"Mi chiedo come possa proprio io avere ispirato parole e concetti come quelli che ho sentito. Certe mie parole, ripetute, le ho ascoltate da quella nonna che sono di me stessa e con una pena terribile per quella ragazzina che sono stata, con la consapevolezza e l'orgoglio di essere stata forse utile nei percorsi di vita delle persone che mi hanno ascoltato, cercando di trasmettere la forza che c'è in ognuno di noi per la scelta di vita." Con queste parole, la senatrice a vita Liliana Segre ha ricevuto la laurea magistrale honoris causa in Scienze per la Pace dall'Università di Pisa, nell'ambito di una cerimonia che si è svolta martedì 2 febbraio parzialmente in presenza al "Polo della Memoria - San Rossore 1938" e in diretta streaming.
"Ci sono vite - ha sottolineato Liliana Segre in uno dei passaggi di maggior forza della sua Lectio Magistralis - che a partire dalle leggi razziali firmate a San Rossore nel 1938 sono state sospese, stravolte, distrutte, e la mia è una di quelle vite: sono l'ultima testimone di quella caduta agli inferi, perché ero una bambina di otto anni quando ascoltai dalla voce dei miei cari, spariti nel vento della Shoah, che ero stata espulsa dalla scuola. E da allora niente è stato più come prima e Auschwitz fu l’orrore finale".
La cerimonia di conferimento della laurea magistrale honoris causa è stata aperta dal rettore Paolo Mancarella, che nel suo intervento si è rivolto a Liliana Segre: “La donna - ha detto - che trent’anni fa, dopo un lungo e sofferto silenzio, ha trovato le parole, la forza e il modo di lottare con gentilezza e intelligenza contro la barbarie del mondo, facendo della sua tragica esperienza un patrimonio da condividere con tutti noi, per un esercizio attivo della memoria. Unica palestra realmente in grado di dare alle nostre coscienze la forza di continuare ad indignarci di fronte ad ogni forma di discriminazione e indifferenza. Questa laurea honoris causa, allora, è il nostro modo di dirle Grazie per come ha saputo 'essere', come privata cittadina e come Senatrice a Vita, per aver mantenuto sveglie le nostre coscienze". E ha aggiunto: “L’onorificenza che oggi le consegniamo, facendola diventare idealmente membro ufficiale della nostra Comunità, è un modo per ribadire l’impegno della nostra Università a raccogliere il suo prezioso testimone, per passarlo alle nuove generazioni che siamo chiamati a formare come cittadine e cittadini, prima ancora che come donne e uomini di scienza".
"La biografia della senatrice Segre - ha ricordato nella Motivazione la professoressa Eleonora Sirsi, presidente dei corsi di laurea in Scienze per la Pace - restituisce il senso più alto di un costante impegno pubblico volto non solo a tutelare la storia e la memoria delle vittime dello Sterminio, ma anche a promuovere una autentica educazione alla cittadinanza e alla pace […]. Nei suoi incontri con i cittadini di tutta Italia, e in particolare con gli studenti, anche universitari, Liliana Segre ha contribuito a promuovere una cultura di pace positiva, espressione con la quale si intende non solo la semplice assenza di guerra, ma l’insieme delle attività volte a promuovere la giustizia sociale, la convivenza pacifica, il ripudio dei conflitti".
Dopo il rettore Mancarella e la professoressa Sirsi, sono intervenuti Gadi Luzzatto Voghera, direttore del Centro Documentazione Ebraica Contemporanea, e Noemi di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che nelle Laudatio hanno affrontato rispettivamente il tema della riflessione pubblica sulla Shoah nel rapporto tra storia e memoria e quello della "restituzione" di Liliana Segre, che attraverso la sua testimonianza, parola, presenza ha cambiato singolarmente ognuno di noi e insieme il nostro sentire collettivo.
Il conferimento della laurea magistrale honoris causa in Scienze per la Pace ha fatto da preludio alla Lectio Magistralis tenuta, a distanza, della senatrice Liliana Segre, che si è conclusa con il lungo applauso dei pochi ammessi in presenza al "Polo della Memoria - San Rossore 1938" e con il ringraziamento dei tantissimi che hanno potuto seguire le sue parole attraverso la diretta streaming.
Prima della cerimonia si è tenuta la presentazione del volume "Il dovere della parola. La Shoah nelle testimonianze di Liliana Segre e di Goti Herskovitz Bauer", di Marina Riccucci e Laura Ricotti, pubblicato da Pacini. L’incontro, coordinato dal professor Fabrizio Franceschini, direttore del Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici (CISE) dell'Ateneo pisano (leggi il suo intervento), ha visto la straordinaria e toccante testimonianza di Goti Herskovitz Bauer, autrice di memorie sulla sua deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz e attiva testimone della Shoah italiana.