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Dicembre (22)

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Mercoledì, 06 Dicembre 2017 09:51

Un viaggio per immagini nelle principali pievi e chiese del Valle del Serchio grazie al progetto dell’Università di Pisa

Apre al pubblico sabato 9 dicembre 2017 la seconda sala del Museo multimediale delle Rocche e Fortificazioni della Valle del Serchio, allestito presso i locali della Volta dei Menchi nel centro storico di Barga, in provincia di Lucca. La sala è dedicata alle Pievi e alle Chiese della Garfagnana e della Media Valle del Serchio ed è stata realizzata con la collaborazione di un gruppo di ricerca dell'Università di Pisa. La selezione delle 10 chiese è stata compiuta sulla base dell’effettiva fruibilità e di un’integrità non eccessivamente compromessa dai rimaneggiamenti avvenuti in seguito a eventi calamitosi, sismici o bellici.
Meno imponenti dei castelli, ma con un ruolo importante nel tessuto sociale e nell’economia del territorio, le pievi e le chiese della Valle del Serchio sono fiorite in prevalenza tra il VI e il XIII secolo per emanazione diretta del potere ecclesiastico. Centri non solo spirituali, alcune sono nate in seguito al riordino del Vescovo lucchese Frediano (VI secolo), altre per volontà della Contessa Matilde di Canossa (XI e XII secolo), altre ancora in sostituzione di chiese precedenti.
Nel tempo, quasi tutte hanno subìto interventi e modifiche: possono essere passate da una a tre navate, o hanno arricchito le proprie facciate di ornamenti, come pure gli interni. Hanno potuto subire un cambio di orientamento e di ingresso, o sono state promosse di livello trasformandosi, come a Barga, da chiesa castellana in Duomo. Ancora oggi le possiamo ammirare fare capolino tra i sassi delle alture o il verde dei boschi, così come le possiamo incontrare annesse ai borghi, e vederle dominare, con il proprio austero profilo, ampie zone di Valle.
Tutte le pievi e le chiese sono state filmate e raccontate in esclusiva per il museo multimediale dal gruppo di ricerca del dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa (in particolare col Centro interdisciplinare di Comunicazione), coordinato dalla professoressa Sandra Lischi (immagini, testi, ricerche e dispositivi multimediali curati da Marco Bigliazzi, Andreina Di Brino, Gianluca Paoletti). La collaborazione con l’Ateneo prosegue anche per la successiva sala, che verrà aperta in primavera e che racconta la vita di quattro personaggi illustri che hanno avuto un ruolo nel sistema delle fortificazioni della Valle.
Il gruppo di ricerca universitario ha ideato e curato un allestimento che contempla un viaggio per immagini nelle principali pievi e chiese del territorio, corredato da testi e concepito per una visita attiva, attraverso la possibilità di interagire attraverso uno schermo interattivo come già sperimentato nella prima sala.
Alle ore 11.00 del 9 dicembre è prevista la cerimonia di inaugurazione, ma il museo resta aperto e visitabile gratuitamente durante il weekend.

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Mercoledì, 06 Dicembre 2017 09:39

Banca dati mondiale della biodiversità: il dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa è il maggior contributore per l’Italia

Il maggior contributore per l’Italia della banca dati on line mondiale della biodiversità è il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa. Il nome di questo enorme archivio digitale è GBIF, acronimo di Global Biodiversity Information Facility (www.gbif.org), e ad oggi contiene circa 876 milioni di segnalazioni georeferenziate accessibili da chiunque via web e relative alla presenza di quasi sei milioni di specie di animali, piante, alghe, funghi e microorganismi in tutto il mondo. Per l’Italia si contano circa un milione e 300mila segnalazioni fra animali e piante di cui 215mila fornite appunto dal Dipartimento di Biologia.
Un risultato, sottolineano dall’Ateno pisano, che è stato possibile grazie a Wikiplantbase, un progetto nato nel 2013 per iniziativa di Lorenzo Peruzzi e Gianni Bedini, docenti di botanica sistematica, con lo scopo di raccogliere, standardizzare e rendere pubblica la documentazione relativa alla distribuzione delle piante vascolari in Toscana (http://bot.biologia.unipi.it/wpb/toscana), altrimenti dispersa in migliaia di pubblicazioni, centinaia di migliaia di campioni d’erbario e un numero imprecisato di quaderni di campagna.
“In questi anni molti volontari hanno aderito con entusiasmo all’invito a collaborare a Wikiplantbase inserendo le loro segnalazioni floristiche o quelle già pubblicate da altri – racconta Gianni Bedini – e dopo poco più di un anno dalla nascita, il progetto ha ricevuto l’adesione dei colleghi di altre Università italiane, che si sono fatti carico delle segnalazioni floristiche delle rispettive regioni di appartenenza attraendo a loro volta altri volontari (http://bot.biologia.unipi.it/wpb/sardegna, http://bot.biologia.unipi.it/wpb/liguria, http://bot.biologia.unipi.it/wpb/sicilia)”.
Wikiplantbase si colloca quindi nell'ambito dei progetti di "Citizen Science", che contribuiscono a instaurare solidi collegamenti tra l'accademia e la società civile e sostengono la terza missione delle università. Oggi il progetto può contare su 122 collaboratori, in maggioranza di estrazione non accademica, che per la prima volta l’estate scorsa si si sono incontrati in occasione del primo Wikifestival che si è svolto all’Orto Botanico dell’Università di Pisa.

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