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E’ nato MedGermDB, la prima banca dati che raccoglie le informazioni sulle condizioni sperimentali per far germinare i semi di oltre 300 piante native del Mediterraneo. Il lavoro coordinato dall’Università di Pisa ha come obiettivo la conservazione di questo fragile hotspot di biodiversità.

“Questo strumento ci consente di predire la germinazione di piante nel bacino Mediterraneo - racconta Angelino Carta, professore di Botanica sistematica nel dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa – la sua creazione è un passo fondamentale per comprendere il rischio di estinzione delle specie native e per prevenire gli inconvenienti che possono derivare dalla perdita di questo capitale naturale”.
 
Le informazioni raccolte nella banca dati riguardano oltre 4500 esperimenti di germinazione, in parte ricavati da un’analisi sistematica della letteratura esistente, in parte frutto di esperimenti ad hoc condotti dal gruppo di Pisa. A livello generale, la germinazione delle piante mediterranee è favorita da temperature fresche e da un periodo di post-maturazione in ambiente secco prima della germinazione. Il database è consultabile liberamente mediante una applicazione che consente di visualizzare le informazioni disponili per ogni specie.
“In questi mesi stiamo calibrando i modelli per predire la rigenerazione delle piante da seme in uno scenario di cambiamenti climatici e identificare quelle più adatte al restauro di ecosistemi mediterranei", aggiunge Diana Cruz, dottoranda presso il Dipartimento di Biologia che ha seguito tutte le fasi del lavoro.

Lo studio su MedGermDB è stato pubblicato sulla rivista Applied Vegetation Science. Al progetto hanno partecipato Alessio Mo collaboratore presso il Dipartimento di Biologia ed alcuni esperti internazionali: Eduardo Fernández-Pascual dell’Università di Oviedo (Spagna) ed Efisio Mattana dei Royal Botanical Gardens, Kew (UK). MedGermDB è parte integrante dell’archivio globale di dati della germinazione che è stato lanciato un paio di anni fa da un team internazionale che include anche Angelino Carta.

E’ nato MedGermDB, la prima banca dati che raccoglie le informazioni sulle condizioni sperimentali per far germinare i semi di oltre 300 piante native del Mediterraneo. Il lavoro coordinato dall’Università di Pisa ha come obiettivo la conservazione di questo fragile hotspot di biodiversità.

“Questo strumento ci consente di predire la germinazione di piante nel bacino Mediterraneo - racconta Angelino Carta, professore di Botanica sistematica nel dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa – la sua creazione è un passo fondamentale per comprendere il rischio di estinzione delle specie native e per prevenire gli inconvenienti che possono derivare dalla perdita di questo capitale naturale”.
 
 
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Le informazioni raccolte nella banca dati riguardano oltre 4500 esperimenti di germinazione, in parte ricavati da un’analisi sistematica della letteratura esistente, in parte frutto di esperimenti ad hoc condotti dal gruppo di Pisa. A livello generale, la germinazione delle piante mediterranee è favorita da temperature fresche e da un periodo di post-maturazione in ambiente secco prima della germinazione. Il database è consultabile liberamente mediante una applicazione che consente di visualizzare le informazioni disponili per ogni specie.
“In questi mesi stiamo calibrando i modelli per predire la rigenerazione delle piante da seme in uno scenario di cambiamenti climatici e identificare quelle più adatte al restauro di ecosistemi mediterranei", aggiunge Diana Cruz, dottoranda presso il Dipartimento di Biologia che ha seguito tutte le fasi del lavoro.

Lo studio su MedGermDB è stato pubblicato sulla rivista Applied Vegetation Science. Al progetto hanno partecipato Alessio Mo collaboratore presso il Dipartimento di Biologia ed alcuni esperti internazionali: Eduardo Fernández-Pascual dell’Università di Oviedo (Spagna) ed Efisio Mattana dei Royal Botanical Gardens, Kew (UK). MedGermDB è parte integrante dell’archivio globale di dati della germinazione che è stato lanciato un paio di anni fa da un team internazionale che include anche Angelino Carta.

Si è aperta oggi, martedì 7 maggio 2024, la nuova edizione del CyB+ (Create Your Business+) il programma del Contamination Lab che aiuta talenti emergenti a trasformare idee innovative in realtà imprenditoriali. Completamente rinnovato il format dell'iniziativa, ripensato per affiancare i partecipanti sia con relatori in seminari d’aula, che con mentor e tutor per una formazione personalizzata, oltre che per dare l'opportunità di connettersi con investitori ed accedere al network del CLab.

L’edizione di quest’anno vede la partecipazione di 9 team (in totale 26 partecipanti) con progetti di impresa o startup neocostituite, selezionate per sviluppare i loro modelli di business e per far maturare idee innovative durante i due mesi di corso. I nove progetti selezionati per questa edizione del CyB+ coprono una vasta gamma di settori: dall'intelligenza artificiale alla sostenibilità ambientale, dalla salute digitale alla tecnologia educativa. Ognuno di essi rappresenta un'opportunità unica per l'innovazione e il cambiamento verso un futuro più sostenibile.

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“Il percorso del ‘Create Your Business’ rappresenta l’ultimo step di un’avventura che per molti studenti è iniziata con la frequenza del corso trasversale di ateneo su ‘Start up e multidisciplinarietà: una road map’ curata dal prof. Priami, proseguita con i corsi del PhD+ e poi con i Deep Dives, 7 incontri tematici di approfondimento su temi di attualità realizzati con gran parte dell’ecosistema di innovazione Pisano: Sant’Anna, Normale, IMT di Lucca, CNR, Polo Tecnologico di Navacchio, Junior Achievement e CNA - ha spiegato Alessio Cavicchi, Delegato del Rettore per la promozione della Cultura Imprenditoriale e dell’Innovazione e Responsabile del Contamination Lab -  Speriamo che questo percorso, che ha visto in totale la partecipazione di oltre trecento tra studenti, dottorandi e ricercatori, al di là del valore in sé di educazione all’imprenditorialità e alla cittadinanza attiva, possa dar vita a nuove imprese e a nuovi progetti utili per rispondere alle grandi sfide della transizione ecologica e digitale. Siamo entusiasti e curiosi di vedere cosa questi aspiranti imprenditori porteranno al mondo del business e dell’innovazione e al territorio toscano”.

Il CyB+ 2024 è iniziato con una prima lezione su “Analisi di mercato” tenuta dal Dott. Luigi Pittalis presso l’Aula Giovanna Mariani, sede del CLab Pisa, Polo “Le Benedettine”.

Per ulteriori informazioni, visita il sito https://contaminationlab.unipi.it

Il Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni dell’Università di Pisa (d’ora in avanti CUG) mette a concorso 4 sussidi di studio per la partecipazione gratuita alla “Scuola estiva della Società italiana delle storiche”.

L’edizione 2024 è intitolata “Storie d’amore. Legami e desiderio dentro e oltre il patriarcato” e si svolgerà dal 28 agosto al 1 settembre 2024 presso il Centro studi CISL, via della Piazzola n. 71 a Firenze. I sussidi di studio messi a bando sono:
- N. 3 sussidi che ricoprono la quota residenziale (spese di iscrizione, dei materiali didattici, del vitto e dell’alloggio in camera singola)
- N. 1 sussidio che ricopre la quota non residenziale (spese di iscrizione e dei materiali didattici)

Bando

Pisa University Press, casa editrice dell’Università di Pisa, sarà tra i protagonisti della 36° edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, da giovedì 9 a lunedì 13 maggio.
La casa editrice dell’Università di Pisa sarà presente, con le novità editoriali e una selezione di titoli e collane, allo stand Upi-University Press Italiane (H06 pad. 2 ).
Tre gli appuntamenti in calendario per questa edizione 2024.
I primi due si svolgeranno allo stand della Regione Toscana (W166 X 165 pad. Oval) nella giornata di venerdì 10 maggio e saranno moderati da Elena Pianea, direttrice Settore Beni, Istituzioni, Attività Culturali e Sport della Regione Toscana:

Alle 16 Il cambio di paradigma. L'editoria inclusiva nell'Università. Per Pisa University Press interverrà Alberto Arenghi (Presidente della Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità - CNUDD). Con lui, tra i relatori, Paola Monaco (Delegata della Rettrice all’inclusione e diversità) e Roberta Mucciarelli (Presidente del Consiglio editoriale USiena Press)
Alle 16.45 Divulgare il sapere. Il ruolo delle University Press per costruire una società della conoscenza. Interverranno Tommaso Greco (Direttore della Rivista Diacronia – Pisa University Press), Gianfranco Bandini (Consiglio Direttivo di Firenze University Press) e Roberta Mucciarelli (Presidente del Consiglio editoriale USiena Press).

Sala da tutto esaurito domenica 12 maggio alle 11, per l’incontro con Aldo Cazzullo “Giacomo Matteotti. Ritratto per Immagini’, moderato dal professor Maurizio Degl’Innocenti (Sala Oro).
L’evento è organizzato dalla Giunta, dal Consiglio regionale e da Pisa University Press-Università di Pisa nell’ambito delle iniziative del Comitato Nazionale per le celebrazioni del Centenario della morte di Giacomo Matteotti.
Info
https://www.pisauniversitypress.it/

Pisa 7 maggio 2024 – Un’app per controllare la tipologia e la quantità di rifiuti nei cestini e capace di elaborare report ed educare gli utenti per migliorare la raccolta differenziata. È questa una delle iniziative previste nel nuovo piano per la gestione dei rifiuti dell’Università di Pisa elaborato dalla Commissione per la Sostenibilità di Ateneo con CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) e Contarina SpA. Una rivoluzione che si annuncia in Ateneo con l’obiettivo di coinvolgere e motivare studentesse e studenti, docenti e personale per contribuire a rendere sostenibile l’ambiente universitario, anche grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale.

Il progetto N0W (Nearly Zero Waste) è stato presentato il 7 maggio alle 11 al Palazzo alla Giornata in occasione della firma del protocollo d’intesa “Pisa sostenibile” fra Comune e Università di Pisa siglato dal rettore Riccardo Zucchi e del sindaco Michele Conti. All’iniziativa presentata dalla professoressa Elisa Giuliani, prorettrice alla Sostenibilità e Agenda 2030, sono intervenuti l’assessore all’ambiente del Comune di Pisa Giulia Gambini, Giulia Romano della Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo, il responsabile rapporti col territorio CONAI Luca Piatto, Paolo Contò, direttore Consiglio di Bacino Priula e Luca Barbon di Contarina Spa.

N0W è partito da una valutazione dell’impatto antropico della popolazione universitaria, circa 50mila persone fra studentesse, studenti e personale. Secondo una stima a campione la produzione annua di rifiuti è di circa 50 chili pro capite escluse le mense gestite dal DSU, in totale sarebbero oltre 350 le tonnellate di multimateriale prodotte, 1000 quelle di carta e circa 1200 le tonnellate di rifiuti di indifferenziati. Per gestire correttamente la raccolta differenziata, e arrivare in futuro a produrre meno rifiuti, verranno messe in campo varie iniziative a cominciare da campagne di comunicazione e formazione in tutto l’Ateneo. Fra le azioni previste ci sono nuovi distributori per bevande e snack con la riduzione degli imballaggi e l’introduzione di materiale compostabile che sarà raccolto come frazione organica, il potenziamento dell’utilizzo delle borracce e degli erogatori d’acqua per ridurre la plastica mono-uso, l’istituzione di una procedura per organizzare in “Eco eventi” in Ateneo, la creazione di eco isole funzionali alla raccolta differenziata.

"Speriamo di poter arrivare ad un miglioramento della raccolta differenziata di almeno 20 punti percentuali quando saremo a regime – ha detto Elisa Giuliani - il progetto N0W, Nearly Zero Waste, prevede una riorganizzazione dei processi interni, nuove tecnologie e infrastrutture e anche nuove collaborazioni con attori esterni come il CONAI e il Comune di Pisa".

“I temi della sostenibilità e dell’Agenda 2030 sono una priorità, questo richiede una collaborazione strettissima con le autorità locali e in particolare con il Comune – ha detto il rettore Zucchi - il progetto N0W si avvarrà anche di app e tecnologia, ma il protocollo copre anche altre aree, gestione delle acque e verde urbano senza dimenticare l’ambito della formazione”.

“Per una città universitaria come Pisa, che vanta una comunità accademica di quasi 50mila studenti, è di fondamentale importanza l’impegno che l’Ateneo porta avanti in prima linea sul tema della sostenibilità ambientale e dell’Agenda 2030, con attività che riguardano sia l’ambito didattico e di ricerca scientifica, che la gestione della presenza studentesca nelle strutture universitarie – ha detto il sindaco Michele Conti - Solo attraverso una forte collaborazione tra istituzioni della città è possibile raggiungere i necessari traguardi che detta l’Agenda 2030 per migliorare la sostenibilità ambientale. E in questo senso siamo lieti come Amministrazione di collaborare con l’Ateneo nel miglioramento della raccolta differenziata, nel lavoro di monitoraggio e di rinnovo del patrimonio arboreo cittadino, nel progetto di realizzazione di Comunità Energetiche sul nostro territorio. Esempi virtuosi di collaborazione che devono essere sviluppati in un’ottica comune di miglioramento dell’ecosistema cittadino in cui tutti viviamo”

“Essere sostenibili non è semplicemente una tendenza, ma piuttosto una necessità urgente che richiede azioni concrete – ha detto Giulia Romano referente di N0W per l’Ateneo - l'Università di Pisa, con il suo progetto di gestione dei rifiuti N0W, ha preso una posizione chiara: si tratta di una scelta strategica e di un segnale forte alla comunità non solo accademica. È una grande sfida, ma anche una enorme opportunità per essere un esempio virtuoso di buone pratiche replicabili anche all’esterno degli ambienti universitari”.

“Un’iniziativa che non solo sensibilizza alla tutela delle risorse del Pianeta chi vive ogni giorno gli spazi universitari – ha commentato Luca Piatto di CONAI – ma che rappresenta anche un’azione concreta per il miglioramento della qualità della raccolta. È sempre più importante, infatti, che la differenziata sia fatta con attenzione: le grandi quantità sono poco utili, se raccolte in modo distratto e con tanti errori. Il Pianeta ci chiede di darci obiettivi di riciclo degli imballaggi sempre più ambiziosi, e per raggiungerli ognuno deve fare la sua parte. Il progetto portato avanti con l’Università di Pisa e Contarina è importante anche in quest’ottica: la raccolta differenziata è un impegno che richiede continuità e che, se fatta correttamente da tutti, ogni giorno può contribuire a migliorare i risultati nazionali di riciclo. E il riciclo, del resto, è sempre il fine ultimo del differenziare i rifiuti di imballaggio”.

 

 

Pisa 7 maggio 2024 – Un’app per controllare la tipologia e la quantità di rifiuti nei cestini e capace di elaborare report ed educare gli utenti per migliorare la raccolta differenziata. È questa una delle iniziative previste nel nuovo piano per la gestione dei rifiuti dell’Università di Pisa elaborato dalla Commissione per la Sostenibilità di Ateneo con CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) e Contarina SpA. Una rivoluzione che si annuncia in Ateneo con l’obiettivo di coinvolgere e motivare studentesse e studenti, docenti e personale per contribuire a rendere sostenibile l’ambiente universitario, anche grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale.

Il progetto N0W (Nearly Zero Waste) è stato presentato il 7 maggio alle 11 al Palazzo alla Giornata in occasione della firma del protocollo d’intesa “Pisa sostenibile” fra Comune e Università di Pisa siglato dal rettore Riccardo Zucchi e del sindaco Michele Conti. All’iniziativa presentata dalla professoressa Elisa Giuliani, prorettrice alla Sostenibilità e Agenda 2030, sono intervenuti l’assessore all’ambiente del Comune di Pisa Giulia Gambini, Giulia Romano della Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo, il responsabile rapporti col territorio CONAI Luca Piatto, Paolo Contò, direttore Consiglio di Bacino Priula e Luca Barbon di Contarina Spa.

N0W è partito da una valutazione dell’impatto antropico della popolazione universitaria, circa 50mila persone fra studentesse, studenti e personale. Secondo una stima a campione la produzione annua di rifiuti è di circa 50 chili pro capite escluse le mense gestite dal DSU, in totale sarebbero oltre 350 le tonnellate di multimateriale prodotte, 1000 quelle di carta e circa 1200 le tonnellate di rifiuti di indifferenziati. Per gestire correttamente la raccolta differenziata, e arrivare in futuro a produrre meno rifiuti, verranno messe in campo varie iniziative a cominciare da campagne di comunicazione e formazione in tutto l’Ateneo. Fra le azioni previste ci sono nuovi distributori per bevande e snack con la riduzione degli imballaggi e l’introduzione di materiale compostabile che sarà raccolto come frazione organica, il potenziamento dell’utilizzo delle borracce e degli erogatori d’acqua per ridurre la plastica mono-uso, l’istituzione di una procedura per organizzare in “Eco eventi” in Ateneo, la creazione di eco isole funzionali alla raccolta differenziata.

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I partecipanti all'evento firma "Pisa Sostenibile"

"Speriamo di poter arrivare ad un miglioramento della raccolta differenziata di almeno 20 punti percentuali quando saremo a regime – ha detto Elisa Giuliani - il progetto N0W, Nearly Zero Waste, prevede una riorganizzazione dei processi interni, nuove tecnologie e infrastrutture e anche nuove collaborazioni con attori esterni come il CONAI e il Comune di Pisa".

“I temi della sostenibilità e dell’Agenda 2030 sono una priorità, questo richiede una collaborazione strettissima con le autorità locali e in particolare con il Comune – ha detto il rettore Zucchi - il progetto N0W si avvarrà anche di app e tecnologia, ma il protocollo copre anche altre aree, gestione delle acque e verde urbano senza dimenticare l’ambito della formazione”.

“Per una città universitaria come Pisa, che vanta una comunità accademica di quasi 50mila studenti, è di fondamentale importanza l’impegno che l’Ateneo porta avanti in prima linea sul tema della sostenibilità ambientale e dell’Agenda 2030, con attività che riguardano sia l’ambito didattico e di ricerca scientifica, che la gestione della presenza studentesca nelle strutture universitarie – ha detto il sindaco Michele Conti - Solo attraverso una forte collaborazione tra istituzioni della città è possibile raggiungere i necessari traguardi che detta l’Agenda 2030 per migliorare la sostenibilità ambientale. E in questo senso siamo lieti come Amministrazione di collaborare con l’Ateneo nel miglioramento della raccolta differenziata, nel lavoro di monitoraggio e di rinnovo del patrimonio arboreo cittadino, nel progetto di realizzazione di Comunità Energetiche sul nostro territorio. Esempi virtuosi di collaborazione che devono essere sviluppati in un’ottica comune di miglioramento dell’ecosistema cittadino in cui tutti viviamo”

“Essere sostenibili non è semplicemente una tendenza, ma piuttosto una necessità urgente che richiede azioni concrete – ha detto Giulia Romano referente di N0W per l’Ateneo - l'Università di Pisa, con il suo progetto di gestione dei rifiuti N0W, ha preso una posizione chiara: si tratta di una scelta strategica e di un segnale forte alla comunità non solo accademica. È una grande sfida, ma anche una enorme opportunità per essere un esempio virtuoso di buone pratiche replicabili anche all’esterno degli ambienti universitari”.

“Un’iniziativa che non solo sensibilizza alla tutela delle risorse del Pianeta chi vive ogni giorno gli spazi universitari – ha commentato Luca Piatto di CONAI – ma che rappresenta anche un’azione concreta per il miglioramento della qualità della raccolta. È sempre più importante, infatti, che la differenziata sia fatta con attenzione: le grandi quantità sono poco utili, se raccolte in modo distratto e con tanti errori. Il Pianeta ci chiede di darci obiettivi di riciclo degli imballaggi sempre più ambiziosi, e per raggiungerli ognuno deve fare la sua parte. Il progetto portato avanti con l’Università di Pisa e Contarina è importante anche in quest’ottica: la raccolta differenziata è un impegno che richiede continuità e che, se fatta correttamente da tutti, ogni giorno può contribuire a migliorare i risultati nazionali di riciclo. E il riciclo, del resto, è sempre il fine ultimo del differenziare i rifiuti di imballaggio”.

 

 

Non se ne avevano più notizie da quasi tre secoli, ma adesso, grazie al lavoro di un gruppo interdisciplinare di studiosi dell’Università di Pisa, la reale identità di quello che oggi è conosciuto come manoscritto BEINECKE MS. 1153 è stata finalmente svelata.

Si tratta di un prezioso manoscritto un tempo appartenente alla diocesi di Luni e protagonista, a partire dalla seconda metà del Settecento, di un avventuroso viaggio che, tra lasciti testamentari e compravendite, l’ha portato fin negli Stati Uniti. Più precisamente, sugli scaffali della Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell'Università Yale.

Rinvenuto da un appassionato e digitalizzato, il manoscritto è così arrivato all’Ateneo pisano dove è stato individuato, riconosciuto e studiato da Paolo Pontari, filologo del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica; Enrica Salvatori, storica del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, e dall’agiologo Gianni Bergamaschi.

Manoscritto 1

“Il testo, ascrivibile alla seconda metà del Trecento, è una fonte preziosissima per la comprensione del medioevo toscano e lunigianese e ha portato e porterà ad importanti scoperte storiche – spiega la professoressa Enrica Salvatori – Si tratta di una miscellanea che contiene diverse vite di santi, tra cui un'inedita Vita di San Terenzio, il racconto del viaggio in Terrasanta di un cimatore pontremolese, l'ordinamento dei canonici della cattedrale di Luni, calendari, schemi lunari e un trattato per l'individuazione della Pasqua”.

“Lo studio che stiamo conducendo sul manoscritto Beinecke è trasversale a tutti i testi che compongono questa interessante miscellanea di chiara origine lunigianese – aggiunge il professor Paolo Pontari – Fra i documenti contenuti nel manoscritto si evidenza, però, un testo odeporico, la cui edizione critica, attualmente in preparazione, ci permetterà di seguire le tracce del cimatore Franceschino da Pontremoli nel suo pellegrinaggio a Roma e in Terrasanta”.

Manoscritto 2

“L'interesse di questo manoscritto è costituito proprio dall’eterogeneità dei testi che contiene, la maggior parte dei quali sono agiografici ma che non sono disposti secondo il ciclo liturgico annuale – conclude l’agiologo Gianni Bergamaschi - Il problema che resta aperto è capire per quali motivi sia stato confezionato un codice di questo genere, in cui anche i testi agiografici sono disomogenei: alcuni sono molto ricchi, altri sono più poveri. In più, c'è una grossa componente francescana, ma nel mezzo compaiono anche santi la cui presenza in questo contesto è difficilmente comprensibile, come nel caso di Sant'Ivo di Bretagna e Audomaro di Thérouanne. Come ci siano finiti è tutto da scoprire”.

Non se ne avevano più notizie da quasi tre secoli, ma adesso, grazie al lavoro di un gruppo interdisciplinare di studiosi dell’Università di Pisa, la reale identità di quello che oggi è conosciuto come manoscritto BEINECKE MS. 1153 è stata finalmente svelata.

Si tratta di un prezioso manoscritto un tempo appartenente alla diocesi di Luni e protagonista, a partire dalla seconda metà del Settecento, di un avventuroso viaggio che, tra lasciti testamentari e compravendite, l’ha portato fin negli Stati Uniti. Più precisamente, sugli scaffali della Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell'Università Yale.

Rinvenuto da un appassionato e digitalizzato, il manoscritto è così arrivato all’Ateneo pisano dove è stato individuato, riconosciuto e studiato da Paolo Pontari, filologo del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica; Enrica Salvatori, storica del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, e dall’agiologo Gianni Bergamaschi.

“Il testo, ascrivibile alla seconda metà del Trecento, è una fonte preziosissima per la comprensione del medioevo toscano e lunigianese e ha portato e porterà ad importanti scoperte storiche – spiega la professoressa Enrica Salvatori – Si tratta di una miscellanea che contiene diverse vite di santi, tra cui un'inedita Vita di San Terenzio, il racconto del viaggio in Terrasanta di un cimatore pontremolese, l'ordinamento dei canonici della cattedrale di Luni, calendari, schemi lunari e un trattato per l'individuazione della Pasqua”.

“Lo studio che stiamo conducendo sul manoscritto Beinecke è trasversale a tutti i testi che compongono questa interessante miscellanea di chiara origine lunigianese – aggiunge il professor Paolo Pontari – Fra i documenti contenuti nel manoscritto si evidenza, però, un testo odeporico, la cui edizione critica, attualmente in preparazione, ci permetterà di seguire le tracce del cimatore Franceschino da Pontremoli nel suo pellegrinaggio a Roma e in Terrasanta”.

“L'interesse di questo manoscritto è costituito proprio dall’eterogeneità dei testi che contiene, la maggior parte dei quali sono agiografici ma che non sono disposti secondo il ciclo liturgico annuale – conclude l’agiologo Gianni Bergamaschi - Il problema che resta aperto è capire per quali motivi sia stato confezionato un codice di questo genere, in cui anche i testi agiografici sono disomogenei: alcuni sono molto ricchi, altri sono più poveri. In più, c'è una grossa componente francescana, ma nel mezzo compaiono anche santi la cui presenza in questo contesto è difficilmente comprensibile, come nel caso di Sant'Ivo di Bretagna e Audomaro di Thérouanne. Come ci siano finiti è tutto da scoprire”.

Un dialogo fra generazioni su donne e scienza per raccontare com’è cambiato e quanto il mondo delle discipline STEM. Da un lato Amalia Ercoli Finzi, classe 1937, la prima donna laureata in ingegneria aeronautica in Italia, dall’altro Margherita Capitani, studentessa dell’Università di Pisa che in ingegneria deve ancora laurearsi. L’intenso confronto è avvenuto nell’aula magna storica della Sapienza nell’ambito della rassegna “Scintille" organizzato dalla Commissione Sviluppo Sostenibile di Ateneo (CoSA). L’appuntamento è stato introdotto dai saluti del rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi. Insieme ad Amalia e Margherita c’era la professoressa Renata Pepicelli, delegata per le attività in Gender Studies and Equal Opportunities. Moltissime le persone presenti, in gran parte studentesse e studenti.

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Un momento dell'incontro

Amalia Ercoli Finzi ha dedicato gran parte della sua vita a studiare le comete, contribuendo alla riuscita della celebre missione Rosetta.
“Ho scelto una cosa che mi appassionava, era quanto di più tecnologicamente avanzato all’epoca ci fosse – ha detto Amalia Ercoli Finzi - non è stato facile perché era un mondo tipicamente maschile, ma anche se le tecnologie avanzate sono l’ultima roccaforte degli uomini è un mondo in cui le donne devono assolutamente entrare perché è il mondo del futuro”.
“Non c’è da avere paura, le donne sono particolarmente dotate per la scienza – ha aggiunto - perché abbiamo la capacità di vedere i problemi nel loro complesso”.

“Dai tempi della professoressa Ercoli Finzi le cose sono cambiate, lei racconta che non c’erano neppure i bagni delle donne a ingegneria – ha sottolineato Margherita Capitani – Oggi il mondo, almeno sulla carta, si presenta molto aperto e paritario, e tuttavia ci sono sempre schemi mentali profondi che tendono a rendere meno credibile una ingegnera donna piuttosto che un ingegnere uomo. Per questo è importante oggi essere qui, per me per tutte”.

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