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Comunicati stampa

Bozhidar Velichkov, professore ordinario presso il Dipartimento di Matematica, è risultato vincitore del Book Prize, il premio bandito dall’Unione Matematica Italiana con il contributo della casa editrice Springer-Verlag. Il premio è assegnato ad autori e autrici di monografie in tutte le aree delle scienze matematiche e il professor Velichkov è stato premiato per il suo volume intitolato “Regularity of the One-Phase Free Boundaries”.

Bozhidar Velichkov

Questa è la motivazione: “La monografia del professor Velichkov è un lavoro di particolare pregio, che introduce il lettore a un importante ambito di ricerca, quello della regolarità dei problemi a discontinuità libera, in cui negli ultimi anni sono stati fatti eccellenti progressi anche grazie ai contributi originali dell'autore. Il testo copre alcuni degli ultimissimi sviluppi e, pur trattando una materia molto tecnica e complessa, grazie all'impegno del professor Velichkov rimane accessibile a qualsiasi ricercatore con un moderato livello di conoscenze nell'ambito delle equazioni alle derivate parziali di tipo ellittico".

La commissione del premio era composta da Piermarco Cannarsa, Camillo De Lellis, Anna Maria Fino, Annamaria Montanari e Valentino Tosatti e presieduta da Piermarco Cannarsa. Oltre al premio in denaro di 4.000 euro, chi vince pubblica la sua monografia nella collana UMI Springer Lecture Notes.

Il professor Bozhidar Velichkov ha avuto una fulminea carriera accademica: classe 1985, dopo gli studi all’Università di Pisa e alla Scuola Normale Superiore, è Assistant Professor all’Université de Grenoble Alpes, nel 2019 diventa professore associato presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e in quello stesso anno si aggiudica l’ERC Grant, con il quale approda all’Università di Pisa nel 2020, grazie anche alla misura di incentivazione di Ateneo della chiamata diretta per i vincitori di ERC grant.

Bozhidar Velichkov è infatti il Principal Investigator del progetto VAREG - Variational approach to the regularity of the free boundaries, premiato dallo European Resarch Council con un prestigioso ERC Starting Grant del valore di 1.330.325 euro.

La gestione degli insetti dannosi alle piante rare o di interesse storico in ambito urbano è un’attività importante e delicata, che deve essere condotta con efficienza ma – al contempo – minimizzando l’impiego di prodotti fitosanitari potenzialmente tossici per i fruitori degli spazi interessati.

In questo contesto, l’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa ha recentemente attivato una collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, volta alla messa a punto di un protocollo per il controllo biologico dei fitofagi dannosi per le piante custodite all’Orto Botanico.

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Studenti in una delle serre dell'orto botanico


“Il lancio di insetti utili, predatori e parassitoidi specifici, rappresenta uno strumento eco-compatibile, versatile ed efficace per limitare i danni causati da diversi insetti dannosi presenti nei vari ambienti dell’Orto Botanico, minimizzando l’impiego del mezzo chimico” ha affermato il professore Angelo Canale, titolare del corso di Controllo Biologico e Integrato presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali.

“Inoltre, le operazioni di lotta biologica condotte mediante il lancio di insetti utili sono un’occasione unica di formazione “sul campo” per gli studenti del corso di Controllo Biologico e Integrato, che hanno la possibilità di partecipare a tali attività e alla messa punto dei protocolli di monitoraggio delle specie dannose”, ha aggiunto il dottor Giovanni Benelli, co-docente del corso.

Le operazioni di lotta biologica portate avanti in questi mesi stanno dando risultati molto promettenti nella gestione di numerose specie di insetti e acari nocivi per piante di elevato valore per la conservazione e divulgazione della biodiversità vegetale. Inoltre, come evidenziato dal professore Lorenzo Peruzzi, Direttore dell'Orto e Museo, “tale approccio permette ai visitatori dell’Orto e Museo Botanico di accedere ad un ambiente caratterizzato da piante non trattate con pesticidi, con benefici per la salute di tutti. L'utilizzo di metodi non tossici, alternativi ai pesticidi, è pienamente in linea con i messaggi di tutela dell'ambiente e della natura che ci impegniamo quotidianamente a diffondere e mettere in pratica, in linea con quella che è la nostra missione istituzionale”.

 

Ecco i primi dati emersi dallo studio nazionale che l'IRCCS Fondazione Stella Maris ha realizzato contattando oltre 700 famiglie dei pazienti che erano stati in cura presso le sue unità operative cliniche nei mesi prima di marzo, con l'obiettivo di analizzare l'impatto che la pandemia COVID 19 ed il lockdown hanno avuto sui loro figli, sia sulla salute psicofisica, che sulla continuità terapeutico-riabilitativa.

Il campione analizzato si è dimostrato sufficientemente rappresentativo della realtà italiana, seppur presentando una maggiore presenza di pazienti toscani, ed ha fornito alcuni dati sulle difficoltà che pazienti affetti da patologia neuropsichiatrica in età evolutiva hanno dovuto affrontare nel periodo di quarantena. La ricerca ha inoltre previsto, in un gruppo selezionato di pazienti, la somministrazione via rete nel periodo della pandemia di un questionario rivolto ai genitori, per valutare la presenza nei minori di problematiche comportamentali e emozionali e che era stato somministrato alle stesse famiglie nei 6 mesi precedenti la pandemia. In questo sottogruppo è stato quindi possibile identificare alcune modificazioni in ambito psicopatologico che possono essere messe in correlazione con alcune variabili ambientali, terapeutiche e relazionali motivate dalla pandemia.

La ricerca è stata progettata e condotta dai medici in formazione della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile dell'Università di Pisa, diretta dalla Prof.ssa Roberta Battini, che ha sede presso l'IRCCS Stella Maris, d'intesa con i Direttori delle Unità Operative dell'IRCCS dedicate alla neurologia, la psichiatria e la riabilitazione. In questa fase si sta procedendo ad un ulteriore elaborazione dei dati ottenuti grazie alla preziosa collaborazione delle famiglie coinvolte.

Lo studio, dal titolo "COVID PS-IMPACT. Stress familiare e disturbi psicopatologici causati dall'emergenza COVID-19 nella popolazione pediatrica con disturbi neuropsichiatrici: l'esperienza della pandemia Sars-Cov-2 in Italia", si è dimostrato molto rilevante per ampiezza del campione ed accuratezza e si inserisce in un più ampio studio internazionale EACD COVID-19 Survey-Families, promosso in più di 30 paesi dalla European Academy of Childhood Disability. Questa ricerca ha l'obiettivo di comprendere l'impatto a breve termine del lockdown sui bambini e sui loro familiari rispetto alle loro condizioni di salute fisica, mentale, al loro stato finanziario, alle condizioni generali di vita e alle possibilità di accesso all'istruzione ed a trattamenti e alle caratteristiche degli interventi ai percorsi riabilitativi (possibilità di accesso, qualità, continuità terapeutica), alla disponibilità di determinati tipi di trattamenti/servizi ed alla qualità dei trattamenti/servizi attualmente forniti.

Il campione della ricerca. Per lo studio effettuato in collaborazione con l'EACD sono state reclutate oltre 700 famiglie, mentre per lo studio di comparazione sono stati selezionati circa 200 pazienti (1-18) per i quali era disponibile nel database dell'IRCCS la compilazione da parte dei genitori, effettuata nel periodo che va da settembre 2019 a febbraio 2020, di un questionario ampiamente utilizzato negli studi epidemiologici (Child Behaviour Checklist CBCL) che fornisce un profilo delle problematiche emozionali e comportamentali, nell'intento di evidenziare le differenze di comportamento tra prima e dopo il lockdown. I medici in formazione hanno contattato tutte queste famiglie durante il lockdown, innanzitutto per esprimere loro la vicinanza in un periodo così difficile, per comprendere come stavano vivendo la situazione e per cercare di capire quali fossero le criticità maggiormente emerse.
Alle famiglie contattate è stato chiesto di partecipare allo studio e alle molte famiglie che si sono rese disponibili è stato chiesto di compilare online le domande presenti sulla piattaforma dedicata accessibile dal sito della Fondazione Stella Maris.

Qualche dato italiano del questionario europeo dell'EACD. Nell'ambito del questionario EACD COVID-19 Survey-Families si è cercato, ad esempio, di comprendere l'utilizzo della teleriabilitazione come presidio per assicurare la continuità terapeutica nel corso del lockdown. È emerso che durante l'emergenza si è registrata la drastica e generale contrazione di tutti i trattamenti in presenza nelle diverse regioni, sebbene queste fossero diversamente rappresentati come campione di studio; infatti nel campione emergeva una preponderanza toscana (il 37.5%), seguito da un numeroso campione campano (16.8%) e un altrettanto significativo campione ligure (9.5%). Attraverso una prima analisi dei dati è possibile osservare una inevitabile riduzione di frequenza in tutte le tipologie di trattamento, con una minore probabilità di interrompere alcuni interventi terapeutici (logopedia e psicomotricità) a livello toscano rispetto al dato nazionale, grazie all'attivazione di teleriabilitazione. Questa teleriabilitazione tuttavia, effettuata per lo più con modalità sperimentali e insufficienti anche per i collegamenti di rete e i dispositivi informatici di molte famiglie, ha potuto mitigare solo molto parzialmente l'effetto negativo dell'interruzione delle cure.

Effetti del lockdown e problematiche neuropsichiatriche. Nei bambini e ragazzi con problematiche neuropsichiatriche tra i 6 ai 18 anni è stato osservato un aumento della sintomatologia ossessiva-compulsiva, dei comportamenti correlati a un disturbo post-traumatico da stress e di alterazione del pensiero. Nei bambini tra uno e 5 anni è invece emerso un aumento della sintomatologia ansiosa e delle lamentele somatiche come ad esempio mal di testa, mal di pancia.
Sono in corso analisi più approfondite, finalizzate ad individuare il peso che le singole diagnosi, le comorbidità, il genere, le difficoltà socio-economiche o logistiche familiari, possano aver avuto sulle modificazioni sintomatologiche rilevate.

Grazie alle famiglie. Mentre le analisi statistiche sono in via di finalizzazione e per avere un quadro conclusivo maggiormente dettagliato bisognerà attendere, un grande ringraziamento va a tutte le famiglie che hanno partecipato, consentendo di portare la loro esperienza in un periodo così difficile dentro a uno studio rilevante non solo per le politiche sanitarie italiane ma anche europee.
Il ringraziamento va anche a tutte le famiglie che hanno effettuato un percorso valutativo presso la Fondazione Stella Maris nell'ultimo anno, ai medici in formazione dell'Università, che hanno potuto coniugare in maniera eccellente in questa esperienza solidarietà e vicinanza a bambini e famiglie e formazione alla ricerca, nonché a tutti i reparti dell'IRCCS, i loro dirigenti e gli operatori.

 

Si è conclusa con una ampia partecipazione la seconda edizione del ciclo di seminari “SOFT SKILLS per le imprese di domani” promosso e organizzato in modalità telematica dal Contamination Lab Pisa (CLab) dal 25 giugno al 9 luglioIl ciclo si componeva di cinque incontri aperti alla comunità dell’Università di Pisa, alla società civile, ai professionisti e agli studenti provenienti da altri Atenei.

I seminari, dedicati alla gestione delle riunioni e degli errori aziendali, al public speaking, all’intelligenza emotiva e alla mediazione dei conflitti, hanno registrato 758 iscrizioni, di cui il 94% di studenti, ricercatori, dottorandi dell’Università di Pisa e il 6% esterno all’Ateneo. I partecipanti hanno rappresentato in modo omogeneo tutte le aree disciplinari con un picco per l’area economico-giuridica e per quella ingegneristica.

copertina per news soft skills

"I risultati ottenuti da questo ciclo di seminari sulle "soft skills" - ha commentato il rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella - confermano, una volta di più, quanto sia strategico, nella formazione dei nostri giovani, un progetto come quello del Contamination Lab. Oggi, lo sviluppo delle abilità trasversali, di tipo comportamentale e relazionale, assieme a solide competenze tecniche, è uno degli ingredienti fondamentali per avere successo sia nel mondo dell'imprenditoria che in quello della ricerca e un'Università che vuole mantenere il passo con una società complessa e in crescente trasformazione, non può trascurare questo aspetto. Se oggi il nostro Ateneo può vantare dei livelli occupazionali dei propri laureati superiori alla media nazionale è proprio grazie a questa sua capacità di garantire un'offerta formativa aggiornata e completa".

“Nel ciclo di seminari “Soft Skills per le imprese di domani” – ha dichiarato inoltre il professor Leonardo Bertini, Chief del CLab  – si è scelto di focalizzare l’attenzione sull’acquisizione di specifiche competenze, finalizzate al proficuo e appagante svolgimento di attività professionali all’interno delle realtà aziendali, offrendo in tal modo una opportunità formativa di cui si sentiva la mancanza. La notevole partecipazione riscontrata conferma la validità di una iniziativa al suo secondo anno di attivazione, che si intende riproporre in futuro, favorendo ancora di più l’apertura alla partecipazione, in particolare dall’esterno dell’Ateneo, anche come parte del contributo di quest’ultimo al trasferimento tecnologico ed allo sviluppo imprenditoriale del territorio”.

Negli ultimi tre anni il Clab, nato da un progetto cofinanziato dal MIUR, per promuovere la cultura imprenditoriale e la valorizzazione della ricerca – grazie ai suoi corsi, ai relatori, ai coach e mentor – ha registrato una continua crescita in termini di partecipazione e progetti imprenditoriali, offrendo un percorso formativo multidisciplinare e trasversale. L’approfondimento delle competenze trasversali (soft skills) è ormai fondamentale per una nuova azienda o in qualsiasi ambiente di lavoro.

Il progetto conclude in tal modo con un risultato significativo la sua edizione 2020, in attesa dell’edizione 2021, attualmente in preparazione e che vedrà numerose novità nel programma e nelle tematiche trattate.

Per rimanere aggiornati sulle prossime iniziative del Contamination Lab Pisa è possibile visitare il sito http://contaminationlab.unipi.it/ e seguire i canali Facebook, Instagram, Twitter e Linkedin.

Dopo i mesi di chiusura dovuti all'emergenza sanitaria del Coronavirus, le Collezioni Egittologiche dell’Università di Pisa, con sede in via San Frediano 12, sono pronte a riaprire, in sicurezza, al pubblico.

Per il momento le Collezioni saranno aperte solo di sabato, a partire da sabato 25 luglio 2020, con orario 10:00 - 13:00 e 16:00 -19:00.

È possibile prenotare online, scegliendo data e ora. Tutti i dettagli e le modalità di prenotazione sul sito alla pagina: https://www.sma.unipi.it/2020/07/il-25-luglio-riaprono-le-collezioni-egittologiche/.
In questi mesi di chiusura le Collezioni hanno rafforzato la loro componente virtuale, grazie a vari contenuti digitali realizzati appositamente.

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