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Comunicati stampa

Fiori belli e buoni da mangiare, che al sapore somigliano alla carota o al ravanello e che fanno anche bene alla salute perché ricchissimi di antiossidanti. E’ questo quanto è emerso da uno studio di un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali dell'Università di Pisa pubblicato sulla rivista Scientia Horticulturae.spaghetti fiori web

La ricerca è partita dal lavoro di tesi di Elisa Bortolotti (foto), autrice dell’articolo insieme ai dottori Stefano Benvenuti e Rita Maggini, e ha preso in esame dodici specie comunemente utilizzate solo come piante ornamentali, dalla viola, alla petunia, alla fucsia.

Come rivelato dalle analisi svolte nei laboratori della sezione di Orticoltura e Floricoltura diretti dal professore Alberto Pardossi, il potere antiossidante dei fiori è risultato significativamente superiore a quello dei comuni ortaggi da foglia e, a eccezione dei bassi valori misurati nella boraggine (solo 0,5 mmol FeSO4 /100 g di peso fresco), variava da 3,6 della calendula al 70,4 del tagete.

“Parte di questa elevata attività antiossidante è dovuta all’alto contenuto di antociani, almeno nel caso dei fiori con colorazioni rosso o blu – hanno spiegato i ricercatori – e infatti le migliori proprietà nutraceutiche sono presenti nei fiori più pigmentati”.Elisa Bortolotti raccolta fiori web

Ma oltre a rivelare le proprietà nutraceutiche, lo studio ha cercato di valutare anche l’appetibilità dei fiori attraverso dei test di assaggio. A parte alcuni fiori non graditi soprattutto per l’eccessiva consistenza come ad esempio la fucsia, la maggior parte sono stati apprezzati, come ad esempio il nasturzio il cui gusto ricorda il ravanello, la begonia che richiama il limone o l’ageratum che sa di carota.

“Superata una certa diffidenza iniziale rispetto a questo ‘strano cibo’, spesso i fiori ricordano sapori speziati, acidi talvolta simili ai comuni ortaggi ma con una consistenza e palatabilità diversa, più soffice e profumata – concludono i ricercatori - e certamente sebbene non possono certamente diventare un alimento base della nostra dieta essi costituiscono una importante opportunità in termini di sapori e salute”.fiori pronti per panel test web

Con la nuova monoposto presentata a luglio in rettorato e per le piazze di Pisa, l’E-Team Squadra Corse dell’Università di Pisa ha partecipato agli eventi di Formula Student e di Formula SAE che si sono tenuti rispettivamente all’autodromo Riccardo Paletti a Varano de’ Melegari e in Ungheria al porto di Györ-Gonyü. In entrambe le competizioni, che prevedevano eventi dinamici e statici, l’E-Team ha ottenuto il primo posto per il Business Plan Presentation sia in Italia che in Ungheria, ottenendo ottimi punteggi anche negli altri settori valutati.

e team 2016 gara2

«Queste gare e questi risultati sottolineano l’eccellenza e l’impegno dei nostri ragazzi e dell’Università in eventi nazionali e internazionali – commenta Stefania Zanforlin, docente di macchine a fluido e Faculty Advisor della squadra – In nove anni l’attività di Formula Student è diventata una realtà matura in grado di realizzare buoni piazzamenti in competizioni internazionali ma i risultati più importanti per questi ragazzi riguardano la loro crescita professionale e umana. Le grandi aziende ai fini dell’assunzione riconoscono sempre più il valore curriculare di attività di questo tipo. Soprattutto, quanto i ragazzi hanno imparato li accompagnerà per tutta la vita, supportandoli nell’affrontare sfide e difficoltà, non solo lavorative».

e team 2016 squadra

Durante l’evento di Varano, la squadra ha ottenuto i seguenti risultati:

Design Event
13° posizione con punti 122.519 su 150

Presentation Event
1° posizione con punti 75 su 75

Cost Event
2° posizione con punti 94.887 su 100

Acceleration Event
7° posizione con punti 53.601 su 75

Skid Pad Event
19° posizione con punti 2.5 su 50

Autocross Event
14° posizione con punti 53.985 su 150

Endurance Event
Non classificata per guasto temporaneo alla vettura

Overall Results
15° posizione su 39 con 402.492 punti

Nelle gare tenutesi in Ungheria, l’ E-Team ha ottenuto i seguenti risultati:

Business Plan Presentation
1° posizione con punti 75 su 75

Cost, Manufacturing and Sustainability Event
11° posizione con punti 72 su 86

Design Event
20° posizione con punti 96 su 150

Static Overall
9° posizione con punti 243 su 286,5

Acceleration
12° posizione con punti 45,3 su 75

Skid Pad
30° posizione con punti 16,5 su 50

Autocross
22° posizione con punti 78,8 su 150

Endurance
Non classificata per guasto temporaneo alla vettura

Dynamic Overall
27° posizione con punti 140,6 su 560,5

Overall Results
26° posizione su 40 con 383,6 punti

 

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The android FACE was the main “actress” of a very special video, released by 20th Century Fox on August 25th. The video was recorded in the lab of the Research Center “E. Piaggio” of the University of Pisa for the “Morgan” movie, which will open in theather next Friday, September the 2nd.

The robot FACE was casted to produce a reaction video, a special content where people emotional reactions to movie’s trailers are captured and mounted in a clip. Reaction videos are becoming very popular and on YouTube it is possible to find reaction videos with more than 14 millions of visualization. For this Reason, Fox decided to produce for the Morgan promotion a “Robot Reaction” video where the trailer watchers are social robots with emotional capabilities instead of people.

 

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“FACE has a very complex facial architecture” - said Daniele Mazzei, one of the FACE’s fathers - “consisting of 32 motors placed between the skull and the skin that in a way similar to the human facial anatomy, thus allowing the actuation of very complex micro facial movements and the reproduction of a wide amount of complex facial expressions.” The humanoid robot FACE watched the Morgan trailer and reacted to it performing facial expressions aligned with the emotional and empathic content perceived from the video.

FACE, acronym of Facial Automation for Conveying Emotions, is an android built by a team of the researcher Center “E. Piaggio”, of the university of Pisa, headed by Prof. Danilo De Rossi. The robot is a social android able to empathically interact with people through a non-verbal communication. By using a set of sensors integrated in its head FACE drives its gaze toward human interlocutors analysing their facial expressions and gestures, and inferring their emotional states. On the basis of the inferred emotional state of its interlocutors FACE establish a non-verbal communication with them by using facial expressions and gestures. FACE is nowadays used as tool for the design and study of Artificial Intelligence models and for the study of the social and affective interaction between humans and robots.

The FACE cognitive system reproduces facial expressions starting from the seven basic emotional states: Hanger, Disgust, Fear, Happiness, Sadness and Surprise. Thanks to its stereotypical and simplified facial expressivity, the FACE emotional states are simpler to be recognized and interpreted than human emotions. For this reason FACE has been demonstrated to be usable also for driving interaction with people having deficit in understanding human emotions like subjects with Autism.

LINK TO THE REACTION VIDEO
http://fox.co/RobotsReact
http://fox.co/RobotsReactInterview

 

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Il robot umanoide FACE è stato l’insolito protagonista di un video molto speciale, reso pubblico lo scorso 25 agosto. Nel mese estivo per eccellenza, i laboratori del Centro “E. Piaggio” dell’Università di Pisa si sono infatti trasformati in un set cinematografico, e hanno ospitato le riprese del reaction video del film “Morgan” della 20th Century Fox, che uscirà nelle sale italiane il 6 ottobre.

I reaction video mostrano le reazioni emotive di varie persone messe di fronte al trailer del film. Dato il successo di questi video, alcuni dei quali raggiugono su YouTube anche i 14 milioni di contatti, la 20th Century Fox ha deciso di produrre anche un robot reaction video, in cui spettatori del trailer sono stati automi umanoidi, tra cui FACE, di cui sono state filmate le reazioni.

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“La complessa struttura del volto del robot – spiega Daniele Mazzei, uno dei “papà” di FACE - comprende 32 micromotori, posti tra l’epidermide e la struttura ossea che, in modo analogo ai muscoli facciali, permettono di controllare ogni minimo movimento del viso e generare una enorme quantità di espressioni anche molto complesse” l’automa ha gustato la visione del trailer di Morgan ed è stato filmato mentre produceva diverse espressioni del volto in reazione a quello che “vedeva”, esprimendo stati emotivi in modo analogo agli esseri umani.

FACE, acronimo di Facial Automation for Conveying Emotions, è un androide realizzato da un team di ricercatori del Centro “E. Piaggio” dell’Università di Pisa, guidati dal professor Danilo De Rossi. Il robot è un androide sociale in grado di interagire empaticamente con gli esseri umani attraverso una comunicazione non verbale. Tramite sensori posizionati sulla testa, FACE orienta il proprio sguardo verso l’interlocutore umano, ne analizza le espressioni facciali e la gestualità e ne inferisce lo stato emotivo. Sulla base dello stato mentale inferito, FACE inizia una comunicazione non verbale attraverso espressioni facciali, sguardi e ammiccamenti, tutti intesi a stabilire un dialogo empatico.

FACE è utilizzato come strumento per lo sviluppo di modelli di Intelligenza Artificiale e per lo studio dell’interazione sociale e affettiva tra uomo e robot. Il sistema cognitivo di FACE genera espressioni facciali a partire da sei stati emotivi di base: rabbia, disgusto, paura, felicità, tristezza, sorpresa. Data la natura artificiale e quindi semplificata del sistema, gli stati emotivi espressi dal robot sono più facilmente riconoscibili rispetto a quelli umani, cosa che rende FACE particolarmente adatto all’interazione con persone in grado di interpretare un numero limitato di espressioni, come sono per esempio i soggetti autistici.

Link al reaction video
http://fox.co/RobotsReact
http://fox.co/RobotsReactInterview

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nature communicationsNon solo grafene, due nuovi materiali bidimensionali promettono di rivoluzionare il futuro delle tecnologie. In uno studio appena pubblicato sulla rivista “Nature Communications”, i ricercatori dell’Università di Pisa e del Politecnico di Losanna hanno mostrato che l’arsenéne e l’antimonéne, materiali bidimensionali composti da arsenico e antimonio, possono consentire di realizzare transistor ad alte prestazioni con lunghezza di canale di soli 5 nm, non ottenibile con il silicio.

Per capire gli effetti della miniaturizzazione in questo settore, basta pensare che il telefono che abbiamo in tasca è ormai un potente calcolatore grazie al fatto che l’industria dei semiconduttori è riuscita a realizzare negli ultimi 50 anni transistor sempre più piccoli e a raddoppiarne ogni 24 mesi il numero contenuto in un chip. Per sostenere questo ritmo di innovazione, comunemente chiamato Legge di Moore, nei laboratori di ricerca in tutto il mondo si sta esplorando l’uso dei nuovi materiali bidimensionali, che hanno lo spessore di un solo atomo e quindi promettono una riduzione ulteriore delle dimensioni complessive dei transistor.

FIORI IANNACCONE“Negli ultimi dodici anni, cominciando con il grafene, sono stati scoperti decine di materiali bidimensionali con proprietà interessanti per l’elettronica, ma anche con svantaggi significativi rispetto al silicio - spiega Gianluca Fiori (a sinistra nella foto) del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano - è quindi necessario selezionare quelli più promettenti su cui concentrare la ricerca. Il fatto è che la tecnologia di fabbricazione di questi materiali è ancora ai primi passi, per cui l’unico modo di valutare le potenzialità dei transistor basati sui nuovi materiali è di fare simulazioni al calcolatore, atomo per atomo, per poi orientare la ricerca sperimentale e industriale”.

Lo studio pubblicato su “Nature Communications” si basa su sofisticati codici di simulazione di materiali e di dispositivi elettronici sviluppati presso il Politecnico di Losanna e presso l’Università di Pisa, distribuiti con licenza open source e utilizzati da decine di gruppi di ricerca in tutto il mondo.

“Si tratta di una linea di ricerca che richiede la convergenza della chimica, della fisica e dell’ingegneria e la definizione di un linguaggio e di un corpo di conoscenze comuni - afferma Giuseppe Iannaccone (a destra nella foto) dell’Università di Pisa – dunque una ricerca fondamentale che vuole risolvere un problema applicativo concreto, superando la distinzione formale tra ricerca di base e applicata.”

brescia giordanoValentina Brescia, laureata in Ingegneria gestionale all’Università di Pisa, ha vinto ad agosto il premio nazionale Bernardo Nobile 2016 bandito dall’Area Science Park di Trieste.

Il riconoscimento, che ammonta a 2.500 euro, le è stato conferito per la sua tesi di laurea che, secondo le motivazioni della giuria, è riuscita ad integrare efficacemente dati brevettuali, economici e geografici estraendo indicatori per la valutazione dell’attività innovativa territoriale e la sua evoluzione nel tempo. Sempre nell’ambito del premio, anche Giordano Maria Campatelli, un altro laureato in Ingegneria gestionale dell’Ateneo pisano, ha ricevuto la menzione onorevole per la sua tesi che analizza la produzione di brevetti nel settore della bioinformatica negli ultimi trent’anni. E’ questa la prima volta che dei tesisti dell'Università di Pisa si affermano in questa competizione nazionale giunta quest'anno alla XXII edizione.

“Si tratta di un bel risultato, anzitutto per i due laureati che hanno messo un notevole impegno e passione nei loro studi – ha commentato la professoressa Antonella Martini, relatore di entrambi i lavori di tesi – e al tempo stesso, vorrei evidenziare il ruolo svolta dall’Ateneo nel creare le condizioni per due grosse opportunità: Valentina, infatti, ha potuto beneficiare di un periodo all’estero, presso la MIT School of Management, grazie al progetto MIT-UNIPI 2015, con il contributo della Cassa di Risparmio di San Miniato. Giordano, invece, ha beneficiato della collaborazione con ErreQuadro, uno degli spin-off di Ateneo, che ha messo a disposizione le proprie banche dati brevettuali”.

 

A sinistra nella foto Valentina Brescia, a destra Giordano Maria Campatelli

L'Università di Pisa è sempre presente sul podio italiano del prestigioso Academic Ranking of World Universities (www.shanghairanking.com/), elaborato dalla "Jiao Tong" University di Shanghai e giunto nel 2016 alla 14a edizione. L'Ateneo pisano si piazza tra il 201° e il 300° posto al mondo, preceduto da Roma "La Sapienza" e da Padova, che occupano le posizioni tra 151° e 200° posto. Dopo Pisa, che totalizza uno score di 16,81, si piazzano nella stessa fascia gli atenei di Torino (16,47), Bologna (15,99), Politecnico di Milano (15,86), Milano (15,55) e Firenze (14,83). Ancora più indietro, nelle posizioni dal 301° al 500° posto, ci sono altre 11 università italiane.

In generale, l'Italia piazza 19 atenei tra i primi 500 al mondo, perdendo una unità rispetto allo scorso anno, in una classifica dominata dalle università degli Stati Uniti, con 137 tra le prime 500, seguite dalla Cina (54), in prepotente ascesa, dalla Germania (38) e dal Regno Unito (37).

Gli indicatori presi in esame dall'ARWU di Shanghai sono rigorosi e comprendono i premi Nobel e i riconoscimenti accademici ricevuti, la qualità della ricerca (paper pubblicati e ricercatori più citati) e le performance rispetto al numero degli iscritti. In particolare sono sei i parametri su cui si basa la classifica: premi internazionali di ex studenti (10%) o di ricercatori della singola Università (20%), le citazioni di pubblicazioni scientifiche in Thomson-Reuters (20%), le pubblicazioni "Nature & Science" (20%), le pubblicazioni tecnologico-sociali (20%). Questi parametri sono poi confrontati con lo staff accademico, dando un ulteriore parametro di produttività pro-capite (10%).

"La classifica di Shanghai, che per ampiezza di parametri e per metodologia utilizzata è la più autorevole al mondo – ha commentato il rettore Massimo Augello – conferma la buona qualità media del sistema universitario italiano, che piazza 19 atenei tra i primi 500 al mondo, dietro solo alle superpotenze rappresentate da Stati Uniti, Cina, Germania e Regno Unito e a poca distanza da Australia e Francia, che ne hanno rispettivamente 23 e 22. Di contro, preoccupa ancora una volta l’incapacità del nostro Paese di valorizzare le sue punte di eccellenza, se consideriamo che da diversi anni non abbiamo più una nostra rappresentante tra le prime 100 università al mondo, cosa che quest’anno è riuscita a ben 18 nazioni. L’ARWU ribadisce, inoltre, i risultati già emersi dagli altri principali ranking elaborati da istituti internazionali, che posizionano l'Ateneo pisano ai primi posti in Italia e individuano un gruppo molto ristretto di università che sono stabilmente al vertice della graduatoria nazionale. A questo proposito, va anche considerato il fatto che sia gli atenei che ci precedono, sia quelli che ci seguono in classifica hanno potuto utilizzare negli scorsi anni centinaia di milioni di euro aggiuntivi a testa per potenziare le diverse attività, non avendo rispettato, a differenza dell’Università di Pisa, il limite del 20% nel rapporto tra tasse studentesche e Fondo di Finanziamento Ordinario”.

paolo giustiÈ scomparso dopo una lunga malattia il professor Paolo Giusti, a lungo docente della facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa, insignito nel 1997 dell’Ordine del Cherubino. Nato a Pisa il 14 settembre 1936, nel 1960 si era laureato in Ingegneria industriale, sottosezione Chimica, all’Università degli Studi di Pisa. Nel 1967 aveva ottenuto il Master of Science in Chimica all'Università di Keele (UK).

Dal 1961 al 1971 è stato professore incaricato di Chimica macromolecolare e tecnologia degli alti polimeri, dal 1971 al 1999 professore di ruolo di Chimica, dal 1986 al 1999 ha tenuto il primo corso in Italia di Materiali biocompatibili, dal 1999 al 2010 è stato professore ordinario di Bioingegneria chimica e realizzazione e impianto di dispositivi medici sempre presso la facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa.

È stato direttore dell'Istituto di Chimica della facoltà di Ingegneria di Pisa, direttore del Centro "E. Piaggio", direttore del dipartimento di Ingegneria Chimica, direttore del Centro di studi sui Materiali macromolecolari polifasici e biocompatibili del CNR, responsabile della sezione di Pisa dell’Istituto per i Materiali compositi e biomedici del CNR e vice preside della facoltà di Ingegneria. È stato direttore del Centro interdipartimentale per lo studio e la valutazione di biomateriali ed endoprotesi (C.I.B.E.). È stato membro della Società Italiana Biomateriali della quale è stato fondatore e primo presidente, e, dal 2008, primo Socio Onorario, della European Society for Biomaterials di cui è stato anche membro del Consiglio direttivo, della Società Italiana di Chimica, della Associazione Italiana Macromolecole e del Gruppo Italiano Ricercatori Universitari di Ingegneria Chimica. È stato membro della American Society for Artificial Organs, della Società Italiana di Reologia e della International Society for Artificial Organs. È stato membro del Collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Bioingegneria e del dottorato di ricerca in Biomateriali.

L’attività più recente di ricerca ha riguardato principalmente la sintesi e caratterizzazione chimico-fisica, meccanica, biologica e funzionale di materiali polimerici per applicazioni biomediche nei settori: cardiovascolare, ortopedico, oftalmologico, della chirurgia plastica e dell'ingegneria tissutale. In questo campo ha formato e, successivamente, coordinato un gruppo di ricerca, in gran parte attivo ancor oggi, comprendente esperti e tecnici di chimica, biologia, e ingegneria chimica e biomedica, uno dei quali è il secondo Socio Onorario della Società Italiana Biomateriali. È stato editor di numerosi libri sui materiali per applicazioni biomediche e farmacologiche e membro dello staff editoriale in varie riviste internazionali. È stato invited speaker, relatore e moderatore in numerosissimi congressi internazionali e di molti di essi è stato organizzatore. È stato Responsabile Scientifico di svariati progetti di ricerca cofinanziati dal MIUR e dal CNR e coordinatore del progetto europeo FP7 “Bioactive Scaffolds for Cardiovascular Engineered Tissues” su larga scala. Ha svolto attività di revisore per progetti di ricerca del MIUR ed è stato consulente scientifico del MIUR per quanto riguarda finanziamenti di ricerca alle industrie. È stato autore di 212 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali, 140 comunicazioni a congressi, 16 brevetti ed è stato co-editore di 6 libri.

calendario 144Gli Uffici dell'Amministrazione dell'Università di Pisa rimarranno chiusi da lunedì 8 agosto (compreso) a mercoledì 17 agosto (compreso).

Il Centro Matricolandosi e lo sportello Welcome International Students! (WIS!) saranno chiusi da lunedì 8 agosto (compreso) a venerdì 19 agosto (compreso).

Gli sportelli della Direzione Didattica e servizi agli studenti - Settore Studenti e Settore Laureati (Segreteria studenti e Segreteria studenti post-laurea) saranno chiusi al pubblico da lunedì 8 agosto (compreso) a venerdì 19 agosto (compreso).

Anche l'Ufficio USID - Unità di Servizi per l'Integrazione degli studenti con Disabilità sarà chiuso al pubblico da lunedì 8 agosto (compreso) a venerdì 19 agosto (compreso).

L'Ufficio Job Placement sarà chiuso da lunedì 8 agosto (compreso) a venerdì 19 agosto (compreso).

A questo link è possibile consultare gli orari estivi delle Biblioteche d'Ateneo.

Trenta foto che raccontano un momento della prima guerra mondiale, esattamente cento anni fa, con la costruzione di due ponti sul torrente Iudrio, facente parte del bacino idrografico dell'Isonzo tra Italia e Slovenia. Le immagini - contenute in un quaderno di 14 carte in cartoncino granata di 24,5x17,5 centimetri, non rilegato e tenuto insieme da un nastrino tricolore - sono state recuperate tra il materiale custodito dall'Archivio fotografico dell'Università di Pisa, dove erano arrivate dalla Biblioteca di Ingegneria.

Le immagini, consultabili sul sito del Sistema Bibliotecario d'Ateneo e il cui stato di conservazione è nel complesso buono, sono state donate da Raffaele Leonardi al professor Ulisse Dini, docente e rettore dell'Ateneo pisano, oltre che fondatore nel 1913 della Scuola d'Applicazione per gl'Ingegneri, primo nucleo della futura Facoltà di Ingegneria di Pisa. A margine della prima foto, infatti, compare la scritta "Ponte ad aste articolate su l’Iudrio / 5-12 maggio 1916” e in diagonale la dedica “All’illustre maestro Ulisse Dini / questo modesto ricordo della grande guerra / offre / il suo antico allievo / ing. R. Leonardi / anno di guerra 1916”.

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17 fotografie, incollate sul recto del cartoncino, documentano le fasi di costruzione dei ponti, come si ricava dalle didascalie di corredo: “Mentre si monta: il ponte di sbalzo”,

“La costruzione provvisoria per il contrappeso”, “Si mette il contrappeso”, “Si prepara l’appoggio provvisorio a m. 30”, “Mentre procede il lavoro”, “Avvicinandosi all’appoggio provvisorio”, “Si tendono i cavi d’acciaio”, “Prossimi all’appoggio provvisorio”, “Si completa l’appoggio”, “Si arriva all’altra sponda”, “Il ponte ultimato”, “La costruzione di un secondo ponte”, “Si preparano i cavi d’acciaio”, “Le ultime manovre”, “I montatori”, “Il collaudo”.

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Le restanti 13 foto, numerate ma sciolte, ricordano altri momenti di realizzazione di ponti durante la Grande Guerra e mostrano alcuni luoghi della provincia di Gorizia quali la stazione di Ronchi dei Legionari, la Rocca di Monfalcone e l'altopiano del Carso con i segni del conflitto.

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Raffaele Leonardi, nato ad Acireale nel 1890, ha iniziato l’Università a Catania, nella Facoltà fisico-matematica, sezione di Ingegneria, e si è trasferito a Pisa nel 1909 per frequentare il secondo anno di corso. All'Università di Pisa si è diplomato il 12 agosto del 1910 in qualità di “Licenziato in Scienze fisico-matematiche (avviamento alla Scuola d’applicazione per gli Ingegneri)”, per poi passare al Politecnico di Torino, dove ha ottenuto il Diploma di Ingegnere industriale meccanico nell’anno accademico 1913-14. Successivamente, è stato studente di Giurisprudenza alle Università di Roma e di Bologna. Cofondatore della rivista "Sapere", di cui è stato anche direttore responsabile, è stato socio dell’Unione Matematica Italiana. Non si conosce il luogo e la data della sua morte.

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