magistrale a ciclo unico in Farmacia, e quindi darà particolare valore proprio al percorso formativo che è fondante per la futura attività nella professione di farmacista. Tutto questo anche alla luce del fatto che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede la riforma delle lauree abilitanti al fine di semplificare e velocizzare l'inserimento dei laureati nel mondo del lavoro - e conclude -. Gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Farmacia che fruiranno negli anni di questa opportunità, potranno poi interagire e confrontarsi in concreto con la realtà delle Farmacie Comunali della Farm@rete ed iniziare fin da subito ad avere un collegamento diretto con il mondo della professione di farmacista”.

“Come Regione Toscana da anni nel panorama nazionale siamo un’eccellenza sul fronte del diritto allo studio e questo ci riempie di orgoglio - ha affermato nel suo intervento l’assessora regionale all’Istruzione e Università Alessandra Nardini -. Abbiamo sempre cercato di sostenere chi veniva da famiglie con minori possibilità economiche per consentirgli proseguire il proprio percorso di studi. Il diritto allo studio non solo è un diritto sancito dalla nostra Costituzione, ma è per noi una priorità, perchè come Toscana vogliamo continuare a scommettere sulle giovani generazioni. Allo stesso tempo crediamo sia urgente e necessario stabilire una più stretta connessione con il mondo del lavoro, con le esigenze delle realtà territorio. Per questo sono ancora più convinta che questo progetto che lega merito e territorio sia virtuoso e voglio per questo ringraziare le amministrazioni comunali, la rete di farmacie coinvolte, l'Università di Pisa con la Facoltà di Farmacia – e conclude -. La firma di oggi è un investimento, questo territorio sceglie in maniera sinergica e condivisa di scommettere sulle proprie ragazze e sui propri ragazzi. È una scelta per cui esprimo il mio apprezzamento e il mio ringraziamento”.

“Tra gli obiettivi del progetto Farm@rete c’era quello di stabilire un rapporto sinergico tra le farmacie comunali dei territori per consentire non solo una maggiore efficienza sul piano economico delle singole strutture ma, sopratutto, la definizione condivisa di servizi e progetti che vanno a vantaggio di tutti i cittadini, in questo caso della fascia più giovane – dichiarano i sindaci -. Con questa borsa di studio vogliamo investire nella formazione e dare un’opportunità ai farmacisci del domani, e lo vogliamo fare in un momento, come quello pandemico che ancora non si è concluso, in cui ci siamo resi sempre più conto dell’importanza di questo servizio nel supporto al comparto sanitario. Fare rete è un’opportunità che abbiamo colto già da qualche anno e che adesso sta dando i propri frutti – e concludono -. Ringraziamo l’Università di Pisa per aver accolto con entusiamo questa proposta, il coordinatore di Farm@rete per l’impegno profuso in questo progetto e tutto il personale impiegato nelle nostre farmacie comunali per il grande lavoro che stanno svolgendo nella lotta al Covid”.
(Fonte: Ufficio stampa Farm@rete).

Scarselli Marco

Un nuovo studio pubblicato su “Pharmaceuticals”, rivista open access di chimica farmaceutica e scienze del farmaco, ha evidenziato come alcune tossine ambientali che possono causare la malattia di Parkinson sono un fattore di rischio anche per il diabete, dimostrando così una vulnerabilità condivisa tra neuroni dopaminergici e beta-cellule pancreatiche.

La ricerca, che è durata tre anni, è stata realizzata dagli studiosi del Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia dell’Università di Pisa, in collaborazione con quelli del Dipartimento di Scienze cliniche biotecnologiche e applicate dell’Università de L’Aquila. In particolare, gli autori della pubblicazione sono Marco Carli, Francesca Vaglini, Eleonora Risaliti, Gianluca Citi, Matilde Masini, Shivakumar Kolachalam, Giovanni Umberto Corsini, Michela Novelli, Vincenzo De Tata e Marco Scarselli per l’Ateneo pisano, Roberto Maggio per quello de L’Aquila.

“Il nostro studio – ha commentato il professor Marco Scarselli (foto in alto), associato di Farmacologia - ha evidenziato che alcune tossine ambientali, come il pesticida rotenone, possono essere un fattore di rischio non solo per la malattia di Parkinson ma anche per il diabete. D’altra parte, purtroppo, le malattie del sistema nervoso centrale spesso si presentano con comorbidità che coinvolgono anche organi e sistemi periferici”.

“Questa ricerca – ha continuato il dottor Marco Carli (foto in basso), specializzando in Farmacologia e tossicologia clinica - ha sottolineato come i neuroni dopaminergici e le beta-cellule pancreatiche condividano una significativa vulnerabilità verso alcune tossine, dovuto allo stress ossidativo a cui sono sottoposte durante la loro attività e/o a sostanze esogene. D’altronde, le beta-cellule pancreatiche esprimono recettori, enzimi e trasportatori del sistema dopaminergico che potrebbe spiegare una certa similitudine con i neuroni dopaminergici. I nostri esperimenti hanno anche dimostrato che Metformina e Vitamina E proteggono dalla tossicità indotta da Rotenone, indicando un uso potenziale di queste due sostanze”.

La pubblicazione dal titolo “β-Cells Different Vulnerability to the Parkinsonian Neurotoxins Rotenone, 1-Methyl-4-phenylpyridinium (MPP+) and 6-Hydroxydopamine (6-OHDA)” è consultabile all’indirizzo della rivista “Pharmaceuticals“: https://www.mdpi.com/1424-8247/14/8/767

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