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L’Università di Pisa, l’organizzazione Medici con l’Africa Cuamm e la Fondazione Arpa hanno firmato un protocollo d’intesa per dar vita a una cooperazione in ambito sanitario nei paesi africani, con particolare attenzione alla formazione dei giovani medici. L’accordo è stato sottoscritto in rettorato venerdì 22 dicembre 2017 dal rettore Paolo Mancarella, da Don Dante Carraro, presidente Cuamm, dal professor Franco Mosca, presidente della Fondazione Arpa, e dal professor Mario Petrini, direttore della Scuola di Medicina dell’Università di Pisa.

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La finalità principale dell’accordo è favorire la partecipazione a missioni umanitarie in Africa di studenti, specializzandi e personale medico dell’Ateneo. Il programma permetterà da una parte di supportare le strutture sanitarie africane in cui il Cuamm è attivo fornendo personale qualificato che potrà formare il personale locale, dall’altra, agli studenti e agli specializzandi dell’università, di trascorrere periodi di formazione teorico-pratica all’interno delle strutture sanitarie africane supportate da Medici con l’Africa Cuamm, con la presenza di un tutor specialista. Inoltre, le parti si impegnano a implementare un programma sanitario in campo specialistico e di formazione, come per esempio in chirurgia plastica, ed offrire servizi no profit nei paesi africani.

Medici con l’Africa Cuamm è un’organizzazione non governativa (ONG) nata nel 1950 con lo scopo di realizzare progetti di cooperazione internazionale e formare medici per i paesi in via di sviluppo. Il suo obiettivo primario è la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane e per questo è presente sul campo in Africa sub-sahariana con diversi progetti, molteplici interventi di supporto e numerosi volontari. Inoltre è attiva anche nella formazione di risorse umane dedicate in Italia e in Africa e nella ricerca e divulgazione scientifica in ambito tecnico di cooperazione sanitaria.

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«La collaborazione con il Cuamm è per l’Ateneo e per i suoi studenti una grande opportunità di crescita – ha dichiarato il rettore Paolo Mancarella – I nostri medici e specializzandi hanno già partecipato a missioni supportate dal Cuamm, ma questo accordo, con l’apporto anche della Fondazione Arpa, fa sì che la nostra cooperazione diventi sistematica. Ringrazio il professor Emanuele Cigna, docente di Chirurgia plastica, che con le sue tre missioni in Africa ha aperto la strada per l’intesa con questa importante organizzazione».

«Gli specializzandi che scelgono di partire per l’Africa sono per noi una risorsa preziosa – spiega don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm – e di certo un’esperienza sul campo è per loro un’occasione per imparare molto. Negli ospedali in cui lavoriamo il personale è sempre poco e le conoscenze di questi giovani medici sono fondamentali per garantire cure di qualità ai pazienti. Allo stesso tempo, a fianco di un tutor esperto, gli specializzandi imparano a fare il loro lavoro con pochissimi mezzi a disposizione, usando il ragionamento e il senso pratico. Negli ultimi 10 anni, oltre 120 specializzandi sono partiti con noi e ormai sappiamo che da queste esperienze nascono occasioni di formazione per il personale locale, si iniziano progetti di ricerca, ci si avvicina di più all’Africa. Accordi come questo non possono che creare terreno fertile per il futuro, sia in Italia che in Africa».

“La Fondazione ARPA è da anni impegnata nella Cooperazione Umanitaria di Area Sanitaria – sottolinea il Presidente Franco Mosca – nella profonda convinzione che sia obbligo mettere a disposizione di chi ha poco o nulla non solo risorse materiali ma anche sapere e saper fare. Arpa si impegna nell’ambito dell’accordo con CUAMM a sostenere progetti formativi a favore delle aree in cui il CUAMM stesso è attivo”.

«Questo accordo offre alla Scuola di Medicina l’opportunità di potenziare la sua internazionalizzazione – conclude il professor Mario Petrini – Inoltre, per i nostri studenti aumentano le possibilità di conoscere da vicino patologie da noi meno frequenti e allo stesso tempo dà loro l’occasione di partecipare a un progetto che ha lo scopo di favorire lo sviluppo dei paesi emergenti».

A un anno dalla scomparsa, il dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa, con la Scuola Normale, ha organizzato un convegno per tracciare un profilo dell’eredità che Graziano Arrighetti lascia nella ricerca sulla letteratura greca e sulla cultura classica. Il professor Mauro Tulli, ordinario di Lingua e Letteratura greca dell'Università di Pisa, presenta il convegno, ricordando il percorso di accademio e studioso di Arrighetti.

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arrighetti graziano 1Esiodo, la lirica, Platone, la biografia nel Peripato, Epicuro e la sua scuola, l’erudizione: sei i campi di ricerca che Graziano Arrighetti ha intrecciato, nel corso della sua fertile attività, con esiti presto riconosciuti di non comune spessore critico in Europa e nel mondo. Il 9 e il 10 gennaio 2018 studiosi di grande prestigio, impegnati da tempo in questi campi di ricerca e oggi legati al quotidiano lavoro presso la nostra Università, si riuniranno per offrire un contributo con relazioni articolate per coppie, la prima per un contatto più immediato con le pagine che Graziano Arrighetti ha pubblicato, la seconda per un contatto più generale con problemi e tendenze nei sei campi di ricerca.

Un dibattito scandirà le due giornate, con tre sezioni presso il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica e tre sezioni presso la Scuola Normale, favorendo un panorama critico in grado di rilanciare la forza di un insegnamento prezioso ben oltre il pur positivo conforto che suggerisce il gioco della memoria.

Graziano Arrighetti giunse qui, Pisa, dalla sua Firenze, quale vincitore presso la Scuola Normale, quale allievo di Giorgio Pasquali, di Giovanni Pugliese Carratelli, di Giorgio Colli. La nostra Università l’accolse dal 1969 quale Professore Ordinario di Letteratura Greca.

esiodoMaestro in aula, capace di trascinare con la forza della parola, ispirata sempre al fascino del testo, maestro in Dipartimento, capace di esortare con abilità maieutica nel contatto senza mediazione della stanza di Palazzo Agonigi o nel seminario dell’abituale mercoledì, Graziano Arrighetti ha donato ai giovani dottrine, metodo, con la sua interpretazione della letteratura greca maturata sulle pagine della filologia classica tedesca.

Dal 1998 membro dell’Accademia di Göttingen, custode sempre vigile della trama epistolare con Carl Joachim Classen, Diskin Clay, Albrecht Dihle, Jean Irigoin, ma immerso nella ricerca sulla letteratura greca in Italia, con la sua militanza in Dipartimento Graziano Arrighetti ha favorito la crescita di vincoli duraturi, con Antonio Carlini, Gian Biagio Conte, con Emilio Gabba e con la sua scuola. Paradigmatica la coscienza di un mestiere intellettuale sviluppato per la nostra Università: da qui la disponibilità per la carica di Direttore, in Istituto e in Dipartimento, di Presidente di Corso di Laurea, da qui, nel 1981, il conferimento del Cherubino e, nel 2007, del titolo di Emerito.


Mauro Tulli

Partirà nei prossimi giorni e si concluderà ad aprile il progetto di Cultura Costituzionale promosso da ANPI, Ufficio scolastico Regionale e Conferenza dei Sindaci per l’Educativo della Provincia di Pisa in attuazione di quanto previsto dal Protocollo d’intesa sottoscritto nel 2015. Il progetto è finalizzato alla conoscenza della Costituzione e alla formazione di una solida coscienza democratica tra i giovani delle scuole secondarie di secondo grado e si avvale di un rapporto di collaborazione con il Laboratorio di Cultura Costituzionale promosso dai Dipartimenti di Giurisprudenza e di Scienze Politiche dell'Università di Pisa e con la Domus Mazziniana.

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«Un progetto a cui lavoriamo da molto tempo – ha sottolineato Bruno Possenti, presidente ANPI provinciale – e che si affianca alle attività di divulgazione della Costituzione che già abbiamo in campo. Il coinvolgimento degli Istituti superiori è fondamentale e la sinergia che abbiamo creato tra tutti i soggetti coinvolti dà piena attuazione a ciò che avevamo previsto nel protocollo del 2015.»

«Parleremo di Costituzione, del suo funzionamento, della sua attualizzazione, fornendo ai ragazzi e alle ragazze strumenti critici – ha ricordato il professor Saulle Panizza del Laboratorio di Cultura Costituzionale – faremo da tutor mettendo a disposizione l’attività di ricerca svolta da professori e da ricercatori. Un progetto ampio inserito all’interno della Convenzione fra il MIUR e l’Associazione Italiana dei Costituzionalisti e dunque di portata nazionale.»

«Le attività della Domus Mazziniana riprendono a pieno ritmo proprio con la collaborazione a questo progetto – ha dichiarato il direttore Pietro Finelli – forniremo il supporto storico e aiuteremo studenti e studentesse a ripercorrere questi 70 anni di Costituzione.»

«Mi piace ricordare che nel 1948, e per tutto quell’anno, la Costituzione venne affissa nella Sale consiliari dei comuni Italiani affinché vivesse in mezzo alla gente. – ha dichiarato il provveditore Giacomo Tizzanini – Il progetto con le scuole superiori ci consente di far vivere il testo Costituzionale e di attualizzarlo sperando che siano proprio i ragazzi e le ragazze a farsi portatori e testimoni della Cultura della Costituzione.»

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«Questa è una tappa importante di un viaggio che da anni abbiamo iniziato con ANPI – ha concluso l’assessora Marilù Chiofalo – e che vede l’ Amministrazione impegnata su molti fronti a promuovere attività di educazione alla cittadinanza attiva e alla Costituzione. Il testo costituzionale, con questo progetto, entra nelle nostre scuole con il rigore scientifico di chi fa ricerca e cala i risultati nel quotidiano innescando un meccanismo virtuoso verso gli studenti e le studentesse e verso i loro insegnanti. Si tratta di un progetto estremamente attuale nel momento storico in cui viviamo e nel quale imperversano i populismi che portano al totale disimpegno delle persone nel partecipare alla crescita ed alla gestione della comunità.»

Sono 37 le classi che hanno aderito provenienti da 16 istituti superiori pisani.

Gli studenti e le studentesse coinvolti avranno modo di lavorare attivamente su tre ambiti di ricerca, uno di carattere storico, uno sui diritti e i doveri dei cittadini, uno sull’ordinamento della Repubblica e sul funzionamento delle Istituzioni, affiancati da un giurista dell’Università di Pisa che farà da tutor e inquadrerà il tema da analizzare in una lezione iniziale. I ragazzi e le ragazze dovranno poi produrre un elaborato che verrà presentato a fine anno scolastico nella giornata conclusiva del progetto. I tre migliori elaborati verranno premiati da una apposita commissione.

Alla conferenza stampa erano presenti l’Assessora Marilù Chiofalo; il Presidente provinciale ANPI Bruno Possenti; il Provveditore Giacomo Tizzanini; il prof. Saulle Panizza del Laboratorio di Cultura Costituzionale dell’Università di Pisa e Pietro Finelli, direttore della Domus Mazziniana.

Per otto anni, dal 2008 al 2016, un’equipe di etologi dell’Università di Pisa ha monitorato gli spostamenti nel Mediterraneo di otto tartarughe comuni (Caretta caretta) per capire preferenze e abitudini di questa specie. E così ha scoperto che Crudelia, Obelix, Olivia e Honolulu (questi i nomi di alcuni esemplari) amano nuotare soprattutto nel golfo di Napoli, ma spaziano anche nell'area compresa tra la Campania, la Calabria e la Sicilia e se possono soggiornano volentieri nelle immediate vicinanze delle “seamounts”, cioè le montagne sottomarine la cui sommità può arrivare a poche centinaia o decine di metri dalla superficie.

La ricerca, finanziata dall’Università di Pisa con i fondi PRA, dalla Regione Toscana e dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e condotta in collaborazione con il Centro per la conservazione delle tartarughe marine di Grosseto, è stata appena pubblicata sulla rivista scientifica “Marine Biology” ed è uno dei pochi studi che fornisce informazioni dirette sull’ecologia e i movimenti delle tartarughe comuni nei mari a ovest della nostra penisola.

 

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“L’identificazione di una zona marina utilizzata preferenzialmente dalle tartarughe comuni giovani, fornisce informazioni utili non solo per migliorare la conoscenza scientifica di fasi poco conosciute del ciclo di questa specie – spiega il professor Paolo Luschi dell’Ateneo pisano - ma anche per suggerire possibili misure di conservazione e tutela nella stessa area, ad esempio attraverso la diffusione di informazioni tra i pescatori sul tipo di reti e ami da impiegare per la pesca”.

Per ricostruire i movimenti delle otto tartarughe i ricercatori hanno applicato delle piccole trasmittenti sul carapace di ogni esemplare e utilizzato tecniche di telemetria satellitare tramite Argos, un sistema franco-americano di rilevazione a distanza della posizione degli animali, che si avvale di satelliti posti in orbita polare.


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Le tartarughe protagoniste della ricerca, tutte di taglia medio grande (con un carapace lungo più di 60 cm) e quindi in fase giovanile avanzata, erano state catturate accidentalmente, soprattutto da pescatori, e riabilitate in centri di recupero in Toscana e Campania. Dopo il rilascio, avvenuto vicino alle rispettive località di cattura, hanno raggiunto con movimenti veloci e diretti l’area marina compresa tra la Sicilia, la Sardegna e la costa occidentale della penisola Italiana, nella quale sono rimaste per l’intero periodo di osservazione.

“E’ di rilievo – conclude Luschi - il fatto che gli individui studiati, che erano rimasti in riabilitazione nei centri di recupero per vari mesi prima del rilascio, non abbiano mostrato alcuna evidente alterazione del loro comportamento a seguito del periodo di degenza”.

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Nelle foto il rilascio di due delle tartarughe studiate dai biologi dell'Università di Pisa

cover.pngCarla Dente e Francesca Fedi, docenti del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica sono le curatrici di Journeys through Changing Landscapes. Il volume è il primo di una collana della Pisa University Press che nasce dal progetto di ricerca "Dislocazioni Trasnazionali. Scenari in movimento, individui e comunità, testi ed oggetti idee critiche".

Pubblichiamo di seguito una breve presentazione del libro a firma della professoressa Carla Dente, direttrice della collana.

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È uscito il primo volume della collana Viaggi per scene in movimento, che pubblicherà volumi monografici e collettanei tesi ad esplorare la dinamica transnazionale della ricerca letteraria e linguistica. Journeys through Changing Landscapes è il primo frutto di un progetto di ricerca cui hanno collaborato studiosi di varie nazionalità che frequentano ambiti disciplinari diversi. Tale ricerca a più voci ha trovato coerenza nella prospettiva teorica e analitica della mobilità culturale e nella comune volontà di porre in evidenza itinerari, disseminazioni e scambi che hanno suscitato atti creativi letterari e linguistici e stimolato una più ampia riflessione critica.

Gli studiosi coinvolti hanno superato confini disciplinari e nazionali nell’atto di dare conto della complessità di fenomeni rilevanti per la comprensione della realtà europea: realtà da sempre fatta di incontri, scontri, integrazioni e scarti, e oggi più che mai in divenire perché sottoposta ai contraccolpi della globalizzazione.

I collaboratori al volume danno conto di una varietà di fenomeni che includono migrazioni di individui e di comunità (e i loro effetti sulle culture di contatto), formazioni linguistiche e forme di ibridizzazione, influenze culturali e letterarie, circolazione di miti e di testi, traduzioni e riscritture. Fenomeni spesso interrelati, rivelatori di nuclei fertili di dialogo incrociato fra culture, che richiedono un continuo ripensamento degli strumenti critici indispensabili per interpretare testi e linguaggi.

Carla Dente

L’Università di Pisa e i Consigli Notarili di Pisa, Lucca e Livorno hanno firmato una convenzione volta a regolare le modalità generali di svolgimento del tirocinio per l’accesso alla professione notarile in concomitanza con l’ultimo anno di studi universitari. Grazie a questa convenzione locale, gli studenti del Dipartimento di Giurisprudenza potranno anticipare, durante il percorso di studi, 6 mesi di pratica notarile, svolgendo il tirocinio presso lo studio di un notaio e beneficiando della supervisione di un tutor accademico.

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L’accordo è stato sottoscritto in rettorato, giovedì 21 dicembre 2017, dal rettore, professore Paolo Mancarella, dal direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, professoressa Emanuela Navarretta e dai presidenti dei Consigli Notarili coinvolti, in particolare, dottoressa Barbara Bartolini (Pisa), dottor Vittorio Gaddi (Lucca), dottor Valerio Vignoli (Livorno). Alla firma era presente anche la professoressa Michela Passalacqua, prorettrice agli Affari giuridici.

“Ritengo apprezzabile che degli enti pubblici, quali l’Università e i Consigli notarili, collaborino insieme – ha detto il rettore Mancarella - Peraltro, i notai sono usualmente dediti a svolgere attività di pubblica necessità, stante il rilievo pubblico delle funzioni esercitate; pertanto, giudico estremamente positivo il loro attivo coinvolgimento nell’attività formativa in stretta cooperazione con l’Università pubblica”.

I presidenti dei Consigli Notarili interessati sottolineano l’importanza della convenzione ai fini dell’importanza di poter anticipare l’ingresso degli studenti nel mondo del lavoro.

Dal 22 dicembre 2017 all’11 marzo 2018, il Museo della Grafica di Pisa ospita la mostra Il tempo e le opere, a cura di Massimo Melotti e con opere di Roman Opalka, Mariateresa Sartori, Andrea Santarlasci, Fabio Mauri, Giorgio Cugno, Jasmina Metwaly, Federico De Leonardis, Claudio Costa, Francesco Jodice e Gianluca e Massimiliano De Serio.

Organizzata dal Museo della Grafica (Comune di Pisa e Università di Pisa) con il patrocinio della Regione Toscana e della Scuola Normale Superiore, la mostra intende presentare artisti e tendenze dell’arte contemporanea che hanno approfondito la loro ricerca sul tema del tempo. L'inaugurazione è venerdì 22 dicembre 2017 alle 12.00.

La mostra muove dalla ricerca artistica di Roman Opalka (1931-2011), l’artista che più di tutti ha cercato di definire con il suo lavoro il rapporto con il tempo. Nel 1965 ha dato inizio al suo progetto Opalka 1965/1 - ∞. Per tutta la vita ha dipinto una progressione numerica su tele, a cui collega un progetto sull’autoritratto: registra la propria voce che pronuncia il numero appena dipinto e scatta una foto di se stesso alla fine di ogni giorno di lavoro. La sua ricerca sul tema del tempo termina nel 2011 con la sua scomparsa. In mostra saranno presentati Détail - Autoportraits e Détail - Cartes de voyage.

Di Mariateresa Sartori (1961) viene presentato il video In Sol Maggiore/In Sol Minore, un lavoro sulla potenza pervasiva del tempo musicale e su quanto questo influenzi non solo i nostri sentimenti ma anche la nostra percezione visiva. Per farlo si avvale di immagini tratte da Heimat di Edgar Reitz, accompagnate alternativamente da brani in Sol Maggiore e in Sol minore di Vivaldi e Mozart.

Andrea Santarlasci (1964) invita ad una visione evocata dalla memoria, visione spesso giocata in un equilibrio fra emozionalità e concettualità. Il vissuto storico del luogo, diviene materiale espressivo che si palesa nella serie fotografica Eterocronia che apre ad una riflessione sul presente, sul rapporto tra individuo e memoria.

 

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Andrea Santarlasci, Lo specchio delle continuità, 2002, 32,5x45. Courtesy l'artista


Il percorso prosegue con il lavoro di Fabio Mauri (1926-2009), indiscusso protagonista della ricerca artistica degli anni Sessanta ed oggi riconosciuto maestro a livello internazionale, di cui verrà esposta una selezione di lavori storici. Tra questi Il televisore che piange (1972), opera anticipatrice della sua ricerca sui mass media e sui temi della società della comunicazione. Nei lavori di Mauri la dimensione temporale si sviluppa nell’esplicarsi delle ideologie e della conoscenza antropologica. È un tempo assoluto in cui il tempo relativo dell’uomo del Novecento non può essere che quello segnato dal crollo delle certezze. Mauri si interroga sull’uomo e sulla sua natura alla luce della recente tragica memoria della guerra e delle pratiche ideologiche oppressive. Tra i lavori in mostra Senza tempo (1995), Non ero nuovo (2009), The End (2009) e Schermo: Senza Tempo.

 

A sinistra: Roman Opalka_Detail-5408556_1965-1-oo. Courtesy Collezione Marcello Forin
Al centro: Mariateresa Sartori, In Sol maggiore_In Sol minore, 2013. Video,  5′ 49”, colore, sonoro, 2013. L’uso delle immagini gode dell’autorizzazione della ERF EDGAR REITZ FILMPRODUKTIONS GmbH Muenchen
A destra: Fabio Mauri, Il televisore che piange, 1972. Happening, RAI TV2. Courtesy the Estate of Fabio Mauri and Hauser&Wirth


Di Giorgio Cugno (1979) viene presentato Caucacola, lavoro ideato nel 2014 in Colombia per indagare l’uso delle risorse idriche del Rio Cauca da parte della Coca-Cola e che intende sollevare interrogativi su come il consumismo e la globalizzazione modificano la relazione tra l’ambiente e l’azione dell’uomo.

Il progetto prosegue sondando il terreno della memoria e dell’evento con Jasmina Metwaly (1982), videomaker, attivista politica, impegnata nel movimento di rinnovamento nei paesi arabi, che realizza video in cui le civiltà occidentale e orientale si confrontano e dialogano. In From Behind the Monument le immagini della rivolta araba del Cairo entrano in dialogo con l’architettura juvarriana del Castello di Rivoli, sede del Museo d’Arte Contemporanea.

Portatori di memoria sono anche i lavori di Federico De Leonardis (1938) che recupera strumenti di lavoro e reperti naturali o manufatti, elementi del fare umano. Divenuti installazioni liberano forze primarie che ridefiniscono lo spazio facendone emergere la caratura simbolica o esaltandone la specificità. In mostra l’installazione Orizzontale II composta da più lavori e pensata specificatamente per la mostra e lo spazio di Palazzo Lanfranchi.

Claudio Costa (1942-1995) ricostruisce con uno sguardo antropologico un vero e proprio work in regress, percorso verso l’origine attraverso la creazione di opere che rimandano ad antiche e mitiche civiltà. L’artista guarda a un mondo simbolico ricreato attraverso l’uso di immagini, riproduzioni di maschere, cerimoniali, rituali e riti ancestrali. “Ossa” appartenenti a giganteschi animali preistorici o mitici vengono scoperte o prodotte in un intersecarsi di piani linguistici. Un “aratro” primario strumento tecnologico nella storia dell’umanità ci compare nelle sembianze di un’inquietante macchina composta da parti di animali primordiali.

Sul tempo come dimensione assoluta e simbolica si incentra il video di Francesco Jodice (1967), considerato uno dei più interessanti tra gli artisti che sperimentano nuove soluzioni espressive nel video e nella fotografia. In mostra verrà presentato Atlante. Il video per la propria forza espressiva coglie la dimensione temporale come assoluta, ponendoci di fronte all’imperscrutabilità della definizione della stessa. L’opera ha come elemento fondamentale la scultura di Atlante attorno alla quale l’artista ha mixato immagini tratte dalla prima guerra mondiale, dai bassifondi americani, dalla pubblicità degli anni 50. Jodice mette insieme il discorso di addio di Eisenhower con un personaggio tratto da un film di Carpenter, la rivoluzionaria Angela Davis, il bassista dei Ramones e un cyborg del primo Alien, insieme come un coro, un’analisi critica del sistema dei valori dell’Occidente.

 

Francesco Jodice, Atlante, film, HD, 9', 2015, Film still_02.Courtesy l'artista e Galleria Michela Rizzo

 

In chiusura, una riflessione sul tempo dell’inconscio con Gianluca e Massimiliano De Serio (1978), che operano sia con il cinema che con installazioni visive, scandagliando il tema dell’altro, dell’identificazione e delle relazioni che il tempo modifica. Nel film Un ritorno, cercando di superare un momento di crisi creativa, si sottopongono ad un esperimento di ipnosi multipla. L’opera punta lo sguardo su quella zona normalmente invisibile che è l'inconscio: “Abbiamo cercato di riflettere sulla nostra crisi artistica e identitaria, e l'unico modo per farlo non era sfuggirla, ma anzi meditare approfonditamente su di essa e sulle sue origini. Per questo era necessario un viaggio nel tempo, in quel tempo apparentemente irraggiungibile, ma in realtà iscritto nella nostra memoria: il momento del concepimento, la nascita”.

Il percorso espositivo è arricchito dal suggestivo dialogo con alcune opere grafiche delle collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe dell’Università di Pisa, oggi conservate presso il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi.

 

 

Taglio del nastro oggi per il Sino-Italian Information Engineering (SIIE), il laboratorio congiunto tra il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e l’Institute of Space Long March Vehicle di Pechino (BISLMV), parte del China Aereospace Science and Technology Corporation. L’accordo, firmato oggi dai direttori dei due istituti in presenza del rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, e del prorettore alla cooperazione e relazioni internazionali, Francesco Marcelloni, si occuperà di ricerche su elettromagnetismo applicato, elettronica e nanotecnologie.

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“L’accordo – afferma Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – è il risultato di una collaborazione tra il nostro istituto e il BISLMV, che dura ormai da diversi anni, e che è stata avviata dal professor Agostino Monorchio in occasione di diverse visite a Pechino per seminari avanzati sui temi di materiali artificiali con proprietà elettromagnetiche e superfici “intelligenti”, in grado di deviare le onde elettromagnetiche in maniera opportuna per realizzare filtri spaziali, invisibilità a microonde e antenne nascoste. Formalizzare questa collaborazione faciliterà ulteriormente scambi fruttuosi di ricercatori e conoscenze e ci darà la possibilità di accedere varie forme di finanziamento alla ricerca. Oltre a questa, il dipartimento vanta una lunga tradizione di collaborazioni con grandi istituti internazionali su tutti i temi connessi all’ICT”.

L’istituzione del Laboratorio congiunto prevede, oltre ad attività di ricerca congiunta e la possibilità di studiare progetti di frontiera che possono ottenere finanziamenti da varie linee di ricerca, cinesi ed europee, la permanenza a Pisa di due ricercatori all’anno provenienti dall’Istituto di Pechino, la visita in Cina di docenti e ricercatori dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, nonché la creazione di corsi di formazione sulle tematiche di ricerca del laboratorio.

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Il Beijing Institute of Long March Vehicle (BISLMV) è stato fondato nel 1971, ed è parte del China Aereospace Science and Technology Corporation (CASC). Costitutito da più di 600 membri, l’Istituto si occupa di sviluppo di veicoli spaziali, impiego di rilevatori spaziali, meccatronica e tecnologie dell’Informazione. Al suo interno sono attivi corsi di dottorato e linee di ricerca post dottorato. IL BISLMV è anche sede dei laboratori nazionali di Scienza e Tecnologia e di matematica Numerica

Il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII) dell’Università di Pisa è un centro di eccellenza internazionale per la ricerca e l’alta formazione nel campo dell’ICT (Information and Communication Technology), della Robotica e della Bioingegneria. Il DII Può vantare solide collaborazioni con le principali aziende del settore, a livello locale, nazionale e internazionale, e con istituzioni pubbliche e private, per proporre soluzioni innovative in diversi settori dell’ICT, e per colmare il divario tra ricerca accademica e industriale. Le attività di ricerca del Dipartimento hanno generato 6 aziende spin-off, e vedono i suoi docenti e ricercatori coinvolti in circa 23 progetti di ricerca Europei, in aggiunta ad altri progetti internazionali, nazionali e regionali. Il DII svolge un’intensa attività didattica, rivolta a circa 4000 studenti e un centinaio di dottorandi, organizza due master, rispettivamente in Cyber-security e in Elettro-acustica e sue Applicazioni, e una Summer School su Enabling Technologies for the Internet of Things.

La carta unica regionale per gli studenti universitari, finalizzata a consentire l'accesso a tutti i servizi del diritto allo studio regionale indipendentemente dall'Ateneo, è stata presentata giovedì 20 dicembre dalla vicepresidente della Regione Toscana ed assessore a Cultura, università e ricerca, Monica Barni, assieme ai rappresentanti dell'Azienda per il diritto allo studio e delle Università toscane.

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"Questa intesa ha lo scopo di rendere più facile la mobilità all'interno del sistema universitario toscano", ha affermato il presidente della Regione, Enrico Rossi, in un saluto inviato all'iniziativa svolta a Palazzo Strozzi Sacrati. "L'obiettivo è promuovere l'accesso alla cultura e ai servizi favorendo il confronto fra tutti gli studenti degli Atenei toscani. Anche questo faceva parte dei venticinque punti del mandato ed anche questo, ormai, può dirsi concretizzato".

Alla conferenza stampa, oltre alla vicepresidente Barni, hanno partecipato il presidente dell'Azienda per il diritto allo studio della Toscana, Marco Moretti, i rettori delle Università di Firenze e Siena, Luigi Dei e Francesco Frati, la prorettrice per il diritto allo studio dell'Università di Pisa, Antonella Del Corso, e il rettore dell'Università senese per stranieri, Giuseppe Marrani. All'incontro è intervenuto anche uno studente, Alessandro Papi, iscritto all'Università per stranieri.

La carta magnetica, che renderà più semplice la mobilità regionale di studentesse e studenti, fa parte "assieme ad altre azioni positive sul diritto allo studio" dei punti programmatici su cui si è basato l'impegno verso gli elettori del presidente Rossi. Il diritto allo studio, inoltre, è inserito in Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l'autonomia dei giovani.

La carta sarà resa operativa da un protocollo d'intesa fra Regione Toscana, Azienda regionale per il diritto allo studio universitario e università di Siena, Firenze e Pisa e Università per stranieri di Siena che verrà firmato nelle prossime settimane ma che è stato anticipato oggi. In esso si legge che "le Università toscane e l'Azienda regionale per il diritto allo studio universitario ritengono prioritario offrire servizi agli studenti e garantire l'accesso a detti servizi presso qualsiasi Università toscana indipendentemente da quella di appartenenza" e che "per tale scopo le parti prevedono l'emissione di una carta unica regionale dello studente, distribuita a tutti gli studenti universitari toscani, con un layout comune, utile a garantire l'identificazione dello studente e la sua appartenenza all'Università di afferenza".

logo dsu 2Circa 112 mila saranno le carte che verranno rilasciate agli studenti degli Atenei di Pisa, Firenze e Siena e dell'Università per stranieri di Siena. Di queste, in base a dati forniti dal Ministero Università e ricerca sul numero di iscritti per l'anno accademico 2016-17, circa 45 mila tessere andranno agli iscritti dell'Università di Pisa, 50 mila a quelli dell'Università di Firenze, 15 mila agli studenti dell'Università di Siena e all'incirca 2 mila a quelli dell'Università per gli stranieri. Si tratta in ogni caso di cifre indicative in quanto, in realtà, la distribuzione effettiva delle carte avverrà secondo i numeri, non ancora disponibili, che il Ministero comunicherà per l'anno accademico 2017-18.

"Questa carta è un risultato importante che conferma l'impegno della Regione nel lavorare in maniera coordinata con il sistema universitario toscano sull'alta formazione e sul diritto allo studio. La messa a punto di una carta unica regionale è stata per noi una priorità per il potenziamento del diritto allo studio universitario, a prescindere all'ateneo di appartenenza. Essa garantirà l'accesso ai diversi luoghi dedicati agli studenti universitari e le funzioni legate alla didattica. Ma soprattutto andrà progressivamente ad integrare al suo interno ulteriori servizi offerti alle università come le agevolazioni per accedere ai luoghi della cultura, musei, teatri, biblioteche e molto altro", ha precisato la vicepresidente Barni. Che ha sottolineato: "La Toscana è la prima Regione italiana a realizzare questo genere di iniziativa".

L'Azienda regionale per il diritto allo studio, o Ardsu, stamperà le tessere per gli studenti iscritti ad anni successivi al primo dei quattro Atenei, distribuendole tramite i propri sportelli situati a Pisa, Firenze, Siena, Carrara, Arezzo. Gli Atenei, invece, stamperanno le tessere magnetiche per gli studenti iscritti al primo anno. In ogni caso, salvo imprevisti di natura tecnica od organizzativa, le carte saranno distribuite agli studenti entro l'inizio dell'anno accademico 2018-19.
La carta, dotata di smart card e di banda magnetica, servirà per accedere a tutti i servizi universitari, tra cui i punti per la ristorazione presenti nei vari Atenei ad opera dell'Ardsu, ma anche come "borsellino elettronico". Sul fronte della carta vi sarà la scritta "studente della Toscana" e sotto di essa i dati personali, cioè nome e cognome, numero di matricola e data di emissione della carta, mentre completeranno la parte frontale i loghi della Regione, dell'Ardsu e dell'Ateneo di emissione. Sul retro, infine, troveranno spazio i loghi dei quattro atenei toscano ed i codici della carta. (Fonte Toscana Notizie - Regione Toscana).

Un Ateneo più vicino al mondo produttivo grazie a un accordo che permetterà di far dialogare imprese e ricercatori, con particolare attenzione all’Industria 4.0. Martedì 19 dicembre è stata firmata in rettorato una convenzione tra Università di Pisa e Confindustria Toscana Nord, che avrà come obiettivo la promozione di iniziative congiunte, collaborazioni di ricerca e formazione e attività di trasferimento tecnologico. L’accordo, che avrà una durata di tre anni, è stato sottoscritto dal rettore Paolo Mancarella e da Giulio Grossi, presidente di Confindustria Toscana Nord; presente alla firma anche Marco Raugi, prorettore per la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico dell’Ateneo pisano.

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Da sinistra, Marco Raugi, Paolo Mancarella e Giulio Grossi


Confindustria Toscana Nord, che comprende Lucca, Pistoia e Prato, è uno dei soci fondatori del Digital Innovation Hub Toscana, una realtà promossa dal sistema confindustriale regionale, che vuole rispondere alla sfida della digitalizzazione delle imprese e della trasformazione del sistema produttivo in chiave Industria 4.0.

“La convenzione che firmiamo oggi con Confindustria Toscana Nord è un’ulteriore tessera del mosaico di collaborazioni che il nostro Ateneo sta implementando con le realtà culturali ed economiche del territorio – ha dichiarato il rettore Paolo Mancarella – In un momento storico in cui le imprese sono chiamate a rispondere alla sfida dell’Industria 4.0, le università e i centri di ricerca sono investiti di un ruolo strategico, in quanto, con il loro patrimonio di competenze tecnico scientifiche, rappresentano una straordinaria leva di crescita per il sistema produttivo. Il nostro auspicio è che questo accordo possa creare occasioni di crescita anche per i nostri studenti, laureati e ricercatori, nonché - nell’ambito del trasferimento tecnologico – possa favorire la nascita di spin-off e start-up che valorizzino la ricerca dell'Ateneo”.

“La formazione – ha dichiarato il presidente di Confindustria Toscana Nord Giulio Grossi - rappresenta un asset fondamentale per favorire la crescita di competenze all’interno delle aziende. In questa logica il ruolo della nostra Associazione è quello di intermediario tra il mondo universitario e quello produttivo che agisce con l’obiettivo di trasformare la conoscenza esistente in innovazioni funzionali alla competitività delle imprese. L’accordo siglato oggi è importante perché rende sistematico e costante il dialogo tra aziende e Università di Pisa soprattutto nei settori della ricerca e dell’innovazione e dà ulteriore impulso proprio al tema di Industria 4.0, che sta già dispiegando i suoi effetti tra le aziende del territorio e rappresenta per loro il percorso fondamentale per recuperare competitività proprio grazie a nuovi modelli di business, elevate competenze e tecnologie innovative.”

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