Comunicati stampa
Marzo
Dal Museo di Anatomia umana “Filippo Civinini” dell'Università di Pisa i materiali di scena per la fiction Rai 1 “Costanza”
La serie in quattro puntate, la prima è andata in onda domenica 30 marzo
Il museo di Anatomia umana “Filippo Civinini” dell'Università di Pisa ha fornito alcuni materiali di scena per la fiction “Costanza” in onda in prima serata su Rai 1 da domenica 30 marzo. Si tratta di un microscopio antico, crani, scheletri, preparati anatomici e modelli embriologici. La produzione si è inoltre ispirata alla Scuola Medica dell’Ateneo pisano per ricostruire gli ambienti interni nei teatri di posa. Costanza è una serie televisiva italiana in quattro puntate tratta dai romanzi di Alessia Gazzola. La protagonista è la paleopatologa Costanza Macallè interpretata da Miriam Dalmazio.
Il Museo di Anatomia umana “Filippo Civinini” si trova in via Roma 55, nell’istituto di anatomia umana della Scuola Medica. Al suo interno sono conservate preziose raccolte archeologiche, tra cui una mummia egizia con sarcofago, corredi funerari e vasi precolombiani raccolti dal medico e studioso Carlo Regnoli nella seconda metà dell’Ottocento. L’esposizione museale è completata dalla Galleria de Busti, con gessi di antichi anatomisti, e dalla Galleria Mascagni, dove sono esposte le tavole anatomiche di Paolo Mascagni (1755-1815).
Pisa è stata una delle prime città universitarie a possedere una Scuola Anatomica: l’insegnamento dell’Anatomia Umana iniziò nel Cinquecento per volontà di Cosimo I dei Medici che fece costruire un Teatro Anatomico.
Il museo fu inizialmente allestito agli inizi dell’Ottocento dal professore di Anatomia Tommaso Biancini. Dal 1834 Filippo Civinini, a cui è intitolato, continuò l’opera di sistemazione e catalogazione e lo inaugurò con il nome di Gabinetto Anatomico, in vista della Prima Riunione degli Scienziati Italiani, tenutasi a Pisa nel 1839. Attualmente il museo fa parte del Sistema museale di Ateneo dell’Università di Pisa, il suo direttore è il professore Gianfranco Natale.
Per informazioni e visite: https://www.mau.sma.unipi.it/
Erosione costiera in Italia: sino a 10 metri in meno l’anno, a rischio il 66% dei delta fluviali
Lo studio del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Estuarine, Coastal and Shelf Science
Due terzi dei principali fiumi italiani è attualmente a rischio erosione con arretramenti della costa che arrivano sino a 10 metri l’anno. Il quadro emerge da uno studio pubblicato sulla rivista “Estuarine, Coastal and Shelf Science” e condotto dalla professoressa Monica Bini e dal dottor Marco Luppichini del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa. La ricerca ha analizzato i cambiamenti delle coste sabbiose italiane negli ultimi 40 anni, dal 1984 al 2024, con particolare attenzione ai delta fluviali.
Utilizzando un software che analizza immagini satellitari, Bini e Luppicchini hanno ricostruito l’evoluzione della costa italiana. Il risultato è che il 66% dei 40 principali fiumi italiani è soggetto all’erosione costiera, percentuale che sale 100% se si escludono le aree protette da difese artificiali.
“Il cambiamento climatico sta avendo un impatto significativo sull'evoluzione delle coste italiane – spiega Marco Luppichini – in particolare incidono la diminuzione delle precipitazioni e l’aumento degli eventi meteorologici estremi che alterano il ciclo idrologico e la capacità dei corsi d’acqua di trasportare sedimenti fino alla costa. A questo si aggiungono l’innalzamento del livello del mare, che contribuisce alla scomparsa di tratti di litorale, e l’incremento della temperatura delle acque superficiali del Mediterraneo che intensifica tempeste e mareggiate, accelerando il processo erosivo e riducendo la resilienza delle spiagge”.
Secondo lo studio, le aree più a rischio erosione sono il delta del Po, il Serchio, l’Arno, e l’Ombrone in Toscana e il delta del Sinni in Basilicata, tutte zone caratterizzate da un forte arretramento della linea di costa e da una significativa perdita di sedimenti dovuta a fattori climatici e antropici.
Il delta del Po è una delle zone più vulnerabili a causa dell'innalzamento del livello del mare e della riduzione del trasporto sedimentario. Nonostante alcune aree mostrino avanzamenti della costa, molte parti registrano un progressivo arretramento, in particolare nei settori meno protetti da opere artificiali. In Toscana le foci dell’Arno e del Serchio sono soggette ad un arretramento costante di 2-3 metri l’anno mentre il delta dell’Ombrone registra una delle situazioni più critiche, con tassi di erosione fino a 5-6 metri l’anno. La ridotta disponibilità di sedimenti, dovuta a modifiche antropiche lungo il corso del fiume, e l'aumento delle mareggiate rende infatti questa zona particolarmente fragile, mettendo a rischio gli ecosistemi del Parco della Maremma e le attività economiche legate al turismo e all’agricoltura. Il delta del Sinni, in Basilicata, rappresenta infine uno dei casi più estremi, con un’erosione che supera i 10 metri l'anno, una delle più alte in Italia.
“E’ chiara l’urgenza di adottare strategie sostenibili per gestire le coste, mitigare gli effetti dell’erosione e proteggere le aree più fragili – conclude Luppichini – grazie al nostro studio abbiamo realizzato un database omogeneo per l’intero territorio nazionale così da aiutare una possibile pianificazione degli interventi a difesa delle zone più a rischio, come i delta fluviali, veri e propri “hotspot” della crisi climatica in corso”.
Link articolo scientifico:
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0272771425000447
Libera Università: dialogo tra Tomaso Montanari e il rettore Unipi Riccardo Zucchi
Venerdì 28 marzo in Sapienza, l’evento organizzato dal Cidic Università di Pisa
Venerdì 28 marzo, alle 16:30 nell’Aula Magna Nuova del Palazzo La Sapienza dell’Università di Pisa (via Curtatone e Montanara 15, Pisa) si parlerà di Libera Università con Tomaso Montanari, Rettore Università per Stranieri di Siena, e Riccardo Zucchi, Rettore Università di Pisa. Modera l’incontro Saulle Panizza, direttore del Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura (Cidic) dell’Università di Pisa.
L’incontro, organizzato dal Cidic, è a ingresso gratuito sino a esaurimento posti. Sarà inoltre possibile seguirlo in diretta streaming: http://call.unipi.it/LiberaUniversita
La riflessione prenderà spunto dal libro “Libera Università” (Einaudi), accendendo i riflettori su un dibattito che può e deve uscire dalle aule universitarie, aprendosi alla società. Sarà un dibattito a 360 gradi che cercherà di delineare lo stato dell’arte - le trasformazioni imposte dalla competizione, la burocratizzazione degli atenei, la progressiva ‘aziendalizzazione’, i nodi della terza missione, le ombre sull’autonomia – guardando dritto verso un futuro da ri-costruire. Un domani in cui il ruolo e il valore dell’Università non possa più essere messo in dubbio.
Sarà possibile inviare una domanda ai relatori collegandosi a questo link: https://forms.office.com/e/F0QRsyjgmM
Tomaso Montanari è uno storico dell'arte, saggista e docente universitario. Ha insegnato Storia dell'arte moderna all'Università «Federico II» di Napoli. Rettore dell'Università per Stranieri di Siena, si è sempre occupato della storia dell'arte del XVII secolo, cercando di rispondere alle domande poste dalle opere con tutti gli strumenti della disciplina: dalla filologia attributiva alla ricerca documentaria, dalla critica delle fonti testuali all'analisi dei significati, a una interpretazione storico-sociale.
Frontiere della Biomedicina: Immunologia e Genetica, due rivoluzioni
24 marzo alle 16 al Polo Carmignani incontro con Antonella Viola e Alessandro Aiuti per il ciclo "Sguardi nel futuro"
Lunedì 24 marzo alle 16 nell'Aula Magna del Polo Didattico Carmignani dell’Università di Pisa (Piazza dei Cavalieri), Antonella Viola e Alessandro Aiuti terranno la conferenza dal titolo "Frontiere della Biomedicina: Immunologia e Genetica, due rivoluzioni". L'evento fa parte del ciclo "Sguardi nel futuro".
Negli ultimi decenni, la medicina ha attraversato una rivoluzione senza precedenti, e l'immunologia e la genetica si sono affermata come delle discipline centrali per la comprensione e la cura di molte malattie. In questo incontro sarà ripercorsa la straordinaria storia dell'immunoterapia del cancro: dall'iniziale scetticismo al Premio Nobel assegnato nel 2018 per gli anticorpi inibitori di checkpoint, fino alle nuove terapie con cellule CAR-T. Sarà esplorato il tema di come l'immunologia stia ridefinendo la visione di patologie in apparenza distanti, come le malattie neurodegenerative, la depressione, la sindrome metabolica e persino l'invecchiamento. Saranno approfonditi i recenti progressi dell’ingegneria genetica che hanno consentito la messa a punto di virus modificati in grado di trasportare geni terapeutici per la cura di gravi malattie genetiche del sistema immunitario e altre patologie ereditarie. La conferenza si concluderà con uno sguardo al futuro, analizzando il grande potenziale dei vaccini a mRNA, utilizzati non solo nella prevenzione delle infezioni ma anche nel trattamento dei tumori. Un viaggio alle frontiere della medicina, dove innovazione e ricerca aprono nuovi orizzonti.
"Sguardi nel futuro" è un'iniziativa di orientamento e alta formazione dell’Università di Pisa, che mette in contatto i giovani con i più importanti esperti del mondo della ricerca scientifica e tecnologica, dell’industria e dell’economia, e delle scienze sociali.
Il ciclo, rivolto agli studenti universitari dei primi due anni della laurea triennale e agli alunni degli ultimi due anni delle Scuole Superiori, affronta i temi della transizione energetica e del cambiamento climatico, delle più attuali scoperte nel settore delle scienze della vita e delle nuove esplorazioni spaziali, delle nuove opportunità offerte dall’intelligenza artificiale e della salute globale, dell’importanza del metodo scientifico e della creatività per inventarsi nuovi lavori, della cittadinanza consapevole e dei futuri assetti geopolitici.
‘Sguardi nel Futuro’, a cura di Piero Bianucci, Dario Pisignano e del Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura (CIDIC) dell’Università di Pisa, raccoglie il testimone di precedenti cicli di incontri lanciati da Piero Angela e Piero Bianucci al Politecnico di Torino, un modello che è stato replicato anche presso l’Università di Roma Tor Vergata e l’Università di Trento.
Pubblicato il censimento aggiornato della flora delle Alpi apuane: segnalate 3 nuove specie per la Toscana e 141 a rischio estinzione
Il lavoro firmato dal professor Lorenzo Peruzzi dell’Università di Pisa
Tre nuove specie segnalate per la Toscana e 141 inserite nella “Lista Rossa Nazionale” delle piante a rischio di estinzione, il dato emerge dall’ultimo censimento della flora delle Alpi apuane realizzato dal professore Lorenzo Peruzzi del Dipartimento di Biologia e Direttore dell'Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa.
Il lavoro, pubblicato nella rivista Italian Botanist, ha documentato un totale di 1987 tra specie e sottospecie, di cui 130 aliene, in un'area ampia 1056 km². Le nuove specie sono: le native Vulneraria piccolina (Anthyllis vulneraria subsp. pulchella) e Pigamo dei sassi (Thalictrum minus subsp. saxatile) e l’esotica casuale Fior di pesco (Chaenomeles speciosa). Fra quelle a rischio estinzione si segnalano le tre specie gravemente minacciate: l’Atamanta di Corti (Athamanta cortiana), un’ombrellifera endemica apuana che vive esclusivamente su rupi di marmo, fiorendo raramente; l’Erba-unta di Maria (Pinguicula mariae), una graziosa pianta carnivora endemica apuana, dedicata alla studiosa Maria Ansaldi, scomparsa prematuramente nel 2013; la Felcetta atlantica (Vandenboschia speciosa), rara felce presente in Italia solo sulle Alpi Apuane, rappresentata anche nel logo del Parco Regionale delle Alpi Apuane.
Nel territorio sono inoltre presenti 93 specie endemiche italiane, cioè che esistono in tutto il mondo solo in Italia, di cui 30 endemiche delle Alpi Apuane.
"La flora delle Alpi Apuane è particolarmente ricca, al di sopra dell'atteso per un'area di quell'ampiezza per quanto riguarda il numero di specie autoctone, ma fortunatamente anche al di sotto dell'atteso per il numero di specie aliene - afferma Lorenzo Peruzzi - In particolare, la maggiore ricchezza floristica si concentra sulle colline e montagne al di sopra delle città di Massa e di Carrara, che purtroppo però sono anche le zone maggiormente impattate dalle cave di marmo.
Lo studio aggiorna alcuni censimenti realizzati in passato. Le Alpi Apuane, per le loro peculiarità geomorfologiche e biogeografiche, hanno infatti da sempre attratto l’interesse dei botanici. Un primo elenco completo di tutte le felci, conifere e piante a fiore di quest'area fu pubblicata da Pietro Pellegrini nel 1942, aggiornato poi da Erminio Ferrarini tra il 1994 e il 2000. In entrambi i casi, però, gli elenchi floristici ricavati erano relativi a un territorio diverso e più ampio, per cui un vero e proprio elenco floristico aggiornato e mirato alle sole Alpi Apuane ancora non esisteva.
“Per dare un'idea della mole del lavoro svolto, basti pensare che l'elenco completo della flora che abbiamo reso disponibile come appendice all’articolo è di ben 936 pagine – racconta Peruzzi - ha collaborato all’opera Brunello Pierini, appassionato esperto di botanica, ben esemplificando l’importanza della cosiddetta Citizen Science in questo tipo di studi”.
"Le Alpi Apuane sono obiettivamente ricche - conclude Lorenzo Peruzzi - non resta che auspicare, quindi, una adeguata tutela di questo eccezionale territorio, un vero e proprio gioiello dal punto di vista botanico in particolare e naturalistico in generale".
Il lavoro fa parte delle attività di ricerca svolte nell'ambito del progetto 3P_earthBIODIV, un importante finanziamento alla ricerca di base ottenuto dal nostro ateneo nell'ambito di un bando a cascata del National Biodiversity Future Center. Il progetto, che vede fortemente impegnato il gruppo di ricerca PLANTSEED Lab dell’Università di Pisa per tutto il 2025, prevede l’esplorazione di territori poco conosciuti o con flore mancanti o non aggiornate e uno studio tassonomico integrato di gruppi critici della flora italiana, con particolare attenzione alla componente endemica.
Università di Pisa: il 20 marzo un evento per rafforzare il legame tra Ateneo e territorio
L’incontro è organizzato nell’ambito della Giornata Nazionale delle Università per incrementare il dialogo e la sinergia tra i Comuni e gli Atenei, con l’obiettivo di favorire le opportunità di sviluppo e innovazione e contribuire a una qualificata occupazione giovanile
Il 20 marzo in Sapienza (Via Curtatone e Montanara 15, Pisa) si terrà una giornata di incontro fra l’Università di Pisa e il territorio, la prima del suo genere, con la partecipazione dei Dipartimenti, dei Centri di Ateneo e degli studenti e delle studentesse del Laboratorio I-Lab, dedicato alla co-creazione e all’innovazione per il territorio. Durante l’evento, i partecipanti si confronteranno con le rappresentanze dei comuni e delle istituzioni locali.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito di "Università Svelate", la Giornata Nazionale delle Università promossa dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) in collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI). Quest’anno, l’evento pone particolare attenzione al ruolo delle città universitarie come motore di sviluppo e coesione sociale, anche alla luce di un protocollo firmato l’11 marzo proprio tra la CRUI e l’ANCI.
In linea con il tema della giornata nazionale, l’evento mira a valorizzare il legame tra l’Università e le comunità locali, partendo dai progetti sviluppati in Ateneo e approfondendo ulteriori iniziative che favoriscano la connessione con il territorio di area vasta. L'obiettivo è rafforzare le relazioni con le amministrazioni comunali, contribuire a una qualificata occupazione giovanile, promuovere la cultura dell’innovazione e dell’imprenditorialità in modo responsabile e sostenibile, e valorizzare la conoscenza e l’innovazione.
L’incontro avrà inizio alle 10 nell’aula magna nuova con l’accoglienza delle autorità locali, tra cui i sindaci dell’area vasta, i presidenti delle province, i Presidenti delle Camere di Commercio, e il Presidente dell'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana. Durante l’evento, i partecipanti si confronteranno sulle opportunità di sviluppo e innovazione nei rispettivi territori.
Dopo i saluti istituzionali, il professore Marco Macchia, delegato del Rettore per i rapporti con il territorio, descriverà i contenuti del protocollo tra la CRUI e l’ANCI, illustrando anche i risultati di un’indagine promossa dalla CRUI sulle collaborazioni fra Università e Amministrazioni Comunali nelle città universitarie, alla quale hanno partecipato tutte le università italiane. L’attenzione sarà posta in particolare sui dati di Pisa Città Universitaria.
A seguire, il professore Corrado Priami interverrà in qualità di Prorettore alla valorizzazione delle conoscenze, illustrando il ruolo dell’Università nella promozione di progetti innovativi.
Successivamente, il professore Alessio Cavicchi, delegato per la promozione della cultura imprenditoriale e dell’innovazione sociale, insieme agli studenti e alle studentesse del Laboratorio I-Lab, presenterà questa importante iniziativa, che si propone di formare giovani capaci di stimolare lo sviluppo economico locale e creare nuove opportunità di impiego.
Infine, la professoressa Enza Pellecchia, Prorettrice per la coesione della comunità universitaria e il diritto allo studio, sottolineerà l’importanza dei rapporti con il territorio per favorire opportunità e valorizzare i laureati.
Durante la mattinata, ricercatori e ricercatrici dei dipartimenti e dei centri dell’Università di Pisa esporranno i propri progetti sotto forma di poster, offrendo un’occasione di confronto con i rappresentanti istituzionali e il pubblico presente. Il dibattito si concluderà alle 12 con un momento informale di networking, pensato per favorire il dialogo e la condivisione di idee in un ambiente più disteso.
"L’Università di Pisa è un punto di riferimento per un’area vasta che va oltre i confini cittadini – ha dichiarato il Rettore dell’Università di Pisa, professore Riccardo Zucchi –. Favorire il dialogo tra Ateneo e territorio significa creare un ponte concreto tra formazione e mondo del lavoro, offrendo ai giovani opportunità reali di crescita e innovazione".
Mariangela Guastaferro vince il "Premio Ricercatrici e Ricercatori NEST per la ricerca e l’innovazione"
Mariangela Guastaferro, ricercatrice presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa, ha vinto il “Premio Ricercatrici e Ricercatori NEST per la ricerca e l’innovazione” bandito dalla Fondazione NEST. La cerimonia si è svolta lo scorso 12 marzo a Milano presso Borsa Italiana, nell’ambito dell’evento Inspire Leadership 2025, appuntamento di riferimento nei settori dell’innovazione, della tecnologia e della sostenibilità.
Mariangela Guastaferro (foto) ha ricevuto il riconoscimento per le sue attività scientifiche svolte nel campo della produzione di combustibili e di energia rinnovabili attraverso tecnologie innovative di pirolisi. Questo premio rappresenta un importante attestato del lavoro svolto all'interno del gruppo di Impianti Chimici dell’Università di Pisa, sotto la guida dei professori Leonardo Tognotti e Cristiano Nicolella. Le tecnologie sviluppate sono state implementate con successo e sono attualmente operative presso il Consorzio Polo Tecnologico Magona, dimostrando la loro efficacia e applicabilità nel settore.
Fondazione NEST – Network 4 Energy Sustainable Transition – è uno dei 14 grandi progetti di partenariato esteso selezionati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU – nell’ambito del PNRR. Il suo obiettivo è di finanziare progetti di ricerca di base per rafforzare le filiere della ricerca a livello nazionale e promuovere la loro partecipazione alle catene di valore strategiche europee e globali. Il Premio Ricercatrici e Ricercatori NEST per la ricerca e l’innovazione rappresenta un tassello fondamentale in questo percorso, confermando l’importanza del riconoscimento del talento e dell’impegno nella ricerca scientifica e tecnologica.
“Segnali di Fumo”, la nuova campagna UniPi per ridurre sigarette (comprese quelle elettroniche) e riciclare i mozziconi
Al via la sperimentazione dal Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale
Ridurre il fumo di sigarette (comprese quelle elettroniche) in Ateneo e creare un ambiente di studio e di lavoro più sano e sostenibile. E’ questo l’obiettivo di “Segnali di Fumo”, una iniziativa appena lanciata dalla Commissione per lo Sviluppo Sostenibile dell’Università di Pisa. Prima tappa il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale (DCCI) che punta a diventare un modello per l’intera comunità.
Tra le misure adottate c’è la creazione di spazi riservati ai fumatori, collocati in zone specifiche lontane da ingressi e aree comuni, per garantire la tutela dei non fumatori e il rispetto della normativa vigente. L’iniziativa ha inoltre previsto l’installazione di una cartellonistica chiara e visibile per informare correttamente tutta la comunità accademica sulle disposizioni in vigore e sulle soluzioni adottate.
Un altro elemento chiave del progetto è il riciclo dei mozziconi, una delle principali fonti di inquinamento urbano. Grazie alla collaborazione con un’azienda specializzata, l’Università sperimenterà il riutilizzo dei filtri di sigaretta, compresi quelli dei dispositivi a tabacco riscaldato, per trasformarli in materiali ecosostenibili, come l’imbottitura per giacconi invernali.
“Il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale si è proposto come struttura pilota per l’iniziativa – ha detto il professore Fabio Bellina direttore del Dipartimento - Questa scelta è nata dalla volontà di ribadire e rafforzare il divieto di fumo non solo all'interno dell'intero edificio, ma anche nelle aree esterne, in particolare in prossimità di porte, finestre e prese d’aria, nel rispetto delle normative vigenti e della tutela della salute di studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo”.
“Il progetto fa parte di un percorso più ampio di sensibilizzazione e responsabilizzazione nei confronti delle tematiche ambientali e del benessere collettivo – sottolinea la professoressa Elisa Giuliani, prorettrice per la Sostenibilità e l'agenda 2030 e presidente della Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo - Nei prossimi giorni, l’Università contatterà tutte le strutture per valutare l’adesione all’iniziativa. Come Commissione Sostenibilità, intendiamo anche organizzare eventi formativi sui rischi del fumo. Riteniamo fondamentale sensibilizzare la nostra comunità sull’impatto del fumo sulla salute e sull’ambiente, alla luce delle evidenze ormai consolidate della ricerca”.
“Nonostante le risorse limitate imposte dalle attuali contingenze – conlude Giuliani - l’Università conferma il proprio impegno per un ambiente più sano e rispettoso della collettività. Questa iniziativa rappresenta un ulteriore passo nella promozione dell’Agenda 2030, con particolare riferimento all’Obiettivo 3 Salute e Benessere”.
Didascalia foto:
da sinistra Fabio Bellina ed Elisa Giuliani.
Concluse le prime indagini geofisiche sul sito preceramico di Ba'ja in Giordania
Si è recentemente conclusa la prima campagna di scavo e ricognizione presso il sito di Ba'ja, all'interno del progetto speciale della didattica GeoLithics, guidato da Niccolò Mazzucco ed Adriano Ribolini dell'Università di Pisa. Il progetto aveva lo scopo di coinvolgere studentesse e studenti dell'Università di Pisa nello studio di questo importante sito preceramico.
Ba’ja è un insediamento del Neolitico Preceramico Tardo (LPPNB, tardo VII millennio a.C., circa 9.000 anni fa), situato in una posizione naturalmente fortificata a nord di Petra, nel sud della Giordania. Il sito si trova tra le montagne ed è accessibile solo attraverso una stretta gola, che conduce a un pianoro nascosto tra alte pareti di roccia. L’insediamento neolitico è caratterizzato da case in pietra costruite su più livelli e terrazzamenti, disposte su ripidi pendii. Queste strutture, interamente realizzate in pietra, dovevano essere di almeno due piani, le une addossate alle altre.
L'indagine del sito si svolge all'interno del "Ba’ja Neolithic Joint Project (BJNP)", un progetto di ricerca e scavo internazionale, codiretto da Niccolò Mazzucco (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, Università di Pisa, Italia), Hala Alarashi (UMR 7264, CEPAM, CNRS, Francia) e Bellal Abuhelaleh (Al-Hussein Bin Talal University, Giordania), in collaborazione con il Dipartimento delle Antichità della Giordania. Il BJNP, attualmente in corso, mira ad approfondire la studio delle comunità preceramiche e del loro declino, fornendo nuove prospettive sull’evoluzione delle prime società proto-urbane.
L'obiettivo del progetto GeoLithics è stato quello di documentare le strutture ancora sepolte e il loro possibile andamento grazie all'uso del metodo di geofisica superficiale Ground-Penetrating Radar (Georadar). I risultati ottenuti, molto promettenti, confermano la presenza di una densa trama urbana, con numerosi edifici a pianta rettangolare disposti su più livelli. Queste analisi saranno fondamentali per organizzare le prossime missioni di scavo e orientare la ricerca verso le aree più interessanti di questo vasto villaggio. In particolare, le indagini condotte potranno verificare l'esistenza di una zona centrale, forse destinata a uno spazio collettivo o a funzioni di riunione, situata nel cuore del villaggio.
L’Università di Pisa incontra l’Associazione Unità Migranti in Italia
Per potenziare il sostegno alla comunità studentesca internazionale e migliorare i servizi di accoglienza, l’Università di Pisa ha avviato un dialogo con l’Associazione Unità Migranti in Italia APS. La professoressa Enza Pellecchia, prorettrice per la Coesione della comunità universitaria e per il diritto allo studio, il professor Giovanni Paoletti, prorettore per la Didattica, e il professor Giovanni Federico Gronchi, prorettore per la Cooperazione e le relazioni internazionali, hanno incontrato alcuni rappresentanti dell’associazione, tra cui il presidente Dieng Ibrahima, la vicepresidente Destemona Nasi, il segretario Ihor Chernai e il coordinatore dello sportello di ascolto Said Talbi.
L’associazione, impegnata nel fornire supporto agli immigrati in Italia, svolge un ruolo fondamentale nell’accompagnare gli studenti internazionali dell’Ateneo pisano attraverso corsi di lingua italiana, informatica di base e un servizio di orientamento. Con l’aumento significativo di studenti stranieri iscritti all’Università di Pisa, è emersa la necessità di migliorare le infrastrutture e le risorse disponibili per garantire un’accoglienza adeguata. Il numero di immatricolati con titolo estero è infatti passato da circa 850 nell’a.a. 2023/24 a circa 1.730 nell'a.a. 2024/25, con un sostanziale raddoppio delle presenze.
Durante l’incontro, si è discusso dell’importanza di avviare percorsi di apprendimento della lingua italiana già prima dell’arrivo degli studenti e delle studentesse in Italia, attraverso iniziative a cui potrebbe collaborare anche l’Università di Pisa. L'associazione è già in contatto con il personale dell’Ufficio relazioni internazionali, che si occupa dell'immatricolazione di studenti con titolo estero. Inoltre, per dare maggiore struttura e continuità alla cooperazione tra l’Ateneo e l’Associazione Unità Migranti in Italia APS, è stata avanzata l’idea di redigere una convenzione formale, utile a rafforzare le sinergie in un’ottica di inclusione e supporto agli studenti internazionali.