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L’Università di Pisa ha conferito al professor Pier Cristoforo Giulianotti il dottorato di ricerca honoris causa in Scienze cliniche e traslazionali per il suo contributo rivoluzionario alla chirurgia robotica. La cerimonia, aperta dai saluti del rettore dell’Ateneo pisano, Riccardo Zucchi, e dal Presidente della scuola interdipartimentale di Medicina, Emanuele Neri, si è tenuta lunedì 18 novembre presso l'Aula Magna Nuova del Palazzo "La Sapienza" a Pisa. Nell’occasione il professor Giulianotti ha tenuto una lectio magistralis dal titolo: “Il futuro della Chirurgia: prospettive, sfide e dilemmi”.

“Ho studiato qui a Pisa, per me l'Università di Pisa è ancora l'Università della grande storia e di Galileo Galilei, questo riconoscimento per me è un onore veramente particolare – ha detto il professore Giulianotti - ho sviluppato la seconda parte della mia carriera negli Stati Uniti ma questo legame con l'Italia non è mai scomparso, vorrei stabilire rapporti di collaborazione e lavorare per aiutare i giovani universitari italiani offrendo loro borse di studio per venire negli Stati Uniti a fare esperienza”.

“Il professor Giulianotti è forse il più celebre chirurgo di chirurgia robotica al mondo – ha detto il Rettore Zucchi - si è laureato qui all’Università di Pisa, ha fatto un lungo percorso, e poi è finito a Chicago, Illinois, dove ha messo su uno dei più grossi centri di chirurgia robotica oggi esistenti. Ma in realtà l'aveva già messo su in Italia perché da Pisa era andato a Grosseto e là grazie alle sue competenze e alle sue qualità, aveva avviato la chirurgia robotica in una sede ospedaliera, il che dimostra che si possono fare bellissime cose anche in collaborazione con il sistema sanitario nazionale”.

Brillante studioso dotato di particolare attenzione per le innovazioni tecnologiche e chirurgo di straordinario talento, Pier Cristoforo Giulianotti si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia nel 1978 presso l'Università di Pisa come allievo della Scuola Superiore Sant’Anna. Dopo la laurea, Giulianotti si è specializzato in chirurgia generale, chirurgia dell’apparato digerente ed endoscopia digestiva chirurgica, iniziando la sua carriera presso l’Ospedale di Massa, dove ha lavorato per tre anni. Successivamente è passato all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, dove ha fatto parte dell’equipe del professore Franco Mosca, del quale fu braccio destro. Nel 1998 si è poi spostato a Grosseto dove ha intrapreso una carriera internazionale di straordinario prestigio.

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Un momento della cerimonia

Attualmente è Lloyd Nyhus Tenured Professor of Surgery e Direttore della Divisione di Chirurgia Minimamente Invasiva e Robotica del Dipartimento di Chirurgia della University of Illinois di Chicago, Vicedirettore del Dipartimento di Chirurgia, Direttore del Programma di Fellowship in Chirurgia Generale, e Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

È noto a livello globale come uno dei padri della chirurgia robotica per essere stato, durante il suo periodo grossetano, il primo al mondo ad eseguire numerosi interventi robotici pionieristici. Tra questi, nel 2001, la prima duodenocefalopancreasectomia robotica, un intervento storico nella chirurgia generale. Con oltre 5000 operazioni robotiche all’attivo, è considerato il chirurgo con la maggiore esperienza al mondo in questo campo.

Oltre alla pratica clinica, Giulianotti ha dato un contributo significativo alla ricerca scientifica, con oltre 200 pubblicazioni e un H-index di 36. Ha fondato due società di chirurgia robotica - MIRA (Minimally Invasive Robotic Association) e CRSA (Clinical Robotic Surgery Association) - ed è autore di testi di riferimento, tra cui The Foundation and Art of Robotic Surgery.

Il pubblico alla cerimonia e fra loro con tocco e toga il professore Pier Cristoforo Giulianotti

La sua opera innovativa ha avuto eco anche nella cultura popolare, con una menzione nella serie televisiva Grey's Anatomy. La sua carriera esemplare rappresenta un punto di riferimento per la medicina contemporanea e futura.

Le motivazioni per il dottorato di ricerca honoris causa in Scienze cliniche e traslazionali sono state lette dal Professore Mauro Pistello, docente ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica del dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia. Mentre la laudatio è stata tenuta dal Professore Ugo Boggi, ordinario di Chirurgia Generale del dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia

Immagine1 copy copy copy copy copy copy copy copy copy copy copyIn attuazione del d.lgs. 10 marzo 2023, n. 24, in materia di protezione delle persone che segnalano condotte illecite di cui siano venute a conoscenza nell’ambito del proprio contesto lavorativo, sono stati attivati i nuovi canali di segnalazione interna dell’Ateneo.

L’Università di Pisa ha messo a disposizione due modalità di segnalazione, tra cui una procedura informatizzata che prevede l’utilizzo di una piattaforma telematica online, accessibile al seguente link: https://unipi.it/whistleblowing.

Tutte le informazioni relative alla segnalazione di condotte illecite sono consultabili nel sito istituzionale di Ateneo, all’interno della sezione Amministrazione trasparente, sottosezione Altri contenuti > Prevenzione della corruzione > Segnalazioni di illecito – whistleblower.

Venerdì 22 novembre, alle ore 15.00, presso il Museo di Storia Naturale si svolgerà il corso di formazione per docenti dal titolo "Non sono un’erbaccia. Riconoscere erbe spontanee di uso alimentare".

L’incontro, tenuto da Raffaello Corsi, include un’attività di laboratorio per l’identificazione e il riconoscimento botanico di alcune specie osservate in natura.

La partecipazione è gratuita, ma è richiesta l'iscrizione. Per iscrizioni contattare Lucia Stelli: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Numero massimo di partecipanti: 30.

Tutte le informazioni al link; https://www.msn.unipi.it/it/eventi/non-sono-unerbaccia-riconoscere-erbe-spontanee-di-uso-alimentare-2/ 

Martedì 26 novembre, alle ore 21.00, presso la Gipsoteca di Arte Antica, andrà in scena lo spettacolo dal titolo "Sola, ovvero l’infanzia predata”, a cura della compagnia “Voci Sbagliate”.

I temi centrali della rappresentazione saranno la solitudine, l’infanzia e l’amore. 

L’ingresso sarà gratuito e l’evento sarà aperto a tutta la comunità, ma vietato ai minori di 18 anni data la presenza di contenuti sensibili.

L'evento è organizzato dall'associazione Sinistra per... l’Integrazione e le culture e si svolge con i contributi per le attività studentesche dell'Università.

Per ulteriori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Martedì 26 novembre, alle ore 21.00, presso la Gipsoteca di Arte Antica, andrà in scena lo spettacolo dal titolo "Sola, ovvero l’infanzia predata”, a cura della compagnia “Voci Sbagliate”.

I temi centrali della rappresentazione saranno la solitudine, l’infanzia e l’amore. 

L’ingresso sarà gratuito e l’evento sarà aperto a tutta la comunità, ma vietato ai minori di 18 anni data la presenza di contenuti sensibili.

L'evento è organizzato dall'associazione Sinistra per... l’Integrazione e le culture e si svolge con i contributi per le attività studentesche dell'Università.

Per ulteriori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

 

 

E’ nata RettDb, la prima banca dati per l’analisi dei meccanismi molecolari che causano la sindrome di Rett. La risorsa web è accessibile a tutta la comunità scientifica e consente di fare sperimentazioni in silico, cioè attraverso l’analisi dei dati, consentendo così di ridurre il ricorso alla sperimentazione animale. Il risultato è frutto di una ricerca pubblicata sulla rivista Database di Oxford Academic e condotta dai dipartimenti di Biologia e Informatica dell’Università di Pisa.

“La sindrome di Rett – spiega il professore Ugo Borello autore delle studio – è un raro disturbo neuroevolutivo che si verifica quasi esclusivamente nelle femmine con una frequenza di 1 su 10.000 nascite, ed è la seconda causa di grave disabilità intellettiva nelle ragazze dopo la sindrome di Down. E’ noto che in oltre il 95% dei casi, la sindrome sia dovuta a mutazioni nel gene MECP2 legato al cromosoma X, ma i meccanismi molecolari che la determinano sono attualmente sconosciuti”.

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Da sinistra, Ugo Borello Nico Cillari e Giuseppe Neri

RettDb nasce quindi proprio per svelare questi meccanismi e con l’obiettivo di farne uno strumento di riferimento per tutti i ricercatori che studiano questa patologia. La ricerca è partita dal laboratorio del professore Borello dove si studiano i meccanismi molecolari di sviluppo della corteccia cerebrale in diversi sistemi sperimentali e con tecniche diverse, che spaziano dalla bioinformatica, alla biologia molecolare, e alla neuroanatomia.

“Un grande lavoro è stato fatto da due studenti in tesi, Nico Cillari e Giuseppe Neri, che hanno accettato questa sfida che non era scontato avremmo portato a termine con successo - ha sottolineato Borello – ma la complessità in biologia richiede un approccio multidisciplinare, da qui la fruttosa collaborazione con il professore Paolo Milazzo e la professoressa Nadia Pisanti del dipartimento di informatica, con l’ausilio della tesista Marta Scalisi che si è occupata dello sviluppo web, e grazie al fondamentale supporto di Fabio Pratelli e di Maurizio Davini, responsabile del Green Data Center dell’università di Pisa.

Lo studio è stato finanziato dalla Commissione europea con i fondi del PNRR NextGeneration Program nell’ambito dello Spoke 6 del THE, Tuscany Health Ecosystem, Precision medicine & personalized healthcare.

 

 

 

 

Creata la prima banca dati per l’analisi dei meccanismi molecolari che causano la sindrome di Rett: consentirà di ridurre il ricorso alla sperimentazione animale

Lo studio dei dipartimenti di Biologia e Informatica dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Database di Oxford Academic

E’ nata RettDb, la prima banca dati per l’analisi dei meccanismi molecolari che causano la sindrome di Rett. La risorsa web è accessibile a tutta la comunità scientifica e consente di fare sperimentazioni in silico, cioè attraverso l’analisi dei dati, consentendo così di ridurre il ricorso alla sperimentazione animale. Il risultato è frutto di una ricerca pubblicata sulla rivista Database di Oxford Academic e condotta dai dipartimenti di Biologia e Informatica dell’Università di Pisa.

“La sindrome di Rett – spiega il professore Ugo Borello autore delle studio – è un raro disturbo neuroevolutivo che si verifica quasi esclusivamente nelle femmine con una frequenza di 1 su 10.000 nascite, ed è la seconda causa di grave disabilità intellettiva nelle ragazze dopo la sindrome di Down. E’ noto che in oltre il 95% dei casi, la sindrome sia dovuta a mutazioni nel gene MECP2 legato al cromosoma X, ma i meccanismi molecolari che la determinano sono attualmente sconosciuti”.

RettDb nasce quindi proprio per svelare questi meccanismi e con l’obiettivo di farne uno strumento di riferimento per tutti i ricercatori che studiano questa patologia. La ricerca è partita dal laboratorio del professore Borello dove si studiano i meccanismi molecolari di sviluppo della corteccia cerebrale in diversi sistemi sperimentali e con tecniche diverse, che spaziano dalla bioinformatica, alla biologia molecolare, e alla neuroanatomia.

“Un grande lavoro è stato fatto da due studenti in tesi, Nico Cillari e Giuseppe Neri, che hanno accettato questa sfida che non era scontato avremmo portato a termine con successo - ha sottolineato Borello – ma la complessità in biologia richiede un approccio multidisciplinare, da qui la fruttosa collaborazione con il professore Paolo Milazzo e la professoressa Nadia Pisanti del dipartimento di informatica, con l’ausilio della tesista Marta Scalisi che si è occupata dello sviluppo web, e grazie al fondamentale supporto di Fabio Pratelli e di Maurizio Davini, responsabile del Green Data Center dell’università di Pisa.

Lo studio è stato finanziato dalla Commissione europea con i fondi del PNRR NextGeneration Program nell’ambito dello Spoke 6 del THE, Tuscany Health Ecosystem, Precision medicine & personalized healthcare.

Dida foto: da sinistra, Ugo Borello Nico e Giuseppe Neri

Link articolo scientifico: https://academic.oup.com/database/article/doi/10.1093/database/baae109/7824125

 

 

rettorato vertIl Senato Accademico dell’Università di Pisa, nella seduta del 15 novembre, ha approvato all’unanimità la mozione presentata dalla comunità studentesca relativa alle recenti decisioni del Governo in merito all’Università.

Qui di seguito il testo approvato.

“Il Senato Accademico esprime netta contrarietà per i tagli attuati al FFO e forte preoccupazione per l’aumento di precarizzazione che seguirebbe all’approvazione della riforma del pre-ruolo universitario, auspicando che il Governo adotti i provvedimenti necessari da un punto di vista normativo e finanziario ad invertire questa tendenza. In questo senso, solidarizza con le mobilitazioni delle diverse componenti dell’Ateneo in opposizione a queste manovre.

Il Senato Accademico invita il Rettore a farsi portavoce dell’istanza di protesta che arriva dalla comunità universitaria nelle varie sedi pubbliche e negli organi di cui fa parte, a partire dalla CRUI.

Il Senato Accademico si impegna ad attivare iniziative per monitorare i contratti di lavoro precario presenti in Ateneo, inclusa la costituzione di un Osservatorio, e di proporre azioni volte ad assicurare l’attuazione dell’art. 8 dello Statuto, in base al quale 'l’Università privilegia rapporti di lavoro a tempo indeterminato'."

Nuovi modelli previsionali basati sull’intelligenza artificiale consentono di prevedere fino a sei ore di anticipo le alluvioni provocate da fiumi minori e torrenti, corsi d’acqua che sono ad oggi i più difficili da gestire e monitorare. La notizia arriva da uno studio dell’Università di Pisa e del Consorzio di Bonifica Toscana Nord pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature.

“Le forti precipitazioni concentrate in breve tempo e su aree ristrette rendono difficile la gestione dei corsi d’acqua minori, dove la rapidità di deflusso delle acque piovane aumenta il rischio di piene improvvise, basti pensare agli eventi alluvionali avvenuti nel novembre 2023 nella provincia di Prato dove sono esondati i torrenti Furba e Bagnolo e, più recentemente, a quelli che hanno colpito la Valdera e la provincia di Livorno” spiega Monica Bini, professoressa del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa che ha coordinato la ricerca.

I modelli predittivi basati sull’intelligenza artificiale sono stati addestrati a partire dalla banca dati pluviometrica e idrometrica fornita del Servizio Idrologico Regionale della Toscana. Il passo successivo sarà quindi di sviluppare software semplici e facili da usare per anticipare le criticità dei corsi d’acqua e di mitigare i danni.

 

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Monica Bini e Ismaele Ridolfi

 

“L’intelligenza artificiale si è rivelata uno strumento prezioso per dare preallerta in piccoli bacini anche con sei ore di anticipo, ma resta fondamentale che le decisioni operative siano sempre supervisionate da esperti,” ha sottolineato il dottor Marco Luppichini, primo autore dell’articolo e assegnista di ricerca del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ateneo pisano.

“La disponibilità di dati pluviometrici forniti dal Servizio Idrologico Regionale e il finanziamento del Consorzio di Bonifica, per cui ringraziamo il presidente Ismaele Ridolfi, sono stati fondamentali per il successo della ricerca a cui  ha collaborato sempre per il Consorzio l’ingegnere Lorenzo Fontana – dice Monica Bini  - è per me inoltre motivo di orgoglio la partecipazione al lavoro di Giada Vailati, studentessa del corso di laurea magistrale in Scienze Ambientali del quale sono presidente, credo sia l’esempio tangibile di come il corso affronti tematiche di estrema attualità e come i nostri studenti possano da subito diventare protagonisti di ricerche internazionali e incidere sulla gestione del territorio”.

“E’ un risultato che ci rende orgogliosi del lavoro fatto e della collaborazione stretta in questi anni con un’eccellenza come il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa – sottolinea il presidente del Consorzio di Bonifica Toscana Nord, Ismaele Ridolfi - In queste settimane, l'emergenza climatica in atto ha dato una terribile dimostrazione degli effetti disastrosi che può avere sulle nostre vite con i casi di Emilia-Romagna, Marche, la stessa Toscana fino ad arrivare alle più recenti alluvioni che hanno colpito la Spagna e in particolare il territorio di Valencia. Oltre alle necessarie manutenzioni ordinarie e alle opere straordinarie per ridurre il rischio, abbiamo il dovere di sfruttare al meglio i nuovi strumenti in grado di prevedere il prima possibile eventi pericolosi e gli eventuali effetti sui nostri territori. La collaborazione continuerà – conclude Ridolfi -, grazie alla nuova convenzione sottoscritta nei mesi scorsi, per approfondire il tema ed estendere gli studi ad altri corsi d'acqua”.

(Foto in copertina:Foto di Наталья Коллегова da Pixabay)

 

Lo studio dell’Università di Pisa e del Consorzio di Bonifica Toscana Nord pubblicato su Scientific Reports

Nuovi modelli previsionali basati sull’intelligenza artificiale consentono di prevedere fino a sei ore di anticipo le alluvioni provocate da fiumi minori e torrenti, corsi d’acqua che sono ad oggi i più difficili da gestire e monitorare. La notizia arriva da uno studio dell’Università di Pisa e del Consorzio di Bonifica Toscana Nord pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature.

“Le forti precipitazioni concentrate in breve tempo e su aree ristrette rendono difficile la gestione dei corsi d’acqua minori, dove la rapidità di deflusso delle acque piovane aumenta il rischio di piene improvvise, basti pensare agli eventi alluvionali avvenuti nel novembre 2023 nella provincia di Prato dove sono esondati i torrenti Furba e Bagnolo e, più recentemente, a quelli che hanno colpito la Valdera e la provincia di Livorno” spiega Monica Bini, professoressa del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa che ha coordinato la ricerca.

I modelli predittivi basati sull’intelligenza artificiale sono stati addestrati a partire dalla banca dati pluviometrica e idrometrica fornita del Servizio Idrologico Regionale della Toscana. Il passo successivo sarà quindi di sviluppare software semplici e facili da usare per anticipare le criticità dei corsi d’acqua e di mitigare i danni.

“L’intelligenza artificiale si è rivelata uno strumento prezioso per dare preallerta in piccoli bacini anche con sei ore di anticipo, ma resta fondamentale che le decisioni operative siano sempre supervisionate da esperti,” ha sottolineato il dottor Marco Luppichini, primo autore dell’articolo e assegnista di ricerca del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ateneo pisano.

“La disponibilità di dati pluviometrici forniti dal Servizio Idrologico Regionale e il finanziamento del Consorzio di Bonifica, per cui ringraziamo il presidente Ismaele Ridolfi, sono stati fondamentali per il successo della ricerca a cui  ha collaborato sempre per il Consorzio l’ingegnere Lorenzo Fontana – dice Monica Bini  - è per me inoltre motivo di orgoglio la partecipazione al lavoro di Giada Vailati, studentessa del corso di laurea magistrale in Scienze Ambientali del quale sono presidente, credo sia l’esempio tangibile di come il corso affronti tematiche di estrema attualità e come i nostri studenti possano da subito diventare protagonisti di ricerche internazionali e incidere sulla gestione del territorio”.

“E’ un risultato che ci rende orgogliosi del lavoro fatto e della collaborazione stretta in questi anni con un’eccellenza come il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa – sottolinea il presidente del Consorzio di Bonifica Toscana Nord, Ismaele Ridolfi - In queste settimane, l'emergenza climatica in atto ha dato una terribile dimostrazione degli effetti disastrosi che può avere sulle nostre vite con i casi di Emilia-Romagna, Marche, la stessa Toscana fino ad arrivare alle più recenti alluvioni che hanno colpito la Spagna e in particolare il territorio di Valencia. Oltre alle necessarie manutenzioni ordinarie e alle opere straordinarie per ridurre il rischio, abbiamo il dovere di sfruttare al meglio i nuovi strumenti in grado di prevedere il prima possibile eventi pericolosi e gli eventuali effetti sui nostri territori. La collaborazione continuerà – conclude Ridolfi -, grazie alla nuova convenzione sottoscritta nei mesi scorsi, per approfondire il tema ed estendere gli studi ad altri corsi d'acqua”.

Link articolo scientifico

https://www.nature.com/articles/s41598-024-78012-2

Didascalia foto: Monica Bini e Ismaele Ridolfi

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