Quest’anno il Centro Interdisciplinare “Scienze per la Pace” dedica l’annuale tavola rotonda in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione alle migrazioni umanitarie e forzate provenienti dall’Afghanistan. L’evento è co-organizzato dai corsi di laurea in Scienze per la Pace e da RUniPace, la Rete italiana delle università per la pace, di cui il CISP è Centro nazionale di riferimento.
La rapida caduta di Kabul e il ripristino del regime talebano hanno provocato l’evacuazione precipitosa dei contingenti militari stranieri e del personale civile occidentale, ma anche di migliaia di afghani e afghane in pericolo per aver collaborato con le forze straniere, per il fatto di opporsi al ritorno dei Talebani o per il semplice fatto di essere donne. Le immagini degli aerei colmi di persone e inseguiti da persone a terra lungo la pista dell’aeroporto sono diventate quasi un simbolo: del fallimento della guerra e della crisi umanitaria che il paese sta affrontando.
Sull’onda emotiva di questa fuga di massa, per alcuni giorni sotto i riflettori dei media occidentali, buona parte del mondo ha riscoperto che dall’Afghanistan si fugge per cercare protezione all’estero, in cerca di sicurezza e libertà. In realtà gli afgani costituiscono già da molti decenni una delle più grandi popolazioni di rifugiati al mondo: nel 2020 almeno 2,6 milioni di persone si trovavano all’estero, 2,2 milioni solo in Iran e Pakistan, mentre almeno 3,5 milioni di persone erano sfollate interne per sfuggire a guerra e persecuzioni. Col ritorno dei Talebani la situazione è destinata a peggiorare: molte migliaia di persone vorrebbero lasciare il paese, ma solo una piccola parte riuscirà nel proprio intento.
Nel corso della tavola rotonda, vari interventi di studiose e studiosi e operatori metteranno in luce i complessi aspetti della questione, a partire da alcuni interrogativi: come ha risposto negli anni precedenti il sistema europeo di asilo alle richieste di protezione dei cittadini afghani? Dietro un’apertura formale si nasconde un sistema di protezione sostanzialmente chiuso, segnato dalla proliferazione di barriere e chiusure e dal ricorso a respingimenti ed espulsioni? Quali sono state le condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo afghani lungo la rotta balcanica, in particolare nei paesi dell’ex Jugoslavia? Quali forme di protezione sono state riconosciute o negate fin qui ai cittadini afghani in Italia, e come stiamo accogliendo coloro che sono appena fuggiti? Quanto è praticabile l’opzione dei visti e dei corridoi umanitari dal paese o da paesi limitrofi per chi è rimasto in Afghanistan? Qual è la condizione delle donne che sono rimaste, per scelta o meno, nel paese e che si stanno organizzando per resistere alla crisi umanitaria e al ritorno del regime dispotico dei Talebani? E cosa possiamo fare noi per essere concretamente solidali con loro?
La tavola rotonda si svolgerà in presenza, nei locali della Gipsoteca di Arte Antica, in piazza San Paolo all’Orto 20, mercoledì 6 ottobre 2021, dalle ore 16 alle 18.30 (la registrazione dell'evento sarà resa disponibile successivamente sui canali UniPi). Il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, ha annunciato il suo saluto e la sua partecipazione. L’evento sarà introdotto dalla Direttrice del CISP e Coordinatrice RUniPace, Enza Pellecchia, e dall’ex Presidente dei Corsi di laurea in Scienza per la Pace, Eleonora Sirsi.
Nel rispetto delle norme anti-Covid, saranno disponibili solo 35 posti a sedere. Si raccomanda pertanto di prenotare la propria partecipazione o, eventualmente, di disdirla inviando una email a : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.