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Non solo un’Alleanza tra università, ma un network di istituzioni pubbliche, aziende e partner della società civile chiamati a collaborare sui problemi concreti della società. Circle U., l’Alleanza Universitaria di cui fa parte l’Università di Pisa insieme ad altri 8 prestigiosi atenei europei, include al suo interno anche una serie di partner associati provenienti dai rispettivi territori di origine e che, per l’Ateneo pisano sono il Comune di Pisa, l’AOUP, il CNR, il Polo Tecnologico di Navacchio, TOUR4EU - Tuscan Organisation of Universities and Research for Europe, il CIMEA, Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche, e AAATE, l’Association for the Advancement of Assistive Technology in Europe.

Con una giornata che si è svolta nell’Aula Magna storica del Palazzo della Sapienza, l’Università di Pisa ha voluto salutare e dare il benvenuto ufficiale ai suoi partner associati, che hanno potuto conoscere le opportunità dell’Alleanza anche attraverso le testimonianze di studenti e docenti che hanno già preso parte a varie iniziative.

“Siamo qui per illustrare ai nostri partner associati il valore strategico dell’Alleanza europea Circle U. e le opportunità che questa può offrire al nostro territorio – ha spiegato il rettore Riccardo Zucchi nel suo saluto iniziale – L’Alleanza Circle U. comprende nove atenei di grande pregio, che nel prossimo futuro faranno nascere lauree congiunte, iniziative comuni e attività che andranno a unire le competenze e i saperi di ciascun partner. In tutte queste attività potranno essere coinvolte le istituzioni del territorio, in modo da costruire network di collaborazioni di respiro internazionale”.

All’evento hanno partecipato Frida Scarpa, assessora ai Rapporti con le istituzioni universitarie del Comune di Pisa; per l’Area CNR di Pisa, il direttore Fabio Recchia, Roberto Scopigno, direttore ISTI - Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione, Lucia Billeci, referente per il Working group Intelligenza Artificiale IFC, e Raffaele Conte, responsabile per la Protezione dati del CNR; per il Polo Tecnologico di Navacchio, il presidente Andrea Di Benedetto, Silvia Marchini, responsabile relazioni con le imprese e le startup, e Gaia Orlandi, responsabile comunicazione; Benedetta Becherini, dirigente responsabile del Clinical Trial Center dell’AOUP; Sara Comai, professoressa del Politecnico di Milano in rappresentanza di AAATE; Simona Costa, responsabile di TOUR4EU.

“Sono molti i vantaggi che le Alleanze Universitarie Europee possono portare ai singoli territori – ha ricordato Giovanni Federico Gronchi, prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali – Possono aiutare a migliorare le competenze delle persone e a supportare le aziende nel far fronte a carenze di qualifiche nelle comunità o nelle regioni; permettono opportunità di contatti diretti con giovani talenti provenienti da tutta Europa, che possono essere di aiuto a realizzare obiettivi concreti, da trattare in attività challenge-based; studenti, comunità accademica e società civile possono lavorare insieme per risolvere problemi di interesse pubblico. Questo permette di creare insegnamenti innovativi, basati su problemi reali”.​

Il professor Alessio Cavicchi, responsabile del gruppo di lavoro sul “Societal Engagement” all’interno di Circle U., ha poi illustrato casi concreti di collaborazione e innovazione che l’Alleanza può far nascere anche sui territori, portando l’esempio di Suvignano, la tenuta confiscata alla mafia oggi di proprietà della Regione Toscana, che l’anno prossimo ospiterà un Boot Camp riservato agli studenti delle nove università di Circle U., invitati a sviluppare soluzioni, idee e progettualità per valorizzare l’azienda.

Da parte loro, i partner associati hanno mostrato molto interesse per le opportunità offerte da Circle U.: per l’assessora Frida Scarpa, l’Alleanza può creare connessioni e convergenze affinché la grande comunità di studenti e talenti presenti su Pisa possano rimanere sul territorio integrandosi nel tessuto delle piccole e medie imprese, anche con prospettive internazionali; CNR e AOUP auspicano che i loro laboratori e le loro strutture possano ospitare in futuro attività e progetti di studenti e ricercatori dell’Alleanza; il Polo Tecnologico di Navacchio apre le sue porte a chi vorrà fare esperienza di start-up e innovazione; Sara Comai è disponibile a supportare l’integrazione di tecnologie assistive di AAATE per la didattica di Circle U.; Simona Costa ha messo a disposizione l’esperienza di TOUR4EU per sviluppare opportunità di collaborazione in connessione con la Commissione Europea, nonché con la Regione Toscana.

All’incontro in Sapienza hanno partecipato anche i Chair dei Knowledge Hub attivati ad oggi in Circle U. – Alessandro Balestrino (Open Campus), Angioletta Sperti (Democracy), Lara Tavoschi (Global Health), Stefano Galatolo (Climate), Michelangelo Zaccarello (CU.mil), Alessio Cavicchi (InCU.bator) – e molti rappresentanti del team Circle U. che lavorano in Ateneo.

Alcuni studenti hanno portato testimonianze sulla loro partecipazione alle attività Circle U., fra le quali il MUN (Model United Nation), le Summer School, le Circle U.lympics, il Sustainable Change-Makers program, il Women Funders Network. Inoltre, ci sono state testimonianze da personale docente e tecnico amministrativo in merito ai Sandpits e Seed Funding Schemes, nonché alle Staff Week.
 

C’è tempo fino al 15 ottobre 2024 per partecipare alla call del “Seed Funding Scheme” promossa di Circle U., l’Alleanza Universitaria di cui fa parte l’Università di Pisa insieme ad altri 8 atenei europei. Il bando, disponibile a questo link, offre opportunità di finanziamento fino a 10.000 euro per progetti presentati da docenti, ricercatori, studenti e personale tecnico-amministrativo di tutte le discipline. La condizione è che le proposte da finanziare nascano dalla collaborazione di almeno tre università che fanno parte dell’Alleanza universitaria.

Giovedì 13 giugno, alle ore 13, è in programma una Seed Funding Scheme Info Session (per iscriversi compilare questo form). Il team di Circle U. presenterà i punti principali della call, inclusi i requisiti di ammissibilità e il finanziamento. Seguiranno gli interventi di alcuni dei vincitori della call degli scorsi anni, che parleranno della loro esperienza nella preparazione della domanda e nell’implementazione del progetto, delle sfide affrontate e di come le hanno risolte. In conclusione, ci sarà una sessione di domande e risposte. Per coloro che non possono partecipare su Teams, la sessione sarà registrata.

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Il “Seed Funding Scheme” dà la possibilità di proporre progetti innovativi che vanno da seminari, workshop, moduli, corsi e attività di ricerca congiunte sviluppati in collaborazione con almeno altri due partner. Nel caso di studenti, i progetti proposti contribuiranno a rafforzare la partecipazione e il coinvolgimento della comunità studentesca all’interno di Circle U., supportando nuove attività di apprendimento e formazione o organizzando attività culturali.

A questo link è possibile visionare tutti i progetti finanziati con il Seed Funding Scheme negli scorsi anni.

Lunedì 10 giugno alle 11 una task force coordinata dalla professoressa Francesca Modugno del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa eseguirà un intervento diagnostico sul murale “Tuttomondo” di Keith Haring a Pisa. L'inizitativa è in collaborazione con l’Ufficio Cultura del Comune di Pisa e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno.

L’obiettivo è quello di valutare lo stato di conservazione dell’opera e del film protettivo applicato in superficie nell’ultimo intervento di restauro del 2015. Le analisi testeranno inoltre il grado di impermeabilità del murale e lo stato di conservazione. Il team eseguirà esami spettroscopici non invasivi e preleverà alcuni microcampioni superficiali per analisi di laboratorio mirate.

“Le indagini sono necessarie per monitorare la stabilità e lo stato dell’opera nel tempo e per contribuire a pianificare strategie efficaci e sostenibili di conservazione attiva e preventiva - spiega Francesca Modugno - I risultati saranno messi a disposizione del Comune di Pisa e della Soprintendenza, Tuttomondo è un'opera unica, storicizzata e tutelata, che merita cura e monitoraggio, al fine di evitare costosi interventi futuri”.

Al lavoro sul murale insieme a Francesca Modugno ci saranno Jacopo La Nasa, Ilaria Degano e Tommaso Nacci del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Ateneo pisano, Stefano Legnaioli e Beatrice Campanella, ricercatori dell’Istituto di Chimica dei Composti Organometallici di Pisa, il restauratore che hanno eseguito l’intervento nel 2015 Antonio Rava, e un gruppo di esperti dal Politecnico di Milano che include le professoresse Lucia Toniolo e Sara Goidanich, oltre alle restauratrici della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno Ilaria Barbetti, Elena Salotti ed Eva Pianini.

L’intervento su Tuttomondo si svolge nell’ambito del progetto PRIN2020 SuPerStAr dell’Università di Pisa coordinato dalla stessa Professoressa Modugno e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. SuPerStAr (Sustainable Preservation strategies for Street Art) punta a sviluppare una serie di buone pratiche e linee guida per preservare le opere di street art nell’originario contesto urbano in cui si trovano.

Keith Haring, uno dei più famosi artisti del Neo Pop, realizzò Tuttomondo nel giugno del 1989. Si tratta dell'ultima opera pubblica dell'artista statunitense prima della sua morte, nonché l'unica pensata per essere permanente. Ecco qui una breve storia della genesi del murale.
Il soggiorno a Pisa di Haring si deve all’interesse dell’allora diciannovenne Piergiorgio Castellani, uno studente pisano capitato a New York per una vacanza in compagnia del padre. Piergiorgio, appassionato di Pop Art, s’imbatté fortunosamente in Keith Haring. I due fecero amicizia e il giovane studente convinse l’artista a recarsi in Italia per la realizzazione di un’opera che fosse per tutti. La prima opzione che venne loro presentata per l’esecuzione del grande affresco fu la facciata di un edificio periferico della città di Firenze, opzione che i due rifiutarono in quanto, secondo loro, l’opera doveva collocarsi al centro della vita delle persone. Si accordarono quindi con il sindaco e la giunta comunale della città di Pisa. La parete individuata fu quella posteriore del Convento dei Frati Servi di Maria, dietro alla chiesa di Sant’Antonio Abate: 180 metri quadrati, 10 in lunghezza e 18 d’altezza. Dopo aver ricevuto un l’assenso del parroco della chiesa, Haring, con l’aiuto di Piergiorgio ed altri studenti pisani, cominciò i lavori che portano alla realizzazione di Tuttomondo.

 

Lunedì 10 giugno alle 11 una task force coordinata dalla professoressa Francesca Modugno del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa eseguirà un intervento diagnostico sul murale “Tuttomondo” di Keith Haring a Pisa. L'inizitiva è in collaborazione con l’Ufficio Cultura del Comune di Pisa e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno.

L’obiettivo è quello di valutare lo stato di conservazione dell’opera e del film protettivo applicato in superficie nell’ultimo intervento di restauro del 2015. Le analisi testeranno inoltre il grado di impermeabilità del murale e lo stato di conservazione. Il team eseguirà esami spettroscopici non invasivi e preleverà alcuni microcampioni superficiali per analisi di laboratorio mirate.

 

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“Le indagini sono necessarie per monitorare la stabilità e lo stato dell’opera nel tempo e per contribuire a pianificare strategie efficaci e sostenibili di conservazione attiva e preventiva - spiega Francesca Modugno - I risultati saranno messi a disposizione del Comune di Pisa e della Soprintendenza, Tuttomondo è un'opera unica, storicizzata e tutelata, che merita cura e monitoraggio, al fine di evitare costosi interventi futuri”.

Al lavoro sul murale insieme a Francesca Modugno ci saranno Jacopo La Nasa, Ilaria Degano e Tommaso Nacci del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Ateneo pisano, Stefano Legnaioli e Beatrice Campanella, ricercatori dell’Istituto di Chimica dei Composti Organometallici di Pisa, il restauratore che hanno eseguito l’intervento nel 2015 Antonio Rava, e un gruppo di esperti dal Politecnico di Milano che include le professoresse Lucia Toniolo e Sara Goidanich, oltre alle restauratrici della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno Ilaria Barbetti, Elena Salotti ed Eva Pianini.

L’intervento su Tuttomondo si svolge nell’ambito del progetto PRIN2020 SuPerStAr dell’Università di Pisa coordinato dalla stessa Professoressa Modugno e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. SuPerStAr (Sustainable Preservation strategies for Street Art) punta a sviluppare una serie di buone pratiche e linee guida per preservare le opere di street art nell’originario contesto urbano in cui si trovano.

Keith Haring, uno dei più famosi artisti del Neo Pop, realizzò Tuttomondo nel giugno del 1989. Si tratta dell'ultima opera pubblica dell'artista statunitense prima della sua morte, nonché l'unica pensata per essere permanente. Ecco qui una breve storia della genesi del murale.
Il soggiorno a Pisa di Haring si deve all’interesse dell’allora diciannovenne Piergiorgio Castellani, uno studente pisano capitato a New York per una vacanza in compagnia del padre. Piergiorgio, appassionato di Pop Art, s’imbatté fortunosamente in Keith Haring. I due fecero amicizia e il giovane studente convinse l’artista a recarsi in Italia per la realizzazione di un’opera che fosse per tutti. La prima opzione che venne loro presentata per l’esecuzione del grande affresco fu la facciata di un edificio periferico della città di Firenze, opzione che i due rifiutarono in quanto, secondo loro, l’opera doveva collocarsi al centro della vita delle persone. Si accordarono quindi con il sindaco e la giunta comunale della città di Pisa. La parete individuata fu quella posteriore del Convento dei Frati Servi di Maria, dietro alla chiesa di Sant’Antonio Abate: 180 metri quadrati, 10 in lunghezza e 18 d’altezza. Dopo aver ricevuto un l’assenso del parroco della chiesa, Haring, con l’aiuto di Piergiorgio ed altri studenti pisani, cominciò i lavori che portano alla realizzazione di Tuttomondo.

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(Crediti immagine: This image was originally posted to Flickr by Dimitris Kamaras. It was reviewed on 19 May 2022 by FlickreviewR 2 and was confirmed to be licensed under the terms of the cc-by-2.0).

 

Non solo un’Alleanza tra università, ma un network di istituzioni pubbliche, aziende e partner della società civile chiamati a collaborare sui problemi concreti della società. Circle U., l’Alleanza Universitaria di cui fa parte l’Università di Pisa insieme ad altri 8 prestigiosi atenei europei, include al suo interno anche una serie di partner associati provenienti dai rispettivi territori di origine e che, per l’Ateneo pisano sono il Comune di Pisa, l’AOUP, il CNR, il Polo Tecnologico di Navacchio, TOUR4EU - Tuscan Organisation of Universities and Research for Europe, il CIMEA, Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche, e AAATE, l’Association for the Advancement of Assistive Technology in Europe.

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Con una giornata che si è svolta nell’Aula Magna storica del Palazzo della Sapienza, l’Università di Pisa ha voluto salutare e dare il benvenuto ufficiale ai suoi partner associati, che hanno potuto conoscere le opportunità dell’Alleanza anche attraverso le testimonianze di studenti e docenti che hanno già preso parte a varie iniziative.

“Siamo qui per illustrare ai nostri partner associati il valore strategico dell’Alleanza europea Circle U. e le opportunità che questa può offrire al nostro territorio – ha spiegato il rettore Riccardo Zucchi nel suo saluto iniziale – L’Alleanza Circle U. comprende nove atenei di grande pregio, che nel prossimo futuro faranno nascere lauree congiunte, iniziative comuni e attività che andranno a unire le competenze e i saperi di ciascun partner. In tutte queste attività potranno essere coinvolte le istituzioni del territorio, in modo da costruire network di collaborazioni di respiro internazionale”.

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All’evento hanno partecipato Frida Scarpa, assessora ai Rapporti con le istituzioni universitarie del Comune di Pisa; per l’Area CNR di Pisa, il direttore Fabio Recchia, Roberto Scopigno, direttore ISTI - Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione, Lucia Billeci, referente per il Working group Intelligenza Artificiale IFC, e Raffaele Conte, responsabile per la Protezione dati del CNR; per il Polo Tecnologico di Navacchio, il presidente Andrea Di Benedetto, Silvia Marchini, responsabile relazioni con le imprese e le startup, e Gaia Orlandi, responsabile comunicazione; Benedetta Becherini, dirigente responsabile del Clinical Trial Center dell’AOUP; Sara Comai, professoressa del Politecnico di Milano in rappresentanza di AAATE; Simona Costa, responsabile di TOUR4EU.

“Sono molti i vantaggi che le Alleanze Universitarie Europee possono portare ai singoli territori – ha ricordato Giovanni Federico Gronchi, prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali – Possono aiutare a migliorare le competenze delle persone e a supportare le aziende nel far fronte a carenze di qualifiche nelle comunità o nelle regioni; permettono opportunità di contatti diretti con giovani talenti provenienti da tutta Europa, che possono essere di aiuto a realizzare obiettivi concreti, da trattare in attività challenge-based; studenti, comunità accademica e società civile possono lavorare insieme per risolvere problemi di interesse pubblico. Questo permette di creare insegnamenti innovativi, basati su problemi reali”.​

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Il professor Alessio Cavicchi, responsabile del gruppo di lavoro sul “Societal Engagement” all’interno di Circle U., ha poi illustrato casi concreti di collaborazione e innovazione che l’Alleanza può far nascere anche sui territori, portando l’esempio di Suvignano, la tenuta confiscata alla mafia oggi di proprietà della Regione Toscana, che l’anno prossimo ospiterà un Boot Camp riservato agli studenti delle nove università di Circle U., invitati a sviluppare soluzioni, idee e progettualità per valorizzare l’azienda.

Da parte loro, i partner associati hanno mostrato molto interesse per le opportunità offerte da Circle U.: per l’assessora Frida Scarpa, l’Alleanza può creare connessioni e convergenze affinché la grande comunità di studenti e talenti presenti su Pisa possano rimanere sul territorio integrandosi nel tessuto delle piccole e medie imprese, anche con prospettive internazionali; CNR e AOUP auspicano che i loro laboratori e le loro strutture possano ospitare in futuro attività e progetti di studenti e ricercatori dell’Alleanza; il Polo Tecnologico di Navacchio apre le sue porte a chi vorrà fare esperienza di start-up e innovazione; Sara Comai è disponibile a supportare l’integrazione di tecnologie assistive di AAATE per la didattica di Circle U.; Simona Costa ha messo a disposizione l’esperienza di TOUR4EU per sviluppare opportunità di collaborazione in connessione con la Commissione Europea, nonché con la Regione Toscana.

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All’incontro in Sapienza hanno partecipato anche i Chair dei Knowledge Hub attivati ad oggi in Circle U. – Alessandro Balestrino (Open Campus), Angioletta Sperti (Democracy), Lara Tavoschi (Global Health), Stefano Galatolo (Climate), Michelangelo Zaccarello (CU.mil), Alessio Cavicchi (InCU.bator) – e molti rappresentanti del team Circle U. che lavorano in Ateneo.

Alcuni studenti hanno portato testimonianze sulla loro partecipazione alle attività Circle U., fra le quali il MUN (Model United Nation), le Summer School, le Circle U.lympics, il Sustainable Change-Makers program, il Women Funders Network. Inoltre, ci sono state testimonianze da personale docente e tecnico amministrativo in merito ai Sandpits e Seed Funding Schemes, nonché alle Staff Week.
 

Uno studio dell’Università di Pisa pubblicato su Frontiers in Psychology nella sezione Consciousness Researches investiga le basi neurali dell’attività di meditazione, avvalendosi di un gruppo di volontari di eccezione: i monaci di Sera-Jey, l’Università Monastica Tibetana in Karnataka, India nell’ambito di una collaborazione attiva dal 2018.

Il gruppo di ricerca dell’Ateneo, composto da ingegneri del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e da psicofisiologi del Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell’Area Critica, ha lavorato sui dati raccolti nell’arco di diversi mesi, durante i quali i monaci sono stati monitorati nelle meditazioni quotidiane tramite il rilevamento di elettroencefalogramma, attività cardiaca e respiratoria. Lo studio è l’unico nel suo genere a potersi fondare sull’analisi di un gruppo così omogeneo e altamente addestrato. I monaci infatti, dopo un percorso di studi di quasi un ventennio, possono scegliere di dedicarsi fino a otto ore al giorno alla meditazione in ritiri della durata di diversi anni.

“Grazie alla convenzione tra l’Ateneo di Pisa e l’Università di Sera Jey - spiega Bruno Neri, docente di ingegneria elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa (nelle foto insieme ai monaci tibetani) - abbiamo avuto l’opportunità di studiare la meditazione praticata da un gruppo di super esperti. La routine dei monaci in ritiro prevede quattro sessioni di meditazione di due ore ciascuna ogni giorno per un totale di circa 3000 ore l’anno. Ho trascorso con loro periodi di permanenza piuttosto lunghi, fino a 6 settimane in tre diverse occasioni, utilizzando dispositivi di misura dei parametri fisiologici indossabili e non invasivi, per non interferire in alcun modo con le loro pratiche quotidiane. Lo scopo era quello di indagare i correlati neuronali di due diverse tipologie di meditazione, concentrativa e analitica. Nella prima si può raggiungere uno stato cognitivo di consapevolezza priva di contenuto e pensiero discorsivo; nella seconda invece la mente viene diretta su un oggetto di riflessione (per esempio un concetto filosofico o morale), che viene analizzato in tutte le sue sfaccettature”.

I tracciati elettroencefalografici risultanti dai due tipi di mediazione sono stati analizzati tramite modelli matematici, nel tentativo di mettere in evidenza le differenze a livello neurofisiologico durante la meditazione concentrativa e quella analitica. “I primi risultati - afferma Alejandro Callara, ricercatore in bioingegneria al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa - indicano che analizzando il segnale elettroencefalografico è possibile distinguere nettamente tra i due tipi di meditazione. In particolare, abbiamo visto che la meditazione concentrativa provoca un drastico cambiamento della potenza di tale segnale nella maggior parte delle bande spettrali classiche e che tale cambiamento è più evidente al crescere dell'esperienza del soggetto. Di fatto abbiamo osservato questo fenomeno con certezza in quei monaci con più di 20.000 ore di meditazione al loro attivo. Tenuto conto della letteratura scientifica sull’argomento sembrerebbe che con l’esperienza nella pratica cresca la capacità di attivare meccanismi dell’attenzione che permettono loro di sopprimere stimoli non rilevanti e distrattori, a favore della focalizzazione sull’auto consapevolezza, cosa che di fatto è proprio lo scopo della meditazione concentrativa. Abbiamo anche osservato che lo stesso soggetto (esperto) impegnato sia nella meditazione analitica che in quella concentrativa, è in grado soltanto in questo secondo caso di generare le variazioni descritte sopra, e questo ci suggerisce che tali variazioni possano essere rilevanti per uno studio più approfondito sugli stati non ordinari di coscienza indotti dalla meditazione”.

La prossima missione a Sera Jey inizierà il 29 giugno prossimo. Il gruppo sarà composto da Bruno Neri, Alejandro Callara e Ciro Conversano, docente di Psicologia Dinamica, e avrà come obiettivo quello di reclutare, con la collaborazione dello Science Center di Sera Jey e del vicino Collegio Tantrico di Gyumed, altri volontari esperti in alcune pratiche meditative esoteriche in grado di agire alla radice del rapporto Mente/Corpo. Ciro Conversano condurrà inoltre una serie di seminari sulla mindfulness e sulle pratiche contemplative.

Mercoledì 5 giugno, alle ore 16, al Museo del Vetro di Empoli (in via Ridolfi 70), si terrà l’incontro “I Musei di Empoli per il pubblico cinese” con la presentazione delle brochures in lingua cinese del Museo della Collegiata di Sant'Andrea e del Museo del Vetro di Empoli realizzate dal Laboratorio di Cultura Museale MUSEIA dell’Università di Pisa. Nell’occasione interverranno Cristina Gelli (Musei di Empoli); Zhou Yeqing, Antonella Gioli, Sara Bruni (Università di Pisa); Francesco Biron (PromoCultura).

Sono pochi i musei, anche grandi, che offrono strumenti di conoscenza e guida rivolti ai cittadini e turisti di lingua cinese. Ciò rende ancora più significativa l'iniziativa dei due piccoli ma molto interessanti musei di Empoli che offrono ben quattro brochures: due per adulti, che illustrano le opere più significative delle due raccolte, e due per bambini, che invitano in maniera giocosa e scoprire spazi e oggetti. Una iniziativa frutto della collaborazione tra istituzioni, associazioni, comunità per lo sviluppo dell'accessibilità e mediazione museale e culturale anche come elemento di integrazione sociale.

Il lavoro di adattamento culturale e di traduzione delle brochures è stato svolto da Zhou Yeqing, laureanda in Scienze dei Beni Culturali all’Università di Pisa, nell'ambito delle attività di MUSEIA-Laboratorio di cultura museale del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere (responsabile professoressa Antonella Gioli) e del progetto "PA.CO.net: Patrimonio e Comunità in rete: progetto pilota per nuove pratiche partecipative a Empoli" dell'Università di Pisa con PromoCultura, Co&So Empoli, Comune di Empoli, ICOM Italia (risorse Regione Toscana - POR FSE TOSCANA 2014-2020, nell’ambito di Giovanisì).

Fondazione Finanza Etica bandisce l'edizione 2023/2024 del Premio tesi di Laurea "Antonio Genovesi" dedicato alla finanza etica.

Si possono candidare le persone laureate da settembre 2023 a luglio 2024.

Il Premio 2023/2024 si concentra su cinque ambiti specifici:
-teorie, istituzioni e cultura della finanza etica
-finanza alternativa, green fintech e shareholder engagement
-imprese, territorio e economia circolare
-transizione ecologica e coesione sociale
-etica nell’intelligenza artificiale (AI)

Saranno assegnati un premio di 2.500 euro e due menzioni di 750 euro ciascuna per tesi magistrali o a ciclo unico.

Informazioni, bando e modulo di candidatura disponibili al link: https://con-etica.it/bando/premio-tesi-di-laurea-sulla-finanza-etica-antonio-genovesi-2024/ 

Per ulteriori informazioni contattare l'indirizzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">

 

Pisa, 5 giugno 2024 - Torna il tradizionale Concerto del Coro dell’Università del Giugno Pisano, giunto alla sua venticinquesima edizione. Venerdì 7 giugno alle ore 21:30, nella chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, il Coro dell'Università eseguirà la grandiosa Messa a quattro voci con orchestra (detta Messa di Gloria) di Giacomo Puccini, composta a Lucca nel 1880.

La serata è organizzata nell’ambito delle celebrazioni in occasione del primo centenario dalla morte del compositore lucchese. Per l’occasione, si uniranno alle nutrite fila del Coro pisano i coristi del Coro dell’Università di Perugia in scambio culturale col nostro Ateneo. Solisti il tenore Marco Mustaro e il baritono Carlo Morini, insieme all’Orchestra Sinfonica Città di Grosseto, sotto la direzione di Stefano Barandoni. L’ingresso è libero. L'evento è organizzato dal Polo Musicale "Antonella Galanti" del CIDIC - Centro per l'Innovazione e la Diffusione della Cultura.

Il magma può essere utilizzato come fonte di energia semi-infinita, ma per farlo è prima necessario capire dove si trova sotto i nostri piedi e come si muove. Per la prima volta, grazie ad innovative tecniche di geodesia satellitare, scienziati e scienziate dell’Università di Pisa sono riusciti a studiare il magma a profondità sinora mai esplorate per capire come si muove e come risale verso la superficie. La ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications è stata svolta dal dottore Alessandro La Rosa e dalla professoressa Carolina Pagli del dipartimento di Scienze della Terra dell’Ateneo pisano. Hanno inoltre collaborato al lavoro il professore Freysteinn Sigmundsson della University of Iceland e altri studiosi da Cina, Francia e Regno Unito.

La possibilità di ricavare energia dal magma è una opportunità concreta allo studio in paesi come l’Islanda – racconta Carolina Pagli – per misurare i movimenti millimetrici della superficie terrestre la tecnica principale che abbiamo usato è l’Interferometric Synthetic Aperture Radar (InSAR) che abbiamo combinato con il sistema globale di navigazione satellitare (GNSS) per avere una visione a tre dimensioni dei movimenti della crosta terrestre”.

Il monitoraggio satellitare è durato dal 2014 al 2021 e ha riguardato il rift dell’Afar, una depressione nel Corno d’Africa tra Stato di Gibuti, Eritrea, Somalia ed Etiopia dove si trova il punto più basso del continente africano. I risultati hanno rilevato un sollevamento della crosta terrestre di circa 5 mm/anno rivelando la comune origine di fenomeni in superficie molto distanti fra loro.

“Nel nostro studio abbiamo dimostrato come l’apporto di magma nella crosta avvenga ad impulsi, in luoghi diversi ma contemporaneamente – spiega Alessandro La Rosa - nello specifico l’afflusso di magma è avvenuto simultaneamente in quattro diversi luoghi, distanti decine di km e a profondità comprese tra 9 e 28 km, causando il sollevamento della superficie su una zona larga circa 100 km”.

Carolina Pagli si occupa da sempre di ricerca sui vulcani attivi tramite tecniche di geodesia satellitare. Dopo avere acquisito il PhD alla University of Iceland dove ha studiato i vulcani attivi e l’influenza del ritiro dei ghiacciai sulla produzione di magma ha continuato il suo percorso presso la University of Leeds nel Regno Unito. Tornata in Italia grazie al programma ministeriale Rita Levi Montalcini è adesso professoressa associata di Geofisica della Terra Solida al dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Pisa.
Alessandro La Rosa è stato dottorando e assegnista di ricerca nel gruppo di ricerca di Carolina Pagli ed è attualmente Research Fellow a GFZ-Potsdam (Germania).

Foto: Alessandro La Rosa e Carolina Pagli durante le ricerche ad Afar

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