La scienza è fatta da persone, pratiche, strumenti. Per rendere operativi gli approcci di Open Access, Open Data e Open Science, in questa sezione sono raccolti alcuni strumenti utili per fare scienza aperta, il cui scopo finale è l’avanzamento della conoscenza, velocizzandone la condivisione in tutti i passi del flusso lavorativo quotidiano (ricercare, analizzare, scrivere, pubblicare, diffondere, valutare).
L’arcobaleno della ricerca aperta prende in considerazione tutti questi passi e suggerisce di seguito per ognuno di essi possibili azioni e strumenti, veicolando un messaggio centrale: non è necessario fare tutti questi passi insieme, ma ogni piccolo passo fa la differenza. Ognuno può scegliere da quale cominciare, tenendo conto delle abitudini della propria comunità di riferimento e degli strumenti/modalità più utilizzati o consoni alle specificità della disciplina.
Ritaglio e traduzione: Francesca Zampagni
RICERCA
- Annotare pubblicamente pagine web - che possono anche essere, nelle scienze umane e sociali, testi classici liberamente disponibili, es. Hypothes.is o Pund.it
- Condividere bibliografie su specifici argomenti, mettendo la propria competenza critica al servizio di tutti, es. Zotero
- Condividere proposte progettuali (con garanzia di paternità sull’idea di ricerca), es. RIO Journal
- Associare ai piani di ricerca un Data Management Plan (DMP): uno strumento che aiuta a riflettere ed esplicitare quali siano le migliori strategie di conservazione e di accesso ai vostri dati. Ne esistono diversi modelli, quello italiano a cura del gruppo IOSSG, il DMPonline del Digital Curation Center britannico, che ha anche un modello specifico per Horizon2020 (in cui il DMP è obbligatorio), DMPtool internazionale
ANALISI
- Pre-registrare esperimenti e ipotesi di ricerca, es. su OSF Registries o AsPredicted
- Condividere i dati, es. su Dryad, Zenodo o Dataverse
- Condividere annotazioni di laboratorio, facendo leva sull’intelligenza collettiva di gruppi di ricerca sparsi nel mondo, es. OpenNotebookScience
- Condividere codici o software per produrre/analizzare dati, con licenze aperte GNU o MIT, es. su GitHub (permette sia accesso pubblico sia accesso ristretto a un gruppo di ricerca)
- Condividere protocolli e workflow, es. su Protocols.io o My Experiment (é poi possibile rivendicare la propria paternità intelletuale)
- Coinvolgere un pubblico ampio attraverso la Citizien Science
SCRITTURA
- Scrittura collaborativa, ovvero strumenti online che permettono di scrivere in modo condiviso, a distanza es. Overleaf o Authorea
- Formati leggibili dalle macchine, es. Jupyter o CoCalc
PUBBLICAZIONE
Condividere il pre-print
- Condividere su archivi disciplinari, es. su OSF-Open Science Framework, Humanities Commons (scienze umane e sociali), arXiv (e-prints in Physics, Mathematics, Computer Science, Quantitative Biology, Quantitative Finance, Statistics, Electrical Engineering and Systems Science, and Economics) o bioRxiv (Biology), F1000, PeerJ (Environmental Sciences), The Winnower
- Utilizzare licenze aperte, es. Creative Commons BY
Depositare il post-print in un archivio istituzionale o disciplinare
- Depositare in archivi istituzionali, tutti gli Atenei italiani ne hanno uno (IRIS) es. ARPI per UNIPI
- Cercare un archivio disciplinare in DOAR-Directory of Open Access Repositories
E’ subito fattibile e a costo zero. NON impedisce di pubblicare sulle riviste che vengono richieste in base ai criteri di valutazione correnti. Per cercare la versione consentita dagli editori per il deposito si utilizza la banca dati SHERPA-RoMEO; il 70% la consente, Elsevier compreso.
Pubblicare su riviste Open Access o con un editore di monografie Open Access
- Elenco riviste OA si trova in DOAJ–Directory of Open Access Journals
- Elenco volumi OA, anche per editore, si trova in DOAB–Directory of Open Access Books
N.B. Le riviste sono peer reviewed, e sono accessibili a tutti senza abbonamento. Hanno un diverso modello di sostenibilità economica: una parte minoritaria delle testate chiede il pagamento delle spese di pubblicazione dell’articolo (Article Processing Charges); le monografie richiedono spese di edizione. Questi costi possono essere previsti nel budget iniziale per la ricerca, e vengono coperti dai progetti. Una tabella dei costi è curata da BioMedCentral. Attenzione a editori poco seri: utilizzate Think, Check, Submit prima di decidere.
DISSEMINAZIONE
- Mantenere un profilo ORCID
- Comunicare sui social media, es. Twitter
- Condividere poster e presentazioni, es. su FigShare
- Provare la open peer review, es. PubPeer, Peerage of Science
- Contribuire a un articolo di Wikipedia sui temi della vostra ricerca o di vostra competenza: è utilissimo per chi si avvicina per la prima volta ai vostri argomenti
VALUTAZIONE
- Cercare di utilizzare un set di metriche e indicatori diversi per cogliere le diverse implicazioni di “impatto” secondo quanto suggerito dal Manifesto di Leiden
- Chiedere all’editore di partecipare alla Initiative for Open Citations, per rendere pubblici i dati sulle citazioni
- Utilizzare laddove possibile misure di impatto alternative, es. Altmetrics
Con Altmetrics, nel campo dell'editoria scientifica e della scientometria, si intende una nuova metrica proposta come alternativa al più diffuso Impact Factor. Il termine Alternative Metrics, ossia Metrica Alternativa, proposto nel 2010 da Priem, Taraborelli e Groth, estende le metriche usate a livello dell'articolo (article level metrics) e considera, oltre al consueto conto delle citazioni ricevute da un articolo, altre forme di impatto quali i riferimenti contenuti nelle knowledge base, i download, le visite online, e la loro menzione nei social media e altri canali come blog o siti web.
Molte pratiche sono complementari a quelle tradizionali. Alcuni di questi strumenti sono alternativi - ma di gran lunga più efficienti - rispetto a quelli usati ogni giorno (es. quelli di scrittura collaborativa) altri un po’ rivoluzionari (es. OpenNoteLab per condividere gli appunti di laboratorio), altri ormai di uso quasi comune (Zenodo per i dati o GitHub per il software), altri assolutamente utilizzabili senza modificare le proprie abitudini editoriali (es. depositare il postprint negli archivi istituzionali: anche UNIPI, come ogni Ateneo, ha IRIS). Molti di questi strumenti possono essere utilizzati in modo riservato, per condividere più efficacemente le informazioni o i dati all’interno dei gruppi di lavoro.
Per ulteriori strumenti, la banca dati condivisa 400+ Tools and innovations in scholarly communication è in continuo aggiornamento, esito del progetto 101 innovations in Scholarly Communication.
Fonte: Elena Giglia, Open Science: what's in it for me, Report del Workshop di B.Kramer e J.Bosman, Torino 8-9 marzo 2018