Elenco scorciatoie

L’Istituto di Anatomia umana e la Scuola medica

L’obiettivo principale di questo lavoro è quello di raccontare la storia dell’Istituto di Anatomia Umana, sede dell’evento che per due settimane ha consentito di ammirare, in occasione del loro restauro, un cospicuo numero di Libri Antichi e Atlanti del Fondo Storico della Scuola Medica. Per raccontare questa storia è obbligatorio passare per quella più generale della Scuola Medica, non intesa come luogo ideale di intenti conoscitivi, ma come luogo fisico, corpo architettonico voluto e faticosamente realizzato per contenere gli strumenti e le strutture utili alla conoscenza della materia medica intesa in tutti i suoi aspetti, nel passato come nel presente.

Dagli Statuti Lorenesi a quelli Sabaudi
La nascita della Scuola non fu un affare semplice. Nel 1851 l’Università di Pisa viveva uno dei momenti più drammatici della sua esistenza. Per dirla con le parole di Pietro Duranti fu umiliata e straziata nella sua parte più vitale e sensibile dal decreto del 28 ottobre che aboliva le due Università di Siena e Pisa a vantaggio dell’unico Ateneo Etrusco voluto da Leopoldo II, pare per disperdere gli studenti ritenuti responsabili dei moti rivoluzionari del 1848.
Un’università dilaniata quindi, che sopravvive agli eventi unitari grazie a un decreto transitorio sull’Istruzione Superiore in Toscana e che riuscirà, nonostante tutto, a evolversi indipendentemente dal giogo di Firenze. Infatti, per buona parte del XIX secolo la facoltà di Medicina e Chirurgia dello Studio Pisano non comprendeva gli insegnamenti dell’ultimo biennio. Al termine del quadriennio gli studenti erano di fatto obbligati a terminare gli studi presso la facoltà di Medicina di Firenze. Tale condizione, che in tempi post-unitari avrebbe fortemente menomato l’importanza della facoltà medica di Pisa, relegandola fra quelle università del Regno considerate di secondo livello, spinse il mondo politico-accademico della città a impegnarsi nella realizzazione del completamento del corso di studi.
Il raggiungimento di tale obiettivo era fortemente ostacolato dall’assenza di strutture idonee all’interno delle quali potessero svolgersi gli insegnamenti: era indispensabile, quindi, creare una sede in cui concentrare la didattica, i laboratori e soprattutto le officine anatomiche e la sala settoria, fino a quel momento incluse nel perimetro dello Spedale di Santa Chiara e dichiarate ormai obsolete e poco salubri.
La volontà politica di realizzare la nuova struttura e il completamento degli studi era forte ma anche ostacolata da valutazioni economiche piuttosto pesanti. Nel 1865, dopo faticose trattative abilmente dirette da Cesare Salviati, il comune di Pisa deliberava a favore della costruzione della Scuola Medico- Chirurgica. Nell’istanza del sindaco di Pisa al prefetto della provincia si legge: Considerando che… la pisana Università, mentre può reggere al paragone di qualunque altra relativamente ad alcuni dei suoi stabilimenti scientifici, è rimasta per alcuni altri inferiore non solo alle università di pari grado ma benanco a certune fra le secondarie.

Scuola Medico-chirurgica

Figura 1 - La Scuola Medico-chirurgica della R. Università di Pisa come appariva il 17 novembre 1874, nel giorno della sua inaugurazione.

Considerando che ove un tale stato di cose si prolungasse potrebbe recare detrimento alla floridezza di quelle Facoltà universitarie che debbono trovare i loro mezzi di studio negli stabilimenti ultimi ricordati. Considerando che il recente avvicinamento della Capitale del Regno può conferire ottimamente ad accrescere la prosperità dell’Università nostra… e porla… in condizioni tali che non siano, per gli studiosi, inferiori a quelle che altrove possono trovare.
Considerando che le strettezze del pubblico erario, e la estrema urgenza di ingenti spese di altra natura non permettono d’affidarsi alla speranza che il Reale Governo possa provvedere a quanto occorre per la nostra Università.
Considerando che, fra gli stabilimenti scientifici della Università, quelli che più degli altri rimangono inferiori all’ufficio cui dovrebbero servire sono da annoverare gli stabilimenti anatomici, angustissimi, insalubri, sudici… e causa di insalubrità per il contiguo ospedale...
Considerando che la Biblioteca è scarsissimamente dotata e arretrata nell’acquisto di libri e di associazione ai fondamentali giornali scientifici…
Il Consiglio delibera, per l’esito favorevole del voto espresso per alzata di mano, che: - il Municipio di Pisa, presi gli opportuni concerti col Regio Governo, si incarichi della costruzione a proprie spese di nuovi stabilimenti anatomici... destinando a tale oggetto la cifra di Lire 180.000 invocando… l’equo concorso della Finanza Provinciale.
- sia messa a disposizione della Direzione della nostra Università la somma di Lire 14.000 perché venga erogata in acquisto di libri per la Biblioteca dell’Università nei modi determinati dal Consiglio Accademico appositamente convocato…

La risoluzione del problema della creazione di una sede adeguata consente, finalmente, di affrontare il gravoso e altrettanto oneroso problema del completamento del corso di laurea.
Portavoce di tale necessità è ancora il sindaco Di Paco che espone al pretore, nel corso dell’adunanza comunale dell’8 dicembre 1865, le motivazioni per cui si ritiene urgente e indispensabile realizzare il completamento degli Studi.
Si tratta di motivazioni varie che vanno dall’orgoglio accademico a motivi morali e non ultimi, a motivi economici. Il sindaco reputa infatti inaccettabile, per la comunità accademica pisana, che il titolo di Laurea dottorale per i medici dovesse essere emesso a nome dell’Università di Firenze, disconoscendo totalmente l’apporto culturale e formativo fornito dal quadriennio di studi pisani; reputa inaccettabile la perdita economica cui va incontro la cittadinanza che si vede limitare la sua più importante fonte di guadagno legata alla presenza in città degli studenti, dei professori e delle loro famiglie e degli studiosi che usavano permanere, per le loro ricerche, in città; non ultima è la riflessione su quanto mortificante e menomante fosse, per il decoro e il prestigio della popolazione pisana, una tale situazione all’interno del nuovo Regno.
A conclusione della propria istanza il sindaco invoca la giustizia del Governo e sottolinea come non difettino i mezzi scientifici per li insegnamenti che a spese del Comune e della Provincia si vorrebbero istituire per rendere la Facoltà Medico- Chirurgica così completa come sono quelle delle altre università del Regno: ripristinandovi cioè la Clinica ostetrica, instituendovi le Cliniche delle malattie mentali, di quelle della pelle, e delle sifilitiche: completando lo insegnamento della Anatomia patologica, e facendo rivivere quello della Medicina forense.

Piano terra della Scuola Medica

Figura 2 - Piano terra della Scuola Medica (1874-1903). Gli istituti erano distribuiti intorno all’impianto a croce rappresentato complesso delll’Aula Grande e delle Aule Piccole.

A seguito di tali e altre discussioni, nel corso dell’adunanza del 12 dicembre 1865 si esegue votazione per alzata di mano e all’unanimità il Municipio di Pisa, delibera di assumersi per metà la occorrente spesa consistente di lire 15.000.
Il 3 gennaio 1866, con 26 voti favorevoli e uno contrario, il Consiglio Provinciale dichiara la propria disponibilità a pagare il resto della cifra affinché si realizzi il completamento degli studi. Con quell’atto, l’Università di Pisa, per la legge del 31 luglio 1862, n° 719 e successivi regolamenti dell’ordinamento sabaudo, veniva annoverata fra le sei primarie Università del Regno.
All’inizio del 1866, dunque, i progetti per la costruzione della Scuola e per il completamento degli Studi sono finalmente realizzabili.
La fabbrica della Scuola
Un requisito fondamentale per la costruzione della Scuola è che il complesso fosse assolutamente adiacente, per motivi pratici, ai RR Spedali di Santa Chiara.
I terreni ortivi posti a nord dell’Ospedale rappresentavano le aree ideali per la costruzione della Scuola. Le trattative per il loro acquisto si risolsero, non del tutto tranquillamente, con un contratto di vendita firmato solo il 22 marzo 1871, a lavori già iniziati.
Il progetto architettonico della Scuola fu affidato all’ingegnere comunale Gaetano Corsani e i lavori murari furono appaltati, nel 1868, all’impresa Francesco Antonini, che li completò circa cinque anni dopo, comprese le opere in ferro e gli arredi.
La Scuola Medico Chirurgica al momento della sua inaugurazione, avvenuta il 17 novembre del 1874 e definita da Pietro Duranti ampia, salubre, elegante, sontuosa, magnifica davvero, rispecchiava i gusti architettonici dell’epoca: una ambiziosa e grandiosa costruzione fedele agli stilemi neoclassici diffusisi in ambito nazionale tra ‘800 e ‘900 e molto graditi a Pisa (fig.1).
In un documento conservato presso l’Archivio di Stato è riportata la descrizione della Scuola, basata su una planimetria del 1892, ma fedelissima a quella originale del 1867: Quasi tutti gli istituti biologici dell’università di Pisa hanno sede nel palazzo della Scuola Medico Chirurgica esistente in via Solferino il quale si trova oggidì nelle condizioni invariate di grandezza e disposizione come fu ultimata sui disegni del compianto ingegnere Corsani.
La scuola occupa la mediana del terreno rettangolare di m 102x117 che ha fronte sulla via Solferino, fiancheggiata a notte dal terreno dei RR Spedali di Pisa e a giorno dalla via Savi e a ponente dalla Scuola Veterinaria.
Chi, varcato l’atrio percorre dalla destra il porticato di comunicazione trova successivamente nelle quattro maniche (i.e., corridoi) del perimetro le sedi dei gabinetti di anatomia patologica, medicina operativa, igiene, anatomia normale, patologia generale, patologia speciale chirurgica, fisiologia, materia medica e farmacologia.

zona d’ingresso della scuola

Figura 3 - Due sezioni progressive (est – ovest) del corpo arretrato, zona d’ingresso della scuola. Si notino le emergenze delle aule.

La manica di levante è occupata dalla Grande Aula (oggi Aula Magna). Le altre due maniche a giorno e a notte, contengono ciascuna un’Aula Minore 7 (oggi aule C e D) e racchiudono un vestibolo da cui s’accede alle tre aule (fig. 2).
La costruzione ha una forma ad H con quattro spaziose corti interne, ed è per la maggior parte costituita dal solo piano terra ad esclusione del prospetto di levante su via Solferino, che compresi gli avancorpi, si eleva su due piani.

Per una descrizione più estesa possiamo aggiungere che il prospetto principale su via Solferino era caratterizzato, ieri come oggi, da bozze in pietra a bugnato liscio al piano terra e sugli angoli, e da intonaco in finto bugnato rustico al primo piano; i volumi superiori delle tre aule centrali, poste al piano terra emergevano nel prospetto, per l’altezze di circa diciassette metri (aula Grande) e di tredici metri (aule Minori) (fig. 3). Le facciate dei due avancorpi laterali (l’istituto di farmacologia e l’istituto di anatomia patologica), erano scandite da una successione di tre aperture con ingresso centrale, mentre il corpo di fabbrica arretrato (la scuola) era caratterizzato da cinque aperture con al centro l’ingresso principale. Tutte le aperture, ad eccezione delle tre d’ingresso (rispettivamente dell’istituto di farmacologia, della Scuola e dell’istituto di anatomia patologica), sono state trasformate in finestre. Le aperture ad arco a tutto sesto hanno comici in pietra mentre quelle al piano superiore presentano parapetti con colonnine in pietra aggiunte nel ‘900.
Dall’ingresso principale si accedeva, come oggi, da destra e da sinistra, alla doppia scala monumentale che conduceva alla parte alta dell’anfiteatro ligneo dell’Aula Magna e di seguito al piano superiore dove, nei locali prospicienti via Solferino, erano collocati i musei di anatomia normale e di anatomia patologica (fig. 3). Gli spazi interni erano organizzati simmetricamente su un asse longitudinale interrotto dal corpo centrale delle aule con pianta a croce.
La costruzione rimase invariata fino alla fine del secolo scorso quando si evidenziarono nuove esigenze di spazio oltre che igieniche, quali la scarsa luminosità e la mancanza di ventilazione. Alla richiesta di interventi correttivi e di ampliamento il Municipio di Pisa invitò i direttori dei vari gabinetti - fra cui Angelo Maffucci, Antonio Ceci, Alfonso Di Vestea, Carlo Fedeli e Guglielmo Romiti - a produrre una relazione in cui fossero chiaramente esposte le singole necessità e dettagliatamente illustrati la destinazione e l’uso dei nuovi spazi richiesti.
Il progetto di ampliamento e di risistemazione della Scuola Medica venne affidato, dal Consiglio Comunale, all’Ingegnere Biglieri del Corpo Reale del Genio Civile il 4 novembre 1907. Tra il 1907 e il 1911 fu realizzata una serie di imponenti lavori che cambiarono radicalmente la morfologia architettonica della scuola rendendola estremamente diversa da quella originale. Innanzitutto fu effettuata la sopraelevazione (primo piano) del lato Ovest e di parte del lato Sud, ampliando gli spazi degli Istituti di Anatomia Umana e di Patologia Generale.

Planimetria

Figura 4a -Planimetria del piano terra della Scuola Medica dopo il rialzamento del corpo centrale e le altre modifiche apportate fra il 1907 e il 1911

Intervento ciclopico fu il rialzamento alla quota di circa tre metri del solaio delle aule laterali, e alla quota di circa cinque metri e mezzo dell’aula grande. Il sollevamento del corpo centrale con pianta a croce, finalizzato a migliorare la ventilazione delle aule, ebbe molteplici effetti: rese disponibili vasti locali al piano terreno, l’apertura di una corsia principale di distribuzione sull’asse longitudinale del fabbricato e il riutilizzo dei corridoi paralleli per ricavare vani ben illuminati sui quattro cortili interni (fig. 4a).
In questa fase si realizzarono, inoltre, l’ampliamento dell’Istituto di Anatomia Patologica con la creazione di una sala speciale per le autopsie, evidenziabile come un’appendice di forma trapezoidale sul lato Nord del fabbricato; la sopraelevazione di un piano dell’Istituto di Patologia Chirurgica con parte dell’ala Nord del fabbricato e, probabilmente, venne completata la soprelevazione dell’ala Sud (fig. 4a,b).
Nel 1933 venne realizzato l’ampliamento dell’Istituto di Farmacologia e Materia Medica con la costruzione di un’ala di fabbricato a un solo piano con un corridoio di disimpegno comunicante con i vecchi locali.

Planimetria

Figura 4b -Planimetria del piano ammezzato formato dal rialzamento del corpo delle aule

Dal 1933 ad oggi sono stati effettuati una miriade di piccoli interventi, difficili da ricostruire cronologicamente e spazialmente: l’ampliamento o la divisione di questo o di quel vano, la costruzione di numerosi ammezzati e la costruzione delle strutture ancillari nei giardini a ridosso del perimetro esterno della costruzione madre, contribuirono a modificare enormemente l’assetto originario della scuola.
L’Istituto di Anatomia Umana La necessità di avere adeguati gabinetti anatomici e una moderna sala di dissezione indipendenti e discosti dai RR Spedali, furono i motivi di base per cui fu possibile realizzare la costruzione del complesso architettonico che ospita la Scuola Medico-Chirurgica (fig. 5).
La zona della Scuola destinata ad accogliere l’istituto di anatomia, le officine anatomiche e la sala settoria fu identificata nel lato di ponente. La scelta di tale localizzazione aveva una sua precisa motivazione: era la parte della Scuola dove con minor fatica e maggiore discrezione potevano muoversi, dall’adiacente ospedale, le carrette che trasportavano i cadaveri.
Nel 1907, all’inizio della grande ristrutturazione, Antonio Romiti, successore di Pietro Duranti alla direzione dei gabinetti anatomici, propose il suo progetto che prevedeva la riorganizzazione del piano terra e l’innalzamento di un piano superiore (fig. 6):
- Al primo piano si ammetterebbero i locali del Museo di Anatomia Normale che potrà ricevere un nuovo ordinamento e maggiore estensione... si ammetteranno anche i laboratori dell’anatomia normale stessa… e una parte degli uffici di gabinetto che presentemente sono a piano terreno
La destinazione dei vari locali potrà essere la seguente:
- Al pian terreno: ingresso, magazzini e ripostigli, studio dell’assistente, studio dell’aiuto, corsie di servizio, sala delle autopsie, sala di preparazione dei cadaveri, latrina, locale del servente, passaggio al giardino.
- Al primo piano: scala riservata al gabinetto, corsie del museo, ripostiglio, latrina, sale del museo, laboratorio del direttore, biblioteca e archivio, sala da bacteriologia, gabinetto del servente anziano.
Negli anni ’60, sull’angolo di sud-ovest venne aggiunto un prefabbricato, attaccato al corpo originario e da qui raggiungibile, eccedente in altezza al primo piano, e sede della grande Aula Vitali.
Infine, il taglio longitudinale della metà di ponente del primo piano consentì, negli anni 50-60, la creazione di un ulteriore piano, il secondo piano ammezzato, attualmente sede di studi laboratori e soprattutto del Museo di Anatomia Umana Normale. L’altra metà del primo piano, quella rivolta a Figura 5 - Planimetria dell’istituto di anatomia umana, limitato al solo piano terra, come si presentava nel 1876. 9 est rimase invariata (a tutta altezza) ed è oggi nota come Galleria Mascagni.

Planimetria

Figura 5 - Planimetria dell’istituto di anatomia umana, limitato al solo piano terra, come si presentava nel 1876.

Conclusioni
L’Istituto di Anatomia è oggi un ambiente ampio, luminoso e arioso. Dopo i recenti restauri, effettuati fra il 2002 e il 2005, l’istituto ha acquisito una dimensione architettonica estremamente armoniosa, elegante e sobria che riporta alla memoria gli antichi istituti ottocenteschi, ancora oggi ammirabili in alcune università italiane e in alcune città mittleeuropee, quali Vienna e Praga. È di conseguenza innegabile l’enorme contributo apportato dall’Istituto alla recente valutazione storico-architettonica generale effettuata per gli immobili del Santa Chiara in rapporto ai grandi mutamenti previsti, e in base alla quale è stato decretato che la Scuola Medico- Chirurgica… in relazione agli stilemi e all’impianto architettonico dell’edificio, afferenti al filone neoclassico diffusosi in ambito toscano e nazionale tra ‘800 e ‘900, alla sua importanza storica correlata alla vita dell’Ateneo Pisano, alla sua valenza urbanistica in pieno centro storico e nelle immediate vicinanze della Piazza del Duomo, si ritiene l’immobile meritevole di tutela.

Piano terra e planimetria

Figura 6 - Riorganizzazione del piano terra dell’istituto di anatomia umana e planimetria del primo piano, aggiunto fra il 1907 ed il 1911.

Rosalba Ciranni
docente di Storia della medicina
r.ciranni@do.med.unipi.it

Antonio Paparelli
docente di Anatomia umana
antonio.paparelli@med.unipi.it

Ringraziamenti

Architetto Silvia Antoni, dell’Ufficio Patrimonio – Università di Pisa
Ingegnere Riccardo Ciuti, studioso di architettura pisana

Bibliografia

Intorno al completamento della Facoltà Medico-chirurgica della R. Università di Pisa. Centro Documentazione Servizi Amministrativi. Archivio, 1867, Allegato A, pp. 25-27; Allegato B, pp. 28-29
Pietro Duranti. Discorso pronunziato nel giorno 17 novembre 1874 nella occasione in
cui la Facoltà Medica della R. Università di Pisa prendeva solenne possesso della nuova Scuola eretta a cura e spese del Municipio.
Pisa, Tipografia FF. Nistri. 1875
ASP, Fondo del Genio Civile, Inv. 134, classe XXVII, n.24
ASP, Ospedali Riuniti di Pisa, Inv. 16.1, n.439
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali-Decreto n. 225 del 28 giugno 2006.