Fare Open Science significa rendere aperto ogni passo della ricerca.
I principi della Open Science sono trasparenza, riproducibilità, collaborazione, inclusività, accessibilità, rigore, riuso.
La scienza aperta si basa anche sull’idea che la ricerca finanziata con fondi pubblici debba essere pubblicamente disponibile.
Perché serve la Open Science?
- Il sistema della comunicazione scientifica oggi è regolato da interessi di mercato di grandi editori commerciali e criteri di valutazione della ricerca obsoleti: le ricerche risultano chiuse dietro abbonamenti da migliaia di dollari che nessuno può permettersi (medici, professionisti, PMI);
- ogni istituzione paga la ricerca 4 volte (con fondi pubblici): stipendio, fondi di ricerca, abbonamenti alle riviste per “ricomprare” le ricerche, diritti di riuso;
- senza dimenticare che né gli autori né i revisori vengono remunerati.
I vantaggi
- Per la scienza: più trasparente, verificabile e riproducibile oltre che più rapida ed efficiente;
- per le imprese: accedendo ai risultati della ricerca possono offrire prodotti più innovativi;
- per la società: cittadini e amministratori possono prendere decisioni più obiettive sulla base dei dati, insegnanti e professionisti possono tenersi aggiornati, operatori sanitari e medici possono curarci meglio.
(E. Giglia, Journal of Biomedical Practitioners)
La Scienza Aperta è un ecosistema composto da tre livelli:
- la governance (che fornisce e supporta l’assetto di indirizzo);
- i servizi per i ricercatori (che sostengono con competenze trasversali le necessità della ricerca);
- le infrastrutture tecnologiche e di dati (che si avvalgono massicciamente di tecnologie digitali, di standard e protocolli internazionali, di interoperabilità delle piattaforme).
(Paola Gargiulo, Audizione informale nell’ambito dell’esame della proposta di legge in materia di accesso aperto all’informazione scientifica (C.395 Gallo), Memoria del 2 ottobre 2018)